martedì 23 giugno 2015

Ve lo avevo detto!

 

 

Ve lo avevo detto!

 

 

di Daniele Casi
“Se l’attuale Pontefice continuerà nel modo in cui ha iniziato, dividerà la chiesa. Sta esplodendo tutto, la gente dirà che è impossibile che lui sia il Papa, e lo rifiuterà”. Era il 12 ottobre 2013 ed a dichiararlo, nel corso di una conferenza[1] a Kansas City (USA), era mons. Bernard Fellay. La luna di miele fra il mondo cattolico ed il papa argentino era però, in quel momento, un quotidiano idillio; un peana galattico; un infinito crescendo di consenso globale.
Ricordate le cronache dei vaticanisti di corte? Parlavano di chiese tornate a riempirsi, di code ai confessionali, di torme di divorziati coinvolti in nuove relazioni concubine che quasi “bussavano” alle porte dei Tabernacoli per ricevere la Santa Comunione… Le parole del Superiore Generale della FSSPX suonarono, perciò, fastidiose come non mai; per giunta, questo guastafeste “scomunicato”, osava dichiarare addirittura che: “la situazione della Chiesa è un vero e proprio disastro. E il Papa attuale la sta rendendo 10.000 volte peggiore”. Il solito Tornielli, che non perde mai l’occasione di stigmatizzare tutto ciò che giunge da Ecône e dintorni, parlò di: “un attacco frontale e durissimo contro Papa Francesco”[2].
Il tempo, si sa, è galantuomo e così, nel corso dei quasi due anni trascorsi da allora, non si contano davvero più gli episodi, le iniziative assunte, i gesti e le immagini che hanno dato sostanza a quel giudizio affatto miope e fazioso. Forse, però, mai come in questi ultimissimi giorni, è stata forte la percezione che, davvero, stia esplodendo tutto. A trasmetterne la sensazione sono stati i fatti e gli antefatti ruotati attorno alla pubblicazione della nuova Enciclica, alla manifestazione di Roma in difesa della famiglia tradizionale ed alla visita papale a Torino conclusasi da poche ore. Chi segue passo passo la vita della Chiesa è già ben informato sull’incredibile e ‘misericordiosa’ cacciata del miglior vaticanista italiano[3] dalla Sala Stampa della Santa Sede; dei contenuti, a dir poco “innovativi”, rispetto agli standard del magistero pontificio, riversati in ‘Laudato Sì’; infine della visita a Torino di Francesco con il corollario ecumenico fatto d’immancabili abbracci, baci di bibbie protestanti ed inusitate richieste di scuse agli orgogliosi eredi di quegli eretici che, per tacer del resto, tentarono varie volte di assassinare San Giovanni Bosco.
Si potrebbe obiettare: quid novi? Apparentemente nulla: siamo di fronte al consueto spettacolo del circo conciliare che va in scena da cinquant’anni giusti giusti. Anzi, a dirla tutta ci fu chi seppe far di meglio, ad esempio baciando il Corano o inscenando una solenne azione liturgica giubilare nella Basilica Vaticana per chiedere perdono a tutti, tranne che a Dio Onnipotente, dei peccati della Chiesa. A guardar bene, però, qualcosa di nuovo c’è. Si comincia ad avvertire il disagio e l’insofferenza. Trapela sempre più di frequente, non sulla bocca dei commentatori più o meno di sistema, ma su quella dei semplici fedeli; di quelli che, fino ad oggi, hanno taciuto, hanno giustificato, hanno cercato di vedere il bicchiere (di Mate) mezzo pieno e che, adesso, hanno fatto indigestione.
Riporto ad esempio, il commento pubblicato sulla sua pagina Facebook da un mio ‘contatto’, fortemente scosso dalle immagini vedute nel Tempio Valdese di Torino: “Piango per quelle Sorelle e per quei Fratelli che piangono quasi ogni giorno perché la nostra Fede e la gloriosa Storia della Chiesa vengono irrise e grossolanamente affidate al pubblico dileggio. Era tutto scritto ma non immaginavo che sarebbe avvenuto così rapidamente”. Altre lacrime, di gioia e di tristezza, potrebbero essere versate attorno alla manifestazione “Difendiamo i nostri figli” di sabato scorso a Roma. Gioia per un popolo numeroso che si è mosso per una causa sacrosanta; infinita, invece, la tristezza per la contrarietà all’evento, esplicita o sussurrata, di troppi suoi vescovi[4] (e vertici di movimenti ecclesiali) che, giustamente, sono stati disobbediti certificando, tuttavia, non solo il drammatico scollamento fra pastori e gregge su questioni di capitale importanza, ma la ormai quasi assoluta subalternità della gerarchia all’agenda mondialista.
Da tempo gira su internet un simpatico ma simbolicamente significativo ‘meme’: mons. Lefebvre vi compare in una foto ufficiale con sovrascritto: “Ve lo avevo detto!”. Sì, il Fondatore della Fraternità San Pio X più di quarant’anni fa, all’inizio della ‘Nuova Pentecoste’ aveva previsto, con sapienza e saggezza, tutto questo; così come ha fatto il suo successore, all’inizio della ‘Chiesa di Francesco’. Motus in fine velocior[5] è una massima utilizzata tante volte[6] in questi ultimi anni. Vale perciò la pena di chiederserlo davvero: quanto tempo rimane, ancora, prima dell’esplosione?

[1] http://www.sanpiox.it/public/index.php?option=com_content&view=article&id=1102:conferenza-di-mons-fellay&catid=34&Itemid=274
[2] http://vaticaninsider.lastampa.it/vaticano/dettaglio-articolo/articolo/lefebvriani-lefebvrians-lefebvrianos-28629/
[3] http://chiesaepostconcilio.blogspot.it/2015/06/sandro-magister-unaltra-vittima-della.html
[4] http://www.formiche.net/2015/06/11/perche-la-cei-ades/
[5] http://www.corrispondenzaromana.it/2013-2014-motus-in-fine-velocior/
[6]http://www.fidesetforma.com/2014/01/23/motus-fine-velocior/



http://www.sanpiox.it/public/index.php?option=com_content&view=article&id=1620:ve-lo-avevo-detto&catid=67&Itemid=83

giovedì 4 giugno 2015

Anno Santo della Misericordia; «Dio non si deride»





di Mons. Bernard Fellay












Riassunto: In una conferenza del 20 gennaio 2015, il Cardinal Maradiaga considera che la misericordia deve ispirare uno nuovo spirito alle riforme introdotte dal concilio Vaticano II, per aprire la Chiesa al mondo di oggi.  Così strumentalizzata, la misericordia è separata dal pentimento delle colpe; essa non sembra più che uno sguardo condiscendente al peccatore ed al suo peccato.
In vista del prossimo Anno santo, bisogna operare un discernimento serio tra questa misericordia mozza e la misericordia integra che invita pienamente alla conversione, al rifiuto del peccato.  Le nostre preghiere e le nostre penitenze, durante quest’anno, devono essere una risposta alla richiesta del Cuore doloroso ed immacolato di Maria a Fatima, di cui celebreremo il centenario delle apparizioni nel 2017.
Cari amici e benefattori,
non è necessario dilungarsi troppo per constatare lo stato della crisi in cui versa la nostra Santa Madre Chiesa. Tuttavia, in questi ultimi tempi, un certo numero di preoccupanti indizi ci spingono a pensare che entriamo in una fase ancora più intensa di turbamento e di confusione. La perdita di unità della Chiesa è sempre più evidente, sia riguardo alla fede e ai costumi sia riguardo alla liturgia ed al governo, e non è azzardato presagire un periodo molto difficile davanti a noi. A meno di un miracolo, c’è da temere un tempo in cui le anime saranno sempre più abbandonate a se stesse, non trovando più un appoggio – pure tanto necessario – da parte della gerarchia nel suo insieme.

Una nuova misericordia in aiuto alle riforme conciliari

Tra i vari esempi, per illustrare il nostro ragionamento, è stata tenuta una conferenza da parte del Cardinale Oscar Andres Rodriguez Maradiaga, coordinatore del gruppo dei cardinali ai quali Papa Francesco ha affidato la riflessione sulla riforma della Curia romana. Questa conferenza, tenuta il 20 gennaio 2015 all'università Santa Clara, in California, ha il merito di offrire un esempio della visione che guida i più intimi consiglieri del Papa. Una prima idea è che quest’ultimo intende realizzare le sue riforme – e con ciò dobbiamo intendere l’insieme delle riforme intraprese a partire dal Vaticano II – in modo tale che divengano irreversibili. Tale volontà di non tornare mai più indietro si trova d’altronde espressa in altri passi della medesima conferenza.
Tuttavia le riforme già realizzate sono in pericolo, riconosce il cardinale onduregno, poiché hanno provocato una grave crisi nella Chiesa. Il motivo è che ogni riforma deve essere animata da uno spirito, che ne costituisce l’anima. Ora le riforme conciliari non hanno rispettato questo principio. Al contrario, si sono realizzate, ci dice, lasciando intatto il vecchio spirito, lo spirito tradizionale, cosa che ha prodotto il risultato che queste riforme in parte non sono state comprese, e non sono state affatto seguite dagli effetti attesi, fino a provocare una specie di schizofrenia nella Chiesa. Il Cardinale Rodriguez Maradiaga afferma che tuttavia non si deve tornare indietro. Ma, secondo lui, resta da imprimere uno spirito corrispondente alle riforme, per motivarle, per dinamizzarle. Questo spirito, è la misericordia. E giustamente, il Papa ha appena annunciato un Anno santo della Misericordia...

La vera misericordia secondo il Sacro Cuore

Di che si tratta esattamente? In sé, la misericordia è una parola cara al cuore di ogni cattolico, perché esprime la manifestazione più toccante dell’amore di Dio verso di noi. Nei secoli scorsi, le apparizioni del Sacro Cuore non sono state altro che una rivelazione più intensa di tale misericordia di Dio verso gli uomini. Si deve dire la stessa cosa riguardo alla devozione al Cuore doloroso e immacolato di Maria. Tuttavia la vera misericordia, che implica quel primo movimento estremamente toccante di Dio verso il peccatore e la sua miseria, continua con un movimento di conversione della creatura verso Dio: «Dio non vuole la morte del peccatore, ma che si converta e viva» (Lc 13, 5). Questo richiamo alla conversione, è la base del Vangelo, che troviamo tanto in san Giovanni Battista quanto in san Pietro. Quando i peccatori, colpiti dalla predicazione, chiedono cosa debbano fare, non odono che questa voce: «convertitevi, e fate penitenza». La santa Vergine nelle apparizioni di questi ultimi secoli, a La Salette come a Lourdes o Fatima, non dice altro: «preghiera e penitenza».
Ora i nuovi predicatori di una nuova misericordia insistono talmente sul primo passo fatto da Dio verso gli uomini perduti dal peccato, dall’ignoranza, dalla miseria, da omettere troppo spesso questo secondo movimento che deve provenire dalla creatura: il pentimento, la conversione, il rifiuto del peccato. Alla fine la nuova misericordia non è altro che uno sguardo compassionevole sul peccato. Dio vi ama... in ogni caso.

La nuova misericordia separata dal pentimento

Gli esempi di misericordia forniti dal Cardinale Maradiaga sfortunatamente non lasciano nessun posto al dubbio. Egli afferma così il posto totale e intero nella vita della Chiesa dei cristiani che hanno rotto il loro matrimonio ed hanno fondato una famiglia “ricomposta”. Niente di più... e annuncia perfino un paradiso uguale a quello dei santi per quelli che hanno lasciato la Chiesa mentre si trovavano in situazione di peccato.  Ovviamente rimprovera ai ministri di aver espresso la loro disapprovazione a quei poveri peccatori... Ecco la nuova misericordia, la nuova spiritualità che deve fissare per sempre le riforme delle istituzioni e dei costumi della Chiesa, sia quelle già realizzate dal Concilio, sia le nuove programmate attualmente! Ciò è gravissimo. Ma può anche aiutarci a capire perché siamo tanto contrari a quello che chiamano “spirito del Concilio”. Infatti è in nome di questo nuovo spirito che sono state introdotte le riforme, uno spirito che non certamente non è tradizionale. Noi diciamo che questo spirito ha rovinato tutto nel Concilio, anche le parti che si potrebbero intendere in modo cattolico... Questo spirito è un adattamento al mondo, è uno sguardo di condiscendenza per le sue cadute, le sue tentazioni, in nome della bontà, della misericordia, dell’amore. Così, per esempio, non si dice più che le altre religioni sono false, affermazione che pure è quella del magistero di ogni tempo. Non s’insegnano più i pericoli del mondo, e perfino il diavolo è quasi scomparso totalmente dal vocabolario ecclesiastico da cinquant’anni. Questo spirito spiega le sofferenze attuali della Chiesa nostra Madre la cui autorità si affievolisce malgrado le aperture al mondo, che perde ogni giorno nuovi membri, sacerdoti, e che vede diminuire la sua influenza sulla società contemporanea. L’Irlanda un tempo così cattolica, dove è appena stato legalizzato il “matrimonio” tra persone dello stesso sesso, ne è un esempio doloroso.
Si può troncare la misericordia, separarla da una necessaria penitenza, come fa il Cardinale Maradiaga, con lo scopo dichiarato di ridare un nuovo spirito alle riforme conciliari, in rottura con lo spirito tradizionale? Certo che no! È interprete del pensiero di Papa Francesco in questa conferenza pronunciata tre mesi prima della bolla d'indizione dell'Anno santo? È molto difficile saperlo per quanto sono contraddittori i messaggi provenienti da Roma, da due anni, come riconoscono in privato certi cardinali e apertamente molti vaticanisti.

Saper discernere tra misericordia tronca e misericordia intera.

Dovremo dunque privarci delle grazie di un Anno santo? Al contrario. Quando le fonti della grazia sono spalancate, dobbiamo riceverla in abbondanza! Un Anno santo è una grande grazia per tutti i membri della Chiesa. Viviamo quindi della vera misericordia, come ci insegnano tutte le pagine del Vangelo e della liturgia tradizionale. Conformemente al “discernimento preliminare”(1) sul quale Mons. Lefebvre ha fondato la condotta della Fraternità San Pio X, in questi tempi di confusione, respingiamo una misericordia tronca e viviamo pienamente la misericordia intera.
Una parola che incontriamo così spesso e che ovviamente deve trovarsi sulla nostra bocca è miserere. Questa parola indica, da parte nostra, il riconoscimento della nostra miseria, poi l'appello alla misericordia di Dio. La coscienza della nostra miseria ci fa chiedere perdono, ci riempie di contrizione, e si accompagna alla volontà di non peccare più. Il vero amore che ispira questo movimento ci fa comprendere la necessità di riparare per i nostri peccati. Da cui il sacrificio espiatorio e satisfattorio. Questi diversi movimenti sono necessari per la conversione che ottiene il perdono dal Dio di misericordia, che – in verità – non vuole la morte del peccatore, ma che si converta e viva. La pretesa della felicità eterna è completamente illusoria in colui che non vuole rompere con le sue abitudini di peccare, che non vuole seriamente fuggire le occasioni di cadere, né prendere la risoluzione di non ricominciare più.
Predicare una misericordia senza la necessaria conversione dei poveri peccatori sarebbe un messaggio vuoto di significato per il cielo, una trappola diabolica che tranquillizzerebbe il mondo nella sua follia e nella a sua ribellione sempre più aperta contro Dio. Mentre invece il cielo è formale: «Dio non si deride» (Gal. 6,7). La vita degli uomini nel mondo di oggi chiama la collera di Dio da ogni dove. Il massacro degli innocenti nel ventre della madre, a milioni, la legalizzazione delle unioni contro natura, l’eutanasia, sono altrettanti crimini che gridano contro il cielo, senza parlare di ogni tipo d’ingiustizia...
La misericordia secondo il Cuore doloroso e immacolato di Maria

Prendiamo sul serio questo appello alla misericordia, ma come gli abitanti di Ninive! Andiamo alla ricerca delle pecore smarrite, preghiamo per la conversione delle anime, pratichiamo per quanto possibile tutte le opere di misericordia, materiali ma soprattutto spirituali, perché sono quelle che mancano di più.
Se la Madonna ha potuto dire, più di un secolo fa, che faceva tanta fatica a trattenere il braccio vendicatore del proprio Figlio... che direbbe oggi?
Quanto a noi, cari fedeli, dobbiamo approfittare di questo Anno santo per domandare al Dio di misericordia una conversione sempre più profonda nella santità, implorare le sue grazie ed il perdono della sua misericordia infinita. Prepareremo il centenario delle apparizioni della Madonna di Fatima praticando e propagando con tutte le nostre forze la devozione al suo Cuore doloroso ed immacolato, come ha richiesto. Supplicheremo ancora e sempre che le sue richieste, in particolare la consacrazione della Russia, siano finalmente ascoltate come si deve. Non c’è alcuna opposizione tra questi pensieri rivolti a Maria e l’Anno santo, al contrario! Non separiamo ciò che Dio vuole vedere unito: i due Cuori di Gesù e di Maria, come ha spiegato Nostro Signore a Suor Lucia di Fatima.
Ogni distretto della Fraternità vi comunicherà le opere particolari da praticare per beneficiare di tutte le grazie che la Misericordia divina ci concederà in questo Anno santo.
E così apporteremo nel miglior modo possibile la nostra collaborazione alla volontà misericordiosa di Dio di salvare tutti gli uomini di buona volontà.

Il Signore Nostro si degni di benedirvi per la vostra generosità e, in questo giorno di Pentecoste, vi conceda le sue abbondanti grazie di fede e di carità.


+ Bernard Fellay
(1) «Praticamente la nostra attitudine deve fondarsi su un discernimento preliminare, reso necessario da queste circostanze straordinarie di un Papa vinto dal liberalismo. Tale discernimento, eccolo: quando il Papa dice qualcosa che è conforme alla tradizione, noi lo seguiamo; quando dice qualcosa che va contro la nostra fede, o che lo incoraggia, o lascia fare qualcosa che nuoce alla nostra fede, alloro noi non possiamo seguirlo! Questo per la ragione fondamentale che la Chiesa, il Papa, la gerarchia sono al servizio della fede. Non sono essi la fede, devono servirla. La fede non si fa, essa è immutabile, essa si trasmette». Mons. Lefebvre, Ils l’ont découronné, Clovis, 2009, p. 259.

 Fonte: DICI