martedì 25 agosto 2015

Democrazia o demonocrazia?




Democrazia o demonocrazia?


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L'argomento di seguito trattato è sicuramente uno dei più importanti che possano essere affrontati, in quanto l'oggetto in esame è quella che dal 1'945 in avanti è considerata dai più come l'unica forma di governo accettabile, il perno sulla quale ruota la politica moderna è che funziona come modello, per lo meno in linea teorica, per classificare il mondo tra "buoni" e "cattivi" a prescindere da qualunque altra considerazione : la democrazia.





Confronto tra Cattolicesimo e democrazia


Il Cattolicesimo, com'è noto a tutti ivi compresi coloro che fingono d'ignorarlo, non è un'invenzione umana bensì è la Dottrina della Chiesa fondata personalmente dal Figlio di Dio. In altre parole, il Cattolicesimo è un prodotto dell'intervento di Dio nella Storia, e come tale unica fonte di Verità pura ed assoluta.
Considerando il Cattolicesimo dal punto di vista strettamente "giuridico", possiamo affermare che si tratti della Monarchia Assoluta per eccellenza, nella quale è presente un Sovrano (la Santissima Trinità, nelle persone di Padre, Figlio e Spirito Santo) che regna su ogni cosa creata senza la benchè minima limitazione e senza che tale regalità sia in qualche modo soggetta d alcun tipo di confronto con chicchessia.
La Chiesa è un vicereame con le stesse caratteristiche, essendo appunto il Papa il Vicario di Cristo.
Rispetto agli esseri umani, i prediletti della Creazione, la Maestà Divina esercita il Suo incomparabile ministero tramite l'indicazione di ciò che può o dev'essere fatto e ciò che non può o non dev'essere fatto, attraverso il concetto del peccato in tutte le sue sfumature. La Misericordia Divina è però tale da permettere a qualunque trasgressore di mondarsi dalle proprie mancanze attraverso il pentimento e possibilmente il sacramento della Confessione, seguito dagli atti necessari ad espiare le proprie colpe ed eventualmente a porvi rimedio. Il pentimento imperfetto, o attrizione, permette anche agli sfortunati non credenti di salvarsi dalla condanna con il semplice pentimento dovuto al disgusto per il peccato in sè stesso, senza alcuna implicazione di tipo religioso, e questa è una dimostrazione della Misericordia di Dio.
Attraverso il libero arbitrio, agli esseri umani è concessa una piena possibilità di scelta riguardo al cammino di vita da seguire, e chiunque può decidere di percorrerlo più o meno in modo concorde con la Legge Divina. Tale libertà di scelta non va però confusa, nella maniera più assoluta, come una legittimazione d'ogni scelta liberamente intrapresa : scegliendo liberamente di agire contro la Legge Divina si sceglie liberamente di dannarsi con le proprie mani, in quanto pur non essendo esercitata da Dio alcuna coercizione sugli esseri umani per costringerli a vivere secondo la Sua Legge ciò che in essa è comandato resta un vincolo fondamentale per la salvezza dell'anima. Regno di carità e di giustizia, ma Regno nell'accezione più completa del termine.

La democrazia è un'invenzione umana, riconducibile nella sua concezione moderna al periodo storico nel quale ebbe luogo la rivolta dell'essere umano contro Dio, attraverso la diffusione di teorie in netto contrasto con la Dottrina della Chiesa che le miopi monarchie dell'epoca colpevolmente lasciarono svilupparsi.
Tale ideologia si è via via imposta al mondo dietro la spinta della Massoneria, ossia la Controchiesa, con l'appoggio di potentati politici e finanziari atei od ostili al Papato, e successivamente alla Seconda Guerra Mondiale è passata da genere a specie politicamente parlando, ossia da essere una delle forme di "governo" all'essere l'unica ritenuta accettabile.
La democrazia è per definizione la negazione dell'assoluto in ogni sua forma, ed il metro di giudizio circa la bontà o la giustizia di qualunque cosa è l'opinione della maggioranza del momento, anche se nominalmente ammette che tutte le minoranze possano esprimersi.
 Ogni vincolo con il divino è completamente ignorato, o per meglio dire è ignorato in quanto tale, essendo la Religione ritenuta solo una delle tante, comuni opinioni.
L'essenza della democrazia può quindi essere facilmente essere riassunta dalle parole di Voltaire "Non sono d’accordo con la tua idea ma farò di tutto perchè tu la possa esprimere" e di Alastair Crowley "Fà ciò che ti piace".
Da sottolineare che Voltaire e Crowley furono tra i maggiori nemici di Dio di tutti i tempi, massone illuminista anticlericale il primo e massone occultista satanista il secondo, ed entrambi rappresentarono le suddette categorie al massimo grado.





La democrazia è anticattolica.

Possiamo affermare pienamente e senza temere smentite che la democrazia sia un'ideologia completamente anticristiana in generale e anticattolica in particolare, e come tale Pio IX comandò senza mezzi termini di rifiutarla insieme alle altre eresie moderniste nel suo meraviglioso "Sillabo".
Questa marcia concezione politica, che si fonda sul postulato dell’assenza di verità assolute e che la verità e la giustizia sono qualcosa che l’essere umano ha la libertà di scegliere secondo la propria opinione, è esattamente il contrario della Dottrina Cattolica, basata sull’esistenza di Dio e del Diavolo, dell’assolutamente vero e giusto e dell’assolutamente falso e sbagliato al di là di qualunque opinione, cosa che la democrazia nega rendendo tutto assolutamente opinabile.
Si tratta di un concetto estremamente pericoloso, perché togliendo all’Umanità la guida spirituale e morale del Cattolicesimo che ponga adeguati limiti alla libertà che resistano al mutare dei tempi, la giustizia e la morale divengono nient’altro che una moda del momento, e quello che oggi è considerato giusto e morale tra qualche anno può essere considerato sbagliato ed immorale e viceversa, senza l’applicazione di nessun criterio oltre al pensiero più comunemente condiviso al momento, con conseguenze che è difficile prevedere ma che è facile temere.
Per la democrazia il Cattolicesimo è sì degno di rispetto, però non più di qualsiasi altra cosiddetta “religione”, opinione, pensiero o ideologia, tranne chiaramente le ideologie antidemocratiche che vengono messe fuori gioco con accuse di “estremismo”, “intolleranza” o altre simili, tanto cretine quanto efficaci ed a volte sostenute da leggi fatte su misura per limitare la famosa “libertà d’espressione” quando questa viene usata contro la democrazia che paradossalmente l’ha creata. Il fatto che oggi il Cattolicesimo (e più in generale il Cristianesimo) ancora goda di una certa dignità è solo perché anche se debolmente è sostenuto da milioni e milioni di persone, ma in una democrazia perfetta il Cattolicesimo verrebbe posto sullo stesso piano del satanismo, come due religioni entrambe degne di rispetto finchè non diventano antidemocratiche, allo stesso modo di una moglie madre di famiglia ed una prostituta di strada che dovrebbero essere messe allo stesso livello, senza discriminazioni, come libere scelte di vita di libere persone.
E’vero quel che si dice, che la più grande menzogna del Demonio è stata convincere l’uomo di non esistere…
Questo anticattolicesimo si manifesta anche nel gran materialismo e consumismo che il sistema democratico sviluppa ; è chiaro che venendo a mancare valori religiosi e morali nei quali credere, tutto si riduce ad una gran corsa al guadagnare, al possedere, all’arraffare e al godere per alcuni fortunati ed al sognare di farlo per tutti gli altri. In mancanza del Dio vero e di altri veri valori, non può che dominare il “dio denaro” insieme ad altri feticci che l’uomo stesso, svuotato, si crea in sostituzione in una sorta di moderna idolatria. Tale idolatria è alimentata dalla Massoneria, che attraverso il controllo dei mezzi d'informazione tenta sempre più di abbruttire e svilire l'essere umano, solleticando i suoi istinti più bassi perchè li soddisfi con intrattenimenti che lo allontanino dalla nobiltà che la Tradizione cercò sempre di instillare nel suo spirito.
Come profetizzò già prima della Seconda Guerra Mondiale il celebre scrittore cattolico inglese Chesterton, l’eresia dell’avvenire non è Mosca ma è Manhattan, chiaramente non riferendosi alle singole persone, che singolarmente possono essere cattive come buone, ma al carattere dominante del luogo e all’esempio che trasmette. Sempre in tema di profetici scrittori, possiamo notare quanto la democrazia assomigli all’Anticristo descritto da Benson nel suo impressionante libro “Il padrone del mondo”.
La democrazia è una rivolta dell’uomo contro Dio, al quale vuole rubare la sovranità, una sovranità che solo a Lui appartiene (enciclica “Quas Primas”, Pio XI 11 luglio 1925) e che per un cattolico in questo mondo deve essere esercitata solo da chi legittimamente Lo rappresenta ed opera in Suo nome, al quale spetta la facoltà di distribuire parte del potere alle persone più degne ed adeguate perché lo aiutino a governare i popoli.
Una rivolta attraverso la quale l’uomo liberale e moderno (nel senso peggiore del termine) vuole togliere a Dio la potestà del giudizio del Bene e del Male, del giusto e dello sbagliato, della virtù e del peccato, usurpando il Suo ruolo di giudice supremo e prendendo da Lui una totale indipendenza… un atteggiamento simile a quello di Lucifero che volle essere alla stessa altezza di Dio. Nella Sacra Bibbia ciò appare in Genesi 3,1 : “Allora il serpente disse alla donna :-No voi non morirete ; anzi il Signore sa che se ne mangerete, si apriranno i vostri occhi e diventerete come Dio, acquistando la conoscenza del bene e del male.-“.
Tra l’altro, sappiamo benissimo che l’eretico concetto di libertà di scelta slegata da Dio e lasciata completamente nelle mani dell’ uomo “divinizzato” sia in realtà una mera menzogna, in quanto in una cosiddetta “democrazia” le scelte sono in realtà pilotate dall’oscura (e forse un po’ alla volta meno oscura) dittatura mondialista in via di formazione che fa di tutto per eliminare alla radice ogni forma di dissenso ai suoi infami progetti… quindi “democrazia” non significa solamente una diffusa assenza della Chiesa (e quindi di Dio) dalla vita pubblica, ma anche un’ingombrante presenza della Controchiesa massonica (e quindi del Diavolo) al suo posto con la malcelata intenzione di spazzarla via dalla Storia.
L'esempio attuale più orrendo e spaventoso è l'uso che viene fatto del concetto di "omofobia" e i tentativi dittatoriali nel peggior senso possibile che si stanno mettendo in atto per stravolgere un fatto naturale ed ovvio come l'identità sessuale : la "democrazia" e le conseguenti libertà democratiche trovano piena applicazione nell'appoggiare la diffusione delle perverse teorie, viceversa in presenza di rifiuto la democrazia sparisce e viene sostituita da accuse di "omofobia" che altro scopo non hanno se non privare i cittadini della libertà non solo di rifiutare la depravazione ma anche di pensare di poter farlo.
La democrazia accetta tutte le idee... sì, purchè siano democratiche! Allora perchè criticano il buon vecchio Torquemada? Anche lui accettava tutte le idee, purchè fossero cattoliche! Sono solo differenti i metodi... in effetti, le "bombe democratiche" hanno fatto moltissimi più morti di tutti i tribunali ecclesiastici d'ogni tempo messi insieme, senza ovviamente parlare degli "aborti democratici" perchè allora come numero di uccisioni anche lo spauracchio Adolf Hitler al confronto diventa (molto! Ma molto!) meno d'un novellino. E che dire delle varie "pillole contraccettive democratiche"?
La raccapricciante spietatezza che la democrazia dimostra in modo tanto esecrabile nei confronti dei bambini non ancora nati è l’esatto opposto dell’irritante indulgenza che dimostra nei confronti dei criminali. Infatti, nonostante sia applicata in alcuni Stati nordamericani, la pena di morte è totalmente osteggiata dai democratici, i quali inorridiscono anche con smorfie grottesche all’idea che un mostruoso individuo, magari autore delle azioni più malvage, venga privato del suo “diritto” alla vita in modo totalmente indolore, mentre al contrario negano quello stesso diritto con suprema leggerezza e con metodi da macellai ad un essere umano che più innocente non potrebbe essere. Tipico, clamoroso esempio dell’inversione del diritto secondo l’infetta logica democratica.
Da ricordare che il più grande teologo d’ogni tempo, San Tommaso d’Aquino, fosse favorevole alla pena di morte nel nome del bene comune e secondo il principio di dare ad ognuno ciò che si merita, comprese le vittime che si aspettano giustizia, mentre Voltaire, il famigerato massone anticlericale e deista, fosse contrario secondo l’assurda inversione del diritto che già ai quei tempi iniziava a contaminare la giurisprudenza ; inoltre, è bene ricordare anche che l’ultimo degli Stati italiani nel quale si praticò la pena di morte fu lo Stato Pontificio.
La democrazia, sempre pronta a dilungarsi in ignobili piagnistei circa la (giusta) condanna a morte del criminale o del depravato di turno, ad un bimbo non ancora nato nega persino l’appellativo di “persona”, riducendolo a “cellule”, come se fosse un virus del raffreddore invece che un dono di Dio.
In effetti, come numero di vite spezzate la democrazia supera anche il comunismo, atrocità che sembra impensabile ma è reale! Nessuno, nella Storia, ha commesso tanti assassinii come la democrazia, e in modi così vili, e ciò riporta alla mente le parole della viscontessa Marie-Jeanne Roland de la Platière, condannata alla ghigliottina dai giacobini, che salendo sul patibolo ebbe a dire :-O Libertà... quanti delitti si commettono in tuo nome!-. Ed era solo l'inizio.
Se c'è qualcosa che ha condotto anime all'Inferno, questa è stata la cosiddetta "Dichiarazione dei diritti dell'uomo" del 1'789, infame cartaccia massonica.
Pur tuttavia molti, moltissimi cattolici insistono nel dichiararsi democratici ed a seguire in maniera becera e stolida un concetto che è alla base d’ogni male, di ogni singolo male, di ogni singolo male della nostra tormentata epoca.
Immaginiamo che ad un “Porta a porta” venga invitato un ospite che si dichiari totalmente antireligioso in quanto liberale ; credo che la cosa ai più darebbe ancora fastidio (lo spero!), ma pur tuttavia tale ateo dichiarato rimarrebbe un interlocutore per la stragrande maggioranza dei telespettatori, forse antipatico, forse sgradevole, ma pur sempre un interlocutore.
Adesso immaginiamo lo scenario opposto, con un ospite che si dichiarasse totalmente antidemocratico in quanto cattolico tradizionalista (il Cattolicesimo, di fatto, è una monarchia assoluta, o meglio La Monarchia Assoluta)… una volta fatta una simile affermazione, il cattolico cesserebbe di colpo d’essere considerato un interlocutore da una percentuale di pubblico che stimo molto prossima alla totalità, e che pertanto include anche tantissimi cattolici ; non importerebbe granchè di quel che potrebbe dire quest’ospite, sarebbe un mostro antidemocratico e tutto quello che uscisse dalla sua bocca sarebbe dipinto come fuoco dell'Inquisizione.
In lontani tempi migliori sarebbe avvenuto l’esatto contrario, ed il rifiuto (unito a qualche bella sanzione per eresia) avrebbe colpito il primo, oggi toccherebbe senza dubbio al secondo.
Possiamo quindi affermare che la teoria anticattolica per eccellenza (in quanto fonte di tutte le altre) ha sostituito non solo nella società ma nelle menti dei cattolici stessi quello che era la Religione. Non nei cuori, in quanto tanti continuano a professarsi credenti e ad avere un trasporto sentimentale verso le figure chiave del Cattolicesimo, ma le menti sì, perché quasi tutti alla parola “democrazia” rispondono a comando come cani alla speciale parola dell’addestratore.
Purtroppo la grandissima maggioranza dei cattolici ha le idee estremamente confuse a riguardo, e non sa bene a chi debba obbedienza : se al buon Gesù o alle teorie che la società (manovrata) c’insegna che siano quelle dei “buoni”, e dal momento che Gesù è buono le teorie dei “buoni” non possono essere contro di Lui. La Chiesa, dal canto suo, il più delle volte o tace o crea ancora maggiore confusione, tanto che al giorno d’oggi è strapieno di cattolici che riducono la Dottrina a “Dio è amore”, ed essendo amore perdona tutti, sempre, indistintamente, compreso chi il perdono lo rifiuta, lo deride e lo insulta… e questa teoria, pilastro del falso ecumenismo, s’adatta perfettamente alla democrazia : se Dio perdona tutti a conti fatti non ci sono più né regole nè precetti né tantomeno Comandamenti, peccati o Verità assolute, quindi ognuno può scegliere democraticamente quel che vuole in nome di quell'amore che è Dio.
Allo stesso modo è da riaffermare l’esistenza di Paradiso, Purgatorio e Inferno come luoghi fisici, dove le anime realmente vanno, è che non si tratta affatto di stati d’animo dovuti alle nostre azioni come taluni modernisti pretenderebbero per escludere l’idea di dannazione eterna, contraria alla mentalità democratica, teoria peraltro del tutto priva d’ogni elementare riscontro oggettivo : se così fosse, tutti i buoni sarebbero felici e tutti i cattivi tristi. Un giorno sarà certamente così, nel Paradiso o nell’Inferno, fisici, ma in questo mondo non è per nulla detto.
La tendenza a considerare Nostro Signore come una specie di pseudo-dio elettorale e politicamente corretto che si sta insinuando nelle menti di non pochi cattolici è da bloccare al più presto, ed anche in questo caso è necessaria una ferma condanna della democrazia e di tutti i “principi” democratici, senza inventare nulla di nuovo e semplicemente riprendendo quanto già affermato senza alcun dubbio.
Una cosa è la Verità e una cosa è l’opinione ; solo la Verità ha dei diritti, l’errore non ne ha alcuno ; il Bene si difende escludendo il Male. E via dicendo.
Inoltre, il sostenere "Io sono cattolico ma ognuno ha il diritto di..." è un'eresia non solo molto evidentemente deducibile dal comportamento sempre tenuto dalla Chiesa nei secoli, ma anche dalle stesse parole di Cristo, che disse all'adultera :-Và, e non peccare più!-, non :-Và, e fai un po' quello che ti pare perchè è tuo diritto.-. Anche il rituale della Cresima, che tutti i cattolici che hanno ricevuto i Sacramenti hanno compiuto, implica un dichiarato "Rinuncio a Satana", non un "Ho diritto di scegliere".
Ai “cattolici” che non rinuncerebbero mai a dichiararsi democratici anche dopo aver ricevuto le adeguate nozioni, consiglio di cercarsi sulla pagine gialle un "dio" che non dica “Io sono il Signore Dio tuo” e “Non avrai altro Dio al di fuori di Me”, ma “Io sono il signore dio tuo, se tu vuoi” e “Non avrai altro "dio" al di fuori di me, se per te va bene”… un inesistente dio elettorale a misura del modernismo, un altro feticcio democratico.



Oltre a non essere accettabile per ragioni dottrinali, la democrazia è anche contraria al concetto di Patria (la tradizionalista terra dei Padri, quindi cattolica), di famiglia e di onore, essendo obbiettivo del mondialismo cancellare ogni identità dopo aver cancellato la Religione, per ridurre ogni uomo, donna e bambino ad un imbelle fantoccio consumista da poter controllare a piacere.


La democrazia è antinazionale.

Prima di tutto, la democrazia liberale e progressista non riconosce il concetto di Patria, considerato un termine da estremisti del passato, per la democrazia le nazioni sono niente di più di spazi geografici, senza nulla di ideale, di romantico, di militare, di quello che per gli antichi era la fedeltà al re e che è sempre stato il sentimento complementare della storica alleanza tra Altare e Trono, la più alta e nobile forma di governo che l'Umanità abbia mai conosciuto.
Com’è evidente, della mancanza pressoché totale di amor di Patria dei giovani d’oggi e del loro individualismo vigliacco la colpevole è la democrazia, che non solo non ha mai trasmesso loro questo valore fondamentale, ma ha pure fatto di tutto per soffocarlo quando fosse nato spontaneamente… la Patria non è “politically correct”.
La democrazia apre le frontiere ed incoraggia la libera immigrazione da un Paese all’altro, con danni incalcolabili per il Paese oggetto dell’immigrazione che deve affrontare i notevoli problemi sociali che questo comporta, ed ancor peggio si trova colpito in quel che è la sua identità religiosa e culturale a causa di quest’invasione di “nuovi cittadini” che con la nazione non hanno nulla a che vedere. Ciò va a colpire il senso d’appartenenza a quella che la democrazia si rifiuta di chiamare Patria delle future generazioni, che in questo miscuglio non riescono come quelle passate a sentirsi Italiani, Spagnoli, Francesi, Tedeschi, Inglesi… solo dei democratici cittadini del villaggio globale mondialista. E sicuramente tutta questa apertura politicamente corretta è un piacere che altri non ci ricambiano.
Inoltre, alle volte quest’immigrazione danneggia anche le nazioni dalle quali gli immigrati partono, perchè toglie loro molti possibili lavoratori… in teoria ; chiaramente non nel caso molto comune nel quale queste nazioni diano impulso all’immigrazione per liberarsi dei loro soggetti peggiori, come fa per esempio la Romania e tutto il nord Africa. La famosa intolleranza razziale nasce esattamente da questo, da gente che a casa propria si vede costretta a vivere a lato di individui molto spesso indesiderabili di popoli non fatti per vivere nello stesso posto. E’ quindi un prodotto indiretto della democrazia, dell’ingiusta immigrazione che da un lato permette e dall’altro impone ammantandola di diritti umani invertiti in una sorta di razzismo al contrario, e dall’innaturale convivenza che ne consegue ; se non fosse così e si trattasse solo di semplice “odio per le razze differenti”, allora in Europa centrale e occidentale come c’è chi non sopporta i nordafricani o gli slavi ci sarebbe anche chi detesta gli eschimesi o i maori.
Ovviamente, il tipo d'immigrazione che si preferisce favorire è quella islamica, in quanto una presenza controllata di musulmani ha per la Massoneria una duplice utilità : erode l'identità cristiana e genera una sorta di preoccupazione generalizzata e latente circa il pericolo del terrorismo, e questo rende più accettabile l'idea di un "governo" sovranazionale centralizzato (mondialista) che vigili in nome di un presunto "bene comune" che sono loro a stabilire. Da una parte insistono tanto nel dire che la maggioranza dei musulmani sono bravi e dall'altra sono ben contenti nel sapere che molta gente non ne sia granchè convinta. 
 
Per simili ragioni viene permesso ai terroristi dell'ISIS di continuare ad esistere, perchè sono gli utili idioti della Massoneria occidentale : agiscono contro i cristiani, regolarmente inermi ed in inferiorità numerica, e fanno sì che gli europei invigliacchiti da decenni di democrazia siano sempre più favorevoli a coalizioni internazionali (mondialiste) che siano pronte ad intervenire per salvarli da questi moderni Gog e Magog... che in altri tempi sarebbero stati tolti di mezzo in fretta e senza alcuna particolare difficoltà.
E' da notare come gli stessi terroristi rivolgano le loro buffonesche minacce solo ad i Paesi che adottano reazioni di tipo democratico, mentre Israele è stata accuratamente evitata, pur essendo il nemico più piccolo e più vicino. Essendo l'unica striscia di terra tra la Siria e l'Egitto, i terroristi per arrivare in Libia a fare la voce grossa avranno dovuto fare un ampio giro per evitarla. 
E' evidente che se avessero la forza per poter costituire un serio pericolo per Israele, allora le democrazie occidentali sotto la spinta degli Stati Uniti si precipiterebbero in suo soccorso senza neppure perdere troppo tempo ad inventarsi un "casus belli", mentre dal momento che stanno semplicemente massacrando vigliaccamente dei cristiani indifesi, tra cui anche molti bambini, le democrazie fingono di nulla. Se la Chiesa ritrovasse il suo antico coraggio e costituisse un esercito (magari!) misto tra volontari e mercenari per andare in soccorso dei cristiani perseguitati, l'intero apparato democratico nord-occidentale uscirebbe dal suo silenzio con valanghe di roboanti proteste contro un ritorno alle Crociate (magari!) e via di seguito... la Chiesa deve sopportare democraticamente la morte dei propri fedeli, altrimenti lede i diritti democratici dei terroristi. I cristiani e la Chiesa, come sempre, sono coloro che più fanno le spese dell'esistenza della democrazia.
La democrazia dimostra il suo carattere antinazionale anche privando i governi della forza necessaria a combattere il crimine e garantire la sicurezza dei cittadini, il “Date a Cesare quel che è di Cesare”. Come fa la polizia, intralciata da mille regole e regolette, a contrastare in maniera efficace i criminali che al contrario godono di una totale libertà d’azione? Tutta la storia dell’umanità ci dimostra che non può esistere la pace se non si ha la forza per garantirla, non essendo questo mondo il Paradiso Terrestre. Come dicevano gli antichi romani, “Si vis pacem para bellum”, “Se vuoi la pace prepara la guerra”, e loro di guerra s’intendevano molto più di noi oggi. Sicuramente, quando in Italia c’era un po’meno democrazia c’era anche molta meno gente che metteva le sbarre alle finestre di casa… anche perché la democrazia misura al millimetro la legittima difesa, e la vittima che non accetta di subire democraticamente, se scoperta, corre sempre il grave rischio di passare dalla sua condizione reale di vittima alla condizione di “delinquente” che la democrazia gli attribuisce senza peraltro concedergli le attenuanti che così spesso regala ai delinquenti veri, secondo una concezione della giustizia totalmente invertita.
La droga, i furti, le aggressioni, gli stupri, gli omicidi, i taglieggiamenti, l’immigrazione clandestina e tutti gli altri crimini di cui “godiamo” non sono altro che il prodotto di leggi sempre più blande e indulgenti da un lato quanto severe dall'altro, appunto leggi democratiche.


La democrazia è antifamiliare.

La propaganda delle “coppie di fatto” ed il suo riconoscimento sociale tanto condiviso è il secondo insulto, dopo il divorzio, all’istituzione del matrimonio ed alla concezione di famiglia, privata di ogni sacralità. Oltre al danno morale, questo causa un danno pratico dal momento che incoraggia le separazioni viste come “libere scelte”, distruggendo così non poche famiglie e togliendo ai bambini un’infanzia sana e serena.
Come toglie ai “governi” il potere di reprimere davvero quel che si deve reprimere, la democrazia toglie allo stesso modo il potere ai genitori di reprimere davvero i figli quando è necessario, secondo quella visione (ormai per fortuna meno comune) moderna dei “genitori amici” che non proibiscono niente, con il risultato che ci sono non pochi ragazzini a cui farebbe un gran bene una buona dose di sberle che non ne hanno mai presa una e ragazzine che tornano alle cinque di mattina senza che nessuno si permetta di dir loro nulla per non innervosirle. Come sempre, la mancanza d’autorità da parte di chi dovrebbe esercitarla provoca un’inversione d’autorità, nel grande come nel piccolo, tanto per le grandi banche internazionali che in certe situazioni comandano al posto dello “stato” come per i figli che mettono i piedi sulla testa ai genitori.
La televisione, secondo il costume liberale, da parte sua molte volte sembra voler peggiorare una situazione famigliare già parecchio danneggiata, dando molto spesso esempi negativi, dipingendo d’oro squallidi personaggi e mostrando come giuste e di successo scelte di vita assolutamente sbagliate. Questo effetto è particolarmente grave sulle ragazzine, che vedono alla televisione tante donne di scarsa o nulla moralità proposte come dive e stelle, cosa che può indurle a ritenere che spogliarsi o saltare da un letto all’altro come una pulce in un dormitorio pubblico sia qualcosa di normale se non addirittura di furbo per fare carriera.
Il peggior attacco alla famiglia ed alla concezione della donna come creatrice di vita perpetrato dalla democrazia è la libera facoltà di uccidere i bambini prima che vedano la luce del Sole : l’aborto, atto infame con il quale un’indegna senza cuore fa del suo ventre la tomba e non la culla del suo bambino con l’aiuto di un lurido criminale che utilizza la sua scienza per spegnere la vita innocente che aveva giurato di salvare, atto infame che la democrazia difende per difendere la libertà sessuale “conquistata” col ’68 incurante di ledere il più sacro dei diritti, infame mattanza che spegne ogni giorno migliaia di piccole vite in tutto il mondo e in qualche caso in modo molto cruento. Chi per effetto della propaganda liberale non avesse ben presente l’orrore di questo terrificante crimine e per ciò non fosse contrario, che si guardi qualche foto di quello che è il risultato finale… se non cambia idea è veramente senza speranza e si merita di condividere la dannazione con l’assassino responsabile.


La democrazia è contraria all’onore, al coraggio ed alla nobiltà.

Così come impedisce alle “autorità” costituite di reagire come sarebbe giusto per far rispettare la legge, a maggior ragione la democrazia, che vede l’onore come qualcosa di medioevale, vorrebbe togliere a qualsiasi persona che subisce un’offesa ingiusta il diritto di avere soddisfazione, diritto al quale qualsiasi uomo degno di questo nome non può rinunciare.
Così, secondo queste teorie, un uomo che riceve una mancanza di rispetto o peggio a sé stesso o a qualcuno o qualcosa di importante per lui (sua madre, sua moglie, Dio, il suo Paese…) può solo reagire “civilmente” a parole, e nient’altro, quando al contrario ha non solo la facoltà ma, in alcuni casi, il dovere di reagire con i fatti. Questo da un lato promuove la codardia, dando l’ “essere civili” come scusa per tirarsi indietro in situazioni nelle quali un uomo non può tirarsi indietro, e dall’altro da un impulso alla volgarità, all'inciviltà, alla blasfemia, alla violenza stupida e spicciola, che il più delle volte non incontrano alcuna degna ed adeguata risposta.
Un esempio per tutti, piccolo e semplice : i nostri nonni e magari anche i nostri genitori a scuola erano molto educati e rispettosi, ma se un professore dava loro due sberle se le tenevano senza piagnistei. Adesso nelle scuole ci sono non pochi ragazzini molto volgari e arroganti, però se un professore stufo desse a loro le due sberle dei nostri nonni o genitori, quasi tutti loro correrebbero subito a fare le vittime nascondendosi dietro agli adulti dai quali magari amano sfoggiare una grande indipendenza.
Così facendo si va a creare una società amorfa, dove la gran maggioranza degli individui non ha più nessuna capacità di esporsi personalmente per nulla, né di collettivo né di personale, arrivando a non saper neppure cancellare le bestemmie dai muri delle strade. 
 
Il cittadino democratico medio di fronte a qualunque problema tiene lo sguardo a terra e cammina veloce con la testa bassa fino a casa dove poter lamentarsi al sicuro, però continuando a votare quegli stessi politici liberal-democratici che immancabilmente gli causano i problemi ; chiaro, perché la democrazia gli ha insegnato che “gli estremisti (come l'Inquisizione) sono cattivi”, pertanto rimane democraticamente con i problemi e democraticamente continua a lamentarsene.
Anche la guerra, nel mondo democratico moderno ha perso ogni onore e cavalleria, riducendosi ad un semplice lancio di missili che non fanno distinzioni e che non riescono ora della fine ad essere risolutivi nei confitti.
Rifiutando ogni principio assoluto ed ogni concetto di vita che si elevi al di sopra della sua fogna “politically correct”, la democrazia fa di tutto per nascondere e sminuire il valore di quel che sono il coraggio e la nobiltà del sacrificio, che al contrario per l’essere umano è normale e giustissimo ammirare (andare contro la natura umana, lo sappiamo, fa parte dello stile liberale), crescendo generazioni di esseri deboli, vuoti e opportunisti, e coloro che non lo sono è perché hanno appreso altre cose dalla Religione, dalla Storia o per conto proprio lontano dalle teorie liberal-progressiste.



Conclusioni


Riassumendo, una democrazia liberale e progressista, pienamente realizzata, darebbe forma ad un mondo senza valori religiosi o morali (tutto è un’opinione, non esiste nulla d’assoluto), potenzialmente violento (i criminali hanno i loro diritti, pochi sanno difendersi e chi lo fa rischia di passare legalmente dalla parte del torto) e governato dal materialismo (cos’altro rimane se non il denaro ed i beni di consumo?)
Quindi…un mondo relativista, immorale, violento e materialista… sicuramente, un mondo che piacerebbe molto a Satana.
La radice ultima è sempre la democrazia, questo leviatano al quale tutto dev’essere immolato, questo maglio iconoclasta, questa infetta siringa usata per iniettare ogni sorta di veleno, questo palcoscenico massonico usato dai nemici di Dio per presentare Cristo come il tiranno le cui leggi vanno ridicolizzate ed accantonate in nome della “libertà” e del “progresso”.
E coloro che operano perché questo abominio possa realizzarsi Dio già li definì, chiamandoli “nati, che sono come se non fossero mai nati” (Eccli 44,9), secondo le parole di Pio XII quelli che vorrebbero trasformare il mondo in una specie di “cimitero universale di anime morte, avvelenate e velenose in corpi vivi”. L’abominio che San Pio X chiamò “l’utopia malsana della rivoluzione e dell’empietà” (“omnia instaurare in Christo!”) nella sua “lettera sugli errori de Le Sillon” (23 settembre 1910) e che Pio XI indicava come le tragiche deviazioni del nostro tempo, istituendo nel 1925 la festività di Cristo Re l’ultima domenica di ottobre.

L'appello è quindi a voi, cattolici non ancora schierati : a chi darete la vostra fedeltà?
La democrazia è l'eredità di coloro che crocifissero il vostro Signore, perseguitarono i vostri fratelli, bruciarono le vostre chiese, villipesero i vostri Santi e derisero la vostra Fede... nulla di strano che oggi sia l'arma di chi vuole annacquare le vostre menti, piegare la vostra volontà, inaridire i vostri cuori, cancellare la vostra terra, lasciar morire i vostri correligionari, bestemmiare il vostro Dio, sfasciare le vostre famiglie e corrompere i vostri figli.
Voi con chi sceglierete di schierarvi? Con Dio o con la demo(no)crazia? Con entrambi non è possibile.
Io da parte mia non ho mai dubitato, e vi invito a non dubitare.
Contatevi...i numeri li avete (abbiamo?). Se farete la scelta giusta si potrà apertamente dimostrare che "Le porte dell'Inferno non prevarranno".
 
da: famigliacattolica

venerdì 21 agosto 2015

22 AGOSTO FESTA DEL CUORE IMMACOLATO DI MARIA



FESTA DEL CUORE IMMACOLATO DI MARIA 

La devozione al Cuore Immacolato.
La divozione al Cuore Immacolato di Maria è antica come il Cristianesimo. Lo Spirito Santo l'insegnò per mezzo di san Luca, l'evangelista dell'infanzia del Salvatore: "Maria conservava nel suo Cuore e meditava tutte queste cose". "E la Madre di Gesù conservava tutte queste cose nel suo Cuore" (Lc 2,19;51). La divozione, che porta i fedeli a rendere a Maria l'onore e l'amore che a Lei si devono, ha qui la sua origine. I più grandi Dottori della Chiesa cantarono le perfezioni del suo Cuore: sant'Ambrogio, sant'Agostino, san Giovanni Crisostomo, san Leone, san Bernardo, san Bonaventura, san Bernardino da Siena, le due grandi monache sante, Gertrude e Metilde... Nel secolo XVII, san Giovanni Eudes "padre, dottore e apostolo del culto al Sacro Cuore" (Bolla di Canonizzazione) si fece dottore e apostolo del culto al Cuore purissimo di Maria e dal dominio della pietà privata, lo introdusse nella Liturgia cattolica.

Oggetto della divozione.
Di questa divozione egli ci dice: "Nel Cuore santissimo della prediletta Madre di Dio, noi intendiamo e desideriamo soprattutto venerare e onorare la facoltà e capacità naturale e soprannaturale di amare che la Madre dell'amore tutta impegnò nell'amare Dio e il prossimo. Poiché sia che il cuore rappresenti il cuore materiale che portiamo in petto, organo e simbolo dell'amore, o piuttosto la memoria, la facoltà d'intendere con cui meditiamo, la volontà, che è radice del bene e del male, la finezza dell'anima per la quale si fa la contemplazione, in breve, tutto l'interno dell'uomo (noi non escludiamo alcuno di questi sensi) intendiamo e vogliamo soprattutto venerare e onorare prima di ogni cosa e sopra ogni cosa, tutto l'amore e tutta la carità della Madre del Salvatore verso di Dio e verso di noi" (Divozione al Sacro Cuore di Maria, Caen, 1650, p. 38 e Cuore ammirabile, l. i, c. 2).
La cosa più dolce per un figlio è onorare la madre e pensare all'amore di cui è stato oggetto. San Bernardo, parlando del Cuore di Gesù, ci dice: "Il suo Cuore è con me. Il Cristo è mio capo. Come potrebbe non essere mio tutto quello che appartiene alla mia testa? Gli occhi della mia testa sono miei e allo stesso modo questo cuore spirituale è veramente mio cuore. È veramente mio e io possiedo il mio cuore con Gesù" (Vigna mistica, c. 3). Possiamo dire allo stesso modo del Cuore di Maria. Una madre è tutta di suo figlio e gli appartiene con i suoi beni, il suo amore, la sua vita stessa. Un figlio può sempre contare sul cuore della madre.
Noi tutti siamo figli della Santa Vergine, che ci accolse con Gesù nel suo seno nel giorno dell'Incarnazione. Ci generò nel dolore sul Calvario e ci ama in proporzione di quanto a Lei siamo costati. Essa ha offerto al Padre, per noi, quanto aveva di più caro, Gesù, ha detto il suo fiat per l'immolazione, lo ha dato a noi e come l'avrebbe dato senza dare se stessa?

Confidenza nel Cuore Immacolato.
Maria ridice a noi le parole di Gesù: Venite a me voi tutti e vi consolerò... Ci sorride e ci chiama come a Lourdes e nessuno, per la sua indegnità, ha motivo di starne lontano. Il Cuore di Maria fu sede della Sapienza, dimora per nove mesi del Verbo fatto carne, formò il Cuore stesso di Gesù e gli insegnò la misericordia verso gli uomini, pulsò all'unisono col Cuore di Gesù e per quel cuore fu ornato dei più preziosi doni di grazia, Cuore materno per eccellenza, resta il rifugio dei poveri peccatori. Per questo fu fatto immacolato e ne sgorgò soltanto sangue purissimo, il sangue dato a Gesù, perché lo versasse per la nostra salvezza. È il Cuore depositario e custode delle grazie meritate dal Signore con la sua vita e con la sua morte e sappiamo che Dio non distribuì mai, né distribuirà grazie ad alcuno se non per le mani e il Cuore di Colei, che è tesoriera e dispensatrice di tutti i doni. È il Cuore, infine, che ci è stato dato con quello di Gesù, "non solo per modello, ma perché sia il nostro, perché, essendo membra di Gesù e figli di Maria, dobbiamo avere con il nostro Capo e con la nostra Madre un solo cuore e dobbiamo compiere tutte le nostre azioni con il Cuore di Gesù e di Maria" (San Giovanni Eudes, Cuore ammirabile, l. xi, c. 2).

Consacrazione al Cuore Immacolato.
Se la consacrazione individuale di un'anima a Maria le assicura le grazie più grandi, quali frutti non potremo attendere dalla consacrazione del genere umano fatta dal Sommo Pontefice? La Vergine stessa si degnò farci sapere che desiderava tale consacrazione e, rispondendo al desiderio della Madonna di Fatima, S. S. Pio XII, il giorno otto dicembre 1942, pieno di confidenza nell'intercessione della Regina della pace, solennemente consacrò il genere umano al Cuore Immacolato di Maria. Le nazioni cattoliche si sono unite al supremo Pastore.

MESSA
La festa del Cuore di Maria era stata concessa a parecchie diocesi e a quasi tutte le Congregazioni religiose, che la celebravano in date differenti. S. S. Pio XII l'estese a tutta la Chiesa e la fissò al giorno 22 Agosto.

VANGELO (Gv 19,25-27). - In quel tempo: Stavano vicino alla croce di Gesù la sua madre, la sorella della sua madre, Maria di Cleofa, e Maria Maddalena. Gesù dunque, vedendo la sua Madre e il discepolo ch'egli prediligeva, disse a sua madre: Donna, ecco il tuo figlio. Poi disse al discepolo: Ecco la tua Madre. E da quel momento il discepolo la prese con sé.

La maternità di Maria data dall'Incarnazione, ma fu proclamata in modo solenne sul Calvario da Gesù morente. Dandoci sua madre, Gesù ci diede la prova più grande del suo amore e Maria, accettando di divenirlo, ci mostrò quanto il suo cuore possedesse di tenerezza e di misericordia. Maria non si sentì mai madre come in quel momento in cui vedeva il Figlio soffrire e morire in croce, intendeva che ci confidava e ci donava a Lei, e accettò di estendere l'affetto che nutrì in vita per Gesù, non solo su san Giovanni, ma su noi tutti, sui carnefici del suo Figlio, su tutti quelli, che erano stati causa della morte di Lui.
Quando il centurione venne ad aprire il cuore di Gesù già morto, la spada predetta dal vecchio Simeone penetrò nell'anima, nel Cuore di Maria e produsse una ferita che, come quella del Salvatore, resterà sempre aperta.

Preghiera al Cuore Immacolato di Maria.
"Quali cose grandi e ricche di gloria bisogna dire e pensare del tuo amabile Cuore, o Madre degna di ogni ammirazione! Lo Spirito Santo dice che tu sei un abisso di prodigi e noi diremo, senza ingannarci, che il tuo Cuore è un mondo di meraviglie. L'umiltà del tuo Cuore ti ha innalzata al più alto trono di gloria e di grandezza, che possa essere occupato da una creatura. L'umiltà, la purezza e l'amore del tuo Cuore ti resero degna di essere Madre di Dio e di possedere per conseguenza tutte le perfezioni, tutti i privilegi, tutte le grandezze, che sono dovute a tale dignità. Per questo io ammiro, saluto e onoro il tuo Cuore verginale come un mare di grazia, un miracolo d'amore, uno specchio di carità, un abisso di umiltà, come il trono della misericordia, il regno della divina volontà, il santuario dell'amore divino, come il primo oggetto dell'amore della Santissima Trinità" (San Giovanni Eudes, Cuore ammirabile, l. ix, c. 14).
"Apri, o Madre di misericordia, apri la porta del tuo Cuore benignissimo alle preghiere che noi facciamo sospirando e gemendo. Tu non rigetti il peccatore, non lo disprezzi, anche se è al colmo della corruzione e del delitto, purché sospiri a te, purché implori con cuore contrito e penitente la tua intercessione" (San Bernardo, Preghiera alla Vergine).
"Sia sempre benedetto, o Madre, il tuo nobilissimo Cuore, onorato di tutti i doni della divina Sapienza e infiammato dagli ardori della carità. Sia benedetto il Cuore nel quale meditasti e conservasti con tanta diligenza e fedeltà i sacri misteri della Redenzione, per rivelarceli nel momento opportuno. A te la lode, a te l'amore, o Cuore amantissimo, a te l'onore, a te la gloria da parte di tutte le creature, per tutti i secoli dei secoli. Così sia" (Nicola de Saussay, Antidotario dell'anima, Parigi, 1495).

da: dom Prosper Guéranger, L'anno liturgico. - II. Tempo Pasquale e dopo la Pentecoste, trad. it. L. Roberti, P. Graziani e P. Suffia, Alba, 1959, p. 1008-1011








sabato 15 agosto 2015

ASSUNZIONE DELLA BEATA VERGINE IN CIELO






15 AGOSTO
ASSUNZIONE DELLA BEATA VERGINE IN CIELO

L'Assunzione della Madonna è una delle solennità liturgiche più ricche di gioia. Gaudent Angeli! Gaudete, quia cum Christo regnat! (Si rallegrano gli Angeli! Rallegratevi anche voi, perché regna con Cristo!).
La Chiesa del cielo e quella della terra si uniscono alla felicità infinita di Dio, che incorona sua Madre e cantano con amore la gioia verginale di Colei, che si introduce per tutta l'eternità nella gioia del suo Figlio e Angeli e Santi si affrettano ad acclamarla Regina, mentre la terra gioisce, per aver dato al Cielo la sua gemma più bella.

Glorificazione dell'anima di Maria.
Questo è il giorno natalizio di Maria, quello in cui si celebrano ad un tempo il trionfo della sua anima e quello del suo corpo. Consideriamo prima la glorificazione dello spirito, meno notata, perché comune a tutti i Santi. Il raggiungimento della visione beatifica da parte dell'anima di Maria è cosa di tanto splendore e di tanta ricchezza che riverbera una luce inimitabile sulle nostre più alte speranze. Non ci è possibile immaginare la bellezza di questa suprema rivelazione in cui lo sguardo già così puro e penetrante, della creatura più perfetta, si aprì repentinamente davanti ad un abisso di infinita Bontà, ma, con l'aiuto della grazia divina, tentiamo di levare i nostri pensieri verso la cima, sulla quale si compie questa meraviglia che i nostri occhi non distinguono ancora.
Veramente si tratta di una cima: è il punto di arrivo di un'ascensione continua e perseverante, perché, piena di grazia nel momento della Concezione, l'Immacolata continuò quaggiù a crescere davanti a Dio.
L'Annunciazione, il Natale, il Calvario, la Pentecoste hanno segnato le tappe di questo progresso meraviglioso e ad ogni tappa l'amore verginale e materno si è accresciuto e arricchito, tendendo ad un'altezza che nessuna creatura potrà mai raggiungere. La luce di gloria che investe d'improvviso l'anima di Maria e le rivela le grandezze del Figlio in tutta la loro magnificenza e la sua dignità materna, supera di molto la gloria di tutti gli Angeli e di tutti i Santi, perché, dopo la santa Umanità di Cristo, stabilita alla destra del padre nel santuario della Divinità, nulla possiede il mondo più perfetto di quest'anima materna irradiante purezza, bellezza, tenerezza e gioia: Beata Mater!
Lascerà ancora questo raggiungimento trionfale della felicità suprema qualche possibilità di sviluppo all'anima di Maria? Per sé no, perché ormai tutto in lei è perfetto e nell'eternità non si cresce nella perfezione. Aperta in modo totale sugli splendori del Verbo, suo Figlio, l'anima di Maria soddisfa ormai perfettamente tutte le esigenze della sua vocazione sublime. È lo stato d'anima di una perfetta Madre di Dio.
Ma Maria ebbe un figlio solo, Gesù. Madre di Dio Salvatore, è madre altresì di tutti coloro, che attingeranno alla sorgente della Salvezza, e la sua Maternità di grazia si estenderà fino alla fine del mondo. Nella luce beatifica, l'anima di Maria vede tutti i suoi figli e tutti i disegni di Dio su ciascuno di essi e, con un fiat di amore, consente e partecipa all'universale Provvidenza, in cui Dio la chiama ad avere un posto di intercessione, che non conosce limiti. Maria si unisce così al Sacerdote Sommo, che intercede per noi incessantemente la misericordia del Padre e la sua preghiera ottiene per la Chiesa, della quale è il tipo ideale, una Assunzione permanente fino a quando la pienezza del Corpo mistico sarà raggiunta in modo definitivo. L'anima di Maria, nell'attesa di questa apoteosi, meglio di qualsiasi altro santo, "impegna il suo Paradiso a fare del bene sulla terra". Sia allora libero lo slancio della nostra gioia, uniamo alla confidenza la gratitudine, lodiamo degnamente la nostra Avvocata, la Mediatrice, la Madre, che prende il suo posto di Regina, presso il trono dell'Agnello.

Fede della Chiesa nell'Assunzione di Maria.
L'origine di questa fede non ha una data precisa, ma da molti secoli la Chiesa afferma che il corpo di Maria è in Cielo unito all'anima sua gloriosa e questo privilegio del corpo di Maria è l'elemento distintivo del mistero dell'Assunzione. Il Sommo Pontefice Pio XII, il primo novembre del 1950, compiendo il voto unanime di vescovi e fedeli, proclamò solennemente come "dogma rivelato che Maria, l'Immacolata Madre di Dio, sempre Vergine, al termine della sua vita terrena, fu elevata, anima e corpo, alla gloria del cielo" (Bolla dogmatica Munificentissimus Deus).
La definizione non dice se Maria passò, vivente, dalla terra al Cielo, o se, come il Figlio, subì la morte e risuscitò, prima di entrare nella gloria. Il privilegio insigne dell'Immacolato Concepimento, la Verginità e la Santità perfetta potevano certo rendere Maria immortale, ma la Madre del Salvatore, che imitò sempre fedelmente il Figlio, volle senza dubbio seguirlo fino al sepolcro, perché doveva, come lui, e come tutti noi nell'ultimo giorno, trionfare pienamente con una risurrezione gloriosa, sul peccato e sulla morte.

Leggende.
Leggende apocrife, diffuse verso la fine del IV secolo, hanno volgarizzato narrazioni spettacolari, meravigliose e spesso incoerenti, sulla morte di Maria e sul trasporto del suo Corpo in Paradiso. Gli Apostoli, riuniti prodigiosamente presso la Madre del Salvatore, avrebbero assistito alla sua morte e ai suoi funerali. San Tommaso, giunto troppo tardi, avrebbe voluto la riapertura della tomba, il che permise di costatare che il Corpo verginale era stato portato in luogo noto a Dio soltanto. La nostra fede e la nostra certezza teologica non devono accettare questi documenti senza valore, nati forse fra comunità eretiche. Predicazione e insegnamento pastorale devono fare a meno di seguire queste maldestre imitazioni del racconto evangelico della Risurrezione del Signore. Queste leggende non hanno dato origine alla fede della Chiesa nella Assunzione, ma hanno anzi ritardata di parecchi secoli la perfetta unanimità di essa. Il pensiero cristiano dovette prima sbarazzarsi della dannosa loro influenza, per poter giungere a discernere bene i motivi veri, che portano a considerare l'Assunzione corporea di Maria una verità di fede.

La fede unanime.
Quale motivo permise dunque al Sommo Pontefice di definire dogma di fede l'Assunzione? Lo dichiara la Bolla pontificia con precisione: il consenso unanime dei Vescovi e delle Chiese oggi in comunione con la Sede Apostolica. Questa convinzione universale dei Pastori e dei fedeli non sarebbe mai stata possibile, se l'oggetto di essa non fosse in qualche modo contenuto nella Rivelazione.

Prove scritturali.
Dove troviamo la verità dell'Assunzione nella rivelazione cristiana? Nei documenti della Chiesa primitiva non abbiamo traccia di una tradizione orale di origine apostolica. Forse appena vi allude l'Apocalisse indirettamente, quando descrive la Chiesa in questi termini: "Apparve in Cielo un segno grande: una donna vestita di sole, la luna ai suoi piedi e sulla sua testa una corona di dodici stelle" (Ap 12,1). Tipo e modello perfetto della Chiesa è Maria, la Madre di Dio e può essere che qui san Giovanni abbia fatto una indiretta allusione alla presenza di Maria in Cielo.
È invece certo che i Libri sacri attribuiscono a Maria titoli e funzioni provvidenziali, che nel loro insieme esigono, come normale coronamento, il privilegio dell'Assunzione corporale. Dando un senso mariano al Versetto del Genesi, noto con il nome di Protoevangelo: "Stabilirò inimicizia fra te e la donna, fra la sua generazione e la tua, essa ti schiaccerà il capo", la tradizione cristiana espressa autenticamente nella Bolla dogmatica Ineffabilis, vide in questa sentenza divina l'annuncio di un trionfo perfetto di Cristo e della sua Madre sul peccato e tutte le conseguenze di esso. Pio IX si era appoggiato a questo testo, per definire l'Immacolata Concezione e non è impossibile vedere in questo testo anche una rivelazione implicita di un trionfo perfetto sulla morte.
Checché si pensi di questo testo misterioso, il Vangelo associa sempre Maria agli atti essenziali della Redenzione e specialmente al sacrificio della Croce e come si potrebbe credere che non sia più corporalmente unita al Figlio nell'esercizio del suo attuale sacerdozio celeste? Il Vangelo dichiara inoltre Maria piena di grazia, benedetta fra tutte le donne e soprattutto Madre del Signore e tanti titoli costituiscono, come vedremo, una rivelazione implicita della glorificazione immediata della sua anima e del suo corpo.

La mancanza di reliquie.
Tuttavia riconosciamo che i primi secoli cristiani non conobbero in modo positivo e preciso l'Assunzione di Maria. Dobbiamo tener presente un fatto importante: in nessun luogo fu mai rivendicato il Corpo della Santa Vergine, né mai furono cercati i resti e, in epoca in cui le reliquie dei santi erano molto onorate, ciò diventa un indice importante. Sembrerebbe che fin da quei tempi lontani si pensasse che il Corpo di Maria non poteva essere sulla terra. Sant'Epifanio, morto nel 377, dopo aver vissuto molto tempo in Palestina, confessa la sua ignoranza riguardo alla morte e al sepolcro di Maria, ma neppure una riga del suo scritto insinua che i resti mortali della Vergine sarebbero conservati quaggiù. Egli mette solo in dubbio i racconti fantasiosi che cominciano a diffondersi e si chiede se Maria è morta e se è morta martire e risponde che a queste domande non si può dare una risposta e, senza affermare l'Assunzione, pare tuttavia non ne faccia oggetto delle sue prudenti riserve.
Il pensiero cristiano, all'inizio del secolo V, l'epoca del concilio di Efeso, particolarmente interessato alla dottrina mariana, affronta il problema della sorte riservata al Corpo di Maria e afferma che i racconti apocrifi interpretano in modo sconveniente e ridicolo una verità, che si impone da sé alle anime illuminate dalla fede: il Corpo di Maria non si è corrotto nella tomba: Dio lo ha miracolosamente portato in Paradiso.

Origine della Festa dell'Assunzione.
Le sole liturgie siriaca ed egiziana, attingono in quell'epoca ai racconti leggendari per le loro descrizioni della dormitio di Maria. Gerusalemme ha dal 450 la sua festa annuale della Madre di Dio fissata al 15 agosto, ma per due secoli l'ufficio non accenna all'Assunzione. Agli inizi del secolo VII la festa della Dormitio è istituita a Bisanzio, con decreto dell'Imperatore Maurizio, e presto, forse sotto l'influenza degli apocrifi, ma soprattutto per il senso profondo, che la Chiesa possiede delle verità della fede, oggetto principale della festa diventa l'ingresso del Corpo di Maria nella gloria. La festa dell'Assunzione è introdotta a Roma verso l'anno 650 e nella stessa epoca, forse anche alquanto prima, come in Gallia per la dipendenza di san Gregorio di Tours dagli apocrifi, l'Assunzione diviene oggetto di una commemorazione solenne fatta prima il 18 gennaio e più tardi il 15 agosto.

La festa a Roma.
Per la dottrina affermata, la celebrazione della festa dell'Assunzione costituiva per la Chiesa Romana un fatto di importanza capitale e, cosa ancor più degna di nota, Roma accettava la fede nell'Assunzione, senza aderire alle leggende. La sua liturgia ha una sola allusione all'Assunzione, ma è di una precisione mirabile e porta tutto il problema al suo vero centro. È la celebre orazione Veneranda nobis, che si recitava quando partiva la processione, che precedeva la Messa. "Signore, dobbiamo venerare la festa di questo giorno nel quale la Santa Madre di Dio fu sottomessa alla morte temporale. Ella tuttavia non poté essere trattenuta dai legami della morte, avendo generato nella sua propria sostanza il vostro Figlio incarnato, nostro Signore".
Non si poteva essere insieme più sobrii, più completi e più precisi. La fede nella morte, nella risurrezione e nell'Assunzione di Maria è affermata nettamente ed è messo in evidenza il motivo fondamentale di questa fede: la Maternità divina o, meglio, il fatto che la carne di Cristo, Verbo Incarnato, è stata presa da Maria. Questo gioiello della liturgia mariana data per lo meno dal secolo VIII, cioè dal tempo in cui, in Oriente, sant'Andrea, vescovo di Creta dal 711 al 720, predicando un triduo sulla Dormitio della Madonna, esponeva il dogma dell'Assunzione su basi puramente dottrinali e indipendenti da tradizioni apocrife.
San Germano di Costantinopoli e san Giovanni Damasceno, sebbene meno prudenti e riservati, riallacciano essi pure l'Assunzione alle sue sorgenti autentiche ed è necessario citare qualche passo delle loro ammirabili omelie.

Discorso di san Germano.
"Come avresti potuto essere concepita e poi svanire in polvere, esclama san Germano, Tu che, per la carne che desti al Figlio di Dio liberasti il genere umano dalla corruzione della morte? ...
Era mai possibile che il vaso del tuo Corpo, che fu pieno di Dio, se ne andasse in polvere, come qualsiasi carne? Colui, che si è annientato in te, è Dio fin dal principio e perciò vita, che precedette i secoli, ed era necessario che la Madre della Vita abitasse insieme con la Vita e cioè che si addormentasse per un istante nella morte, per assomigliare a Lui e che poi il passaggio di questa Madre della Vita fosse come un risveglio.
Un figlio prediletto desidera la presenza della madre e la madre, a sua volta, aspira a vivere col figlio. Era giusto perciò che salissi al Figlio tu che ardevi nel cuore di amore per Dio, frutto del tuo seno; era giusto ancora che Dio, nell'affetto filiale che portava alla Madre sua, la chiamasse presso di sé a vivere nella sua intimità" (Primo discorso sulla Dormitio PG 98; col. 345, 348).
In un secondo discorso ritorna sullo stesso argomento in termini ancora più precisi: "Tu avevi da te stessa la tua lode, perché tu sei la Madre di Dio ... Per questo bisognava che il tuo Corpo, un corpo che aveva portato Dio, non fosse abbandonato in preda alla corruzione e alla morte" (Secondo Discorso, col. 357).
D'ora in poi queste considerazioni nutriranno tutti i discorsi sulla Dormitio e sull'Assunzione della Madonna. Il padre Terrien scrive: "I discorsi di san Giovanni Damasceno sulla preziosa morte e Assunzione di Maria sono un inno perpetuo, che egli canta in onore della Vergine benedetta, e in esso richiama tutti i privilegi, tutte le grazie, tutti i tesori, dei quali fu prodigiosamente arricchita dal cielo, e tutti li riallaccia alla Maternità divina come raggi al loro centro" (Mère de Dieu, t. ii, p. 371-372).
L'oriente è ormai conquistato alla fede tradizionale nell'Assunzione di Maria e il suo pensiero non subirà più sbandamenti.

La fede in Occidente.
In occidente appaiono difficoltà. Il popolo cristiano, docile agli insegnamenti della liturgia, aderisce, nel suo complesso, senza riserve alla dottrina dell'Assunzione, ma i teologi, per lo meno nella Gallia, restano esitanti e temono gli apocrifi. Essi non negano l'Assunzione, ma non vogliono impegnarvi la fede della Chiesa e ai tempi di Carlomagno (verso l'anno 800) un concilio capitolare di Aix-la-Chapelle omette l'Assunzione nell'elenco delle feste della Madonna, riservandosi di esaminare, se possa essere conservata e sarà data una risposta affermativa solo nel 813, al concilio di Magonza.
La crisi aumenta nel secolo IX. La notizia sull'Assunzione, che abbiamo nel Martirologio di Adone, lascia di proposito nel dubbio la questione dell'Assunzione corporale e rigetta i dati frivoli ed apocrifi, che sono stati diffusi in argomento. Nella stessa epoca l'abate di Gorbia, Pascasio Radberto rivolge a dei religiosi un lungo sermone Cogitis me, nel quale ha l'abilità di farsi credere san Gerolamo e, mentre con parole commoventi celebra la morte della Madonna [1], comincia mettendo in guardia sul racconto del Passaggio di Maria dalla terra al cielo. A suo modo di pensare, non si sa nulla sulla sorte riservata al Corpo di Maria. È una reazione certo esagerata, ma dal fondo sano, alla troppo facile credulità verso gli apocrifi, allora in voga nella Gallia (la liturgia gallicana aveva preso molto da tali scritti). Il lato più curioso di questo episodio è che il sermone Cogitis me, sotto il nome di san Gerolamo, passò presto nelle lezioni del Breviario lungo l'ottava dell'Assunzione e ci volle la riforma di san Pio V, per eliminare dal Breviario un testo, che si allontanava dalla dottrina comune della Chiesa in un punto molto importante.
Nei due secoli che seguirono l'apparizione del Cogitis me, gli spiriti furono esitanti e san Bernardo, ad esempio, non afferma mai espressamente l'Assunzione corporale di Maria, sebbene non vi sia indizio che l'insieme del clero e del fedeli abbia condiviso gli scrupoli degli eruditi. La liturgia romana, in uso in tutto l'occidente, celebrava l'Assunzione di Maria, e, per il popolo cristiano, si trattava di Assunzione corporale, sicché la Colletta Veneranda affermava sempre chiaramente la fede comune, senza vincolarla ai documenti apocrifi.

Lo pseudo Agostino.
Sul finire del secolo X, o all'inizio dell' XI, ebbe un influsso decisivo sul pensiero teologico un nuovo libro sull'Assunzione, il cui autore è ancora ignoto, anche se fu molto presto attribuito a sant'Agostino. Non si trattava di riabilitare le leggende apocrife, ormai squalificate, ma di poggiare la verità dell'Assunzione di Maria su basi scritturali e dottrinali sicure e questo piccolo trattato sull'Assunzione è un capolavoro di chiarezza e di profondità. Procede con metodo scolastico, con ordine, senza digressioni e l'esposizione, in apparenza austera, è animata da sana e solida devozione mariana, tanto da rivelare la mano di un grande maestro e di un uomo di fede. È il miglior trattato sull'Assunzione che possieda la tradizione cristiana e bisogna citarne almeno le ultime righe.
"Nessuno nega che Cristo poté concedere a Maria questo privilegio (l'Assunzione corporale). Se Egli lo poté, lo volle, perché vuole tutto quello che è giusto e conveniente. Pare dunque che si possa, con ragione, concludere che Maria godette nel corpo, come nell'anima, una felicità inenarrabile nel Figlio e con il Figlio; che sfuggì alla corruzione della morte colei la cui integrità verginale fu consacrata, dando alla luce un Figlio così grande. Vive tutta intera colei dalla quale noi abbiamo la vita perfetta, è con Colui che portò nel suo seno, presso Colui che concepì, generò, nutrì della sua carne. Madre di Dio, nutrice di Dio, domestica di Dio, compagna inseparabile di Dio. Io non ho la presunzione di parlare di lei in modo diverso, perché non oso pensare in modo diverso" (Liber unus de Assumptione Virginis, PL 40, col. 1148).
Il trattato, riportando la questione dell'Assunzione corporale di Maria sul vero terreno dogmatico, esercitava un'influenza grandissima sui predicatori e sui teologi e, nel secolo d'oro della Teologia, il consenso era unanime: sant'Alberto Magno, san Bonaventura, san Tommaso d'Aquino parlano dell'Assunzione corporale di Maria come di verità accettata da tutta la Chiesa. La causa ormai è vinta.
Eruditi umanisti francesi sollevarono qualche dubbio nel secolo XVII, ma non si tratta della negazione del fatto dell'Assunzione, bensì della discussione delle sue basi storiche e, avvelenata da malignità, la battaglia termina presto, per mancanza di combattimenti.

L'Immacolata Concezione e l'Assunzione.
La dottrina dell'Assunzione tornò di attualità dopo la definizione del dogma dell'Immacolato Concepimento di Maria, nel 1854. I due privilegi si sostengono vicendevolmente e si basano su fondamenti comuni e non desta stupore il fatto che, quindici anni dopo, al Concilio Vaticano, un numero considerevole di vescovi indirizzi al Sommo Pontefice una supplica volta ad ottenere la definizione dogmatica dell'Assunzione corporea di Maria.
L'impulso magnifico dato agli studi mariani dal Sommo Pontefice Leone XIII, continuato da san Pio X, sviluppò e consolidò il pensiero cristiano, ma la Santa Sede restava in prudente attesa. San Pio X rispondeva, ad una domanda prematura, che la questione doveva essere ancora studiata lungamente.

L'opera di Pio XII.
Era serbato a Pio XII l'onore di coronare questa lenta penetrazione della verità dogmatica. Agli inizi del suo Pontificato, fissando la festa del Cuore Immacolato di Maria nel giorno ottavo dell'Assunzione, il Sommo Pontefice incoraggiava una devozione, che è condizionata all'attuale esistenza nella gloria del Corpo glorioso della Madonna. Il passo decisivo fu compiuto nel 1946, quando Pio XII inviò a tutti i vescovi del mondo cattolico un questionario sulla fede nell'Assunzione corporale di Maria e sulla opportunità di una definizione. Le risposte furono quasi tutte favorevoli e costituivano una testimonianza moralmente unanime della Chiesa universale in favore della verità dogmatica dell'Assunzione. Il 14 agosto 1950, il Sommo Pontefice annunciava che, per coronare l'anno giubilare, avrebbe solennemente proclamato il dogma mariano e fissava la cerimonia al primo novembre, nella festa di Ognissanti. Pensiero ammirabile, che associava la Chiesa trionfante alla gioia dei cattolici del mondo intero, accorsi in folla, per applaudire al trionfo di Maria.
L'ammirabile continuità nell'attaccamento della Chiesa alla dottrina dell'Assunzione è una delle testimonianze più belle della sua vita collettiva, e degno di nota è il fatto che tale attaccamento fu mantenuto, nelle ore più critiche, nell'affermazione discreta ma equilibrata della Liturgia Romana. Dopo il secolo VII, la Chiesa d'Occidente celebrò sempre l'Assunzione corporale di Maria e tale celebrazione fu lo strumento provvidenziale che fissò sempre maggiormente la luce divina nello spirito dei Pastori e dei fedeli. Cantando nell'allegrezza Assumpta est Maria in coelum il loro pensiero correva d'istinto alla gloria totale di Maria. Essi non si ponevano questioni critiche, né si chiedevano se il trionfo era dell'anima soltanto; essi vedevano levarsi nella gloria Maria, la Madre di Dio, Madre nel suo Corpo e Madre nella sua Anima.

MESSA
In occasione della definizione del dogma, che rivestì di splendore particolare e nuovo la festa dell'Assunzione, l'antica Messa del 15 agosto lasciò il posto ad una nuova Messa resa obbligatoria dal 1951.

EPISTOLA (Gdt 13,22-25; 15,10). - Il Signore t'ha benedetta nella sua potenza, perché per mezzo di te ha annientati i nostri nemici. O figlia, tu sei benedetta dal Signore Dio altissimo a preferenza di tutte le altre donne della terra. Benedetto sia il Signore, creatore del cielo e della terra, che diresse la tua mano nel troncare la testa del principe dei nostri nemici. Oggi Dio esaltò il tuo nome da essere lodato per sempre dagli uomini, che si ricorderanno in eterno della potenza del Signore. Per essi tu non hai risparmiato la tua vita, e, viste le angustie e le tribolazioni del tuo popolo, ne hai impedita la rovina davanti a Dio. Tu sei la gloria di Gerusalemme, la letizia d'Israele, l'onore del nostro popolo.

Le vittorie di Maria.
Abbiamo qui gli stessi versetti del libro di Giuditta, che leggiamo nella festa dei Dolori di Maria. La vocazione della Vergine Santa somiglia a quella del Signore: Era necessario che il Cristo soffrisse, per entrare nella gloria (Lc 24,26) ed era necessario, allo stesso modo, che una spada di dolore penetrasse l'anima di sua Madre, perché fosse associata al trionfo e alla gloria di Gesù.
Maria ci appare, oggi più che mai, Regina vivente e trionfante nel cielo e i nostri canti di gioia si uniscono alla lode di santa Elisabetta, per salutarla benedetta fra tutte le donne e possiamo e dobbiamo rivolgere le parole, che il Sommo Sacerdote Onia diceva a Giuditta, molto tempo prima della Incarnazione, a Colei che per il demonio è più temibile di tutta l'armata dei cristiani e che sul Calvario, unita al Figlio immolato, schiacciò il capo al serpente.
Da quel giorno le vittorie di Maria non sono cessate e, come non c'è grazia che a noi non giunga per Maria, così per Maria si conseguono tutte le vittorie della Chiesa, tutte le vittorie del cristiano su Satana. Non abbiamo dubbio alcuno che il trionfo offerto da S. S. Pio XII alla Regina del cielo e della terra sia il segno di una serie di vittorie per la Santa Chiesa, come lo fu, un secolo fa, la proclamazione del dogma dell'Immacolata Concezione.

VANGELO (Lc 1,41-50). - In quel tempo: Elisabetta, ripiena di Spirito Santo, esclamò ad alta voce: Benedetta tu fra le donne e benedetto il frutto del tuo seno. Come mai m'è concesso che venga a me la madre del mio Signore? Ecco, infatti, appena il suono del tuo saluto mi è giunto all'orecchio, il bambino ha esultato di gioia nel seno. E te beata che hai creduto, perché s'adempiranno le cose a te predette dal Signore. E Maria disse: L'anima mia glorifica il Signore; ed il mio spirito esulta in Dio, mio Salvatore; perché egli ha rivolto lo sguardo all'umiltà della sua serva; ecco, fin d'ora tutte le generazioni mi chiameranno beata: poiché grandi cose ha fatto in me l'Onnipotente, e santo è il suo nome. E la sua misericordia si stende in ogni età su quanti lo temono.

La preghiera di Maria.
Sebbene sgorgati dalle labbra della Vergine nella casa della cugina Elisabetta, i versetti del Magnificat sono, nel loro senso profondo, l'espressione della preghiera abituale di Maria. Raccolte le parole nella Scrittura, se le era applicate, contemplando nel silenzio le meraviglie che Dio operava in Lei e per Lei.
Furono senza dubbio la preghiera di tutta la vita della Santa Vergine e la Chiesa, cantando il Magnificat ogni giorno, in tutte le solennità vi trova sempre un senso nuovo e più profondo. Maria lo ripeté a Nazaret, a Cana, dopo la Risurrezione, sul Monte degli Ulivi, quando Gesù salì al cielo e molti autori spirituali pensano che lo cantasse, nel suo cuore colmo di dolore, il Venerdì santo a sera, mentre discendeva dal Calvario.
Più ancora il Magnificat è la preghiera della Vergine Santa nel giorno in cui Dio colma la misura delle grazie e dei favori verso la Madre del suo Figlio, elevandola corporalmente al cielo e coronandola Regina dell'universo.

Magnificat.
La sua anima, giunta alla pienezza della perfezione e il suo spirito illuminato dalla visione beatifica glorificano il Signore e godono la salvezza data a lei, più che a tutte le altre creature.
Ricorda che era una piccola creatura, l'ancella del Signore, e che, per sua bontà, senza meriti da parte sua, Egli ha rivolto a lei i suoi occhi.
Ed ecco che tutti i secoli la proclameranno beata e bene lo sappiamo noi, che, interrogando la storia, vediamo le vestigia lasciate dal culto e dall'amore per la Vergine Immacolata; noi che, presenti realmente o presenti attraverso le onde sulla piazza di san Pietro in Roma il mattino della festa di Ognissanti del 1950, abbiamo cantato la Vergine salita al cielo con acclamazioni entusiastiche e interminabili.
Sì, Egli fece in Maria cose grandi, Colui che può tutto e queste cose grandi noi non sapremmo ricordarle tutte, ma in questa festa noi ne vediamo il coronamento nella Assunzione al cielo.
E questa felicità non è felicità di Maria soltanto, perché noi pure esultiamo, non solo perché sappiamo felice presso Dio la nostra Madre, ma perché crediamo che un giorno la raggiungeremo, essendo la misericordia divina per tutti coloro che temono il Signore, per coloro che lo servono con fedeltà.
Come è vile il mondo! I grandi, i potenti, coloro che si gonfiavano di orgoglio nella loro potenza, nella loro scienza, nelle loro ricchezze, sono cancellati dalla memoria dei popoli. Erano sazi, non avevano bisogno della salvezza portata dal Messia. La Vergine umilissima, ignorata da tutti, e con lei i discepoli di Gesù sono ora saziati dei beni veri e la loro potenza, la loro felicità sono eterne.
Tutto questo è opera della fedeltà e della tenerezza di Dio al quale sia onore e gloria nei secoli dei secoli.

PREGHIAMO
O Dio onnipotente ed eterno che hai assunto alla gloria celeste, in corpo ed anima, l'Immacolata Vergine Maria, Madre del tuo Figliolo, concedici di essere sempre protesi verso le cose celesti, onde meritare di essere partecipi della sua gloria.

PREGHIERA DI S. S. PIO XII A MARIA SANTISSIMA ASSUNTA
O Vergine Immacolata, Madre di Dio e Madre degli uomini!
1. Noi crediamo con tutto il fervore della nostra fede nella vostra assunzione trionfale in anima e corpo al cielo, ove siete acclamata Regina da tutti i cori degli Angeli e da tutte le schiere dei Santi;
e noi ad essi ci uniamo per lodare e benedire il Signore, che vi ha esaltata sopra tutte le altre pure creature, e per offrirvi l'anelito della nostra devozione e del nostro amore.
2. Noi sappiamo che il vostro sguardo, che maternamente accarezzava l'umanità umile e sofferente di Gesù in terra, si sazia in cielo alla vista della umanità gloriosa della Sapienza increata, e che la letizia dell'anima vostra nel contemplare faccia a faccia l'adorabile Trinità fa sussultare il vostro cuore di beatificante tenerezza;
e noi, poveri peccatori, noi a cui il corpo appesantisce il volo dell'anima, vi supplichiamo di purificare i nostri sensi, affinché apprendiamo fin da quaggiù a gustare Iddio, Iddio solo, nell'incanto delle creature.
3. Noi confidiamo che le vostre pupille misericordiose si abbassino sulle nostre miserie e sulle nostre angosce, sulle nostre lotte e sulle nostre debolezze; che le vostre labbra sorridano alle nostre gioie e alle nostre vittorie; che Voi sentiate la voce di Gesù dirvi di ognuno di noi, come già del suo discepolo amato: Ecco il tuo figlio;
e noi, che vi invochiamo nostra Madre, noi vi prendiamo, come Giovanni, per guida, forza e consolazione della nostra vita mortale.
4. Noi abbiamo la vivificante certezza che i vostri occhi, i quali hanno pianto sulla terra irrigata dal sangue di Gesù, si volgano ancora verso questo mondo in preda alle guerre, alle persecuzioni, alla oppressione dei giusti e dei deboli;
e noi, fra le tenebre di questa valle di lacrime, attendiamo dal vostro celeste lume e dalla vostra dolce pietà sollievo alle pene dei nostri cuori, alle prove della Chiesa e della nostra patria.
5. Noi crediamo infine che nella gloria, ove Voi regnate, vestita di sole e coronata di stelle, Voi siete, dopo Gesù, la gioia e la letizia di tutti gli Angeli e di tutti i Santi;
e noi, da questa terra, ove passiamo pellegrini, confortati dalla fede nella futura risurrezione, guardiamo verso di voi, nostra vita, nostra dolcezza, nostra speranza; attraeteci con la soavità della vostra voce, per mostrarci un giorno, dopo il nostro esilio, Gesù, frutto benedetto del vostro seno, o clemente, o pia, o dolce Vergine Maria (Pio Pp. XII).

Santità e gloria di Maria [2].
Solo chi conosce la santità di Maria può valutarne la gloria, ma la Sapienza, che ha colmato gli abissi (Prov 8,27), non ci rivelò la profondità di questo oceano al cui confronto le virtù dei giusti e le grazie da essi ricevute non sono che un ruscello. L'immensità della grazia e del merito, che costituisce la soprannaturale perfezione della Vergine benedetta, ci porta a concludere che, nella gloria, che consacra la santità degli eletti, deve avere altrettanta superiorità.
Mentre i predestinati si scaglionano nei diversi gradi della celeste gerarchia, la Madre santa di Dio si eleva oltre tutti i cori dei beati (Liturgia della festa) formando da sola un ordine distinto, un cielo nuovo, in cui le armonie angeliche ed umane sono superate. Dio è in Maria più glorificato, meglio conosciuto e più amato che in tutto l'universo e per questo, secondo l'ordine della Provvidenza creatrice, che subordina il meno perfetto al più perfetto, Maria doveva essere Regina della terra e del cielo.

Il mondo fatto per Cristo e per Maria.
Tenuto presente questo, il mondo esiste per l'Uomo-Dio e per Maria. Il grande teologo Card. Lugo, spiegando le parole dei santi dice: "Come Dio, compiacendosi di tutto creare per il suo Cristo, fece di lui il fine delle creature, così si può dire che, nell'amore per la Vergine Madre, creò tutto il resto, facendo sì che giustamente meritasse di essere chiamata fine di tutte le cose" (De Lugo, De Incarn. Disput. vii, sect. 2).
Maria, Madre di Dio e sua primogenita (Eccli 24,5) aveva titolo e diritto ai beni di Dio e, come sposa, doveva dividerne la corona. "La Vergine gloriosa, dice san Bernardino da Siena, ha tanti sudditi quanti ne ha la Trinità. Tutte le creature, non conta la posizione che hanno nel creato, sono sottomesse alla Vergine: le creature spirituali come gli Angeli, le ragionevoli come l'uomo, le materiali come i corpi celesti o gli elementi, il cielo, la terra, i reprobi, i beati, tutto quanto dipende dalla potenza di Dio. Infatti il Figlio di Dio e della Vergine benedetta, volendo, per così dire, uguagliare in qualche modo all'autorità del Padre quella di sua Madre, si fece, Egli che è Dio, servitore di Maria e, se è esatto dire che tutto, anche la Vergine, obbedisce a Dio, si può rovesciare la proposizione e affermare che tutto, anche Dio, obbedisce alla Vergine" (Discorso per la festa di Maria, c. 6).
Lo Spirito Santo ci dice che il dominio dell'eterna Sapienza comprende cielo, terra e abisso (Eccli 24,7-11) e tutto questo è appannaggio di Maria nel giorno della sua incoronazione e, come la Sapienza divina, Maria può glorificarsi in Dio (ivi 1). Colui, del quale cantò un giorno la magnificenza, oggi esalta la sua umiltà (Lc 1,46-55). La Beata per eccellenza (ivi 48) è ora l'onore del suo popolo, l'ammirazione dei santi, la gloria degli eserciti dell'Altissimo (Eccli 24,1-4). Nella sua bellezza, vada con lo Sposo alla vittoria (Sal 44,4-6) e trionfi dei cuori dei potenti e degli umili (Eccli 24,11). La consegna dello scettro del mondo nelle sue mani non è solo onore, ma realtà e, infatti, da quella consegna, Maria comanda e combatte, protegge la Chiesa, ne difende il capo, tien salde le schiere delle sacre milizie, suscita i santi, dirige gli apostoli, illumina i dottori, stermina l'eresia, ricalpesta l'inferno.

Regina e Madre.
Salutiamo la nostra Regina, cantiamo le sue imprese, siamo docili al suo comando, soprattutto amiamola e confidiamo nel suo amore. Non abbiamo paura che, per le sollecitudini enormi che richiede la diffusione del regno di Dio, dimentichi la nostra piccolezza e le nostre miserie: nulla a lei sfugge di quello che avviene nel più oscuro ridotto sul più lontano confine del suo immenso dominio. Dal suo titolo, in effetto di causa universale, al di sotto di Dio, a buon diritto si deduce l'universalità della sua provvidenza; e i maestri di dottrina (Suarez, 3.a Pars, qu. XXXVII, art. 4; Disp. XXI, sez. 3.a) ci presentano Maria associata nella gloria alla scienza detta di visione, per la quale tutto ciò che è, fu e sarà davanti a Dio è presente. La sua carità non ha imperfezioni e, come il suo amore per Dio sorpassa quello di tutti gli eletti, la tenerezza di cui circonda il più piccolo, il più dimenticato e derelitto figlio di Dio, che è anche suo figlio, supera l'amore di tutte le madri concentrato sopra un figlio solo. Ci previene con le sue sollecitudini, ascolta in qualsiasi momento le umili preghiere, ci segue nelle colpevoli fughe, sostiene nelle debolezze, compatisce nei malanni del corpo e dell'anima, largisce le grazie delle quali è tesoriera. Con le parole di uno dei suoi grandi servi, diciamole dunque:

Preghiera.
O santissima Madre di Dio, che abbellisci la terra e il cielo, tu, lasciando la terra non hai abbandonato gli uomini e, se quando eri quaggiù vivevi in cielo, ora che sei in cielo dimori con noi. Veramente felici quelli che ti contemplarono e vissero con la Madre della vita! Ma, come tu abitavi in carne con gli uomini dei primi tempi, ora abiti spiritualmente con noi. Noi ascoltiamo la tua voce, la voce dì noi tutti giunge alle tue orecchie e la protezione continua con cui ci segui è prova della tua presenza. Tu ci visiti, il tuo occhio è su ciascuno di noi e, se anche non possiamo vederti, tu sei in mezzo a noi e ti mostri in modi diversi a chi è degno di vederti. La tua carne, uscita dal sepolcro, non arresta la immateriale potenza, l'attività purissima dell'anima tua, che, inseparabilmente unita allo Spirito Santo, si fa sentire dove vuole (Gv 3,8). Ricevi, o Madre di Dio, l'omaggio riconoscente della nostra allegrezza e parla dei tuoi figli a Colui, che ti ha glorificata e, con la sua potenza divina, egli accoglierà qualsiasi tua domanda. Sia egli benedetto nei secoli (san Germano di Costantinopoli: Sulla Dormitio 1).



[1]  Il responsorio Ascendit Christus e l'antifona Hodie gloriosa Virgo caelos ascendit sembrano tolte dal sermone Cogitis me, e tuttavia è certo che Pascasio Radberto non ha riprodotto, né commentato queste parti liturgiche. Sarebbero allora anteriori all'anno 850? Il Pascasio stesso afferma che egli riporta testi liturgici precedenti.
[2] Riportiamo a questo punto quanto il testo del Guéranger pone al 18 agosto, giorno quarto dell'ottava, ormai soppressa.

da: dom Prosper Guéranger, L'anno liturgico. - II. Tempo Pasquale e dopo la Pentecoste, trad. it. L. Roberti, P. Graziani e P. Suffia, Alba, 1959, p. 971-987