sabato 21 dicembre 2019

Glosse alla Lettera di Mons. Carlo Maria Viganò










  OPPORTUNE IMPORTUNE



                                                                                                              



Glosse alla Lettera di Mons. Carlo Maria Viganò




Stiamo assistendo - come ho scritto in un mio articolo (qui) - ad una significativa alleanza infernale, volta a distruggere la Cristianità e la Chiesa di Cristo: questa alleanza unisce governanti della cosa pubblica e membri della Gerarchia ecclesiastica, sostenuti tutti - altrettanto significativamente - dai media mainstream e dall’élite mondialista. 

Le più grandi istituzioni internazionali - acerrime nemiche di Dio - plaudono all’impegno della Neochiesa bergogliana nell’accoglienza dei profughi, nell’apertura all’agenda GLBT e in tutto ciò che rappresenta una demolizione dell’identità cattolica. I più potenti avversari della Chiesa finanziano iniziative promosse dalla setta progressista, che ricambia con zelo e li sostiene, ora tacendo i punti di evidente inconciliabilità che dovrebbero dividerli, ora propagandando sine glossa le loro istanze, ora chiamando a collaborare nei posti strategici personaggi che si prefiggono scopi opposti a quelli che si suppone abbia la Chiesa. 

Credo sia superfluo dimostrare come i movimenti fittiziamente spontanei in ambito politico - come le Sardine o Gretini - trovino il proprio parallelo in ambito ecclesiastico nelle conventicole ultraprogressiste che abbiamo visto scatenarsi negli ultimi Sinodi; in entrambi i casi questi movimenti non possono essere considerati rappresentativi di una qualsivoglia maggioranza, mentre è altresì evidente la loro esiguità numerica ed ancor più la loro insignificanza ideologica, politica, dottrinale e morale. Essi possono contare solo sulla massiccia diffusione della propria voce da parte della stampa di regime e sulla censura dell’avversario. La frode dell’allarmismo ambientalista - che gioca sull’equivoco tra i cambiamenti climatici in cui l’apporto umano è nullo e l’inquinamento provocato dalle multinazionali su cui non viene presa nessuna iniziativa - non è meno infondata scientificamente di quanto non lo sia, sul piano dottrinale, l’ammissione delle donne agli Ordini o l’introduzione di elementi pagani nel culto cattolico, inaugurato dalla presenza dell’idolo immondo della pachamama in Vaticano e in molte chiese dell’Orbe. 

Ma ai promotori dell’ecologismo malthusiano - che considera l’umanità una sorta di cancro del Pianeta e punta a ridurre drasticamente la popolazione tramite la contraccezione, l’aborto, la sterilizzazione, l’eutanasia, la diffusione di malattie, la promozione dell’omosessualismo - e ai promotori dell’ecumenismo panteista - che vuole unificare tutte le religioni in un’unica religione mondiale - non importa assolutamente che le ragioni addotte siano corroborate da una base filosofica o teologica: il loro scopo, come ho più volte evidenziato, parte da una premessa inconfessabile, e proprio per questo occorre celarlo con un pretesto puramente di facciata, imposto come dogma indimostrabile al quale occorre prestare assenso assoluto, a meno che non si voglia esser oggetto della scomunica mediatica, fulminata dai Sommi Sacerdoti dell’ideologia dominante. 

A costoro non importa nulla che la maggioranza dei cittadini delle Nazioni e la maggioranza dei fedeli della Chiesa siano non solo indifferenti, ma anzi assolutamente contrari a questa rivoluzione infernale: il mito della maggioranza, del suffragio universale, del popolo come soggetto e detentore del potere è stato sconfessato non appena quel popolo ha avuto la possibilità di esprimere il proprio dissenso, così da render necessaria una rimodulazione del voto, abolendolo o rinviandolo o non tenendone conto. Così alla maggioranza dei cittadini - contraria all’invasione dell’Europa o all’imposizione della tirannide finanziaria e ideologica da parte dell’Unione Europea - non viene data la possibilità di pronunciarsi, ed anche laddove questa possibilità sia benignamente concessa, essa viene impunemente disattesa quando non coincide con la volontà delle élites. 

La stessa cosa, come più volte ampiamente dimostrato, è avvenuta ed avviene ancor oggi con maggiore incisività in ambito ecclesiastico: il tiranno che siede in Roma, ammantato di populismo pauperista e di ecologismo, impone ai fedeli dottrine che ripugnano alla Fede cattolica con la stessa arroganza con cui l’Europa impone la teoria gender ed il multiculturalismo. 

Ma questa truffa colossale non si limita ad essere inficiata nelle sue premesse ideologiche: essa è gravemente compromessa anche nei risultati conseguiti. 

In ambito politico, la prospettata fratellanza universale propagandata dai fautori dell’invasione di orde di maomettani si infrange dinanzi all’aumento esponenziale della criminalità, alla diffusione di malattie che si credevano debellate, alla diminuzione della sicurezza nelle nostre città, alla perdita dell’identità delle Nazioni, alla insostenibilità di una società che si ritrova senza valori e senza radici, tenuta insieme solo dalla necessità di sopravvivere, di avere un cellulare di ultima generazione e di poter comprare e vendere online. 

In ambito religioso la prospettata diffusione del Cattolicesimo, finalmente aperto al mondo e sfrondato dai rigidismi dottrinali e morali del passato si infrange miseramente contro il crollo della pratica religiosa, le defezioni dei fedeli, l’allontanamento degli intellettuali, la perdita di autorevolezza e credibilità della Chiesa di Roma dinanzi al mondo; e le magnifiche sorti e progressive della sbandierata riforma liturgica, secondo i cui autori si sarebbe avuta una maggiore e più convinta partecipazione dei fedeli all’azione sacra, si sono infrante sulla assoluta ignoranza dottrinale di popolo e basso Clero, la perdita del senso del sacro, la diffusione capillare degli errori fino ad allora condannati. 

Premesse, mezzi di realizzazione e risultati ottenuti sono quindi la prima e principale sconfessione delle istanze rivoluzionarie di chi, nella cosa pubblica come nella Chiesa, vorrebbe farci credere che la propria azione sia mossa da principi nobili, mezzi leciti e risultati positivi, mentre è vero esattamente il contrario: principi inconfessabilmente ignobili, mezzi scandalosamente illeciti e risultati vergognosamente pessimi. 

E il fatto che politici e vescovi cerchino di dissimulare il disastro non rende la realtà meno evidente, nonostante i media si adoperino per mascherarla o per screditare le voci dissonanti. D’altra parte, se ci dicessero che le idee che muovono le loro azioni ed i mezzi che usano per realizzarle hanno come scopo la cancellazione delle ultime tracce di Cristianità dal tessuto sociale e religioso, essi perderebbero anche buona parte di quei pochi che ancora pubblicamente li sostengono, ed aprirebbero gli occhi ai molti che, pur non comprendendo gli eventi nella loro interezza, ne intravvedono comunque l’incoerenza con quello che pensano e credono. Non aspettiamoci che Bergoglio confessi pubblicamente di odiare la Chiesa, di detestarne la dottrina, di non sopportarne la morale, di aborrirne la liturgia; né che i gerarchi dell’Europa o della nostra povera Patria affermino di volerci sottomettere e rendere schiavi di una conventicola di Massoni senza volto asserviti al Maligno. Ma non fingiamo di credere alla favola bella della democrazia o della solidarietà, dell’accoglienza o dell’ecologia, dell’ecumenismo o della actuosa participatio

Per amore di verità occorrerebbe precisare che quanto accade nella società civile non è un mero parallelo di quel che avviene nella Chiesa, bensì il risultato dell’atteggiamento della Chiesa per prima nei confronti della società. E questo turpe amplesso con il secolo inaugurato dal Vaticano II ha fatto sì che, venuto meno il καθῆκον, anche la società profana si sentisse ulteriormente incoraggiata e legittimata nella propria guerra a Dio. La Chiesa, Madre e Maestra delle genti, è stata eclissata da una matrigna ribelle, trascinando con sé nell’abisso un mondo già corrotto. Perché l’esempio di chi è costituito in autorità è molto più efficace dell’opera silenziosa della moltitudine, e questo vale tanto nel bene quanto nel male; anzi, a causa del peccato di Adamo, è ancora più facile seguire cattivi maestri e pessimi esempi, anziché conformarsi a modelli virtuosi che richiedono una lotta contro il mondo, la carne e il diavolo. 

Fa piacere notare come, tanto nella cosa pubblica quanto nella Chiesa, si assista oggi ad un risveglio delle coscienze, ad una presa d’atto della lotta senza quartiere mossa dal Male contro il Bene. Certo, chi oggi esprime perplessità sulla bontà di molte riforme imposte dall’Unione Europea lo fa quasi sempre senza trarne le doverose, estreme conseguenze, e teme che dichiararsi apertamente contro il dogma europeista possa minarne la credibilità politica ed estrometterlo dal consesso sociale, soprattutto quando costui è un politico. Parimenti, chi inizia a rendersi conto della frode conciliare e del disastro perpetrato da Bergoglio in coerenza con esso, non osa condannare tout-court la mens criminale di chi il Concilio l’ha voluto appositamente equivoco per poterne poi trarre la legittimazione alla rivoluzione cui assistiamo. Ma, anche qui, i motivi di speranza non mancano. 

Se pensiamo alla recente vittoria del Primo Ministro britannico, nonostante l’opposizione feroce dei media e delle istituzioni internazionali, e alla ormai imminente Brexit voluta dagli elettori, possiamo constatare che quel che ci raccontano i cortigiani europei non corrisponde alla realtà, e che i sudditi di Sua Maestà si sono resi conto di poter scuotere da sé il gioco odioso della tirannide: «Dopo tre anni e mezzo di delusione e disonestà noi finalmente lasceremo questo carcere di nazioni alla fine di gennaio; è stato detto che diventeremo un Paese terzo: no, diventeremo un paese indipendente e autonomo. [...] Le persone non vogliono più essere governate da burocrati senza volto come Michel e von der Leyen, noiosi come l'acqua stagnante, ed è una grande notizia il fatto che in Polonia la maggior parte dei polacchi starebbero meglio fuori dall’Ue: la Brexit è l'inizio della fine di questo progetto, ma sogno un insieme di Paesi sovrani che lavorano insieme ma senza ricevere ordini dall’alto» (Nigel Farage, qui). 

Proprio ieri, dai seggi del Parlamento Europeo, la deputata Belinda De Camborne Lucy si è rivolta al Presidente Sassoli con queste parole: «Mi permetta di dirlo chiaramente, signor Sassoli: Lei non ha alcun diritto di rivolgersi allo speaker britannico e avere con lui conversazioni che interferiscono direttamente con la nostra politica interna. Questo svela le Sue intenzioni di intervenire a tutti i livelli per fermare la Brexit. Questo è immorale: si vergogni!» (qui). Come si vede, gli scenari apocalittici che ci vengono prospettati per costringerci a rimanere nella prigione europea si dissolvono come nebbia al sole, non appena qualcuno alza la testa e parla con il cuore. 

Nei giorni scorsi abbiamo letto l’ultima lettera di mons. Viganò (qui), scritta dopo le vergognose esternazioni del Satrapo sulla corredenzione della Vergine Maria, definita empiamente come una “stupidaggine” nonostante i numerosi pronunciamenti del Magistero e dei Padri della Chiesa e il comune sentire dei fedeli. Bergoglio ha anche affermato che Nostra Signora, discendente della stirpe di Davide, «si meticciò con l’umanità… e meticciò Dio stesso», contraddicendo la Sacra Scrittura e scandalizzando i semplici. Come afferma giustamente mons. Viganò, «i dogmi mariani sono il sigillo apposto sulle verità cattoliche della nostra fede, definite nei concili di Nicea, Efeso e Calcedonia; sono l’infrangibile baluardo contro le eresie cristologiche e contro lo scatenamento furibondo delle Porte degli inferi. Chi li “meticcia” e li profana mostra di essere dalla parte del Nemico. Attaccare Maria è avventarsi contro Cristo stesso; attaccare la Madre è insorgere contro il Figlio e ribellarsi contro il mistero stesso della Santissima Trinità. L’Immacolata Theotokos, “terribile come schiere e vessilli spiegati” – acies ordinata – darà battaglia per salvare la Chiesa e distruggerà l’esercito del Nemico sciolto dalle catene che Le ha dichiarato guerra, e con lui tutte le pachamama demoniache ritorneranno definitivamente nell’inferno». 

Ora, se analizziamo tutti gli interventi del Presule a partire dal primo, non possiamo non notare che le parole usate da mons. Viganò rivelino una progressiva comprensione degli eventi ed ancor più delle cause, sicché quella che inizialmente voleva essere una doverosa denuncia del malcostume della Gerarchia e della corruzione del Clero si è via via sviluppata in un allarme più vasto, più profondo, più circostanziato. E lo stesso va notato per le argomentazioni degli scritti di mons. Schneider, prima infarciti di citazioni del Vaticano II ed oggi, significativamente, molto più incisivi circa il rapporto di causalità tra la crisi presente e le sue premesse ideologiche conciliari. 

É chiaro che chi, senza pregiudizi, analizzi i fatti nella loro concatenazione non può non scorgerne il movente criminoso, la mala intentio di chi li ha voluti e promossi. Lo afferma chiaramente l’ex Nunzio: «A poche settimane dall’epilogo dell’evento sinodale che ha segnato l’investitura di pachamama nel cuore della Cattolicità, abbiamo appreso che il disastro conciliare del Novus Ordo Missae subisce ulteriori ammodernamenti, tra i quali l’introduzione della “Rugiada” nel Canone eucaristico al posto della menzione dello Spirito Santo, terza Persona della Santissima Trinità. Si tratta di un ulteriore passo nel senso della regressione verso la naturalizzazione e l’immanentizzazione del Culto Cattolico, verso un Novissimus Ordo panteistico ed idolatra». E ancora: «È da ormai più di sei anni che siamo avvelenati da un falso magistero, sorta di sintesi estrema di tutte le equivoche formulazioni conciliari e degli errori post-conciliari che si sono inarrestabilmente propagati, senza che la maggior parte di noi se ne accorgesse. Sì, perché il Vaticano Secondo ha aperto, oltre che il Vaso di Pandora, anche la Finestra di Overton, ed in maniera così graduale che non ci si è resi conto degli stravolgimenti messi in atto, dell’autentica natura delle riforme, delle loro drammatiche conseguenze, e neppure ci è venuto il sospetto di chi realmente si trovasse alla regia di quella gigantesca operazione sovversiva, che il modernista cardinale Suenens definì “il 1789 della Chiesa Cattolica”». 

Avete letto bene: «il disastro conciliare del Novus Ordo Missae» e «un falso magistero, sorta di sintesi estrema di tutti le equivoche formulazioni conciliari e degli errori post-conciliari». Questo processo di comprensione degli eventi segue necessariamente, in persone animate da buona intenzione e da spirito retto, l’inganno di cui esse sono state vittime cinquant’anni fa - «senza che la maggior parte di noi se ne accorgesse», appunto -, quando le novità introdotte in seno alla Chiesa non avevano ancora dimostrato la loro valenza eversiva «perché il Vaticano Secondo ha aperto, oltre che il Vaso di Pandora, anche la Finestra di Overton, ed in maniera così graduale che non ci si è resi conto degli stravolgimenti messi in atto, dell’autentica natura delle riforme, delle loro drammatiche conseguenze». E se questa obnubilatio trovava la propria causa nell’ossequio per la Chiesa ed i Sacri Pastori, essa non può che dissolversi, quando le tessere del mosaico sono ormai composte ed appare l’immagine nel suo complesso, «e neppure ci è venuto il sospetto di chi realmente si trovasse alla regia di quella gigantesca operazione sovversiva».

Vorrei essere molto chiaro: la resipiscenza di mons. Viganò - e di tanti altri che ancora tacciono, ma che sono ormai persuasi della impossibilità di coniugare l’appartenenza alla Chiesa di Cristo con il sostegno all’ideologia della setta conciliare e a questo infaustissimo Pontificato - non va giudicata con un semplicistico meglio tardi che mai, ma anzi lodata ed incoraggiata come il risultato necessario di un percorso travagliato e sofferto, grazie al quale il velo che impediva la vista soprannaturale è finalmente caduto, rivelando l’inganno di questo «falso magistero, sorta di sintesi estrema di tutte le equivoche formulazioni conciliari e degli errori post-conciliari che si sono inarrestabilmente propagati». 

Continua il Presule: «Con papa Bergoglio – come con tutti i modernisti – è impossibile cercare chiarezza, dal momento che il marchio distintivo dell’eresia modernista è proprio la dissimulazione. Maestri dell’errore ed esperti nell’arte dell’inganno, “si adoperano per fare universalmente accettare ciò che è ambiguo, presentandolo dal suo lato innocuo, il quale servirà come passaporto per introdurre il lato tossico, che all’inizio si teneva nascosto” (P.  Matteo Liberatore S.I.). Così la menzogna, ostinatamente ed ossessivamente ripetuta finisce col diventare “vera” ed accettata dalla maggioranza. Tipicamente modernista è anche la tattica di affermare quanto si vuole distruggere, usando termini vaghi ed imprecisi, promuovendo l’errore senza mai formularlo chiaramente. È esattamente ciò che fa papa Bergoglio, con il suo amorfismo dissolutore dei Misteri della Fede, con l’approssimazione dottrinale che gli è propria, mediante la quale “meticcia” e demolisce i dogmi più santi, come ha fatto con quelli mariani della Semprevergine Madre di Dio. Il risultato di questo sopruso è quello che ora abbiamo sotto gli occhi: una Chiesa cattolica che non è più cattolica; un contenitore svuotato del suo autentico contenuto e riempito con merci d’accatto». 

Non dimentichiamoci di ricordare con gratitudine il ruolo fondamentale della Fraternità San Pio X, cui va senza dubbio riconosciuto il merito di aver denunciato la deriva dottrinale e morale nella Chiesa sin dagli albori, e che dal Concilio in poi ha subito la derisione, il compatimento, l’ostracismo e la scomunica da parte dei gerarchi di quella stessa setta che oggi lancia anatemi all’intera Cattolicità. Probabilmente una parte dei Prelati che hanno assistito imbelli a questa persecuzione non era nemmeno consapevole di quanto mons. Lefebvre avesse ragione, ed oggi non agirebbe allo stesso modo. 

Il coraggio di mons. Viganò, la franchezza di mons. Schneider, le parole pacate del Card. Burke, le denunce di migliaia di intellettuali cattolici e il grido silenzioso di tanta parte del Clero e del popolo cristiano dovrebbero farci capire che l’infernale battaglia contro la Chiesa di Cristo non ci troverà tutti imbelli e rassegnati a soccombere, ma anzi che l’abisso nel quale ci troviamo a causa dell’infedeltà di pochi non è necessariamente destinato a inghiottire noi e i nostri cari. Non dimentichiamo che il Maligno ci induce in peccato lasciandoci credere che ci verrà rimesso dalla Misericordia di Dio, ma appena l’abbiamo compiuto ci prospetta i tormenti infernali inflitti dalla divina Giustizia e cerca di allontanarci dal pentimento e dalla confessione delle nostre colpe. 

Prendiamo esempio dal coraggio di questi eroici Prelati. Preghiamo per loro e per quanti sono ancora esitanti. Incoraggiamoli e facciamo loro sentire la nostra vicinanza spirituale. Exempla trahunt. Riscoprire l’orgoglio dell’appartenenza al nome cristiano darà slancio all’azione dei buoni e confonderà lo schieramento avversario, che conta proprio sulla nostra pavidità e sul nostro silenzio per imporsi.  

Siamo chiamati a combattere su due fronti: quello spirituale e quello civile. Su entrambi dobbiamo dimostrare valore, coraggio, onore e lealtà. Ma il piano spirituale - esattamente com’è avvenuto con la rivoluzione conciliare e sociale - deve essere il motore della rinascita civile e politica della nostra Patria e dell’intero consesso civile, poiché è impossibile che Cristo regni sulle società se prima non è Re dei nostri cuori. Ed è altrettanto impossibile che Egli restauri le Nazioni se la Chiesa per prima, anzitutto nella sua Gerarchia, non piegherà il ginocchio dinanzi alla  divina Maestà, ma continuerà a prosternarsi agli idoli antichi e moderni. 

E se la durezza del nostro cuore rende difficile umiliarci davanti al Re dei Re, arrendiamoci almeno alla Madre nostra Maria, Regina e Mediatrice di tutte le grazie, invocandoLa come nostra Condottiera, Lei che come Corredentrice si è unita al Sacrificio di Suo Figlio al Padre per riscattarci dalla schiavitù del Maligno. Possa Ella rendere la nostra pochezza più gradita a Dio, non per i nostri meriti, ma perché è Lei, l’onnipotente per grazia, a presentare le nostre preghiere al Trono dell’Altissimo.