domenica 29 luglio 2012

"Commenti Eleison" di Mons. Williamson: Infezione conciliare



     Numero CCLXIII (263)                                              28 luglio 2012


Infezione conciliare

 

 I cattolici che desiderano mantenere la fede, possono assistere ad una Messa tridentina celebrata da un sacerdote che fa parte della Chiesa conciliare, per esempio, appartenente all’Istituto Cristo Re o alla Fraternità San Pietro? La risposta dev’essere che, di regola, un cattolico non può assistere a tale Messa, anche se si tratta di una Messa tridentina e anche se è degnamente celebrata.
Quale può essere la giustificazione per una tale norma apparentemente rigida?

La ragione fondamentale è che la Fede cattolica è più importante della Messa.
 

Se, non per colpa mia, non posso assistere alla Messa anche per lungo tempo, ma mantengo la fede, posso ancora salvare la mia anima; se invece perdo la fede, ma in qualche modo continuo ad assistere alla Messa, non potrò salvare la mia anima (“Senza la fede è impossibile piacere a Dio” – Eb. XI, 6). Cosicché io assisto alla Messa per vivere la mia fede e, conoscendo l’interdipendenza di fede e culto, io assisto alla vera Messa per conservare la vera fede. 


Non mantengo la fede allo scopo di assistere alla Messa.
Ne consegue che se la celebrazione di una Messa tridentina è accompagnata da circostanze che rischiano di minare la mia fede, a seconda della gravità del rischio non posso assistere a tale Messa. È per questo che, nonostante le Messe celebrate dai preti ortodossi scismatici possano essere valide, la Chiesa, quand’era sana, usava proibire ai cattolici di assistervi sotto pena di peccato grave, perché, visto che il credo e il culto sono interdipendenti, il culto non cattolico minaccia la fede dei cattolici. Ora, nel corso dei secoli l’Ortodossia ha causato un danno enorme alla Chiesa cattolica, ma questo è paragonabile alla devastazione operata nella Chiesa, in sole poche decine di anni, dal conciliarismo? Se dunque ai cattolici è stato vietato di assistere alla Messa accompagnata dalle circostanze ortodosse, non è normale che la Chiesa sana proibisca l’assistenza alla Messa tridentina accompagnata dalle circostanze conciliari?

Ma cosa s’intende per circostanze conciliari?
La risposta che s’impone è: ogni circostanza che, in un tempo più o meno lungo, finisce col farmi pensare che il Concilio Vaticano II non sia stato un immane disastro per la Chiesa. Tale circostanza potrebbe consistere, per esempio, in un simpatico sacerdote che crede che non ci sia alcun problema nel celebrare o la nuova o la vecchia Messa, e che predica e agisce come se il Concilio non presentasse alcun serio problema. Il conciliarismo è così pericoloso perché può essere praticato in modo da sembrare cattolico, tale che io possa perdere la fede senza – o quasi senza – rendermene conto.

Naturalmente, il buon senso permette di prendere in considerazione tutta una serie di circostanze particolari. Per esempio quella di un buon sacerdote che, intrappolato nella Chiesa conciliare, potrebbe aver bisogno del mio incoraggiamento per incominciare a venirne fuori, proprio attraverso la mia assistenza alle sue prime celebrazioni della vera Messa. Ma la regola generale deve rimanere quella che io non debbo avere niente a che fare con una vera Messa celebrata in un contesto conciliare. Come conferma, si guardi a come Roma, con l’Istituto del Buon Pastore, abbia iniziato permettendogli di celebrare esclusivamente la vera Messa: Roma sapeva che una volta che l’Istituto avesse abboccato all’amo ufficiale, alla fine avrebbe potuto sicuramente tirarlo nella sua rete conciliare. Infatti, sono bastati appena cinque anni.

Questo è il pericolo di ogni accordo pratico senza previo accordo dottrinale fra Roma e la Fraternità San Pio X. 

Fino a quando Roma crederà nella sua dottrina conciliare non potrà non utilizzare un tale accordo per spingere la FSSPX in direzione del Concilio, e il contesto di ogni Messa celebrata dalla FSSPX diverrebbe conciliare, se non rapidamente, certo nel lungo periodo.
Uomo avvisato è mezzo salvato.


                                                                                                                            Kyrie Kyrie eleison. 

Londra, Inghilterra

 

© 2012 Richard N. Williamson. Tutti i diritti sono riservati.
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martedì 24 luglio 2012

Appello alla FSSPX a non cedere alle lusinghe!

"Avviene molte volte, dice S. Francesco di Sales, che la parte inferiore si compiace nella tentazione senza il consenso, anzi a dispetto della parte superiore.
 È la lotta descritta da S. Paolo quando dice che la carne ha desideri contrari allo spirito".

 

L’arte di utilizzare le proprie colpe
secondo S. Francesco di Sales 
 (libretto non più in commercio)

 
del P. Giuseppe Tissot
versione by http://www.acquaviva2000.com/ 


INDICE  
capo I
NON MERAVIGLIARSI DELLE PROPRIE COLPE 
1. Miserie umane. Finché porteremo noi stessi non porteremo nulla che abbia gran valore, p. 3. - 2. Senza uno speciale privilegio è impossibile evitare tutti i peccati veniali, p. 4. - 3. Il progresso nella perfezione è lento e disseminato di cadute, p. 5. - 4. Le malattie del cuore, come quelle del corpo, vengono a cavallo e di carriera, e se ne vanno a piedi, p. 6. - 5. Per stabilirsi perfettamente in Dio sono necessarie due cose, p. 7. - 6. I più santi non sono i meno difettosi, ma i più coraggiosi, p. 7. - 7. Una caduta, anche grave, non deve recarci meraviglia, p. 8. - 8. Dopo una caduta non dobbiamo restar sorpresi, ma subito rialzarci, p. 9. 
 
capo II
NON TURBARSI ALLA VISTA DELLE PROPRIE COLPE 
1. Due segni delle buone e delle cattive tristezze, p. 11. - 2. Indizi d'un'anima che si turba dopo le cadute, p. 12. - 3. Raccomandazione della pazienza alle anime che commettono imperfezioni, p. 12. -  4. La calma che bisogna conservare nelle cadute, p. 13. – 5. Affliggersi dei propri difetti con afflizione tranquilla e coraggiosa, p. 14. - 6. Gli effetti della falsa umiltà, p. 15. - 7. L'inquietudine e il turbamento provengono più che altro dall'orgoglio, p. 16. - 8. L'esagerata stima di noi stessi è causa di impazienze e di turbamenti, p. 17. - 9. Dopo una caduta, bisogna correggere il proprio cuore con dolcezza e compassione, p. 18. - 10. Esempi di correzione soave e persuasiva, p. 19. - 11. Evitare il turbamento per rendere più facile la rinunzia al peccato, p. 20. - 12. Come S. Francesco di Sales mostrava dispiacere pei peccati veniali senza turbarsi per nulla, p. 21. 
 
capo III
NON SCORAGGIARSI ALLA VISTA DELLE PROPRIE COLPE 
1. Non bisogna mai disperare, poiché la speranza e quella che salva l'anima dai naufragi della vita, p. 22. - 2. Doppia tattica del demonio verso le anime, p. 22. - 3. Come l'anima, dopo la caduta, cade nello scoraggiamento. Consigli del P. de la Colombière, p. 24. -       4. Molto opportunamente la Chiesa presenta al nostro secolo scoraggiato il Dottore incoraggiante per eccellenza, p. 24. - 5. Per non cadere nel rilassamento, occorre un coraggio a tutta prova, p. 25. - 6. Il cuore di Dio è sempre largo e pronto al perdono, p. 27. - 7. Nelle lotte della vita sarà vincitore chi è sempre pronto a combattere, p. 29. - 8. Una caduta, anche grave, non impedisce il progresso nella divozione, p. 30. - 9. Il tempo, anche lungo, trascorso in peccato, non è motivo sufficiente per scoraggiarsi, p. 31. - 10. Il timore ispirato dalla nostra 'debolezza deve essere temperato da una fermissima confidenza in Dio, p. 31. - 11. Chi ricorre a Maria SS.ma non deve mai disperare, p. 32.


capo I
UTILIZZARE LE PROPRIE COLPE PER UMILIARSI RICONOSCENDO LA PROPRIA ABIEZIONE 
1. Dio ci permette di trarre il bene dal male, p. 34. - 2. Valersi dei peccati per progredire nell'umiltà, p. 35. - 3. L'umiltà è fondamento di tutte le virtù, come l'orgoglio è principio di tutti i peccati, p. 35. - 4. Le colpe sono come tante finestre che rischiarano le nostre miserie, p. 36. - 5. Le tre verghe che il buon Pastore usa con le sue pecorelle, p. 38. - 6. L'umiltà si nutre delle sofferenze che ci procurano le imperfezioni, p. 38. - 7. Certi peccati sono meno gravi della superbia e servono a guarirla, p. 40. - 8. Meglio il peccato accompagnato dall'umiltà che l'innocenza accompagnata dalla superbia, p. 40. - 9. Gravità dell'orgoglio e benefici delle imperfezioni, p. 41. - 10. Il ricordo delle nostre colpe è potente rimedio contro l'orgoglio, p. 42. - 11. Altro frutto del ricordo delle colpe perdonate è la riconoscenza verso Dio, p. 44. - 12. Ancora un frutto dell'umiltà, prodotto dal ricordo delle colpe, è l'indulgenza verso le altrui debolezze, p. 45. 
 
capo II
UTILIZZARE LE PROPRIE COLPE PER AMARE L'ABIEZIONE 
1.    Il poter conoscere e amare la propria abiezione è una grazia grande, p. 47. - 2. - Amare la proprià abiezione è amare la verità, p. 48. - 3. L'amore all'umiliazione ci ravvicina al Verbo Incarnato, p. 49. - 4. L'amare le umiliazioni è mezzo sicuro per acquistare l'umiltà, p. 49. - 5. L'anima che sa trarre profitto dalle umiliazioni può sorpassare un'altra anima meno soggetta a sbagliare, p. 50. - 6. Nel dubbio circa la nostra colpevolezza, è meglio propendere verso la parte più umiliante, come la più meritoria, p. 51. - 7. L'abiezione esterna accresce il pregio di quella interna, p. 52. - 8. Nell'esercizio dell'umiltà bisogna salvaguardare i diritti della verità e della carità, p. 52. - 9. Come anche i superiori possono trarre profitto dalle umiliazioni, p. 53. - 10. Godere di essere disprezzati e comportarsi come gli Apostoli, p. 55. - 11. L'anima peccatrice tanto più piace a Dio quanto più si stima vile, p. 56. - 12. Come l'umiliazione alimenti la virtù dell'umiltà, p. 56. 
 
capo III
UTILIZZARE LE PROPRIE COLPE PER ACCRESCERE LA CONFIDENZA IN DIO 
1. Il problema del peccato si risolve dalla misericordia divina, p. 58. - 2. Il Card. Pie applica a Dio stesso la 5.a Beatitudine, p. 59. - 3. Come la moltitudine stessa delle colpe deve indurci a sperarne maggiormente il perdono, p. 60. - 4. Soave industria di Dio per separare il peccato dal peccatore, risparmiando questo e annientando quello, p. 61. - 5. Non i sani, ma i malati hanno bisogno del medico, p. 63. - 6. Le rivelazioni del Cuore di Gesù animano il peccatore alla confidenza, p. 64. - 7. Il P de la Colombière esorta alla confidenza l'anima carica di colpe, p. 65. 
 
capo iv
UTILIZZARE LE PROPRIE COLPE PER ACCRESCERE LA CONFIDENZA IN DIO
(continuazione) 
1. La nostra miseria è il trono della divina misericordia, p. 67. - 2. Le nostre miserie sono un motivo per non diffidare dell'amore di Dio, p. 68. - 3. Una più grande miseria merita una più grande misericordia, p. 69. - 4. Applicazione del testo di S. Paolo: “Volentieri mi glorierò delle mie infermità”, p. 70. - 5. Quanto i Direttori di anime debbono fare per rianimare alla confidenza, p. 71. - 6. S. Francesco di Sales insegna ai confessori la maniera di accogliere i peccatori, p. 71. - 7. Affabilità di S. Francesco di Sales coi penitenti, p. 72. 
 
capo v
UTILIZZARE LE PROPRIE COLPE PER CONSOLIDARSI NELLA PERSEVERANZA 
1.  L'esperienza delle nostre cadute ci rende più prudenti, p. 74. - 2. Le cadute ci suggeriscono soprattutto di fuggire le occasioni di peccato, p. 75. - 3. Fedeltà ai mezzi di perseveranza suggeriti da S. Giovanni Crisostomo e da S. Epifanio, p. 75. - 4. Fedeltà     ai mezzi di perseveranza secondo S. Francesco di  Sales, p. 76. - 5. La caduta di Salomone ci ricorda la nostra debolezza e la malizia dei nostri nemici, p. 78. - 6. Non è necessario sentire in sé il coraggio e la forza: basta sperare d'averli a tempo e luogo, p. 79. - 7. Ancorché fossimo i più perfetti dovremmo stimarci imperfetti, p. 80. - 8. Il ricordo dei rimorsi e delle sofferenze causate dai peccati sono valido aiuto contro le tentazioni, p. 81. 
 
CAPO VI 
UTILIZZARE LE PROPRIE COLPE PER DIVENTARE PIÙ FERVOROSI 
1.   L'umile confessione delle nostre colpe le trasforma in meriti, p. 82. - 2. La confessione e la penitenza rendono l'uomo infinitamente più degno d'onore di quanto il peccato l'abbia reso biasimevole, p. 83. - 3. Meravigliosi effetti della contrizione sul peccato, p. 84. - 4. Sentimenti atti a incoraggiare il penitente al ricordo dei suoi peccati, p. 86. 
 
CAPO VII 
UTILIZZARE LE PROPRIE COLPE CON LA PRATICA DELLA SODDISFAZIONE 
1.   Le nostre mancanze sono sorgente di una grande umiltà e di un'abbondante soddisfazione, p. 88. -2. Bisogna imitare i Santi che furono coraggiosi nel rialzarsi dalle cadute, p. 90. - 3. Come il Salvatore sa mutare in grazie le miserie del peccatore penitente, p. 91. - 4. Le lacrime della penitenza sono un mezzo per riguadagnare il tempo perduto, p. 92. - 5. Esempio di S. Maria Maddalena che è la regina dei peccatori pentiti, p. 92. - 6. Santa Maria Maddalena regina dei giusti, p. 94.
 
CAPO VII 
UTILIZZARE LE PROPRIE COLPE COL RADDOPPIARE LA DIVOZIONE VERSO LA SS.MA VERGINE 
1.    Maria, porto dei naufraghi, riceve dalle mani di Gesù la Maddalena convertita, p. 96. - 2. Gesù, mediatore presso il. Padre, ha costituito Maria mediatrice presso se stesso, p. 97. - 3. Maria, novella Ester, è la plenipotenziaria presso la Divina Misericordia, p. 98. - 4. Spesso il nome di Maria sembra più efficace del nome di Gesù, p. 99. - 5. Commoventi considerazioni del teologo Cristoforo De Vega sulla misericordia di Maria, p. 100. - 6. S. Bernardo, S. Brigida e S. Francesco di Sales invitano il peccatore a ricorrere a Maria, p. 101. - 7. Paragone del duplice battito del cuore applicato a Gesù ed a Maria, p. 102. -       8. Parole consolanti dei SS. Ignazio, Bonaventura, Pier Damiani e Gregorio Nazianzeno sulla misericordia di Maria, p. 102. - 9. Motivo per cui Maria protegge particolarmente i peccatori, p. 103. - 10. Maria, rifugio dei peccatori, nulla tralascia per ottenere la loro conversione, p. 104. - 11. Preghiera di riconoscenza del peccatore a Maria, p. 106.


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domenica 22 luglio 2012

"Commenti Eleison" di Mons. Williamson: RESISTENZA COMPROMESSA




Numero CCLXII (262)                                                                   21 luglio 2012

RESISTENZA COMPROMESSA

La buona notizia dal Capitolo Generale della Fraternità San Pio X, che si è chiuso sabato, è che la FSSPX, condotta sull’orlo del suicidio, ne ha ricevuto una dilazione dal Capitolo. Tuttavia, se le seguenti parole pronunciate in una intervista diffusa in tutto il mondo, sono indicative delle intenzioni dei capi ancora in carica per altri sei anni, saranno necessarie ancora preghiere perché tale dilazione si mantenga. Ecco ciò che è stato detto (reperibile su YouTube: Traditionalist leader talks about his movement): - 


Molte persone hanno una comprensione del Concilio (Vaticano II) che è una cattiva comprensione, e oggi ci sono persone a Roma che lo dicono. Noi possiamo dire, nelle discussioni (fra Roma e la Fraternità San Pio X, dal 2009 al 2011), io penso, noi vediamo che molte cose che noi (la FSSPX) avremmo condannato come provenienti dal Concilio, vengono in effetti non dal Concilio, ma dalla comune comprensione di esso.”


Per fare un commento, dobbiamo riandare al Vaticano II. Nel contenere sia verità sia errori, i suoi 16 documenti sono profondamente ambigui e contraddittorii. Al seguito di Mons. Lefebvre, la FSSPX non ha mai detto che i documenti non contengano verità, ma li ha sempre accusati di contenere errori gravi, come per esempio la dottrina che lo Stato non abbia il diritto di reprimere le religioni non cattoliche. La Roma conciliare ha sempre difeso i documenti, per esempio facendo riferimento alle opposte verità in essi contenute, come quella che in materia religiosa ogni uomo deve cogliere e professare la verità. Ma le verità non sono mai state il problema. Il problema sta nell’errore e nella contraddizione. Per esempio, se un insieme di individui, come lo Stato, può essere neutrale riguardo alla religione, perché non dovrebbe esserlo l’individuo singolo? La contraddizione spalanca la porta alla liberazi one dell’uomo da Dio – al liberalismo.
I colloqui dottrinali dal 2009 al 2011 si sono svolti per esaminare lo scontro dottrinale tra il soggettivismo conciliare dei Romani e l’oggettivismo dei cattolici della FSSPX. Essi hanno mostrato, naturalmente, che la contrapposizione è profonda e inconciliabile, non tra la verità conciliare e la verità cattolica, ma tra l’errore conciliare e la verità cattolica, in pratica tra la religione dell’uomo e la religione di Dio.
Ed ecco che oggi arriva il portavoce, ad affermare che delle “persone a Roma” hanno ragione, e che siamo “noi” che sbagliamo, cioè la FSSPX, perché “molte cose” che la FSSPX ha condannato costantemente come derivanti dal Concilio, derivano solo dalla “comune comprensione” di questo stesso Concilio. In altre parole, Monsignore e la sua Fraternità avrebbero sbagliato fin dall’inizio ad accusare il Concilio e di conseguenza a resistere alla Roma conciliare. Ne consegue che le consacrazioni episcopali del 1988 sarebbero state una decisione non necessaria, perché i vescovi conciliari sarebbero stati affidabili per prendersi cura della Tradizione cattolica. Eppure, Monsignore chiamò quella consacrazione “operazione sopravvivenza” e definì il fidarsi di Roma “operazione suicidio”.
Oggi, il portavoce – coerentemente con le parole su citate – è sicuramente favorevole all’accordo Roma-FSSPX. Per di più, due mesi fa in Austria, egli avrebbe suggerito che questo accordo impegnerebbe la Roma conciliare con la scelta dei futuri vescovi della FSSPX. Quindi, a meno che Roma non abbia smesso di essere conciliare fin dai giorni di Monsignore, e la totale evidenza grida contro una tale illusione, oggi lo stesso Monsignore avrebbe detto che il portavoce si sta facendo promotore dell’“operazione suicidio” della FSSPX – tranne che il portavoce non abbia smentito quelle parole.




Kyrie eleison.

 Londra, Inghilterra


LA FSSPX E LA STRETTA MORSA DEL RAGNO





INTENSIFICARE LE PREGHIERE PER LA FSSPX, AL FINE DI NON FARLA CADERE NELLA STRETTA MORSA DEL RAGNO MODERNISTA E APOSTATA DA TEMPO INSINUATOSI  IN  VATICANO

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Preghiera a San Michele Arcangelo 


Il 13 ottobre 1884, al termine della celebrazione della S.Messa, Leone XIII udì una voce dal timbro gutturale e profondo che diceva: "Posso distruggere la tua Chiesa: per far questo ho bisogno di più tempo e di più potere" Il Papa udì anche una voce più aggraziata che domandava: "Quanto tempo? Quanto potere?" La voce gutturale rispose: "Dai settantacinque ai cento anni e un più grande potere su coloro che si consegnano al mio servizio"; la voce gentile replicò: "Hai il tempo..." Profondamente turbato, Leone XIII dispose che una speciale preghiera, da lui stesso composta, venisse recitata al termine della S.Messa.
La preghiera è la seguente:

Sancte Michaël Arcangele, defende nos in proelio, contra nequitias et insidias diaboli esto presidium; imperet illi Deus, supplices deprecamur; tuque, princeps militiae coelestis, Satanam aliosque spiritus malignos, qui ad perditionem animarum pervagantur in mundo, divina virtute, in infernum detrude. Amen


San Michele Arcangelo, difendici nella battaglia: sii nostro soccorso contro la malizia e le insidie del demonio. "Che Dio lo sottometta!" imploriamo supplichevoli. E tu, principe della milizia celeste, per la divina potenza, ricaccia nell'inferno Satana e gli altri spiriti maligni che vagano per il mondo a perdizione delle anime. Cosi' sia.


La preghiera continuò ad essere recitata fino al 26.9 64, quando l'istruzione "Inter oecumenici" n.48, § j, decretò: "...le preghiere leoniane sono soppresse"



sabato 21 luglio 2012

Padre C.Thouvenot Lettera circolare ai Superiori del 18 luglio 2012

20 luglio 2012


Padre Christian Thouvenot, Fraternità San Pio X - Menzingen: Lettera circolare ai Superiori del 18 luglio 2012

 

Fraternità Sacerdotale San Pio X

Lettera Circolare n° 2012 – 05/06/07
Ai Superiori dei  distretti

                         seminari
                         case autonome

Menzingen, 18 luglio 2012


LETTERA INTERNA


Eccellenze,
Signori Superiori e cari confratelli,

Nel corso del mese di maggio, Mons. Fellay si è recato in Corsica, per effettuare le cresime di alcuni fedeli in un’atmosfera un po’ tesa dopo che il vescovo del luogo aveva pensato bene di incaricarsene lui stesso. Poi, il Superiore generale ha visitato il priorato di Marsiglia e la scuola di Brignoles, dove ha conferito il sacramento della cresima e tenuto due conferenze sull’attualità delle nostre relazioni romane.


Il 9 maggio è stato a Roma con il Primo Assistente, per chiedere urgentemente a Mons. Pozzo la garanzia di poter continuare a denunciare gli errori e gli scandali, nel caso in cui la Santa Sede erigesse canonicamente la Fraternità in Prelatura. La discussione ha toccato in particolare il riconoscimento della liceità del nuovo rito, cioè la bontà di questa legge liturgica e quindi la legittimità di celebrare secondo il rito di Paolo VI.


Infine, l’esame da parte di un’assemblea di cardinali, del testo presentato da Mons. Fellay, ha portato a delle sostanziali richieste di modifiche (oltre alla questione liturgica, riconoscimento «del Concilio Vaticano II e del magistero posteriore per comprenderne la continuità con il magistero anteriore», soppressione del nostro richiamo al giuramento antimodernista e introduzione di richiami al nuovo catechismo, ecc). Queste richieste sono state consegnate al nostro Superiore generale mercoledì 13 giugno. Mons. Fellay ha subito risposto che non poteva firmare una tale dichiarazione. Siamo quindi ritornati al punto di partenza, cioè ad un punto morto, come ha dichiarato Mons. Fellay a Ecône il 29 giugno.


Nel frattempo, il Superiore generale si è recato alla scuola Santa Teresa di Schönenberg, per le cresime (il 13 maggio), in Austria (Salisburgo e Vienna) e nella Repubblica Ceca (viaggio dal 16 al 21 maggio), come pure al pellegrinaggio di Chartres a Pentecoste, e poi a Stoccarda, alla fine del mese di maggio.


Il Primo Assistente era in Romagna all’inizio del mese di maggio, per predicare un ritiro ai bambini. Dopo un passaggio a Roma, il 9 maggio, si è recato a Wangs (Svizzera) per la festa della scuola, il 13 maggio. Il 20, in presenza del Superiore del distretto, ha celebrato la Messa di azione di grazie per i 25 anni della nostra cappella di Goldau, nel cantone di Schwyz. Alla fine di maggio si è recato in Germania, a Berlino e poi a Stoccarda, prima di recarsi nel sud della Francia: alla scuola Saint-Joseph des Carmes, a Montréal de l’ Aude, al priorato di Montpellier e poi a quello di Tolosa. Egli ha visitato la Maison Notre-Dame, che a poco a poco si organizza per permettete la realizzazione di un’autentica vita contemplativa nella nostra Fraternità.


Il Secondo Assistente è stato a Marsiglia il 6 maggio, prima di volare in Kenya, dove in particolare ha benedetto la nuova costruzione del noviziato della Suore Missionarie di Gesù e Maria. Egli ha anche predicato un ritiro spirituale ad un buon numero di fedeli, a Kampala, in Uganda. Rientrato il 13 giugno, Don Nély ha visitato il nuovo priorato di Nancy, il 17 giugno, per poi recarsi a Suresnes, nella sede del distretto, dove ha messo al corrente gli amici e benefattori della Fraternità degli ultimi sviluppi dei nostri contatti romani.


Da parte sua, l’Economo generale, nel mese di maggio ha percorso il Canada. Ha fatto un salto a Winona prima di recarsi a Dillwyn, in Virginia, dove, finiti i lavori di scavo, sono state gettate le fondamenta del futuro seminario degli Stati Uniti.


Capitolo generale


Si è svolto a Ecône dal 9 al 14 luglio, dopo un ritiro sacerdotale predicato da Don Alain Lorans, già direttore di questo seminario. Il Capitolo è iniziato con l’appello, la lettura delle regole del Capitolo e l’esame delle convocazioni, nonché del caso di Mons. Williamson, che si è visto sospeso dal suo ufficio di capitolare sulla base del canone 2331 §§ 1 e 2 (nuovo codice 1373). Il Capitolo ha dato il suo placet al Superiore generale con una larghissima maggioranza [29 sì, 9 no, 1 astenuto (Mons. Fellay) - NDR]. In seguito i capitolari hanno invocato lo Spirito Santo, prima di prestare il giuramento di conservare il segreto sulle deliberazioni del Capitolo. Quindi sono iniziati i lavori.


Troverete allegata la
Dichiarazione finale che il Capitolo ha adottato prima di sciogliersi e di recarsi alla tomba del nostro venerato fondatore. Questa Dichiarazione sarà resa pubblica da DICI, l’organo ufficiale di comunicazione della Casa generalizia.

Sono state anche definite meglio le Condizioni previe per un’eventuale normalizzazione delle nostre relazioni con la Chiesa ufficiale:


Condizioni sine qua non
che la Fraternità s’impone e che richiede alle autorità romane prima di considerare un riconoscimento canonico.:

1. Libertà di conservare, trasmettere e insegnare la sana dottrina del Magistero costante della Chiesa e della verità immutabile della divina Tradizione; libertà di difendere, correggere, riprendere, anche pubblicamente, i fautori di errori o di novità del modernismo, del liberalismo, del Concilio Vaticano II e delle loro conseguenze;
2. Usare esclusivamente la liturgia del 1962. Conservare la pratica sacramentale che abbiamo attualmente (inclusi l’ordine, la cresima, il matrimonio);

3. Garanzia di almeno un vescovo;


Condizioni auspicabili:

1. Tribunali ecclesiastici propri di prima istanza;
2. Esenzione delle case della Fraternità Sacerdotale San Pio X riguardo ai vescovi diocesani;

3. Commissione Pontificia a Roma per la Tradizione, dipendente dal Papa, con la maggioranza dei membri e con la presidenza per la Tradizione.


Gli atti del Capitolo saranno pubblicati su Cor unum, che uscirà da qui alla fine del mese di luglio.
Voi sapete come la custodia del segreto naturale, professionale o ordinato sia un dovere grave da osservare secondo giustizia. Possa questa lettera circolare riservata ai Superiori e da comunicare ai membri della Fraternità San Pio X, rimanere interna alla nostra società, e non essere divulgata in pubblico e in particolare su internet, nei forum o altri blog.


***

Roma
Mons. Fellay mi chiede di aggiungere le seguenti considerazioni:
La Casa generalizia è ben cosciente dei turbamenti e delle inquietudini – spesso esagerate – che hanno potuto essere causate da certe ambiguità, ambiguità che Roma ha chiarite solo recentemente, in particolare con la risposta della Congregazione per la Dottrina della Fede del 13 giugno scorso. D’altronde, Mons. Fellay è riconoscente a Roma per aver chiarito  nettamente alla fine la sua posizione, cosa che permette ormai di trattare dei problemi più facilmente. Che adesso le nostre forze si uniscano e si smetta di giudicare temerariamente il prossimo, come di ridicolizzare gli uni gli altri in tutta impunità.

Vi prego di credere, Eccellenze, Signori Superiori e cari confratelli, alla mia fedele e rispettosa devozione sacerdotale in Christo et Maria.


Abbé Christian Thouvenot




Tratto da : http://nullapossiamocontrolaverita.blogspot.it/2012/07/lettera-interna-della-fraternita.html

http://radiocristiandad.wordpress.com/2012/07/20/carta-circular-del-18-de-julio-por-el-padre-thouvenotcondiciones-puestas-a-roma-las-verdaderas/

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Ringrazio  infedeltà presenti nella traduzione, la sua segnalazione mi ha consentito di rettificare il post.

giovedì 19 luglio 2012

FSSPX: La Santa Sede "storce il naso"


IN SEGUITO AL COMUNICATO DEL CAPITOLO GENERALE FRATERNITÀ SAN PIO X, LA SALA STAMPA DELLA SANTA SEDE STORCE IL NASO!

 

 Città del Vaticano, 19 luglio 2012 (VIS). Nel primo pomeriggio di oggi la Sala Stampa della Santa Sede ha emesso il Comunicato di seguito riportato, a proposito della Dichiarazione del Capitolo Generale della Fraternità San Pio X.

"Il Capitolo Generale della Fraternità sacerdotale San Pio X, concluso nei giorni scorsi, ha pubblicato una Dichiarazione a proposito della possibile normalizzazione canonica della relazione fra la Fraternità e la Santa Sede. Pur essendo stata resa pubblica, tale Dichiarazione rimane anzitutto un documento interno, per lo studio e la discussione fra i membri della Fraternità".

"La Santa Sede ha preso atto di questa Dichiarazione, ma resta in attesa della annunciata Comunicazione ufficiale da parte della Fraternità Sacerdotale, per la continuazione del dialogo fra la Fraternità e la Commissione “Ecclesia Dei”.

fonte: visnews-ita










 


Dichiarazione del Capitolo generale

della Fraternità Sacerdotale San Pio X

del 14 luglio 2012
pubblicata il 19 luglio 2012


su DICI


 Presentazione di DICI

Come annunciato dal comunicato della Casa generalizia della Fraternità San Pio X, del 14 luglio 2012, i membri del Capitolo generale hanno inviato a Roma una dichiarazione comune. Essa è resa pubblica oggi.
Al momento dell'intervista apparsa su DICI il 16 luglio, Mons. Bernard Fellay indicava che questo documento era «l’occasione di precisare la nostra tabella di marcia insistendo sulla conservazione della nostra identità, solo mezzo efficace per aiutare la Chiesa a restaurare la Cristianità», e aggiungeva «Poiché il mutismo dottrinale non è la risposta a questa «apostasia silenziosa» che perfino Giovanni Paolo II constatava nel 2003».



 Testo della Dichiarazione

Alla fine del Capitolo generale della Fraternità Sacerdotale San Pio X, riuniti accanto alla tomba del suo venerato fondatore Mons. Marcel Lefebvre, e uniti al suo Superiore generale, noi partecipanti, Vescovi, superiori e anziani di questa Fraternità, teniamo a far salire al cielo le nostre più vive azioni di grazia per i quarantadue anni di protezione divina così meravigliosa sulla nostra opera, in mezzo ad una Chiesa in piena crisi e ad un mondo che si allontana di giorno in giorno da Dio e dalla sua legge.

Noi esprimiamo la nostra profonda gratitudine a tutti i membri di questa Fraternità, sacerdoti, frati, suore, terziari, alle comunità religiose amiche, come ai cari fedeli, per la loro dedizione quotidiana e le loro ferventi preghiere in occasione di questo Capitolo, che ha conosciuto un franco confronto e svolto un lavoro molto fruttuoso. Tutti i sacrifici, tutte le pene accettate con generosità hanno certamente contribuito a superare le difficoltà che la Fraternità ha incontrato in questi ultimi tempi. Noi abbiamo ritrovato la nostra profonda unione nella sua missione essenziale: conservare e difendere la fede cattolica, formare dei buoni sacerdoti e lavorare per la restaurazione della Cristianità.

Abbiamo definito ed approvato le necessarie condizioni per una eventuale regolarizzazione canonica. Si è stabilito che, in questo caso, sarà convocato prima un Capitolo straordinario deliberativo. Ma non dimentichiamo che la santificazione delle anime comincia sempre in noi stessi. Essa è opera di una fede vivificata ed operante attraverso la carità, secondo le parole di San Paolo: «Non abbiamo infatti alcun potere contro la verità, ma per la verità» (II Cor. XIII, 8), e anche: «Cristo ha amato la Chiesa e ha dato se stesso per lei, al fine… di renderla santa e immacolata» (Cfr. Ef. V, 25 ss.).

Il Capitolo ritiene che il primo dovere della Fraternità nel servizio che intende rendere alla Chiesa, sia quello di continuare a professare, con l’aiuto di Dio, la fede cattolica in tutta la sua purezza e integrità, con una determinazione proporzionata agli attacchi che questa stessa fede oggi non cessa di subire.

È per questo che ci sembra opportuno riaffermare la nostra fede nella Chiesa cattolica romana, la sola Chiesa fondata da Nostro Signore Gesù Cristo, al di fuori della quale non c’è salvezza né possibilità di trovare i mezzi che conducono ad essa; nella sua costituzione monarchica, voluta da Nostro Signore, che fa sì che il potere supremo di governo su tutta la Chiesa appartenga solo al Papa, Vicario di Cristo sulla terra; nella regalità universale di Nostro Signore Gesù Cristo, creatore dell’ordine naturale e soprannaturale, alla quale ogni uomo e ogni società devono sottomettersi.

Per tutte le novità del Concilio Vaticano II che restano viziate da errori, e per le riforme che ne sono derivate, la Fraternità può solo continuare ad attenersi alle affermazioni e agli insegnamenti del Magistero costante della Chiesa; essa trova la sua guida in questo Magistero ininterrotto che, con la sua azione di insegnamento, trasmette il deposito rivelato in perfetta armonia con tutto ciò che la Chiesa intera ha sempre creduto, in ogni luogo.

Parimenti, la Fraternità trova la sua guida nella Tradizione costante della Chiesa, che trasmette e trasmetterà fino alla fine dei tempi l’insieme degli insegnamenti necessari al mantenimento della fede e alla salvezza, in attesa che sia reso possibile un dibattito aperto e serio mirante ad un ritorno delle autorità ecclesiastiche alla Tradizione.

Noi ci uniamo ai altri cristiani perseguitati nei diversi paesi del mondo, che soffrono per la fede cattolica, spesso fino al martirio. Il loro sangue versato in unione con la Vittima dei nostri altari è la prova del rinnovamento della Chiesa in capite et membris, secondo il vecchio adagio «sanguis martyrum semen christianorum».

«Infine, ci rivolgiamo alla Vergine Maria, anch’ella gelosa dei privilegi del suo Figlio divino, gelosa della sua gloria, del suo Regno sulla terra come in Cielo. Quante volte ella è intervenuta in difesa, anche armata, della Cristianità, contro i nemici del Regno di Nostro Signore! Noi la supplichiamo di intervenire oggi per scacciare i nemici interni che tentano di distruggere la Chiesa più radicalmente dei nemici esterni. Che ella si degni di conservare nell’integrità della fede, nell’amore per la Chiesa, nella devozione al successore di Pietro, tutti i membri della Fraternità San Pio X  e tutti i sacerdoti e i fedeli che operano con le stesse intenzioni, affinché ella ci difenda e ci preservi tanto dallo scisma quanto dall’eresia.
«Che San Michele Arcangelo ci trasmetta il suo zelo per la gloria di Dio e la sua forza per combattere il demonio.
«Che San Pio X ci faccia partecipi della sua saggezza, della sua scienza e della sua santità per discernere, in questi tempi di confusione e di menzogna, il vero dal falso e il bene dal male.» (Mons. Marcel Lefebvre, Albano, 19 ottobre 1983).


Ecône, 14 luglio 2012


Comunicato tratto da:   unavox.it

lunedì 16 luglio 2012

Bonum certamen certavi, cursum consummavi, fidem servavi.


Bonum certamen certavi, cursum consummavi, fidem servavi.
(Seconda lettera a Timòteo 4,7) 


Mons. FELLAY: ..ma rifiutiamo tutto ciò che contribuisce all’« autodistruzione della Chiesa »

















...noi conserviamo la fede nel primato del Pontefice romano e nella Chiesa fondata su Pietro, ma rifiutiamo tutto ciò che contribuisce all’«autodistruzione della Chiesa»

Intervista a Mons. Fellay Superiore Generale concessa a DICI,
http://www.sanpiox.it/public/index.php?option=com_content&view=article&id=701:intervista-di-mons-fellay-in-seguito-al-capitolo-generale-della-fraternita-san-pio-x-16-dicembre-2012&catid=58:informazioni-casa-generalizia&Itemid=64

Quindi, come anticipato nel post  http://deovolente-tradidiquodetaccepi.blogspot.it/2012/07/fsspx-la-soluzione-della-crisi-potra.html

...la soluzione della crisi potrà venire solo da Roma. Dopo Benedetto XVI.

                                                                 Cor unum



domenica 15 luglio 2012

FSSPX: La soluzione della crisi potrà venire solo da Roma. Dopo Benedetto XVI














Intervista
di S. Ecc. Mons. Bernard Tissier de Mallerais
della Fraternità San Pio X
concessa il 1 giugno 2012 al settimanale Rivarol
e pubblicata nel n° 3051 del 15 giugno 2012


 Introduzione di Rivarol

Dieci anni fa abbiamo intervistato Mons. Tissier de Mallerais a proposito della pubblicazione della sua corposa biografia di Mons. Lefebvre, presso le edizioni Clovis: Marcel Lefebvre. Une vie [Si veda l'edizione italiana].
L’ex arcivescovo di Dakar aveva concesso, nel 1968, due anni prima di fondare la Fraternità San Pio X, una lunga intervista a Rivarol, che aveva fatto epoca.
In occasione della riedizione del suo lavoro: La strana teologia di Benedetto XVI, Ermenuetica di continuità o rottura, [Si veda la prima parte di questo studio, da noi tradotto] pubblicato dalle Editions du Sel, Couvent de la Haye aux Bonhommes, 49240 Avrillé, abbiamo interpellato nuovamente Mons. Tissier, in un momento in cui vengono alla luce delle gravi divisioni in seno alla Fraternità Sacerdotale San Pio X sulla questione di un accordo con Benedetto XVI.
In questa intervista, realizzata il 1 giugno, si può vedere che Mons. Tissier, nato nel 1945 e che è uno dei quattro vescovi consacrati dal prelato di Ecône il 30 giugno 1988, il solo di nazionalità francese, si oppone nettamente alla strategia di collegamento con Benedetto XVI condotta da Mons. Fellay.


Intervista

Rivarol: Si parla molto della “reintegrazione” imminente della Fraternità Sacerdotale San Pio X (FSSPX) nella «Chiesa ufficiale». Che ne è esattamente?


Mons. Tissier de Mallerais: “Reintegrazione” è un termine falso. La Fraternità San Pio X (FSSPX) non ha mai lasciato la Chiesa. Essa è nel cuore della Chiesa. Laddove è la predicazione autentica della fede, là è la Chiesa. Questo progetto di “ufficializzazione” della FSSPX mi lascia indifferente. Noi non ne abbiamo bisogno e la Chiesa non ne ha bisogno. Noi siamo già al centro dell’attenzione, come un segno di contraddizione che attira le anime nobili, che attira molti giovani sacerdoti malgrado il nostro status di paria. Con la nostra integrazione nell’orbita conciliare, si vorrebbe mettere la nostra luce sotto il moggio. Questo statuto di prelatura personale che ci si propone, analogo a quello dell’Opus Dei, è uno statuto per uno stato di pace, ma attualmente nella Chiesa noi siamo in stato di guerra. Sarebbe una contraddizione voler “regolarizzare la guerra”.

Rivarol: Ma certuni nella Fraternità San Pio X pensano che questo sarebbe quantomeno una buona cosa. Non si sente in imbarazzo per questa situazione “irregolare”?


Mons. Tissier: L’irregolarità non è la nostra. È quella di Roma. Una Roma modernista. Una Roma liberale che ha rinunciato a Cristo Re. Una Roma che è già stata condannata da tutti i papi fino alla vigila del Concilio. D’altra parte, l’esperienza degli istituti sacerdotali che si sono ricollegati alla Roma attuale, dice che a tutti, gli uni dopo gli altri, compresi Campos e il Buon Pastore, è stato intimato di accettare il Concilio Vaticano II. E si sa che fine ha fatto Mons. Rifan, di Campos, che adesso non ammette più obiezioni alla celebrazione della nuova Messa e che ha proibito ai suoi sacerdoti di criticare il Concilio!

Rivarol: Cosa risponde a coloro che credono che con Benedetto XVI Roma sia cambiata?


Mons. Tissier: È esatto che Benedetto XVI ha fatto alcuni gesti a favore della Tradizione. Principalmente dichiarando che la Messa tradizionale non è mai stata soppressa e secondariamente annullando nel 2009 la cosiddetta scomunica che era stata emessa contro di noi in seguito alla nostra consacrazione episcopale fatta da Mons. Lefebvre. Questi due gesti positivi hanno attirato su Benedetto XVI delle pesanti lamentele da parte dell’episcopato. Ma il Papa Benedetto XVI, comunque sia, resta modernista. Il suo discorso programmatico del 22 dicembre 2005 è un credo nell’evoluzione delle verità di fede a seconda delle idee dominanti di ogni epoca. Malgrado i suoi gesti favorevoli, la sua reale intenzione è quella di integrarci nell’orbita conciliare, solo per condurci al Vaticano II. L’aveva detto lui stesso a S. Ecc. Mons. Fellay, nell’agosto del 2005, e una sua nota confidenziale, pubblicata fraudolentemente, lo ha recentemente confermato.

Rivarol: Ma certuni pensano che Benedetto XVI, che viene dalla Baviera cattolica e che, com’essi credono, è «di una profonda pietà fin dalla giovinezza», ispiri fiducia. Lei, cosa risponde?


Mons. Tissier: È vero che questo Papa è molto comprensivo. È un uomo amabile, gentile, riflessivo, un uomo semplice ma di un’autorità naturale, un uomo di decisione che ha risolto parecchi problemi nella Chiesa con la sua energia personale. Per esempio, problemi di moralità in questo o quell’istituto sacerdotale. Ma è imbevuto del Concilio. Quando dice che la soluzione del problema della FSSPX è uno degli impegni principali del suo pontificato, egli non vede dove sta il vero problema. Si pone male. Lo vede nel nostro cosiddetto scisma. Ora, il problema non è quello della FSSPX, ma quello di Roma, della Roma neomodernista che non è più la Roma eterna, che non è più la maestra di saggezza e di verità, ma è diventata fonte di errore a partire dal Concilio Vaticano II e ancora oggi lo è. Quindi, la soluzione della crisi potrà venire solo da Roma. Dopo Benedetto XVI.

Rivarol: Allora, come vede la soluzione di questo disaccordo, da molti giudicato scandaloso, tra la FSSPX e Benedetto XVI?


Mons. Tissier: È vero che la FSSPX è una «pietra dello scandalo» per coloro che resistono alla verità (cfr. 1 Pt. 2, 8) e questo è un bene per la Chiesa. Se noi fossimo “reintegrati”, per ciò stesso cesseremmo di essere la spina conficcata nel fianco della Chiesa conciliare: il rimprovero vivente contro la perdita della fede in Gesù Cristo, nella sua Divinità, nella sua Regalità.

Rivarol: Ma, Monsignore, Lei ha scritto con i suoi due colleghi una lettera a S. Ecc. Mons. Fellay per rifiutare un accordo puramente pratico con Benedetto XVI. Quali sono le ragioni di questo rifiuto?


Mons. Tissier: La diffusione della nostra lettera è dovuta ad una indiscrezione di cui non abbiamo colpa. Noi rifiutiamo un accordo puramente pratico perché la questione dottrinale è primaria. La fede viene prima della legalità. Noi non possiamo accettare una legalizzazione senza che sia risolto il problema della fede. Sottometterci adesso senza condizioni all’autorità superiore imbevuta di modernismo, sarebbe esporci a dover disobbedire. Dunque a che pro? Nel 1984, Mons. Lefebvre diceva: «non ci si pone sotto un’autorità quando questa ha tutto il potere per demolirci». E credo che questa sia saggezza. Io vorrei che noi producessimo un testo che, rinunciando alle finezze diplomatiche, affermi chiaramente la nostra fede e di conseguenza il nostro rifiuto degli errori conciliari. Questo pronunciamento avrebbe il vantaggio, primariamente di dire apertamente la verità al Papa Benedetto XVI, che è il primo ad avere diritto alla verità, e secondariamente di restaurare l’unità dei cattolici tradizionali attorno ad una professione di fede combattiva e non equivoca.

Rivarol: Alcuni credono che lo statuto della prelatura personale che vi si propone, vi garantirà sufficientemente da ogni pericolo di abbandono della battaglia della fede. Cosa risponde?


Mons. Tissier: È inesatto. Secondo il progetto di prelatura, non saremmo liberi di impiantare nuovi priorati senza il permesso dei vescovi locali e inoltre tutte le nostre recenti fondazioni dovrebbero essere confermate da questi stessi vescovi. Questo equivarrebbe quindi ad asservirci del tutto inutilmente ad un episcopato globalmente modernista.

Rivarol: Può precisarci questo problema di fede che Lei si augura vedere risolto per prima cosa?

Mons. Tissier: Volentieri. Si tratta, come diceva Mons. Lefebvre, del tentativo del Concilio Vaticano II di riconciliare la Chiesa con la rivoluzione, di conciliare la dottrina della fede con gli errori liberali. È lo stesso Benedetto XVI che l’ha detto nel suo colloquio con Vittorio Messori nel novembre del 1984: «il problema degli anni ’60 (dunque del Concilio) era l’acquisizione dei valori meglio maturati in due secoli di cultura liberale. Valori che, anche se nati fuori della Chiesa, possono trovare il loro posto – purché vagliati e corretti -  nella sua visione. In questi anni si è adempiuto a questo compito» [Rapporto sulla fede. Vittorio Messori a colloquio con Joseph Ratzinger, Ed. Paoline, 2° ediz. 1985, p. 34] Ecco l’opera del Concilio: una conciliazione impossibile. «Quale conciliazione ci può essere fra la luce e le tenebre?», dice l’Apostolo, «quale intesa fra Cristo e Beliar?» (2 Cor. 6, 15). La manifestazione emblematica di questa conciliazione è la Dichiarazione sulla libertà religiosa. Al posto della verità di Cristo e del suo Regno sociale sulle nazioni, il Concilio ha messo la persona umana, la sua coscienza e la sua libertà. È il famoso «cambiamento di paradigma» che confessava il Cardinale Colombo negli anni ’80. Il culto dell’uomo che si fa Dio al posto del culto di Dio che si è fatto uomo (Cfr. Paolo VI, Discorso di chiusura del Concilio, 7 dicembre 1965). Si tratta di una nuova religione che non è la religione cattolica. Con questa religione noi non vogliamo alcun compromesso, alcun rischio di corruzione, perfino alcuna apparenza di conciliazione, ed è questa apparenza che fornirebbe la nostra cosiddetta “regolarizzazione”.
Che il Cuore Immacolato di Maria, immacolato nella sua fede, ci conservi nella fede cattolica…

Intervista raccolta da Jèrôme Bourbon


da: http://www.unavox.it/Documenti/Doc0406_Interv_Tissier_1.6.12.html 


sabato 14 luglio 2012

FSSPX - Comunicato della Casa Generalizia: fine del capitolo generale della Fraternità,14 luglio 2012 ,



                          


14 luglio 2012 - Dichiarazione della Casa Generalizia:
fine del capitolo generale della Fraternità San Pio X





Il Capitolo generale della Fraternità San Pio X si è concluso questo sabato 14 luglio 2012, a Ecône (Svizzera). Riuniti a fianco alla tomba di Mons. Marcel Lefebvre, i capitolari hanno reso grazie a Dio per la profonda unità che ha regnato tra loro nel corso di queste giornate di lavoro.
Il Capitolo generale invierà prossimamente a Roma una dichiarazione comune, che in seguito sarà resa pubblica.
Il Superiore generale, Mons. Bernard Fellay, ringrazia vivamente tutti i sacerdoti e i fedeli per le loro ferventi preghiere per questo Capitolo.
Ecône, 14 Luglio 2012

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                           DEO GRATIAS




Fonte: http://www.dici.org/actualites/communique-de-la-maison-generale-de-la-fraternite-saint-pie-x-14-juillet-2012/

lunedì 9 luglio 2012

FSSPX: Lista dei presenti al Capitolo Generale di Ecône

 

 

 

 

 

 

 

 

FSSPX: Lista dei presenti Capitolo Generale di Ecône

 

 1) Il Superiore Generale e i suoi due assistenti
Mons. Bernard Fellay, padre Niklaus Pfluger, padre Alain-Marc Nely

2) I vescovi della Fraternità
Mons. Bernard Tissier de Mallerais, Mons. Alfonso de Galarreta, il vescovo Richard Williamson (sospeso non può partecipare)

3) ex Superiore Generale
Padre Franz Schmidberger

4) Il segretario generale e il Tesoriere Generale
Padre Christian Thouvenot, padre Emeric Baudot

5) I direttori dei seminari maggiori
Ecône, Winona, Zaitzkofen, La Reja, Flavigny-sur-Ozerain, Goulburn

6) I superiori dei distretti
Africa, Germania (già menzionato), Sud America, Asia, Australia, Austria, Belgio - Paesi Bassi, Canada, USA, Francia, Gran Bretagna, Italia, Messico, Svizzera

7) I Superiori di una casa autonoma
Spagna, Europa dell'Est

8) I membri delle più antiche sacerdoti che hanno fatto il loro impegno finale, nella proporzione di un terzo dei membri ex officio (quelli di cui sopra). In caso di equivalenza, la più antica l'ordinazione e il più antico).
Come membri ex-officio sono il numero di trenta, i sacerdoti sarà il più vecchio dieci.

 

fonte: fidelys.org

 

 

domenica 8 luglio 2012

"Commenti Eleison" di Mons. Williamson: VATICANO II BIS







Numero CCLX (260)                                                                          Numero CCLX (260)


 VATICANO II BIS

  parallelismi tra il Vaticano II e i recenti avvenimenti all’interno della Fraternità San Pio X sono così impressionanti che tali avvenimenti potrebbero essere chiamati Vaticano II bis. E a ragione. Esattamente la stessa seduzione e la stessa pressione del mondo moderno, che produssero il crollo dei vertici ecclesiastici negli anni ’60, hanno suggestionato un certo numero di membri della FSSPX negli anni 2000, conducendo la FSSPX vicino al collasso. 

Recentemente mi imaginavo una madre che raccontava una storiella al suo bambino nel metterlo a letto:-
 

“C’era una volta una Chiesa cattolica fiorente, che però era circondata da un malvagio mondo moderno. Allora la Chiesa condannò i princípi moderni su cui si basava quel mondo, ma a quel mondo non piaceva essere condannato e allora fece tutto il possibile per infiltrarsi nella Chiesa e fermare le sue condanne. A quel punto, avvenimenti come le due terribili Guerre Mondiali dimostrarono che la Chiesa aveva ragione e allora un gran numero di anime si unirono alla Chiesa perché era capace di fornire le vere soluzioni per i problemi del mondo. 

“Ma ecco che accadde il disastro! Proprio quando tante anime si arrendevano al dolce giogo di Cristo, i capi di quella Chiesa decisero che, dopo tutto, il mondo aveva ragione e nel corso di una grande riunione a Roma, durata quattro anni, cambiarono i princípi della Chiesa per adattarsi al mondo moderno. Divennero amici con tutti i vecchi nemici della Chiesa e furono molto crudeli con i veri amici della Chiesa che non vollero avere niente a che fare coll’aggiornamento. Questi veri amici erano solo una piccola minoranza di cattolici, perché avendo imparato nei secoli a riporre molta fiducia nei loro capi, i cattolici continuarono a fidarsi di essi anche quando tradirono la Chiesa. E allora Iddio, nella sua misericordia, diede a questi veri amici un capo scelto tra loro, un vero Arcivescovo cattolico, e così essi incominciarono a radunarsi e diedero vita ad un fiorente movimento di resistenza.

“Ma il movimento era accerchiato dalla cattiva neo-Chiesa ai cui nuovi-preti non piaceva essere condannati come modernisti dal movimento, e allora essi fecero tutto quello che era in loro potere per soffocarlo. Ma eventi come lo svuotamento e la chiusura di un istituto dopo l’altro della neo-Chiesa dimostrarono che il movimento aveva ragione, e allora sempre più anime cattoliche incominciarono ad avviarsi verso il movimento per le sue vere soluzioni ai problemi altrimenti insolubili, sia del mondo moderno, sia della neo-Chiesa che si era unita a quel mondo. 

“Ma ecco che accade il disastro! Proprio quando il movimento stava guadagnando sempre più anime per il collasso della neo-Chiesa, i capi del movimento incominciarono a dire che i mali del mondo moderno venivano esagerati e che quella famosa riunione di quattro anni, dopo tutto, non era poi stata così male. E allora questi capi incominciarono a fare amicizia con gli uomini della neo-Chiesa e a dimostrare una grande durezza verso tutti i membri del movimento che insistevano nel condannare la neo-Chiesa e i suoi falsi princípi; e peggio ancora, ad essi non mancarono dei seguaci nel movimento, perché i cattolici erano abituati a pensare che sarebbero stati sleali se non si fossero fidati dei loro capi”

“Oh, mamma, ma nelle storielle non finisce che poi tutti sono felici e contenti?”

“Tesoro, non te lo so dire. La storiella non è ancora finita. Adesso méttiti a dormire” 

Kyrie eleison.




© 2012 Richard N. Williamson. Tutti i diritti sono riservati.
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Oggi 8 luglio termina la Novena allo Spirito Santo, allo scopo di ottenere dalla divina misericordia la sua grazia in occasione del Capitolo Generale della Fraternità.

Come si è potuto constatare dalle recenti novità in Vaticano nonchè l'ultima nomina a presidente della CDF nella persona del vescovo Muller, è visibile a tutti che il Signore ha voluto punire la Roma apostata "accecandoli"!

Ciò non può portare che beneficio all'unità della FSSPX e a farli rifiutare qualsiasi accordo con la gerarchia apostata e modernista, forse dal Capitolo Generale si potrà perdere un componente, ma  questo lo deciderà solo NSCG.

E' chiaro che la "Roma apostata" non è la "Roma eterna", la Roma eterna continua a vivere e a fortificarsi attraverso il "calvario" della FSSPX  suscitata per volere divino a tramandare la vera fede cattolica.

B.P.

 

 

sabato 7 luglio 2012

FSSPX: Il piano di accoglienza riservato da mons. Muller













Causa dottrinale e pastorale stato canonico della Fraternità San Pio X

 Benedetto XVI ha appena insignito del titolo di arcivescovo "ad personam", nome Prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede, 

 

Presidente della Pontificia Commissione Biblica, Presidente della Commissione Teologica Internazionale, e Presidente della Pontificia Commissione Ecclesia Dei, mons. Gerhard Ludwig Müller, vescovo di Regensburg, un amico personale e redattore responsabile della pubblicazione delle sue opere complete.

L'8 maggio 2009, a seguito della revoca della scomunica "latae sentitae" i quattro vescovi della Fraternità San Pio X, rispondendo a tredici domande Friederichs Hauke ​​in Zeit Online, mons. Muller è venuto a delineare in modo informale un piano di accoglienza e cura pastorale alla Fraternità San Pio X potrebbe essere riassunto in sei punti:

1) Senza concedere alcuna condizione, giuridicamente sciogliere tutte le tracce dei gruppi FSSPX e religiose ad esso legate.
 
2) Chiudere i seminari, consegnare la merce all'ordinario (diocesano) e disperdere i seminaristi li mando ai loro luoghi di origine se non è adatto per il sacerdozio.
 
3) Disperse i sacerdoti e i religiosi, se sono idonei per il loro ministero (modernista) si affidano ai loro ordinari (diocesano).
 
4) Disperdere i quattro vescovi, costringendoli ad abbandonare l'esercizio del suo ministero, bloccarli ai loro ordinari (diocesano) e assegnarli ad una vita di silenzio, preghiera e penitenza.
 
5) Mantenere sospesi a tempo indeterminato "a divinis" mons. Richard Nelson Williamson e i sacerdoti che non sono stati ritenuti idonei.
 
6) Ogni altro corso di azione implica uno stratagemma fraudolento ("eine arglistige Täuschung") contro la Fede e i fedeli.
 
Talks fallito e respinto le successive bozze del preambolo dottrinale, come recentemente nominato Prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede e Presidente della Pontificia Commissione Ecclesia Dei, mons. Müller possono ora attuare il suo piano d'azione pastorale.
La gravità delle misure indica che la Fraternità San Pio X difende una teologia eterodossa ("Die theologischen Ansichten zum Teil der Piusbruderschaft Weichen von der Kirche katholischen ab ').
Forse i suoi membri si sono incontrati con atei, pagani, eretici, scismatici e apostati a pregare. Oppure, hanno dato l'assoluzione da parte dei fedeli della Chiesa sposato, divorziato e risposato. O difendere la salvezza senza appartenere alla Chiesa cattolica. O insegnare che la nascita della Vergine Maria non ha potuto essere fisicamente verginale.
In ogni caso, poiché il contenuto delle conversazioni e dal preambolo dottrinali rimangono s secret, ancora non si conoscono le ragioni teologiche che impediscono la regolarizzazione canonica della Fraternità San Pio X, senza la quale è inevitabilmente relegata ad un marginale ("der randständigen Gruppe ") all'interno della Chiesa.
Tuttavia, anche se la chiesa Fraternità San Pio X non era, non ciò che è, forse dovremmo dire con il vescovo. Müller che Cristo ha redento l'umanità e il cristianesimo è stato fondato in modo che ora andare a prendere a discriminare le altre religioni ("Christus hat nicht die Menschen und die Glaubensgemeinschaft erlöst gegründet der Christen, damit wir heute Religionen andere diskriminieren") .
Così, benvenuto, fratelli delle Disolvamos! FSSPX venire da te.
 
Vedi http://www.zeit.de/online/2009/06/bischof-mueller-pius/komplettansicht
 
Rusticissimus


http://radiocristiandad.wordpress.com/2012/07/06/causa-doctrinal-de-la-situacion-canonica-y-pastoral-de-la-fsspx/