
In pratica, le anime perfette vanno direttamente in Paradiso; le anime imperfette invece
(cioè le anime buone, ma con delle macchie non ancora pienamente
purificate) vanno in Purgatorio, per essere purificate e rese perfette.
Anche in Purgatorio ci sono infiniti livelli, come per il Paradiso e
l’Inferno: si va da un Purgatorio relativamente lieve e che dura
pochissimo o poco tempo, a un Purgatorio più severo e lungo (vari
decenni o secoli, per dirlo nel nostro linguaggio legato al tempo), fino
all’ultimo stadio del Purgatorio, che è praticamente indistinguibile
dall’Inferno quanto alla gravità dei tormenti e inoltre, in certi casi
estremi, potrà durare persino fino alla fine del mondo.
Ad ogni modo va detto che le pene del Purgatorio sono comunque molto, molto, molto dolorose, anche nei livelli più elevati, dove vengono purificate anime già quasi sante. A giudizio di parecchi teologi, persino la più piccolapena
del Purgatorio è più dolorosa della più grande sofferenza che sia
possibile patire mentre siamo ancora sulla terra. Se noi sapessimo
veramente quanto sono dolorose le pene del Purgatorio, di certo staremmo
più attenti a non commettere peccati veniali e tantomeno mortali, anche
se poi corressimo subito a confessarci. Infatti anche i peccati che
adesso ci sembrano bazzecole e di cui quasi non ci accorgiamo, come ad
esempio la mormorazione verso gli altri, un risentimento coltivato più o
meno a lungo nel nostro animo, i giudizi, le piccole vanità o
permalosità o pigrizie o impazienze, potremmo doverli pagare a caro
prezzo in Purgatorio, così come le nostre omissioni o la nostra poca
preghiera. Ci conviene davvero purificarci il più possibile quaggiù
sulla terra: qui, tra l’altro, le sofferenze che patiamo hanno un valore
meritorio e soddisfattorio che le rende particolarmente preziose, in
quanto le possiamo accettare liberamente, offrendole a Dio perché le accolga.
I
castighi del Purgatorio (come anche quelli dell’Inferno) sono per così
dire duplici, in quanto si distinguono in pena del senso e pena del
danno. La pena del senso consiste nelle diverse afflizioni
positive con cui l’anima viene tormentata, afflizioni che sono di
diverso genere secondo una logica di contrappasso per le diverse
categorie di peccati commessi in vita. Benché si tratti di afflizioni
atroci, la pena del senso è poca cosa se messa a confronto con la pena del danno,
che è la vera essenza del Purgatorio. La pena del danno consiste nel
fatto di non poter ancora vedere e possedere Dio, quel Dio che tutte le
anime purganti ora amano con intensità struggente. Esse, infatti, sono
rese consapevoli della vanità di ogni cosa creata e della propria totale
dipendenza dal Creatore, al di fuori del quale nulla è degno di essere
desiderato. Il vuoto e il dolore causato in loro dal mancato possesso di
Dio, anche se temporaneo, è quindi lancinante e indicibile.
In
compenso, tutte le anime del Purgatorio, anche quelle che stanno più
“in basso” e dunque soffrono di più, sono pienamente rassegnate alla
volontà di Dio e anzi si sottomettono volentieri alle loro sofferenze,
perché vedono bene che le hanno meritate e che, grazie ad esse, si
rendono sempre più degne dell’ingresso definitivo in Paradiso. Le anime
del Purgatorio hanno la grandissima gioia di essere assolutamente certe
della loro salvezza eterna, e anche di sapere che non potranno mai più
offendere Dio nemmeno con il più piccolo peccato veniale. Almeno in
questo dovremmo invidiarle!
“Ogni minima pena del Purgatorio è più grave della massima pena nel mondo. Tanto differisce la pena del fuoco del Purgatorio dal nostro fuoco, quanto il nostro fuoco differisce da quello dipinto.”.
(San Tommaso d’Aquino).
“La
mia vocazione religiosa e sacerdotale è una grazia immensa che
attribuisco alla mia quotidiana preghiera per le anime del Purgatorio,
che ancor bambino imparai da mia madre”.
(Beato Angelo D’Acri).
“
Dopo la morte, sono rare le anime che vanno direttamente in Paradiso:
la moltitudine delle altre che muoiono in grazia di Dio deve essere
purificata dalle pene acerbissime del Purgatorio”.
(San Roberto Bellarmino)
“Per
la strada, nei ritagli di tempo prego sempre per le anime del
Purgatorio. Queste sante anime con la loro intercessione mi hanno
salvato da tanti pericoli dell’anima e del corpo”.
(San Leonardo da Porto Maurizio).
“Quando
voglio ottenere qualche grazia da Dio ricorro alle anime del Purgatorio
e sento di essere esaudita per la loro intercessione”.
(Santa Caterina da Bologna).
“Il
Signore dispone che tante anime facciano il loro Purgatorio in terra e
fra noi, sia per istruzione dei vivi, sia a suffragio dei defunti”.
(San Tommaso d’Aquino)
�Il
dogma cattolico del Purgatorio suppone l’immortalità dell’anima umana e
l’esistenza, per quest’anima, d’un'altra vita, dopo che la morte l’ha
separata dal suo corpo. (Quella dell’immortalità dell’anima) è una
verità d’ordine razionale, confermata dalla rivelazione cristiana:
verità fondamentale, base dell’ordine morale, che il materialismo cerca
invano di oscurare con i suoi sofismi”.
(Marti Jugie, Le Purgatoire, I,1,1).
“Non
ho mai chiesto grazie alle anime del Purgatorio senza essere esaudita.
Anzi, quelle che non ho potuto ottenere dagli spiriti celesti le ho
ottenute per intercessione delle anime del Purgatorio”.
(Santa Teresa d’Avila).
“Ogni
giorno ascolto la Santa Messa per le anime sante del Purgatorio; a
questa pia consuetudine debbo tante grazie che continuamente ricevo per
me e per i miei amici”.
(Santa Contardo Ferrni).
“Un
giorno, mentre andavo a comunicarmi, vidi, con gli occhi dell’anima, ma
più chiaramente che con quelli del corpo, due demoni di aspetto
abominevole, che sembravano stringere fra le corna la gola del povero
sacerdote. Mentre questi veniva a porgermi l’Ostia che teneva in mano,
vidi in essa il mio Signore con (immensa) maestà. Compresi che
quell’anima era in peccato mortale: le sue mani erano quelle di un
peccatore. Che orrore, Signore mio, vedere la tua ineffabile bellezza in
mezzo a Figure così abominevoli! I demoni stavano innanzi a te come
impauriti e tremanti; e ben si vedeva che, se tu l’avessi permesso,
sarebbero fuggiti volentieri. Ne ebbi tale turbamento, che non so come
sia riuscita a comunicarmi, senza dire del timore che poi mi prese circa
l’origine della visione, per credere che Dio, se era da lui, non mi
avrebbe permesso di vedere la condizione di quel suo ministro. Ma egli
mi disse di pregare per lui, aggiungendo che l’aveva permesso per farmi
conoscere la verità delle parole della consacrazione, per le quali egli
non lascia di farsi presente nell’Ostia, nonostante l’indegnità del
sacerdote che le pronuncia. Volle, insieme, mostrarmi la sua grande
bontà nel mettersi anche nelle mani di un suo nemico, pur di essere in
mio bene ed in bene di tutti. Compresi quanto i sacerdoti siano
obbligati ad essere migliori degli altri, come sia orribile ricevere
indegnamente questo santissimo Sacramento, e quanto il demonio la sappia
fare da padrone sopra un’anima in peccato mortale. Rimasi con grandi
vantaggi e con una conoscenza più chiara di quanto dovevo a Dio. Sia
egli per sempre benedetto”.
(Vita di S. Teresa, 38,23 scritta da lei stessa).
“La
devozione delle anime purganti è la migliore scuola di vita cristiana:
ci spinge alle opere di misericordia, ci insegna la preghiera, ci fa
ascoltare la Santa Messa, abitua alla meditazione e alla penitenza,
sprona a compiere buone opere ed a fare l’elemosina, fa evitare il
peccato mortale e temere il peccato veniale, causa unica della
permanenza delle anime nel Purgatorio”.
(San Leonardo da Porto Maurizio).
“Per quattro motivi dobbiamo meditare sul Purgatorio e pregare per le anime purganti.
- Le pene del Purgatorio sono più acerbe di tutte le pene di questa vita.
- Le pene del Purgatorio sono lunghissime.
- Le anime purganti non possono aiutarsi da sé, ma solo noi possiamo suffragarle.
- Le anime del Purgatorio sono moltissime, vi rimangono lunghissimamente, soffrono pene innumerevoli.”
(San Roberto Bellarmino).
“La
preghiera per i defunti è più accetta a Dio di quella per i vivi perché
i defunti ne hanno bisogno e non possono aiutarsi da sé, come possono
invece fare i vivi”.
(San Tommaso d’Aquino)
“Per
i vostri defunti, per dimostrare ad essi il vostro amore, non offrire
solo viole, ma soprattutto preghiere; non curate soltanto la pompa
funebre, ma suffragateli con elemosine, indulgenze, ed opere di carità;
non preoccupatevi solo per la costruzione di tombe sontuose, ma
specialmente per la celebrazione del santo Sacrificio della Messa. Le
manifestazioni esterne sono un sollievo per voi, le opere spirituali
sono un suffragio per essi, da essi tanto atteso e desiderato”.
(San Giovanni Crisostomo).
“E’
certo che nulla è più efficace per il suffragio e la liberazione delle
anime dal fuoco del Purgatorio, dell’offerta a Dio per esse del
Sacrificio della Messa”.
(San Roberto Bellarmino).
“Durante
la celebrazione della Santa Messa quante anime vengono liberate dal
Purgatorio! Quelle per cui si celebra non soffrono, accelerano la loro
espiazione o volano subito in Cielo, perché la Santa Messa è la chiave
che apre due porte: quella del Purgatorio per uscirne, quella del
Paradiso per entrarvi per sempre”.
(San Girolamo).
“Non può essere ozioso che la Chiesa universale sia solita supplicare per i defunti”.
(Aug., De cura pro mortuis gerenda, 1).
“Prega
sempre la Santissima Vergine per le anime del Purgatorio. La Madonna
attende la tua preghiera per portarle al trono di Dio e liberare subito
le anime per cui tu preghi”.
(San Leonardo da Porto Maurizio).
“I mezzi principali con cui possiamo soccorrere e liberare le anime del Purgatorio sono:
- La preghiera e l’elemosina.
- La Santa Messa e la santa Comunione.
- Le indulgenze e le opere buone.
- L’atto eroico di carità”.
(Jugie).
“Dopo
la morte saremo esaminati da Gesù Cristo in giudizio particolare: se
l’anima è senza peccato e senza dubbio di pena, va in paradiso; se ha
qualche peccato veniale va in Purgatorio fino a che non abbia
soddisfatto, se è in pericolo mortale, quale ribelle inconvertibile a
Dio, va all’Inferno”
(cfr. Catechismo della dottrina cristiana, S. Pio X, 99).