martedì 31 maggio 2016

L ’ ORA DI MARIA NEL DISEGNO DI DIO









L ’ ORA DI MARIA NEL DISEGNO DI DIO
 di don Ennio Innocenti



Nella Genesi dell’universo, Dio si compiaceva delle Sue opere e si dilettava dell’atto Divino della Sua onnipotenza creatrice: «Et vidit Dominus quod esset bonum». Il Suo Spirito si librava sulla Terra e con infinita sapienza ordinava il moto e la vita. Tutte lepotenze di questo Esseremeraviglioso che ha creato ciò che ci circonda erano in atto: Egli era tutto animato da una vita potente, creava dal nulla e creava per amore, in tutte le creature lasciava l’impronta di Sé. Fortunato momento quello in cui iltempo cominciò ad evolversi!
Quale meraviglia furono la prima notte, la prima alba, il primo tramonto! Dio ne era spettatore e il Suo amore per lacreazione era il bello ideale della più sublime poesia. E non si contentava Egli di lasciare un’impronta di Sé dappertutto, ma desiderava comunicarsi a creature in modo che queste fossero come inserite e innestate nella
Sua divinità. «L’Uomo!- disse –destineremo l’Uomo all’unione personale della Nostra maestà». Oh mente del Verbo, quale meraviglia rivelasti fin da quel momentoin cui stabilisti il disegno che ci sconcerta! Quale poesia nel creare l’uomo! Tu lo facesti a Tua immagine e somiglianza! Davanti a Te corsero isecoli a venire. Vedesti l’Uomo che sconvolgeva i Tuoi piani, e giudicastila Storia come le convulsioni dell’umanità moribonda, e contemplasti laTua Incarnazione, e godesti della divinizzazione dell’Uomo. Ma in questo stupendo sguardo Tu posasti i Tuoi occhi su unacreatura ed essi sfavillarono: Tu ti innamorasti perdutamente di Lei e ne facesti un’altezza inaccessibile a umane intelligenze e una profondità inscrutabile anche dai Tuoi Angeli. Tu la volesti tutta per Te, ti trasfon
desti tutto in Lei. Essa fu il preludio dei dogmi che ti riguardano. Tu allora dicesti così: «Dio sarà Uomo, e l’Uomo sarà Dio. L’umanità sarà indissolubilmente legata alla Nostra divinità: essa sarà partecipe della Nostra natura. Tu poi, o bella fra le donne, sarai pervasa dalla divinità come l’aria dalla luce, come il ferro rovente dal fuoco, come il cristallo dai raggi del Sole. Tu sarai la Nostra destra. Tu vivrai in Noi. Tu porterai sempre dappertutto la Nostra bandiera». Gli Angeli sentirono e se ne stupirono, i demoni sentirono e compresero la terribile sconfitta che il Signore pr eparava loro, sentì anche l’umanità sofferente e ne esultò. La grande notizia corse per le bocche di tutte le generazioni: i Patriarchi ne parlarono con sicurezza, i Profeti salutarono con accenti ineffabili la nuova Era di Dio. Essi sapevano che doveva venire al mondo una Donna che sarebbe stata lo splendido contrassegno dell’amicizia con Dio, ma ne ignoravano il nome. Dio riservava la sorpresa al grande momento: Essa era l’orto chiuso di Dio. Il grande momento giunse e l’aspettata creatura si chi amò MARIA, e prevenne il tipo di Resurrezione e rivelò la vita degli Angeli. Dio fu fedele alle Sue promesse. Aveva promesso di unirLa in modo ineffabile alla Sua divinità ed Essa fu l’Immacolata. Aveva detto che La voleva tutta per Sé ed Essa fu la Vergine e la Sposa inviolata. Aveva detto che sarebbe vissuta in Lui e fu la Madre e l’Assunta. Aveva detto che sarebbe stata la Sua destra e fu la Corredentrice e la Mediatrice,altezza della scienza e delle ricchezze di Dio! Maria entrò nel mondo come la più eletta della umanità, che non cessò mai di sentirsi smisuratamente onorata per questa creatura, ricettacolo della sapienza di Dio ed erario della Sua provvidenza, labaro più bello dell’umanità presso Dio. La parte più eletta dell’umanità guarda da allora Maria come la Santa più grande dei Santi, come il vanto più sicuro, come inconcusso fondamento della fede, come incrollabile torre della Chiesa. Dio, innamorato di Maria, promise che Ella avrebbe sempre portato la Sua bandiera, perpetuando così la missione meravigliosa di Lei.
La parola di Dio non cade invano! Le arti, la musica, le lettere sono santificate da Maria; nuovi eletti eserciti di Dio sono sorti in nome di Maria; la società subisce inevitabilmente l’influsso di Maria. Chi, specialmente oggi,non vede il posto meraviglioso di Maria nello stupendo disegno di Dio?
La teologia mariana prende uno sviluppo imprevisto, le feste di Maria sono sempre meglio celebrate, il mondo intero si domanda meravigliato cos’è mai questa Madonna dei cattolici di cui tutti i Santi, antichi e moderni, sono devoti, sotto i cui auspici sorgono tutte le istituzioni, che fa toccare il soprannaturale con mano, che provoca conversioni insperate e anche collettive di peccatori, di settari, di eretici, di infedeli? Molti istituti che sono sorti provvidenziali, fiorenti, benefici, fecondi, si dicono ispirati da Maria;migliaia di anime fra chiostri, nei Seminari, fra l’Azione Cattolica, nei Terz’ordini, negli Ospedali si consacrano a questa Madre potente, che asciuga ogni lacrima e lenisce ogni dolore. Congressi mariani e Peregrinatio Mariae si moltiplicano sotto i nostri occhi e raccolgonofolle enormi osannnanti a Gesù proclamando il motto di San Bernardo: «Ad Jesum per Mariam». La nuova letteratura ascetica, mistica, storica biografica è ripiena di opere che parlano di Maria. I comuni, le province, i popoli, le nazioni e la Chiesa intera si consacrano al Suo Cuore Immacolato. Non c’è una casa che manchi di un ritratto di Maria e templi grandio si si elevano in onore di Lei. Dalle missioni, fari di luce cristiana che illuminano sempre più le tenebre del paganesimo, i Missionari raccontano che insieme alle manifestazioni Eucaristiche, ciò che colpisce di più gli infedeli è la statua della Bella Signora. Molti giovani si dedicano all’apostolato per rallegrare il Suo Cuore. I protestanti protestano di voler onorare Maria e il più potente legame d’unione fra la Chiesa scismatica d’Oriente e quella Cattolica è Maria.Dappertutto c’è Maria che trionfa e porta Gesù. Il più incoraggiante segno dei tempi è la manifesta zione sempre crescente, fino a raggiungere talora visioni di straordinaria grandezza, della confidenza e dell’amor filiale, che conduce le anime alla Purissima Immacolata Maria. Salve a Te, o Maria, che illustri la mente dei fedeli, che fai fiorire il paradiso di delizie, che appresti il porto alle anime! Salve, gradito incenso d’intercessione, che riconcili il mondo intero, che sei perdono di tanti caduti in peccato. Salve a Te, che dilegui i raggiri degli astuti nemici, che riempi ai pescatori le reti. Salve a Te, per cui si erigono trofei, per cui soccombono i nemici,salve, o guarigione del mio corpo, salve, o salutedell’anima mia!
 
 


venerdì 6 maggio 2016

Roma e la FSSPX; «Il veleno sta nella coda»


[...dal colpo da maestro di satana al colpo di coda di satana]


Mons. Pozzo e la FSSPX – In cauda venenum

di Don Patrick de La Roche, FSSPX





Editoriale di Le Chardonnet, maggio 2016 foglio della parrocchia di Saint-Nicolas-du-Chardonnet (Parigi),
della Fraternità San Pio X
pubblicato da La Porte Latine.

- I neretti sono del testo -



Dunque, è fatta. Mons. Fellay ha incontrato il Papa Francesco; dell’incontro egli  ha presentato ampi passaggi, sia in un comunicato sia nell’omelia pronunciata a Puy.
L’indomani di quest’incontro, la partita è continuata con Mons. Pozzo, vero maestro nelle relazioni che Roma intrattiene con la Fraternità San Pio X.
In seguito, nel giornale La Croix del 7 aprile, Mons. Pozzo ha sintetizzato le condizioni romane per una regolarizzazione canonica. Le sue affermazioni sono troppo importanti per non soffermarvisi.

In realtà, la dichiarazione è a prima vista sorprendente. Fino ad oggi, l’accettazione piena ed intera del Vaticano II era posta come criterio indispensabile di cattolicità. E fino ad oggi, la Fraternità San Pio X gridava all’ingiustizia: mai un testo riconosciuto come non infallibile ha potuto essere normativo per la fede.
Ora, è precisamente questa divergenza che sembra risolvere Mons. Pozzo, ammettendo apparentemente la giustezza dell’obiezione.

Riprendendo alla sua maniera i criteri tradizionali di cattolicità – «l’adesione alla Professione di Fede, il vincolo dei sacramenti e la comunione gerarchica con il Romano Pontefice (1) – Mons. Pozzo afferma che solo questi saranno costitutivi della dichiarazione dottrinale richiesta a tutti i membri della Fraternità. Ne consegue, a rigore di logica, che «Le difficoltà sollevate dalla FSSPX circa le questioni del rapporto Stato-Chiesa e della libertà religiosa, della pratica dell’ecumenismo e del dialogo con le religioni non cristiane, di alcuni aspetti della riforma liturgica … non costituiscono ostacolo per il riconoscimento canonico».
Ecco dunque, apparentemente desacralizzato il concilio Vaticano II, che tornerebbe ad essere oggetto di discussione piuttosto che oggetto a cui si deve aderire indispensabilmente. E questo appare nuovo.

Ma, ahimè, è solo un’apparenza. Poiché, ciò che Mons. Pozzo concede sulla professione di fede, lo riprende subito indietro, quando espone la sua concezione della comunione gerarchica: «alla FSSPX si chiede di accettare che al solo Magistero della Chiesa è affidato il deposito della fede per essere custodito, difeso e interpretato».
Interpretato: è in quest’ultima parola che risiede tutto il problema, in cauda venenum.

Se Mons. Pozzo aveva concesso che «il Concilio Vaticano II può essere adeguatamente compreso solo nel contesto dell’intera Tradizione della Chiesa e del suo costante Magistero», ecco che adesso aggiunge, in maniera implicita ma molto reale, che a sua volta la Tradizione può essere compresa (interpretata) solo alla luce del Vaticano II e degli insegnamenti posteriori. Si tratta della famosa – e fumosa – ermeneutica della continuità, nella quale avrebbe voluto costringerci l’inaccettabile dichiarazione dottrinale del 2012. Ammettere un tale criterio impedirebbe l’indispensabile rimessa in discussione delle affermazioni deleterie del Vaticano II. La discussione – rimandata a dopo – si limiterebbe dunque, per la stessa confessione di Mons. Pozzo, ad una semplice «chiarificazione» in vista di una migliore precisione.

Niente è dunque veramente cambiato nelle esigenze romane. Solo l’abilità si è affinata. Fuggendo l’indispensabile confronto dottrinale che disorienterebbe l’errore a profitto della verità salvatrice, si limita il dibattito all’“ermeneutica”. Non si tratta più di farci ammettere direttamente gli errori distruttivi del Vaticano II, ma solo di imporci di inforcare occhiali deformanti: accettare che gli errori diffusi dagli  attuali detentori della funzione magisteriale, errori spesso sblasfematori una volta condotti fino in fondo, errori che servono da forche caudine sotto le quali dovrebbe piegarsi l’insegnamento costante e spesso infallibile della Chiesa.
Questo, evidentemente, è impossibile, come diceva Mons. de Galarreta a gennaio nella sua conferenza a Bailly (2).

Certi obietteranno forse che noi non possiamo rimanere insensibili a tanta benevolenza romana. Senza voler minimamente entrare nelle intenzioni, si deve comunque constatare che una tale «benevolenza» è perlomeno interessata: Mons. Pozzo è riuscito a limitare il dibattito a delle semplici precisazioni o chiarificazioni, laddove può esserci solo rigetto dell’errore.
Per fare solo gli ultimi esempi in ordine di tempo: cosa sarebbero le semplici «precisazioni» di fronte alla radicale messa in discussione del mistero della Redenzione attuata da Benedetto XVI nel suo intervento reso pubblico il 16 marzo (3)?
Come potrebbero bastare delle semplici «chiarificazioni» a contrastare l’introduzione ufficiale del relativismo morale realizzata dalla recente istruzione post-sinodale Amoris laetitia? Impedire la denuncia di tali testi significherebbe semplicemente facilitare la proliferazione dell’errore, a grande detrimento della Chiesa, della sua fede e della sua morale, e a grande detrimento delle anime.

Si comprende allora il realismo di Mons. Fellay che afferma che ci vorranno senza dubbio degli anni. Poiché, se il tempo trascorso non è bastato a modificare sostanzialmente le condizioni di Mons. Pozzo, quanto ce ne vorrà per giungervi e ancor di più per riconoscere alla Fraternità San Pio X il suo diritto e dovere di denunciare sia gli errori sia i fautori dell’errore, condizione sine qua non posta dal Capitolo del 2012?

In breve: in fondo niente di nuovo sotto il sole romano sui rapporti con la Fraternità San Pio X.


Don Patrick de La Rocque, curato di Saint-Nicolas-du-Chardonnet (Parigi)

NOTE
1 – In un’intervista rilasciata all’agenzia Zenit l’8 marzo 2016, Mons. Pozzo parla di vincolo, inteso nel senso di elemento richiesto per appartenere alla Chiesa. Questo fa riferimento al Canone 205 del Codice di Diritto Canonico del 1983: «Su questa terra sono nella piena comunione della Chiesa cattolica quei battezzati che sono congiunti con Cristo nella sua compagine visibile, ossia mediante i vincoli della professione di fede, dei sacramenti e del governo ecclesiastico»
2 Conferenza di Mons. de Galarreta del 17 gennaio 2016.
3 – Sandro Magister, rubrica Settimo Cielo, 18 marzo 2016: Joseph Ratzinger torna in cattedra.



maggio 2016

tratto da:http://www.unavox.it/ArtDiversi/DIV1509_Don_de-La-Roche_In_cauda_venenum.html

martedì 3 maggio 2016

Santo Rosario (latino/italiano)

Santo Rosario (latino/italiano)

 

X In nomine Patris et Filii et Spiritus Sancti. Amen.
X Nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo. Così sia.

Deus, in adiutòrium meum intende. Domine, ad adiuvandum me festina.
Dio, volgiti in mio aiuto. Signore, affrettati a soccorrermi.

Pater noster qui es in cælis, santificétur nomen tuum, advéniat regnum tuum, fiat volúntas tua, sicut in cælo et in terra. Panem nostrum quotidiánum da nobis hódie et dimítte nobis débita nostra, sicut et nos dimìttimus debitóribus nostris; et ne nos indúcas in tentatiónem, sed lìbera nos a malo. Amen.
Padre nostro che sei nei cieli, sia santificato il tuo nome, venga il tuo regno, sia fatta la tua volontà come in cielo così in terra. Dacci oggi il nostro pane quotidiano e rimetti a noi i nostri debiti, come noi li rimettiamo ai nostri debitori, e non ci indurre in tentazione, ma liberaci dal male. Così sia.

Ave María, grátia plena; Dóminus tecum; benedícta tu in muliéribus et benedíctus fructus ventris tui, Jesus. Sancta Marìa, Mater Dei, ora pro nobis peccatóribus, nunc et in hora mortis nostræ. Amen.
Ave Maria, piena di grazia; il Signore è con te; tu sei benedetta  fra le donne e benedetto è il frutto del ventre tuo, Gesù. Santa Maria, Madre di Dio, prega per noi peccatori, adesso e nell’ora della nostra morte. Così sia.

Glória Patri et Fílio et Spirítui Sancto, sicut erat in princípio, et nunc, et semper, et in sæcula sæculórum. Amen.
Gloria al Padre ed al Figlio e allo Spirito santo, come era nel principio, e ora, e sempre, nei secoli dei secoli. Così sia.

Oratio Fatima
O mi Iesu, dimitte nobis debita nostra, libera nos ab igne inferni, conduc in cælum omnes animas, præsertim illas quæ maxime indigent misericordia tua.
Gesù mio, perdonate le nostre colpe, preservateci dal fuoco dell’inferno, portate in cielo tutte le anime, specialmente le più bisognose della vostra misericordia.

(Segue l’enunciazione di uno dei Misteri del giorno e la recita di un Pater noster, dieci Ave Maria, un Gloria Patri, l'Oratio Fatima; alla fine, si può aggiungere un’invocazione oppure una giaculatoria)

Misteri Gaudiosi  (lunedì, giovedi e sabato)
1. Quem, Virgo, concepisti.
2. Quem visitando Elisabeth portasti.
3. Quem, Virgo, genuisti. 
4. Quem in templo præsentasti.
5. Quem in templo invenisti.

1. L’annuncio dell’Angelo a Maria Vergine.
2. La visita di Maria a  santa Elisabetta.
3. La nascita di Gesù.
4. La presentazione di Gesù al tempio.
5. Il ritrovamento di Gesù nel tempio e la disputa con i dottori della Legge.

Misteri Dolorosi  (martedì e venerdì)
1. Qui pro nobis sanguinem sudavit.
2. Qui pro nobis flagellatus est.
3. Qui pro nobis spinis coronatus est.
4. Qui pro nobis crucem baiulavit.
5. Qui pro nobis crucifixus est.

1. L’orazione di Gesù nell’orto degli ulivi.
2. La flagellazione di Gesù alla colonna.
3. La coronazione di spine.
4. La salita al Calvario sotto il peso della croce.
5. La crocifissione e morte di Gesù.

Misteri Gloriosi  (mercoledì e domenica)
1. Qui resurrexit a mortuis.
2. Qui in cælum ascendit. 
3. Qui Spiritum Sanctum misit.
4. Qui te assumpsit.
5. Qui te in cælis coronavit.

1. La resurrezione di Gesù.
2. L’ascensione al cielo di Gesù.
3. La Pentecoste.
4. L’assunzione di Maria Vergine al cielo.
5. L’incoronazione di Maria regina e la gloria degli Angeli e dei Santi.

Salve, Regína, Mater misericórdiae, vita, dulcédo et spes nostra, salve. Ad te clamámus, éxsules filii Evae. Ad te suspirámus geméntes et flentes in hac lacrimárum valle. Eia ergo, advocáta nostra, illos tuos misericórdes óculos ad nos convérte. Et Iesum, benedíctum fructum ventris tui, nobis, post hoc exsílium, osténde. O clemens, o pia, o dulcis Virgo María!
Salve, Regina, madre di misericordia, vita, dolcezza e speranza nostra, salve. A te ricorriamo, esuli figli di Eva; a te sospiriamo, gementi e piangenti in questa valle di lacrime. Orsù dunque, avvocata nostra,
rivolgi a noi gli occhi tuoi misericordiosi. E mostraci, dopo questo esilio, Gesù, il frutto benedetto del tuo Seno. O clemente, o pia, o dolce Vergine Maria!

Litanie Lauretane

V. Kyrie, eleison. R. Kyrie, eleison.
V.Christe, eleison. R. Christe, eleison.
V.Kyrie, eleison. R. Kyrie, eleison.
V.Christe, audi nos. R. Christe, audi nos.
V.Christe, exaudi nos.R. Christe, exaudi nos.
V. Pater de caelis, Deus, R. miserere nobis.
V. Fili, Redemptor mundi, Deus, R. miserere nobis.
V. Spiritus Sancte, Deus, R. miserere nobis.
V. Sancta Trinitas, unus Deus, R. miserere nobis.


V. Sancta Maria, R. ora pro nobis.
Sancta Dei Genetrix, ora pro nobis.
Sancta Virgo virginum, ora pro nobis.

Mater Christi, ora pro nobis.
Mater Ecclesiae, ora pro nobis.
Mater divinae gratiae, ora pro nobis.
Mater purissima, ora pro nobis.
Mater castissima, ora pro nobis.
Mater inviolata, ora pro nobis.
Mater intemerata, ora pro nobis.
Mater amabilis, ora pro nobis.
Mater admirabilis, ora pro nobis.
Mater boni consilii, ora pro nobis.
Mater Creatoris, ora pro nobis.
Mater Salvatoris, ora pro nobis.
Virgo prudentissima, ora pro nobis.
Virgo veneranda, ora pro nobis.
Virgo praedicanda, ora pro nobis.
Virgo potens, ora pro nobis.
Virgo clemens, ora pro nobis.
Virgo fidelis, ora pro nobis.
Speculum iustitiae, ora pro nobis.
Sedes sapientiae, ora pro nobis.
Causa nostrae laetitiae, ora pro nobis.
Vas spirituale, ora pro nobis.
Vas honorabile, ora pro nobis.
Vas insigne devotionis, ora pro nobis.
Rosa mystica, ora pro nobis.
Turris Davidica, ora pro nobis.
Turris eburnea, ora pro nobis.
Domus aurea, ora pro nobis.
Foederis arca, ora pro nobis.
Ianua coeli, ora pro nobis.
Stella matutina, ora pro nobis.
Salus infirmorum, ora pro nobis.
Refugium peccatorum, ora pro nobis.
Consolatrix afflictorum, ora pro nobis.
Auxilium Christianorum, ora pro nobis.
Regina Angelorum, ora pro nobis.
Regina Patriarcharum, ora pro nobis.
Regina Prophetarum, ora pro nobis.
Regina Apostolorum, ora pro nobis.
Regina Martyrum, ora pro nobis.
Regina Confessorum, ora pro nobis.
Regina Virginum, ora pro nobis.
Regina Sanctorum omnium, ora pro nobis.
Regina sine labe originali concepta, ora pro nobis.
Regina in caelum assumpta, ora pro nobis.
Regina sacratissimi Rosarii, ora pro nobis.
Regina familiae, ora pro nobis.
Regina pacis, ora pro nobis.

Agnus Dei, qui tollis peccata mundi, parce nobis, Domine.
Agnus Dei, qui tollis peccata mundi, exaudi nos, Domine.
Agnus Dei, qui tollis peccata mundi, miserere nobis.

R. Ora pro nobis, sancta Dei Genitrix,
V. Ut digni efficiamur promissionibus Christi.

Prega per noi, Santa Madre di Dio, affinché siamo fatti degni delle promesse di Cristo.

Oremus: concede nos famulos tuos, quæsumus, Domine Deus, perpetua mentis et corporis sanitate gaudere; et gloriosa beatæ Mariæ sempre Virginis intercessione, a presenti liberari tristitia et æterna perfrui lætitia. Per Christum Dominum nostrum. Amen.
Preghiamo: Signore Iddio concedi che noi, tuoi servi, godiamo sempre di salute di corpo e di mente, e che, per intercessione della Beata sempre Vergine Maria, siamo liberati dalla presente tristezza e godiamo dell’eterna letizia. Per Cristo nostro Signore. Così sia.