giovedì 27 novembre 2014

Per lottare con energia dobbiamo saper “odiare cristianamente”

Per lottare con energia dobbiamo saper “odiare cristianamente”


Segnalazione di Gianni Toffali



di don Davide Albertario*

Davide_Albertario“Odiare? Per lottare con energia dobbiamo odiare il nemico, odiarlo di un odio razionale, frutto della cognizione intima che di lui c’è d’uopo, odiare cordialmente, odiare con tutte le forze dello spirito, odiare sempre, odiare con lo scritto, coi fatti, colle parole, odiare in modo tale che l’odio divenga natura nostra e tutti la veggano, la sentano, l’imitino o la temano, odiare come in cielo si odia il peccato, odiare tanto che l’odio al liberalismo uguagli l’amore alla Fede e a Dio, odiare per armarci del fulmine di San Michele, degli anatemi della Chiesa, del “maledicti” dell’eterno Giudice. Troppo forse quest’odio? Vi ripugna il cuore? Odiamo dunque il liberalismo se vogliamo rifuggire dalla conciliazioni. Se la pugna ha da essere combattuta, l’odio ci darà la vittoria, perchè l’odio ci farà temuti, formidabili. Odiamo il peccato del secolo odierno, se pur desideriamo la conversione del peccatore, odiamo se bramiamo che il cuor nostro, proclive alla dolcezza e alla carità, possa trovare soddisfazione e contento nella salvezza di un liberale (metteteci laicista, modernista…) che tutti desideriamo ed invochiamo!”  Il Cattolicesimo è la religione dell’amore, l’amore per la verità, per Cristo, ma è anche la religione dell’odio per il male,  per la menzogna, per la  dittatura del diavolo, un odio di opposizione, non di malevolenza, come quello di chi vuol distruggere una persona perché non gli piace, perché non la pensa come vuole lui). Questo odio di opposizione è virtù.



*Don Albertario, prete anticonciliatorista dell’Ottocento, nemico della rivoluzione sabauda e garibaldina.

 Può suonare male, ma ha ragione da vendere!!!

martedì 18 novembre 2014

Il "martirio bianco" dei cattolici fedeli alla Tradizione

Il "martirio bianco" dei cattolici fedeli alla Tradizione 

 

 

Il 24 gennaio 2010, l'allora Mons. Raymond Leo Burke (non era ancora stato creato Cardinale), celebrò il Santo Sacrificio della Messa presso la parrocchia di San Sebastiano, ad Artallo (Imperia). Nella splendida Omelia esaltò il martirio di San Sebastiano, il quale preferì la morte anziché tradire il Redentore Divino. Burke tra l'altro disse: "Noi oggi ci troviamo in una situazione molto simile a quella di San Sebastiano. Non è che noi ci confrontiamo con una persecuzione sanguinosa della Chiesa di Cristo, ma certamente affrontiamo una forza terribile di secolarizzazione che ci indurrebbe a tradire Cristo e il nostro amore verso di Lui. Ogni giorno nei vari settori della nostra vita e specialmente con i mezzi della comunicazione, il mondo ci offre una falsa liberazione passeggera, che in verità è una schiavitù, in cambio della vera libertà che conseguiamo per l’obbedienza alla volontà di Dio, ai Suoi comandamenti, cioè per la sequela fedele e generosa di Cristo."
Oggi appare ancora più evidente la persecuzione che subiscono i cattolici rimasti fedeli al Magistero perenne delle Chiesa. Ma il grande vescovo americano ci ricorda la consolante promessa di Gesù: "Beati voi quando gli uomini vi odieranno e quando vi metteranno al bando e v’insulteranno e respingeranno il vostro nome come scellerato a causa del Figlio dell’uomo. Rallegratevi in quel giorno ed esultate, perché, ecco, la vostra ricompensa è grande nei cieli".
Ecco il testo integrale dell'Omelia:
Sia lodato Gesù Cristo. 

San Sebastiano, l’amatissimo patrono della vostra Parrocchia, è uno dei più venerati Santi della Chiesa. Egli continua, come ha fatto nella sua breve vita, a condurre gli altri a Cristo, nostro unico Salvatore. Egli ha scelto la professione di soldato nelle legioni dell’Imperatore romano non per il suo proprio interesse, ma per un solo scopo, cioè per aiutare i confessori e martiri, i membri della Chiesa perseguitati per la loro fedeltà a Cristo. La testimonianza della sua vita e i favori straordinari concessi dal Signore per le mani di San Sebastiano, hanno dato coraggio e forza ai fratelli cristiani sotto persecuzione e, in più, hanno attratto molti a diventare cristiani, membri della Chiesa. Quando la persecuzione della Chiesa a Roma diventava più feroce, San Sebastiano, per volontà del Romano Pontefice, è rimasto al suo posto dando incoraggiamento e sostegno a quelli arrestati e soggetti a varie forme di tortura perché rifiutavano di tradire il loro amore per Cristo. Avendo aiutato tanti fratelli ad essere fedeli fino alla morte, come martiri, San Sebastiano stesso è stato arrestato e condannato a morte. Dopo il suo martirio, i pii cristiani hanno cercato il suo corpo e lo hanno seppellito nelle catacombe che oggi portano il suo nome. Nelle Catacombe di San Sebastiano il nostro patrono continua a condurre pellegrini a Cristo e a manifestare a loro i segni dell’amore misericordioso del Signore.

Nella Lettera agli Ebrei, il Signore ci insegna che i Suoi fedeli amici, come i grandi profeti dell’Antico Testamento, per la loro fede “Conquistarono regni, esercitarono la giustizia, conseguirono le promesse, chiusero le fauci dei leoni, spensero la violenza del fuoco, scamparono al taglio della spada, trassero forza dalla loro debolezza, divennero forti in guerra, respinsero invasioni di stranieri” ( Eb. 11, 33-34). Il Signore ci insegna che i Suoi amici rifiutarono una liberazione passeggera, offerta a loro in questo mondo, “per ottenere una migliore risurrezione” nel mondo che verrà ( Eb. 11, 35). Seguendo l’esempio dei grandi amici del Signore, che hanno fedelmente ed eroicamente aspettato l’adempimento delle Sue promesse, San Sebastiano erede della salvezza promessa per i profeti, ha rifiutato una liberazione materiale per conservare la sua libertà di coscienza e conseguire la liberazione perfetta ed eterna nel Regno dei Cieli. Nella vita di San Sebastiano vediamo la verità dell’insegnamento del Signore: Beati voi quando gli uomini vi odieranno e quando vi metteranno al bando e v’insulteranno e respingeranno il vostro nome come scellerato a causa del Figlio dell’uomo. Rallegratevi in quel giorno ed esultate, perché, ecco, la vostra ricompensa è grande nei cieli. Allo stesso modo infatti facevano i loro padri con i profeti (Lc. 6, 22-23).

San Sebastiano ha sofferto la passione e morte di martire per il suo fedele amore del Signore. I nemici del Signore hanno pensato di distruggere San Sebastiano e la Chiesa, Corpo Mistico di Cristo. Invece, il Signore ha dato a lui la grazia della vita eterna, la grazia di partecipare nella risurrezione alla vita nella Comunione dei Santi nei cieli. Così, San Sebastiano rimane vivo nella Chiesa, continuando ad attrarci a Cristo e ad intercedere incessantemente per le nostre intenzioni.

Noi oggi ci troviamo in una situazione molto simile a quella di San Sebastiano. Non è che noi ci confrontiamo con una persecuzione sanguinosa della Chiesa di Cristo, ma certamente affrontiamo una forza terribile di secolarizzazione che ci indurrebbe a tradire Cristo e il nostro amore verso di Lui. Ogni giorno nei vari settori della nostra vita e specialmente con i mezzi della comunicazione, il mondo ci offre una falsa liberazione passeggera, che in verità è una schiavitù, in cambio della vera libertà che conseguiamo per l’obbedienza alla volontà di Dio, ai Suoi comandamenti, cioè per la sequela fedele e generosa di Cristo. La persecuzione della Chiesa oggi, se non è sanguinosa, non è meno pericolosa, perché trasforma la società cristiana in un popolo alienato da Dio e dalle fonti della vita eterna, specialmente la sana dottrina e i Sacramenti, che Dio ci offre incessantemente e senza limiti nella Chiesa. Nella situazione della secolarizzazione della società dobbiamo pregare per intercessione di San Sebastiano per la grazia che sia dato incoraggiamento e sostegno ai nostri fratelli nella Chiesa, perché rimangano fedeli nell’amore di Cristo e così adempiano la nuova evangelizzazione del nostro mondo. Il santo patrono ci da un esempio da seguire, essendo coraggiosi noi stessi ed aiutando i fratelli ad essere coraggiosi.

In modo speciale preghiamo oggi per la vostra Parrocchia di San Sebastiano come una grande famiglia di famiglie cristiane, perché tutte le case trovino l’aiuto in parrocchia per essere veri santuari di Dio, case nelle quali l’amore di Cristo anima tutti e si estende ai vicini e a tutti i fratelli della comunità più estesa. Nel mondo di oggi c’è una grande sete di Cristo e della libertà che Egli solo ci offre. Nelle case cristiane e nella parrocchia i nostri fratelli devono trovare le fonti di acqua viva, le fonti di grazia divina, le fonti del Magistero della Chiesa e dei Sacramenti, specialmente, la Penitenza e la Santa Eucaristia, che osso estinguere la sete spirituale di un mondo secolarizzato. Preghiamo perché voi parrocchiani cresciate nell’amore di Cristo e portiate questo amore in ogni settore della vostra attività quotidiana. Che San Sebastiano interceda per voi perché seguiate il suo esempio nel difendere e sostenere la vita della Chiesa contro tutto quanto può farla venir meno. 

Adesso eleviamo i nostri cuori, per il Sacrificio Eucaristico, al glorioso Cuore trafitto di Gesù, aperto dalla lancia del centurione, e sempre pronto ad accoglierci affinché, nell’incontro col Signore Eucaristico, possiamo essere fortificati per divenire, con San Sebastiano, una fonte viva di incoraggiamento e sostegno nella sequela di Cristo per i nostri fratelli. Uniti interiormente al Cuore Eucaristico di Cristo, diventiamo con Cristo, come San Sebastiano, un’oblazione di puro e gratuito amore per i nostri fratelli. E’ nel Cuore Eucaristico di Cristo che troviamo l’ispirazione e la forza per essere, con San Sebastiano, forti e affidabili testimoni di Cristo e della Sua Chiesa, e così le vostre case e la vostra parrocchia diventeranno centri della nuova evangelizzazione, della trasformazione della nostra società secondi il Cuore di Cristo.

Cuore di Gesù, fonte di vita e di santità, 
abbi pietà di noi; Cuore Immacolato di Maria, prega per noi;
San Giuseppe, prega per noi;
San Sebastiano, martire, prega per noi.


 

domenica 16 novembre 2014

"Commenti Eleison" di Mons. Williamson: Una storia interna - V



Commenti Eleison di Sua Eccellenza Richard Williamson




Numero CCCLXXXIII (383)                              15 novembre, 2014


Tre buoni giovani furono spazzati via nella gelida morte.
Ubbidiamo alla Madonna fino al nostro ultimo respiro.


Una storia interna - V

Quando i piani a lungo fissati da Mons. Fellay per salvare la Fraternità San Pio X e la Chiesa per mezzo della loro riconciliazione, che mescolava la Tradizione col Concilio, furono spazzati via nel gennaio 2009 dalla piena prodotta dalla pubblicità mondiale data alla veduta del tutto “politicamente scorretta” di un collega della FSSPX, si sarebbe potuto simpatizzare con lui, se tale mescolanza non fosse un sogno impossibile. Ma in effetti la religione cattolica di Dio si mescola con la sua imitazione conciliare, “frutto del lavoro dell’uomo”, come l’olio si mescola all’acqua o la verità alla menzogna. I cattolici che risalgono con la memoria al 1988, ricorderanno come Mons. Lefebvre sosteneva che per la FSSPX un tale tentativo equivaleva ad una “operazione suicidio”, suicidio innanzi tutto per la FSSPX, ma anche per qualunque cosa avesse potuto fare la FSSPX per la Chiesa Universale.

Di conseguenza, i cattolici avvertiti tirarono un gran sospiro di sollievo quando in quel mese la Provvidenza utilizzò i nemici della Chiesa, con i loro media mondiali, per silurare gli sforzi congiunti di Benedetto XVI e di Mons. Fellay tesi a fondere Concilio e Tradizione. E questi cattolici hanno potuto avere dalla Provvidenza una drammatica ma discreta conferma che pensavano correttamente.

L’”accantonamento” operato da Benedetto XVI delle “scomuniche” del 1988 dei quattro vescovi della FSSPX, decretate da Roma subito dopo la loro consacrazione, fu direttamente attribuito da Mons. Fellay, in pubblico, all’intervento della Madonna, grazie alla seconda Crociata del Rosario della FSSPX della fine del 2008. Eppure la Madonna, attraverso la sua messaggera, aveva detto ai primi dello stesso anno che se la Crociata quella volta non fosse stata dedicata alla Consacrazione della Russia, Lei avrebbe usato i rosari per qualche altro scopo. Se questi messaggi sono veri, il Cielo non può aver preso troppo alla leggera l’essere stato manipolato a favore della politica ecclesiastica nella celebrazione del Giubileo fatta dalla FSSPX a Lourdes nell’ottobre 2008.

In ogni caso, quando l’11 febbraio 2009, tre settimane dopo l’”accantonamento”, i seminaristi della casa-madre della FSSPX a Ecône, in Svizzera, stavano facendo un’escursione ricreativa nelle montagne vicine, tre di loro furono travolti da una valanga, spinti e annegati in un lago ghiacciato della montagna. Cos’è l’11 febbraio? La Festa della Madonna di Lourdes.

Mera coincidenza? O il Cielo che parlava attraverso gli accadimenti, con una corrispondenza di più tra la storia interna di questi messaggi e la storia esterna delle due prime Crociate del Rosario? I lettori potranno giudicare da sé. Se sono convinti che la neo-Fraternità è sulla strada giusta quando cerca l’approvazione ufficiale della neo-Chiesa, non avranno alcuna difficoltà a respingere questa serie di messaggi supposti venienti dal Cielo come un’ulteriore “rivelazione privata” indegna di seria considerazione. Se invece ritengono che la neo-Fraternità e la neo-Chiesa stiano percorrendo una strada sbagliata, allora ecco che, essendo il mondo sull’orlo di un disastro inimmaginabile per aver trascurato la Consacrazione della Russia, è ragionevole che la Madonna abbia fatto un altro tentativo per ottenere questa Consacrazione attraverso le preghiere promosse dalla FSSPX.

Non che la FSSPX sia la salvezza della Chiesa, ma se le sue preghiere fossero state dirette correttamente, come aveva detto la Madonna alla sua messaggera, allora Lei avrebbe potuto ottenere da suo Figlio le grazie necessarie per far sì che tale Consacrazione potesse salvare sia la FSSPX sia la Chiesa e il mondo. Adesso è inutile “piangere sul latte versato”. È utile invece praticare la devozione dei Primi Sabati, specialmente per amore della Madonna. Lei non cesserà di provare a salvarci.

                                                                                                                             Kyrie eleison.                                                                                               




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domenica 9 novembre 2014

"Commenti Eleison" di Mons. Williamson: Una storia interna - IV



Commenti Eleison di Sua Eccellenza Richard Williamson




Numero CCCLXXXII (382)                              08 novembre, 2014


Una storia interna – IV

I piani romani del Vescovo erano a buon punto
Quando intervenne la Provvidenza e li bloccò.

E così arriviamo al culmine della storia interna relativa agli eventi esterni delle Crociate del Rosario della Fraternità San Pio X, di sei anni fa. Mons. Fellay, sceglierà la soluzione del Cielo alla crisi della Chiesa e del mondo, confidando nella promessa della Madonna a Fatima della conversione della Russia e di un ‘periodo di pace’ se solo la Russia sarà consacrata al Suo Cuore Immacolato? O sceglierà la soluzione umana dei colloqui con Roma per imbastire una sintesi fra la Tradizione (2 + 2 = 4) e il Concilio (2 + 2 = 4 o 5)?
Possiamo essere certi che non è così che il Diavolo ha presentato la scelta al Vescovo, specialmente quando nel giugno 2008 i Romani tornarono alla carica.

In quel mese il Vaticano venne a conoscenza della possibile Crociata del Rosario per la Consacrazione della Russia, attraverso una lettera che la stessa messaggera della Madonna indirizzò a Papa Benedetto XVI, invocando la sua benedizione su tale tentativo. Il Vaticano prese la lettera seriamente. Il Cardinale Darío Castrillón Hoyos ordinò a Mons. Fellay di tornare direttamente a Roma dalle Hawaii, dove Sua Eccellenza si era recato per amministrare il sacramento della Cresima. Il 4 giugno, il Cardinale Castrillón con un gruppo di diversi prelati romani minacciò Mons. Fellay che se avesse indetto una Crociata del Rosario per la Consacrazione della Russia, Roma avrebbe chiuso la porta ad eventuali futuri colloqui, e avrebbe rimesso in essere le “scomuniche” dormienti che per il momento erano state rese inoperanti. Nello stesso tempo il Vaticano cercò di imporre a Mons. Fellay l’“Ultimatum”, o le cinque condizioni necessarie per qualsiasi colloquio.

Così, sotto questa pressione romana, Mons. Fellay, ai primi dell’autunno del 2008, non aveva ancora preso la decisione di fare come aveva chiesto la Madonna, nonostante le sue ripetute richieste, e infatti il 5 ottobre 2008, nonostante i suoi avvertimenti diretti, scelse di applicare alla seconda Crociata del Rosario, fissata dall’1 novembre fino a Natale, l’intenzione della revoca delle “scomuniche” del 1988. Lo stesso giorno Nostro Signore manifestò la Sua ira alla messaggera della Madonna, con una visione di come la Sua mano si sarebbe abbattuta per distruggere la FSSPX, riferendosi ai suoi componenti come “farisei e ipocriti”, e dicendo: “Io non posso più sopportarli”. Ma nel momento stesso in cui la mano di Nostro Signore stava per abbattersi, la messaggera vide la Beata Vergine Maria intercedere a favore della Fraternità, implorando pietà e dicendo: “Ricorda la debolezza degli uomini.” La messaggera vide poi l’ira di Nostro Signore cedere immediatamente il posto alla Sua misericordia.

Ma l’intenzione del vescovo era ormai fissata. Tre settimane più tardi, il 26 ottobre, alla Messa Pontificale di chiusura del pellegrinaggio della Fraternità a Lourdes per il 150° Giubileo delle apparizioni della Madonna a Lourdes, proseguì con l’annuncio che la seconda Crociata del Rosario sarebbe stata dedicata alla revoca delle “scomuniche” di 1988. Il 16 dicembre, egli scrisse privatamente al Papa, come richiesto da Benedetto XVI, la lettera con la quale chiedeva al Papa stesso la revoca delle “scomuniche” del 1988. Il 24 gennaio del 2009, queste furono parzialmente revocate da Roma. Mons. Fellay attribuì la cosa direttamente all’intervento della Beata Vergine Maria, e deve aver esultato per questo apparente trionfo della sua paziente diplomazia.

Ma, ahimè, il suo trionfo fu di breve durata, perché entro pochi giorni i nemici della Tradizione cattolica tirarono fuori, nei loro media del mondo intero, un siluro perfettamente diretto a far esplodere la minacciosa riunione del Papa cattolico con la Tradizione cattolica. Quando vennero resi pubblici i sei minuti di filmato dell’1 novembre, in cui un Vescovo della FSSPX avanzava seri dubbi sull’‘olocausto’ e sulle ‘camere a gas’ della Seconda Guerra Mondiale, Benedetto XVI dovette correre ai ripari per pararsi dall’accusa mortale di accordo con gli “antisemiti”.
L’accordo FSSPX-Roma venne bloccato, per almeno un paio di anni.

(da concludere)
                                                                                                                             Kyrie eleison.              




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giovedì 6 novembre 2014

PURGATORIO: Non si scherza!



In pratica, le anime perfette vanno direttamente in Paradiso; le anime imperfette invece (cioè le anime buone, ma con delle macchie non ancora pienamente purificate) vanno in Purgatorio, per essere purificate e rese perfette. Anche in Purgatorio ci sono infiniti livelli, come per il Paradiso e l’Inferno: si va da un Purgatorio relativamente lieve e che dura pochissimo o poco tempo, a un Purgatorio più severo e lungo (vari decenni o secoli, per dirlo nel nostro linguaggio legato al tempo), fino all’ultimo stadio del Purgatorio, che è praticamente indistinguibile dall’Inferno quanto alla gravità dei tormenti e inoltre, in certi casi estremi, potrà durare persino fino alla fine del mondo.
Ad ogni modo va detto che le pene del Purgatorio sono comunque molto, molto, molto dolorose, anche nei livelli più elevati, dove vengono purificate anime già quasi sante. A giudizio di parecchi teologi, persino la più piccolapena del Purgatorio è più dolorosa della più grande sofferenza che sia possibile patire mentre siamo ancora sulla terra. Se noi sapessimo veramente quanto sono dolorose le pene del Purgatorio, di certo staremmo più attenti a non commettere peccati veniali e tantomeno mortali, anche se poi corressimo subito a confessarci. Infatti anche i peccati che adesso ci sembrano bazzecole e di cui quasi non ci accorgiamo, come ad esempio la mormorazione verso gli altri, un risentimento coltivato più o meno a lungo nel nostro animo, i giudizi, le piccole vanità o permalosità o pigrizie o impazienze, potremmo doverli pagare a caro prezzo in Purgatorio, così come le nostre omissioni o la nostra poca preghiera. Ci conviene davvero purificarci il più possibile quaggiù sulla terra: qui, tra l’altro, le sofferenze che patiamo hanno un valore meritorio e soddisfattorio che le rende particolarmente preziose, in quanto le possiamo accettare liberamente, offrendole a Dio perché le accolga.
I castighi del Purgatorio (come anche quelli dell’Inferno) sono per così dire duplici, in quanto si distinguono in pena del senso e pena del danno. La pena del senso consiste nelle diverse afflizioni positive con cui l’anima viene tormentata, afflizioni che sono di diverso genere secondo una logica di contrappasso per le diverse categorie di peccati commessi in vita. Benché si tratti di afflizioni atroci, la pena del senso è poca cosa se messa a confronto con la pena del danno, che è la vera essenza del Purgatorio. La pena del danno consiste nel fatto di non poter ancora vedere e possedere Dio, quel Dio che tutte le anime purganti ora amano con intensità struggente. Esse, infatti, sono rese consapevoli della vanità di ogni cosa creata e della propria totale dipendenza dal Creatore, al di fuori del quale nulla è degno di essere desiderato. Il vuoto e il dolore causato in loro dal mancato possesso di Dio, anche se temporaneo, è quindi lancinante e indicibile.
In compenso, tutte le anime del Purgatorio, anche quelle che stanno più “in basso” e dunque soffrono di più, sono pienamente rassegnate alla volontà di Dio e anzi si sottomettono volentieri alle loro sofferenze, perché vedono bene che le hanno meritate e che, grazie ad esse, si rendono sempre più degne dell’ingresso definitivo in Paradiso. Le anime del Purgatorio hanno la grandissima gioia di essere assolutamente certe della loro salvezza eterna, e anche di sapere che non potranno mai più offendere Dio nemmeno con il più piccolo peccato veniale. Almeno in questo dovremmo invidiarle!



“Ogni minima pena del Purgatorio è più grave della massima pena nel mondo. Tanto differisce la pena del fuoco del Purgatorio dal nostro fuoco, quanto il nostro fuoco differisce da quello dipinto.”.
(San Tommaso d’Aquino).


La mia vocazione religiosa e sacerdotale è una grazia immensa che attribuisco alla mia quotidiana preghiera per le anime del Purgatorio, che ancor bambino imparai da mia madre”.
(Beato Angelo D’Acri).


“ Dopo la morte, sono rare le anime che vanno direttamente in Paradiso: la moltitudine delle altre che muoiono in grazia di Dio deve essere purificata dalle pene acerbissime del Purgatorio”.
(San Roberto Bellarmino)


“Per la strada, nei ritagli di tempo prego sempre per le anime del Purgatorio. Queste sante anime con la loro intercessione mi hanno salvato da tanti pericoli dell’anima e del corpo”.
(San Leonardo da Porto Maurizio).


“Quando voglio ottenere qualche grazia da Dio ricorro alle anime del Purgatorio e sento di essere esaudita per la loro intercessione”.
(Santa Caterina da Bologna).


“Il Signore dispone che tante anime facciano il loro Purgatorio in terra e fra noi, sia per istruzione dei vivi, sia a suffragio dei defunti”.
(San Tommaso d’Aquino)


�Il dogma cattolico del Purgatorio suppone l’immortalità dell’anima umana e l’esistenza, per quest’anima, d’un'altra vita, dopo che la morte l’ha separata dal suo corpo. (Quella dell’immortalità dell’anima) è una verità d’ordine razionale, confermata dalla rivelazione cristiana: verità fondamentale, base dell’ordine morale, che il materialismo cerca invano di oscurare con i suoi sofismi”.
(Marti Jugie, Le Purgatoire, I,1,1).


“Non ho mai chiesto grazie alle anime del Purgatorio senza essere esaudita. Anzi, quelle che non ho potuto ottenere dagli spiriti celesti le ho ottenute per intercessione delle anime del Purgatorio”.
(Santa Teresa d’Avila).


“Ogni giorno ascolto la Santa Messa per le anime sante del Purgatorio; a questa pia consuetudine debbo tante grazie che continuamente ricevo per me e per i miei amici”.
(Santa Contardo Ferrni).


“Un giorno, mentre andavo a comunicarmi, vidi, con gli occhi dell’anima, ma più chiaramente che con quelli del corpo, due demoni di aspetto abominevole, che sembravano stringere fra le corna la gola del povero sacerdote. Mentre questi veniva a porgermi l’Ostia che teneva in mano, vidi in essa il mio Signore con (immensa) maestà. Compresi che quell’anima era in peccato mortale: le sue mani erano quelle di un peccatore. Che orrore, Signore mio, vedere la tua ineffabile bellezza in mezzo a Figure così abominevoli! I demoni stavano innanzi a te come impauriti e tremanti; e ben si vedeva che, se tu l’avessi permesso, sarebbero fuggiti volentieri. Ne ebbi tale turbamento, che non so come sia riuscita a comunicarmi, senza dire del timore che poi mi prese circa l’origine della visione, per credere che Dio, se era da lui, non mi avrebbe permesso di vedere la condizione di quel suo ministro. Ma egli mi disse di pregare per lui, aggiungendo che l’aveva permesso per farmi conoscere la verità delle parole della consacrazione, per le quali egli non lascia di farsi presente nell’Ostia, nonostante l’indegnità del sacerdote che le pronuncia. Volle, insieme, mostrarmi la sua grande bontà nel mettersi anche nelle mani di un suo nemico, pur di essere in mio bene ed in bene di tutti. Compresi quanto i sacerdoti siano obbligati ad essere migliori degli altri, come sia orribile ricevere indegnamente questo santissimo Sacramento, e quanto il demonio la sappia fare da padrone sopra un’anima in peccato mortale. Rimasi con grandi vantaggi e con una conoscenza più chiara di quanto dovevo a Dio. Sia egli per sempre benedetto”.
(Vita di S. Teresa, 38,23 scritta da lei stessa).


“La devozione delle anime purganti è la migliore scuola di vita cristiana: ci spinge alle opere di  misericordia, ci insegna la preghiera, ci fa ascoltare la Santa Messa, abitua alla meditazione e alla penitenza, sprona a compiere buone opere ed a fare l’elemosina, fa evitare il peccato mortale e temere il peccato veniale, causa unica della permanenza delle anime nel Purgatorio”.
(San Leonardo da Porto Maurizio).


“Per quattro motivi dobbiamo meditare sul Purgatorio e pregare per le anime purganti.
  1. Le pene del Purgatorio sono più acerbe di tutte le pene di questa vita.
  2. Le pene del Purgatorio sono lunghissime.
  3. Le anime purganti non possono aiutarsi da sé, ma solo noi possiamo suffragarle.
  4. Le anime del Purgatorio sono moltissime, vi rimangono lunghissimamente, soffrono pene innumerevoli.”
(San Roberto Bellarmino).


“La preghiera per i defunti è più accetta a Dio di quella per i vivi perché i defunti ne hanno bisogno e non possono aiutarsi da sé, come possono invece fare i vivi”.
(San Tommaso d’Aquino)


“Per i vostri defunti, per dimostrare ad essi il vostro amore, non offrire solo viole, ma soprattutto preghiere; non curate soltanto la pompa funebre, ma suffragateli con elemosine, indulgenze, ed opere di carità; non preoccupatevi solo per la costruzione di tombe sontuose, ma specialmente per la celebrazione del santo Sacrificio della Messa. Le manifestazioni esterne sono un sollievo per voi, le opere spirituali sono un suffragio per essi, da essi tanto atteso e desiderato”.
(San Giovanni Crisostomo).


“E’ certo che nulla è più efficace per il suffragio e la liberazione delle anime dal fuoco del Purgatorio, dell’offerta a Dio per esse del Sacrificio della Messa”.
(San Roberto Bellarmino).


“Durante la celebrazione della Santa Messa quante anime vengono liberate dal Purgatorio! Quelle per cui si celebra non soffrono, accelerano la loro espiazione o volano subito in Cielo, perché la Santa Messa è la chiave che apre due porte: quella del Purgatorio per uscirne, quella del Paradiso per entrarvi per sempre”.
(San Girolamo).


“Non può essere ozioso che la Chiesa universale sia solita supplicare per i defunti”. 
(Aug., De cura pro mortuis gerenda, 1).


Prega sempre la Santissima Vergine per le anime del Purgatorio. La Madonna attende la tua preghiera per portarle al trono di Dio e liberare subito le anime per cui tu preghi”.
(San Leonardo da Porto Maurizio).


“I mezzi principali con cui possiamo soccorrere e liberare le anime del Purgatorio sono:
  1. La preghiera e l’elemosina.
  2. La Santa Messa e la santa Comunione.
  3. Le indulgenze e le opere buone.
  4. L’atto eroico di carità”.
(Jugie).


“Dopo la morte saremo esaminati da Gesù Cristo in giudizio particolare: se l’anima è senza peccato e senza dubbio di pena, va in paradiso; se ha qualche peccato veniale va in Purgatorio fino a che non abbia soddisfatto, se è in pericolo mortale, quale ribelle inconvertibile a Dio, va all’Inferno”
(cfr. Catechismo della dottrina cristiana, S. Pio X, 99).


domenica 2 novembre 2014

"Commenti Eleison" di Mons. Williamson: Una storia interna - III

Commenti Eleison di Sua Eccellenza Richard Williamson




Numero CCCLXXXI (381)                              01 novembre, 2014


Una storia interna – III

Il mondo moderno e il Vaticano II sono sbagliati.
E Mons. Fellay? Sbaglia con essi.


Per continuare con la storia dei messaggi della Madonna al Superiore Generale della Fraternità San Pio X (FSSPX), di sei anni fa, è necessario un po’ di retroscena. Il Vaticano II (1962–1965) fece deviare la Chiesa cattolica dalla giusta rotta, per conciliarla con il mondo moderno senza Dio. Mons. Lefebvre (1905–1991) fondò la FSSPX nel 1970 per aiutare i cattolici a mantenere la giusta rotta, e per 21 anni egli tenne duro. Ma, non appena morì, i suoi giovani successori, erroneamente convinti (o auto-illusi, Dio lo sa) di continuare a seguire la sua strada, sognarono di fatto una riconciliazione con la Roma conciliare.
Nel 2000 i capi conciliari si destarono e si accorsero della FSSPX, quand’essa compì un pellegrinaggio giubilare di grande successo alle Basiliche di Roma. Vennero riaperti dei contatti pubblici (il contrario di privati) fra la FSSPX e i Romani, i quali allora decisero di inghiottire quella stessa FSSPX che si erano dimostrati incapaci di rigettare. “Parliamo”, dissero. I capi della FSSPX sembrarono andare cauti: “Dovete dimostrare la vostra buona volontà liberalizzando la Messa tridentina e revocando le scomuniche inflitte ai vescovi della FSSPX consacrati il 30 giugno 1988”. Ma non accadde granché, almeno in pubblico, perché da entrambe le parti l’idea della riconciliazione doveva ancora maturare, ma nel 2006 Mons. Fellay, capintesta della riconciliazione nella FSSPX, venne rieletto Superiore Generale. Come abbiamo visto, questo accadde poco dopo che la Madonna aveva cominciato a intervenire con i messaggi di cui stiamo raccontando la storia.
Nel 2006, il desiderio della Madonna di una Crociata del Rosario per la Consacrazione della Russia venne fatto proprio da Mons. Fellay, ma per dedicarla al primo dei preliminari per i colloqui con Roma: la liberalizzazione della Messa. Nel 2007 Benedetto XVI, col suo Motu Proprio, soddisfece parzialmente tale pre liminare . Esultante, come se si trattasse di una completa soddisfazione, Mons. Fellay si diede al secondo preliminare, la revoca delle scomuniche, mentre la Madonna, subito dopo il Motu Proprio, inviò una serie di messaggi dal mese di agosto del 2007 in poi, chiedendo con insistenza che una seconda Crociata del Rosario fosse dedicata alla Consacrazione della Russia. Ma Mons. Fellay non si impegnò, perché sapeva che questa Consacrazione non piaceva ai Romani. Essi volevano i colloqui, e in questo lui li seguì, per conciliare l’inconciliabile: il Vaticano II e la Tradizione cattolica.
Ora possiamo continuare con la storia.
All’inizio del 2008 la Madonna, osservando come il Vescovo fosse ancora esitante, gli disse con fermezza attraverso la messaggera di “non usare la (seconda) Crociata per l’intenzione della revoca delle scomuniche”, e che se l’avesse fatto, “questo sarebbe stato fatale per la Fraternità San Pio X”. Lei aggiunse che non avrebbe ben edetto tale sforzo, ma avrebbe invece utilizzare i rosari recitati dai fedeli per altri scopi. E il 22 marzo, Sabato Santo, disse più specificamente: “Dì a Mons. Fellay che lui non può avvicinarsi a Roma più di quanto lo sia già, quantunque il Santo Padre sia ben intenzionato”. E ribadì: “quantunque il Santo Padre sia ben intenzionato”.
E qui interrompiamo di nuovo la storia, per sottolineare come questo messaggio fosse pertinente per la difesa della Fede, e come questa storia interna corrisponda ai fatti esterni. Alla testa dell’ultimo baluardo mondiale della vera Fede, Mons. Fellay è stato tentato di rimetterlo nelle mani dei Romani conciliari, nemici terribili della Fede. Dal momento che egli non comprende il mondo moderno, crede che la Chiesa conciliare sia la Chiesa cattolica e si fida delle buone intenzioni delle sue autorità (al contrario, Mons. Lefebvre, dopo anni di trattative con le autorità romane, li descriveva – in privato – come “serpenti ”). Quindi, se questa storia interna è vera, e se Mons. Fellay prendesse la decisione sbagliata, la FSSPX sarebbe condannata. È quello che è successo?
(Continua)
Kyrie eleison.



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