lunedì 19 novembre 2018

Omelia di Don Davide Pagliarani Superiore Generale della Fraternità San Pio X

                                               Omelia di Don Davide Pagliarani
                      Superiore Generale della Fraternità San Pio X

                       per il pellegrinaggio di Cristo Re a Lourdes

                                              28 ottobre 2018
       


         




In nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo, così sia.

E’ una gioia enorme poter celebrare la festa di Cristo Re in questo luogo benedetto dove la terra e il cielo si toccano, dove la terra e il cielo si sono toccati 160 anni fa, e dove si continuano a toccare.
Se si va a vedere, queste due verità, questi due misteri, questi due dogmi della nostra fede che festeggiamo oggi – Cristo Re e l’Immacolata Concezione -, se si va a vedere hanno un legame molto stretto.
Della regalità di Nostro Signore si parla spesso nella Sacra Scrittura, e San Paolo in particolare ne parla più volte. Io vorrei meditare con voi alcuni istanti su un passo in particolare, in cui San Paolo ci descrive in dettaglio cosa dev’essere, qual è oggi la missione di Nostro Signore, come Nostro Signore vuole esercitare la Sua regalità che è eterna, adesso, prima della fine dei tempi, nella storia.
San Paolo ci dice che Nostro Signore rimetterà, il giorno della Resurrezione, alla fine dei tempi, rimetterà il regno a Suo Padre, dopo aver annientato tutti i principati, tutte le dominazioni e tutte le potenze di questo mondo. E San Paolo aggiunge che bisogna che Egli regni fino a che abbia messo tutti i Suoi nemici sotto i Suoi piedi (I Cor. 15, 24-25).
Ecco dunque l’obiettivo di questa regalità che è eterna, ma che si esercita adesso nel tempo, in un senso molto specifico, molto particolare. E’ una regalità di conquista, è una regalità militante, guerriera, di Nostro Signore, il cui obiettivo è distruggere tutto ciò che si oppone al regno di Dio.
«L’ultimo nemico ad essere annientato sarà la morte.» (I Cor. 15, 26), la morte, che è la conseguenza diretta del peccato; in questo senso, essa è il primo nemico di Nostro Signore, Egli la distruggerà per sempre il giorno della resurrezione dei morti.

Ma San Paolo va anche più lontano. Perché bisogna distruggere tutti questi nemici? Perché non vi si può vivere insieme? Perché non esercitare questa regalità – che è in se stessa una regalità di pace – perché non esercitarla nella pace, nell’armonia col mondo intero? Perché non esercitarla nell’armonia col mondo? Perché non è possibile? San Paolo lo dice: bisogna distruggere tutti questi ostacoli «perché Dio sia tutto in tutti.» (I Cor. 15, 28).
Ecco riassunto in maniera molto semplice e molto radicale – come tutto ciò che è vivente: semplice e radicale al tempo stesso – il programma, lo scopo dell’esercizio di questa regalità di Nostro Signore, qui sulla terra. Esso permette che Dio sia tutto in tutti, a poco a poco, con una conquista progressiva, incessante, è la preparazione al Paradiso.
La vita eterna non è altro che Dio diffuso in tutti. E Dio, è evidente, Dio per natura riempie tutto. Un Dio che non vorrebbe riempire tutto, un Dio che non vorrebbe dominare su ogni anima, su ogni popolo, e in ogni parte dell’anima e della persona, un Dio che non vorrebbe riempire tutto e tutti, non sarebbe Dio. Per natura Dio è il Signore di tutto, Egli vuole regnare su tutto e su tutti.

Allora, miei cari fratelli, si comprende bene, questo programma molto semplice e molto radicale, che è il programma di Nostro Signore, questo mandato di Nostro Signore che terminerà senza che cessi la sua regalità, questo mandato che terminerà alla fine dei tempi, quando – ci dice San Paolo – Nostro Signore stesso si sottometterà al Padre, offrendoGli questo regno conquistato nel corso della storia, questo programma di Nostro Signore è il programma della Chiesa. Nostro Signore non può andare in un senso e la Sua Sposa in un altro. Questo programma che riassume tutta la missione di Nostro Signore, riassume anche tutta la missione della Chiesa.
Bisogna riconoscerlo con tristezza, è da questo programma magnifico che gli uomini di Chiesa si allontanano. Perché se ne allontanano? Perché questo programma di conquista è l’annientamento di tutto ciò che si oppone al regno di Nostro Signore. Questo programma non può piacere al mondo, è impossibile. E’ dunque è lo spirito del mondo che penetra nella Chiesa. Il modernismo non è altro. La radice della crisi attuale sta in questo. E si può dire che è solamente là, unicamente là.

Come Nostro Signore, Re, ha una sola missione, così la Chiesa ha una sola missione, la stessa: conquistare tutto a Lui, per Lui. Ugualmente, tutti i mali di cui soffre oggi la Chiesa hanno là la loro radice. E dunque ciò che bisogna distruggere, cercare di distruggere, di annientare – questa potenza del mondo, questo spirito del mondo di cui parla San Paolo – non sono dei nemici, ma degli amici; e da qui la nascita di questo cristianesimo moderno, la produzione di questa nuova concezione della Chiesa, della sua missione: un cristianesimo senza croce, senza sacrificio, senza combattimento, senza desiderio di convertire le anime, di conquistarle a Nostro Signore; in una parola: un cristianesimo senza Cristo Re.
E quindi si capisce, e direi si comprende bene, perché questo dogma della nostra fede, questa verità della regalità di Nostro Signore che è così profonda, era così cara a Mons. Lefebvre. Egli aveva capito che in questa nozione è riassunta tutta la nostra battaglia, è richiamato tutto il nostro combattimento, e tutti i nostri nemici sono individuati.

Ma allora, come vivere nel quotidiano questa verità, nella sua integralità, nella sua bellezza? Bisogna che Nostro Signore sia prima di tutto in noi stessi, in ciascuno di noi. Se noi vogliamo riconquistare con questa verità la Chiesa, e il mondo, è necessario che Nostro Signore sia tutto in noi stessi. E bisogna essere realisti: il demonio ci conosce uno per uno, per nome e cognome, conosce la nostra personalità; egli ci studia, conosce i nostri punti deboli. Egli sa molto bene che lo spirito del mondo può penetrare anche in noi, anche in mezzo a noi, anche nelle nostre famiglie, in ciascuno di noi – lo sa molto bene. Certo, senza rinunciare ai princípi della regalità di Nostro Signore, ma giorno dopo giorno, con il tempo, con la fatica, con le delusioni, la nostra anima, la nostra volontà può indebolirsi; e questa festa c’è proprio per ricordarci che questo combattimento è il combattimento per il Paradiso. La regalità di Nostro Signore è fatta per preparare in questa valle di lacrime il Paradiso, dove Nostro Signore sarà tutto in tutti per sempre. Tutti i nemici saranno schiacciati per sempre.
Allora, bisogna che Egli occupi tutto nelle nostre persone: la volontà, i nostri progetti, il cuore. «Perché dove è il vostro tesoro, là sarà anche il vostro cuore» (Lc. 12, 34); e questo tesoro non può che essere uno, non può che essere Nostro Signore. E’ questa la grazia che bisogna chiedere oggi alla Madonna, all’Immacolata: che Nostro Signore sia tutto, che Egli sia il solo amore, il solo oggetto del nostro cuore, della nostra volontà, e che tutto il resto si organizzi, si orienti in funzione di questo amore, che occupa tutto lo spazio.
Rivendichiamo, dunque, rivendichiamo questi diritti di Nostro Signore prima di tutto in noi stessi.

Non bisogna avere paura! Non bisogna avere paura di questa guerra di cui parla San Paolo; questa battaglia di Nostro Signore, di Nostro Signore Re, è anche la nostra, perché è la battaglia della Chiesa, tanto più che la Chiesa di oggi, gli uomini di Chiesa di oggi, hanno abbandonato questa battaglia; ancor meglio, noi dobbiamo rivendicare questi diritti assoluti di Nostro Signore su noi stessi, senza aver paura di vivere questo stato di guerra.
E qual è il mezzo per vincere? Qual è il mezzo per non scoraggiarsi, per non sbagliarsi? Qual è il mezzo per arrivare fino alla fine? Ve n’è solo uno, ve n’è solo uno. Ed è esattamente lo stesso mezzo col quale Nostro Signore ha cominciato la Sua battaglia e che Egli continua fino alla fine dei tempi, e questo mezzo è la Croce.
Questa Croce, questi sacrifici, questo spirito di sacrificio che è profondamente cattolico, profondamente cristiano, e che oggi non esiste più; e in questa illusione si è costruito, come si è detto, un nuovo cristianesimo senza la Croce e senza il sacrificio.

E noi viviamo oggi, in particolare in questi ultimi anni, in questi ultimi mesi, vediamo nel mondo intero, in questo mondo apostata, in cui è stata abbandonata questa dottrina di Cristo Re e della Croce, noi vediamo perfettamente dove conduce tutto questo: a delle leggi, a delle proposte inimmaginabili, abominevoli, a delle idee che normalmente un cristiano non sa neanche che possano esistere, che possano essere concepite… leggi abominevoli con le quali l’uomo apostata, l’uomo moderno apostata, pretende di decidere ciò che solo Dio può decidere.

Allora, non bisogna avere paura, ma bisogna tenere gli occhi aperti. Se noi siamo fedeli alla nostra fede, se siamo fedeli a Cristo Re, presto o tardi potrebbe cominciare una persecuzione contro di noi, con dei mezzi molto raffinati, senza che necessariamente sia una persecuzione sanguinosa. Il mondo oggi ha mille mezzi, mille mezzi a sua disposizione per attaccarci, per scoraggiarci. Bisogna capire che Satana sa molto bene che cos’è la regalità di Cristo. Egli conosce San Paolo molto meglio di noi. Egli sa molto bene che la missione di Nostro Signore, che la missione della Chiesa, è di sottomettere tutto a questa regalità, tutto, senza distinzioni: e dunque egli non può tollerare, non può sopportare questa idea, questa determinazione, questa volontà di consacrare tutto a Nostro Signore Gesù Cristo. Non lo può sopportare.

Allora, come non scoraggiarsi, se questo è vero? Come non scoraggiarsi?
La Provvidenza, come dicevo all’inizio,  fa sì che noi celebriamo qui questa festa, sotto il patronato della Vergine Santissima. E questo è particolarmente significativo perché la Vergine Santissima, l’Immacolata Concezione, è quella porzione del regno di Nostro Signore in cui il demonio non è mai arrivato a mettere neanche un dito. E’ quella porzione scelta del regno di Nostro Signore in cui il demonio non ha mai avuto alcun potere, e mai lo avrà. E’ il modello perfetto dell’anima tutta consacrata a Nostro Signore, che vive unicamente per Nostro Signore, che è riempita unicamente di Lui, del Suo amore; in tutto ella condivide la Sua volontà in maniera la più perfetta; da cui tutti i suoi titoli, e soprattutto la sua missione nella Chiesa, la sua missione di Madre e Regina.

Padre Pio, interrogato una volta dai suoi fedeli che gli chiedevano delle spiegazioni sul perché insistesse tanto sulla consacrazione alla Vergine Santissima, perché non parlasse che di quello; alle spiegazioni che essi chiedevano, il padre diede questa risposta molto bella e soprattutto molto attuale, e disse ai suoi fedeli: «Verranno tempi abominevoli, con leggi abominevoli, peggiori dei tempi descritti nell’Apocalisse».
Ci siamo! Ci siamo, e forse non ce ne rendiamo conto a sufficienza, ma nei movimenti di questi ultimi anni vi è esattamente qualcosa di diabolico, di universale, il che è segno che ci sta dietro il demonio. Ebbene, il padre disse ai suoi fedeli: «Solo quelli che saranno, che si rifugeranno  nel Cuore della Vergine Santissima saranno in grado di sopravvivere, perché in questo Cuore il demonio non ha alcun potere e non ha mai avuto alcun potere».
E’ magnifico, è terribile e magnifico al tempo stesso. Questo ci mostra che, in particolare grazie alla Vergine Santissima, noi non mancheremo mai dei mezzi necessari per questo combattimento, questo combattimento che comincia nel quotidiano in noi stessi, questo combattimento che non è altro che il combattimento della Chiesa, il combattimento di Nostro Signore Gesù Cristo.
Mai mancheremo dei mezzi necessari per lottare come si deve, e soprattutto per vincere e  trionfare con Lei, con Nostro Signore Gesù Cristo.
Così sia.

Nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo, così sia.






pubblicata sul sito francese della Fraternità San Pio X
La Porte Latine