sabato 30 gennaio 2016

"Commenti Eleison" di Mons. Williamson: Parassita e ospite – I



Commenti Eleison di Sua Eccellenza Richard Williamson


Parassita e ospite – I

Numero CDXLV (445)
Perché esista il male, occorre il bene che lo sostenga.
Così la neo-Chiesa non può darsi senza la vera Chiesa.

Dire, sei mesi fa, che un sacerdote non è tenuto in ogni caso a vietare ad un cattolico di partecipare alla Nuova Messa (NOM), non aveva lo scopo, ovviamente, di affermare che sia del tutto giusto assistere al NOM. Il rito del NOM è, di per sé, l’atto di culto centrale della falsa religione omocentrica del Concilio Vaticano II, da cui esso scaturì nel 1969. In effetti l’obbligo di stare lontano dal NOM è proporzionale alla conoscenza che si ha di quanto esso sia erroneo. Quasi inavvertitamente, esso ha enormemente contribuito a far perdere la fede ad innumerevoli cattolici.
Ma ci sono due fattori che fino ad oggi hanno permesso che i cattolici fossero tratti in inganno dal NOM. In primo luogo, esso venne imposto a tutta la Chiesa di rito latino dal fatto che Paolo VI fece tutto il possibile per farlo sembrare come imposto dall’intera forza della sua autorità papale, che nel 1969 sembrava immensa. Ancora oggi il NOM passa per essere il rito “ordinario”, mentre la Messa di sempre è ufficialmente declassata a rito “straordinario”, di modo che, dopo 47 anni, un onesto cattolico si possa ancora sentire obbligato per obbedienza ad assistere al NOM. Ovviamente, in realtà tale obbligo non ha ragion d’essere, perché nessuna legge della Chiesa può obbligare un cattolico a mettere in pericolo la sua fede, cosa che questi fa normalmente assistendo al NOM, data la sua falsità.
In secondo luogo, il NOM fu introdotto gradualmente, con una serie di cambiamenti sapientemente calibrati, in particolare nel 1962, 1964 e 1967, così che la totale e definitiva rivoluzione del 1969 trovò i cattolici pronti ad accettare la novità. In realtà anche oggi il rito del NOM include delle opzioni per il celebrante che gli permettono di celebrare il NOM sia come cerimonia autentica della nuova religione umanistica, sia come cerimonia simile alla vera Messa, al punto che molti cattolici possano ingannarsi che non vi sia alcuna differenza significativa tra il vecchio rito e i nuovi riti. In realtà è scontato che, come diceva sempre Mons. Lefebvre, è meglio il vecchio rito in lingua moderna che il nuovo rito in latino, e questo a causa della diminuzione e perfino della falsificazione della dottrina cattolica della Messa, presente nel NOM.
Inoltre questi due fattori, l’imposizione ufficiale dei cambiamenti e il loro intrinseco carattere a volte opzionale, tipico nel NOM, sono più che sufficienti a spiegare come fino ad oggi possa esserci una moltitudine di cattolici che volendo e intendendo essere cattolica, suppone che il modo giusto per esserlo sia quello di assistere ogni Domenica al NOM. E chi oserebbe dire che fuori da questa moltitudine non ce ne sarebbero altri che potrebbero nutrire la loro fede obbedendo a ciò che a loro sembra essere (soggettivamente) il loro (oggettivo) dovere? Dio è il loro giudice, ma per quanti anni la maggior parte dei seguaci della Tradizione cattolica hanno assistito al NOM prima di capire che la loro fede li obbligava a non farlo? E se in tutti questi anni il NOM avesse loro fatto perdere la fede, come sarebbero potuti venire alla Tradizione Cattolica? A seconda di come un celebrante usa le opzioni del NOM, non tutti gli elementi che possono nutrire la fede vengono necessariamente eliminati da esso, soprattutto se è valida la Consacrazione, possibilità questa che nessuno che ne conosca la teologia sacramentale può negare.
Tuttavia, data la debolezza della natura umana e quindi il rischio di incoraggiare i cattolici a seguire la nuova facile religione, perché parlare a favore del suo centrale rito di culto, che equivale a parlare a favore di ogni caratteristica della neo-Chiesa? Per almeno due ragioni. In secondo luogo, per scongiurare il potenziale farisaico disprezzo di eventuali credenti al di fuori del movimento tradizionale, e in primo luogo per scongiurare ciò che sta finendo con l’essere chiamato “ecclesiavacantismo”, e cioè l’idea che la neo-Chiesa non abbia in sé più niente di cattolico. In teoria, la neo-Chiesa è puro marciume, ma in pratica tale marciume non potrebbe esistere senza qualcosa che non sia ancora decomposto al punto da essere marcio. Ogni parassita ha bisogno di un ospite. Peraltro, se questo particolare ospite, la vera Chiesa, fosse del tutto scomparsa, non ne deriverebbe che le porte dell’Inferno avrebbero prevalso contro di essa? Cosa impossibile (Mt. XVI, 18).

 Kyrie eleison.

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