domenica 7 ottobre 2012

Conversazione immaginaria tra due cardinali della Curia romana



Conversazione immaginaria
tra
due cardinali della Curia romana 


 di Arseniius


 
Due immaginari  cardinali della Curia romana:
Orso (Ursus) e Volpe (Vulpes),

passeggiano nei giardini vaticani e discutono
dei rapporti fra Roma e la Fraternità San Pio X.
 
 
 
 
Cardinale Ursus: Eminenza, lo sa che Williamson ha ricominciato a viaggiare per il mondo e che di recente è stato in Brasile, dove ha amministrato quasi cento cresime e predicato diverse volte in diversi luoghi di questo paese enorme?

Cardinale Vulpes: Lo so.

Cardinale Ursus: Questo Williamson dev’essere espulso dalla Fraternità San Pio X!

Cardinale Vulpes: Williamson non può essere espulso!

Cardinale Ursus: Perché no?

Cardinale Vulpes: Perché se no ricomincerà tutto daccapo…

Cardinale Ursus: Che cosa?

Cardinale Vulpes: Consacrazioni, ordinazioni, seminari… Saremmo punto e daccapo. Ricomincerebbe tutto il lavoro del vecchio Lefebvre…

Cardinale Ursus: Se Williamson facesse questo, tutti lo considererebbero come ribelle e finirebbe con l’essere di nuovo scomunicato, e quasi nessuno lo seguirebbe in questo stupido tentativo di rimanere separato da noi.

Cardinale Vulpes: Il problema è che questa gente maledetta ha una stupida ammirazione per Lefebvre, e Williamson prova con A + B che egli segue pienamente tutto quello che ha detto il vecchio Lefebvre.

Cardinale Ursus: Attenzione, Eminenza, questa espressione “gente maledetta” è stata usata dai Farisei per indicare i discepoli di Cristo. Se la gente la sentisse potrebbe rimanere scandalizzata.

Cardinale Vulpes: Stia tranquillo, Eminenza, quando parlo in pubblico io misuro le parole e mi presento come il più benevolo degli uomini.

Cardinale Ursus: Veramente, questo Williamson, con i suoi articoli su internet, si mette alla testa di quelli che sono rimasti inchiodati al passato.

Cardinale Vulpes: Questo internet… Disgraziatamente i nostri fratelli maggiori non hanno ancora il pieno controllo di questo mezzo di comunicazione…

Cardinale Ursus: Ma c’è una cosa che non capisco: quando Benedetto XVI è diventato vescovo di Roma, ha manifestato il desiderio di regolarizzare la situazione dei tradizionalisti e soprattutto della Fraternità San Pio X, ed ecco che adesso nomina il nostro carissimo Müller, Prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede, e tutti sanno che egli ha delle opinioni personali che queste menti incartapecorite non accettano. Inoltre, alla Fraternità sono state imposte delle condizioni per la regolarizzazione che chiaramente essa non può accettare.

Cardinale Vulpes: Il Papa Benedetto XVI non vuole nessuna regolarizzazione… per il momento.

Cardinale Ursus: Si spieghi, Eminenza.

Cardinale Vulpes: Quando un idiota ha pubblicato lo scambio di lettere tra i vescovi della Fraternità San Pio X, molte teste vuote si sono allarmate, vedendo che le cose erano sul punto di essere definite, e dovunque ha avuto inizio una reazione. Se portassimo avanti il processo di regolarizzazione, perderemmo molti di questi e dovremmo ricominciare con i tentativi di unità, questa volta però con un gruppo che sarebbe ben ancorato alla vecchia sfiducia che il vecchio Lefebvre nutriva per noi. Egli non aveva timore di chiamarci “danditi”, “anticristi”, e definiva le nostre iniziative: “le manovre del serpente romano”. Per questo è opportuno lasciare che Fellay addomestichi questi selvaggi e faccia in modo che tutti abbiano fiducia in lui. Egli lavora bene. Ben presto i recalcitranti saranno una infima minoranza e saranno considerati da tutti come ribelli e rivoluzionari. Quando questo sarà fatto, per comporre questa unione potremo cedere a tutte le passate esigenze della Fraternità San Pio X, perché mentre questa gente crede nel principio di non contraddizione, noi sappiamo che si tratta di una illusione degli scolastici: per noi non esiste contraddizione, perché tutto è soggettivo e tutto evolve. Oggi diamo loro tutto; domani, a poco a poco, quando vedremo che sono nelle condizioni per accettarlo, cominceremo ad esigere da essi, sempre di più, che si conformino alla nuova impostazione delle cose nella Chiesa.

Cardinale Ursus: Ma questo è machiavellico…

Cardinale Vulpes: Machiavelli era un uomo molto capace…

Cardinale Ursus: A volte penso che non vale la pena fare tanti sforzi per guadagnare questo gruppo: il loro numero è così esiguo…

Cardinale Vulpes: Il problema è che «Egli» ci ha informati che questa gente è un ostacolo al suo regno.

Cardinale Ursus: Eminenza!

Cardinale Vulpes: È un sogno! È un sogno che ho fatto io!

Cardinale Ursus: Hum… Ma ho sentito dire che Fellay ha detto che si è sbagliato, che è stato ingannato da noi.

Cardinale Vulpes: Le parole non hanno il valore dei documenti.

Cardinale Ursus: Ma, Eminenza, spera che un giorno questi dinosauri si conformeranno al nostro ideale di amore dell’uomo al di sopra di ogni cosa? Poiché, i nostri fratelli separati, nonostante non accettino il Papa come capo, hanno con noi questa unità essenziale di pensiero, mentre i tradizionalisti riconoscono il Papa come capo della Chiesa, ma sono ancora aggrappati ad una teologia teocentrica, che gli uomini di oggi non accettano più.

Cardinale Vulpes: Se essi credono nella nostra integrità e onestà e che noi vogliamo porre fine ai mali della Chiesa, il cammino è spianato per un cambio di mentalità, graduale, ma definitivo. E così arriveremo all’unità di tutti i popoli in un solo amore fraterno, nella libertà di esprimere le proprie convinzioni religiose e nell’uguaglianza dei propri diritti con quelli dei propri fratelli. Che meravigliosa prospettiva… Che appaia sulla scena del mondo un uomo forte e comprensivo, che con un governo mondiale giunga a mettere in pratica efficacemente, con delle leggi umanitarie, questo ideale del nostro cuore…



Trattoda: http://www.unavox.it/ArtDiversi/DIV347_Due_cardinali.html

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