La coerenza dell’ecumenismo: Un segno dei tempi
Il 20 gennaio scorso,
Mons.Charles Morerod OP, Vescovo di Losanna, Ginevra e Friburgo, membro della commissione vaticana che ha tenuto i colloqui con i teologi della Fraternità San Pio X dal 2009 al 2011 e considerato un conservatore, ha pubblicato un decreto “di ammissione di confessioni o gruppi religiosi come la Fraternità San Pio X e di “teologi indipendenti” nelle Chiese e cappelle cattoliche romane”.
Il decreto, riguardo l’impiego di Chiese da parte di altre comunità ecclesiali, afferma che: “Sulla
base delle indicazioni del «Direttorio per l’applicazione dei principi e
delle norme sull’ecumenismo» del 25 marzo 1993 (n° 137), il permesso di
mettere chiese e cappelle a disposizione di comunità di altre
confessioni cristiane può essere accordato per delle ragioni di
necessità pastorale. Se si presenta la detta necessità pastorale, le
chiese e le cappelle cattoliche possono essere messe a disposizione solo
delle comunità di fede cattolico-cristiana, evangelica-riformata,
luterana, ortodossa e anglicana.”
Per quel che riguarda la Fraternità San
Pio X il discorso è diverso, infatti “finché la Fraternità non ha una
posizione canonica nella Chiesa, anche i suoi ministri non esercitano
ministeri legittimi nella Chiesa”. Per questo “ai preti della Fraternità
sacerdotale San Pio X è vietato impiegare chiese e cappelle cattoliche
per ogni servizio sacerdotale, in particolare per l’amministrazione dei
sacramenti.”
Le Chiese cattoliche quindi possono
essere messe a disposizione di comunità pubblicamente eretiche, ma non
della Fraternità San Pio X, equiparata così agli infedeli. (n° 4)
Una tale attitudine ricorda l’adagio della rivoluzione liberale: “libertà per tutti fuorché per i nemici della libertà”.
La rivoluzione ecumenista nella Chiesa
concede senza problema la libertà di profanare le Chiese costruite con
grandi sacrifici dai nostri padri nella fede, per il culto cattolico, …
ma ne nega l’accesso a coloro che la fede la professano e vogliono
difenderla, opponendosi a tali abusi, senza piegarsi ad accettare i
principi del falso ecumenismo del Concilio Vaticano II.
E’ proprio
volontà di Dio che la Fraternità in quest’epoca debba essere segno di
contraddizione e ringraziamo Mons. Morerod di far risaltare ancora
meglio, a chi ha occhi per vedere, che la crisi della fede e il grave
stato di necessità nella Chiesa, non siano un essere di ragione ma una
realtà ben concreta.
da: http://www.sanpiox.it/public/index.php?option=com_content&view=article&id=865:la-coerenza-dell-ecumenismo-un-segno-dei-tempi&catid=93&Itemid=149
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Qui siamo al cospetto dell’abominio della desolazione che è entrato nel luogo santo: non un imprevedibile accadimento, ma un chiaro monito profetizzato fin nel Vecchio Testamento.
Sta scritto: “Se non fossi venuto e non avessi parlato loro, non avrebbero alcun peccato; ma ora non hanno scusa per il loro peccato” (Gv. 15, 22).
Preghiamo. Che il Signore abbia pietà delle nostre anime
e salvi la Sua Chiesa dalle conseguenze delle colpe degli uomini di Chiesa.
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