domenica 10 novembre 2013

Noi non siamo riuniti alla "Roma modernista"!


Pio xdi Don Bernard de Lacoste

Contrariamente alla Fraternità San Pietro e all’Istituto Cristo Re, noi non siamo riuniti alla "Roma modernista".
Perché?
Perché le dichiarazioni di Mons. Lefebvre valgono ancora oggi:

«Noi rifiutiamo, invece, e abbiamo sempre rifiutato di seguire la Roma di tendenza neo-modernista e neo-protestante che si è manifestata chiaramente nel Concilio Vaticano II e dopo il Concilio, in tutte le riforme che ne sono scaturite. Tutte queste riforme, in effetti, hanno contribuito e contribuiscono ancora alla demolizione della Chiesa, alla rovina del Sacerdozio, all'annientamento del Sacrificio e dei Sacramenti, alla scomparsa della vita religiosa, a un insegnamento naturalista e teilhardiano nelle università, nei seminari, nella catechesi, insegnamento uscito dal liberalismo e dal protestantesimo più volte condannati dal magistero solenne della Chiesa. Nessuna autorità, neppure la più alta nella gerarchia, può costringerci ad abbandonare o a diminuire la nostra fede cattolica chiaramente espressa e professata dal Magistero della Chiesa da diciannove secoli. “Se avvenisse - dice San Paolo - che noi stessi o un Angelo venuto dal cielo vi insegnasse altra cosa da quanto io vi ho insegnato, che sia anatema”. (Gal. 1, 8)»  (Dichiarazione di Mons. Marcel Lefebvre del 21 novembre 1974).
Noi non siamo riuniti perché vogliamo rimanere cattolici romani.
Come scriveva il nostro fondatore nella stessa dichiarazione del 21 novembre 1974: «Noi aderiamo con tutto il cuore e con tutta l'anima alla Roma cattolica custode della fede cattolica e delle tradizioni necessarie al mantenimento della stessa fede, alla Roma eterna, maestra di saggezza e di verità.»
Concretamente, noi non siamo riuniti:
1. Perché l’insegnamento delle attuali autorità della Chiesa è su molti punti non conforme alla fede cattolica. Non abbiamo il diritto di collaborare alla perdita della fede e all’autodistruzione della Chiesa. Al contrario, noi dobbiamo lavorare alla restaurazione della Chiesa nel senso della Tradizione, per la gloria di Dio e la salvezza delle anime;
2. Perché l’esperienza dimostra che la riunione conduce al mutismo: tutte le comunità che hanno trovotao una soluzione canonica con la chiesa ufficiale rimangono mute di fronte agli scandali e agli errori dottrinali di Roma. Ora, secondo San Tommaso, i pastori hanno il dovere ineludibile di gridare alto e forte quando la fede del gregge è in pericolo, anche se questo pericolo viene dall’autorità. Non abbiamo il diritto di tacere.
3. Perché le cerimonie ecumeniche e interreligiose costituiscono delle gravi offese a Nostro Signore Gesù Cristo, unico vero Dio; e noi vogliamo mostrare che non avalliamo tali scandali.
4. Perché vogliamo insegnare ai nostri figli il Catechismo del Concilio di Trento e quello di San Pio X, e non il Catechismo della Chiesa Cattolica, che è contaminato dal modernismo.
5. Perché la nuova Messa è cattiva (pericolosa per la fede ndr.) e quindi noi non vogliamo né celebrarla né assistervi attivamente, neanche in maniera occasionale, né col nostro silenzio lasciare intendere che essa sia inoffensiva.
6. Perché non vogliamo appellarci ad un vescovo modernista per conferire il sacramento della Cresima ai nostri figli.
7. Perché non vogliamo appellarci ad un vescovo modernista per conferire il sacramento dell’Ordine ai nostri seminaristi.
Detto questo, diciamo che non vogliamo cadere nell’eccesso opposto: noi pensiamo che la tesi sedevacantista sia imprudente e si appoggi su argomenti incerti.
Preghiamo ogni giorno nel Canone della Messa per il Papa Francesco, convinti che un giorno il successore di Pietro predicherà di nuovo la fede cattolica integrale.
Che la Vergine Maria ci doni la grazia di rimanere cattolici e di compiere ogni giorno con fedeltà il nostro dovere di stato.

Fonte: La Porte Latine, sito ufficiale del Distretto francese della Fraternità San Pio X

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