Nel primo round con la ROMA conciliarista la FSSPX segna il PRIMO punto a suo favore!
Come ha detto Santa Giovanna d'Arco ...a noi la battaglia e a Dio la vittoria!
In questo mese di Maggio, mese della Madonna tutti aspettavano l'accordo che non è venuto! Lassù se solo avessero voluto, l'accordo si sarebbe fatto, ma così non è stato, ciò significa che Roma non è gradita!
Le preghiere, le Sante Messe e le Crociate di Rosari alla Vergine Santa, Madre di Dio e della Chiesa sono state ascoltate ed esaudite! Adesso continuiamo con fervore a pregare e a confidare nella Divina Provvidenza affinchè i QUATTRO VESCOVI della FRATERNITA' SACERDOTALE SAN PIO X rimangano uniti e proseguano nella loro battaglia a difesa della Vera Fede Cattolica Apostolica Romana, sotto la bandiera della Tradizione!
Un grazie sicuramente anche all'intercessione che da lassù Monsignor LEFEBVRE continua ad apportare alla sua opera nata per il bene della Chiesa e la salvezza delle anime!
Raccogliamo l'appello del Superiore del Distretto Italiano della FSSPX rivolto a tutti gli amici e fedeli ad intensificare le preghiere ed in particolare il S. Rosario, nella Crociata indetta dal nostro Superiore, perchè la FSSPX resti unita nella battaglia contro gli errori pentrati nella Chiesa.
QUI il comunicato ufficiale della Fraternità del distretto italiano
Divide et impera, la Roma conciliarista è venuta allo scoperto con un laconico e a dir
poco squallido
manifestando apertamente il suo intento di dividere la FSSPX, errore fatale per la grande prostituta... essa ha mostrato i denti ancor prima che la vittima gli fosse stata tra le fauci!
Ormai le carte sono scoperte, era già evidente prima ma ora lo è di più: la Roma conciliare è per prima lei stessa vittima consensiente dei poteri occulti giudaicomassonici, non hanno permesso al Papa di aprire gli occhi, i principi degli inferi vestiti da principi della Chiesa tengono il Vicario di Cristo imprigionato, privo di ogni libertà d'azione. Le forze dell'inferno si sono scatenate TUTTE!!
"Ma se voi cacciate i demoni con lo Spirito di
Dio, allora su di voi è giunto il regno di Dio. Altrimenti, come potrebbe uno
entrare nella casa di un uomo forte e distruggere i suoi beni, se prima non
lega l'uomo forte? e poi distruggerà la sua casa
Mt. 12, 28-29
Oremus et pro omnibus episcopis
Oremus et pro omnibus episcopis
Lettera agli amici e benefattori n°78
Cari amici e benefattori,
Il nuovo anno ci ha riservato molte
sorprese piuttosto spiacevoli, per non dire drammatiche. Naturalmente
parliamo degli avvenimenti che riguardano la Chiesa, e non delle
catastrofi a catena che colpiscono il Giappone e neanche dei disordini
nei paesi arabi o in Africa che pure dovrebbero servire a tutti da
avvertimento! Ma chi li interpreta ancora così?
Sì, assai
più dannose di tutte queste catastrofi naturali con i loro morti e le
loro tragedie e sofferenze dolorosissime, sono le catastrofi che
feriscono o uccidono le anime. Se gli uomini si preoccupassero
altrettanto delle loro anime che del loro corpo, la faccia della terra
cambierebbe. Ma ciò che a buon diritto fa ricercare la guarigione a
livello corporeo a causa del dolore immediato provato, ahimè non esiste
quasi più a livello spirituale. Il peccato che causa tanto male a tutta
l'umanità e ad ogni essere umano, è avvertito assai poco, ed è per
questo che non si cercano i rimedi adeguati. Parliamo di catastrofe
spirituale: in effetti, quale altro nome potremmo dare ad un avvenimento
che fuorvia una moltitudine di anime? Che mette in pericolo la salvezza
di milioni, di miliardi di anime? Ora, sono almeno due i fatti
suscettibili di provocare la non–conversione, e dunque la perdita eterna
delle anime, annunciati a Roma all'inizio di quest'anno: la beatificazione di Papa Giovanni Paolo II e la reiterazione della giornata di preghiera di Assisi,
in occasione del 25° anniversario del primo incontro di tutte le
religioni organizzato ad Assisi dallo stesso Giovanni Paolo II.
Per chi avesse difficoltà a capire il
significato di questi due eventi, citiamo semplicemente ciò che scrisse
don Franz Schmidberger, primo successore di Mons. Marcel Lefebvre a capo
della Fraternità San Pio X, venticinque anni fa in questa stessa Lettera agli amici e benefattori. Egli faceva una lista non esaustiva degli atti compiuti dal papa Giovanni Paolo II, che sarà beatificato:
“Il
25 gennaio 1986, il Papa, in un discorso pronunciato nella basilica di
san Paolo fuori le Mura, invita tutte le religioni ad Assisi per pregare
insieme per la pace.
Basta
dare uno sguardo agli eventi degli ultimi tre anni per vedere a che
punto adesso ci avviciniamo alla istituzione di una grande religione
universale sotto l'egida del Papa, con l'unico dogma della libertà,
uguaglianza e fratellanza della rivoluzione francese e delle logge
massoniche.
1.
Il nuovo Diritto Canonico, promulgato dallo stesso Papa il 25 gennaio
1983, abolisce lo stato clericale. D'ora in poi, la Chiesa è il “popolo di Dio” in senso protestante ed egualitario, senza subordinati e senza capi. La gerarchia non è che un “servizio”: secondo l'esposto di Giovanni Paolo II nella sua Costituzione, la Chiesa si definisce come una “comunione” e in rapporto alla sua “preoccupazione per l'ecumenismo”.
Il canone 844 permette espressamente la comunione reciproca, il canone
204 confonde il sacerdozio del prete col sacerdozio spirituale dei
laici, ecc.
2.
Domenica 11 dicembre 1983, il Papa predica in una chiesa protestante di
Roma, e questo dopo esservisi più o meno invitato da solo.
3.
Il Vescovo di Sherbrooke in Quebec (Canada) ha invitato a più riprese i
protestanti nella sua cattedrale per la cerimonia della loro falsa
ordinazione. Ha partecipato egli stesso a una delle cerimonie ed ha
ricevuto la “comunione” dalle mani di una pastora ordinata da poco.
4.
Il 18 febbraio 1984, viene concluso un nuovo concordato tra la Santa
Sede e l'Italia: ormai in applicazione della dichiarazione conciliare
sulla libertà religiosa, l'Italia non è più uno Stato cattolico, ma uno
Stato laico, cioè ateo; secondo il medesimo documento, Roma non è più la
Città santa!
5.
Il 10 maggio 1984, il Papa visita un tempio buddista in Thailandia, si
toglie le scarpe e si siede ai piedi del bonzo buddista, seduto egli
stesso davanti all'altare in cui si trova una grande statua di Budda.
6.
Nella loro lettera pastorale del 16 settembre 1984, i Vescovi svizzeri
giungono a questa importante conclusione, che “Il desiderio di ricevere
insieme lo stesso pane alla stessa tavola, cioè il desiderio che la
messa e la cena non siano celebrate separatamente, proviene da Dio”.
“Occorre tuttavia considerare con prudenza il momento in cui
realizzeremo questo desiderio”, aggiungono i Vescovi. Inoltre hanno
sostenuto un progetto di legge mirante a cambiare il diritto
matrimoniale e che distrugge, né più né meno, il matrimonio e la
famiglia. Ebbene, grazie al loro sostegno, questo nuovo diritto
matrimoniale è stato accolto in Svizzera il 22 settembre 1985. Ancora
una volta, i Vescovi risultano essere non soltanto gli affossatori
dell'ordine soprannaturale, ma anche dell'ordine naturale stabilito da
Dio.
7. L'episcopato francese continua ad imporre il catechismo eretico Pierres vivantes
per l'istruzione religiosa, con gran danno dei bambini. “Ma colui che
scandalizzerà uno di questi piccoli che credono in me, sarebbe meglio
per lui che gli venisse legata al collo la mola girata dall'asino, e
fosse gettato in fondo al mare” ( Mt. 18, 6).
8. Una dichiarazione comune del Cardinale Höffner e di M. Lohse,
presidente del consiglio della Chiesa Evangelica Tedesca firmata il 1°
gennaio 1985, concede, per i matrimoni misti, la libertà di sposarsi, di
far battezzare i propri figli e di educarli nell'una o nell'altra
Chiesa. Ora, il Diritto Canonico del 1917, canone 2319, punisce ciascuno
di questi tre crimini con una scomunica speciale.
9. Nel suo libro Rapporto sulla Fede (1985), il Cardinale Ratzinger
pretende che le altre religioni siano, al limite, dei mezzi
“straordinari” di salvezza. No, Eminenza, Gesù Cristo solo, solo Lui, è
la Via, la Verità e la Vita; nessuno va al Padre senza di Lui!
10. In una nota sulla presentazione del giudaismo nella catechesi, pubblicata il 24 giugno 1985, il Cardinale Willebrands
sostiene che noi aspettiamo il Messia con gli Ebrei! E fa riferimento
al Papa stesso, che ha dichiarato davanti agli Ebrei, il 17 novembre
1980 a Mayence, che la Vecchia Alleanza non è stata ancora abolita.
11.
Nell'estate 1985, il Vaticano invia un delegato ufficiale alla posa
della prima pietra di una nuova gigantesca moschea a Roma.
12.
Nell'agosto 1985, a Casablanca il Papa proclama ai giovani musulmani
che noi cristiani, adoriamo il loro stesso Dio – come se nell'Islam ci
fosse una Santissima Trinità ed una Incarnazione di Dio! – Pochi giorni
dopo, egli si reca, con dei preti animisti e la loro scorta, alla
periferia di Lohomay, a un culto nella “foresta santa” in cui si evoca
“la forza dell'acqua” e le anime divinizzate degli antenati. E almeno
due volte, a Kara e a Togoville – a Kara prima della santa Messa! –
versa dell'acqua e getta della farina di mais in fondo ad una buccia
secca di zucca, gesto con cui si professa una falsa credenza religiosa.
13.
Una commissione cattolico-evangelica, costituita per chiudere la visita
del Papa in Germania nel 1980, dichiara nel suo rapporto finale,
pubblicato il 24 gennaio 1986, che non vi è più divergenza fra le due
confessioni in ciò che concerne la giustificazione, l’eucaristia, il
sacerdozio ed il papato. Ad un attento osservatore non sfugge che si
proclama qui apertamente la religione ecumenica unificata.
14. Ed ora, il 25 gennaio 1986,
il Pontefice chiama tutte le religioni a riunirsi ad Assisi per una
preghiera di pace in autunno. (…) – “Quale Dio pregheranno quelli che
negano espressamente la divinità di Nostro Signore Gesù Cristo? Questa è
una vera e propria insinuazione del diavolo”, commenta Monsignor
Lefebvre.
15.
Infine, durante il viaggio in India, il Papa non parla che di dialogo,
di comprensione reciproca delle religioni, per promuovere in comunione
la fratellanza umana ed il benessere sociale.
Cari amici e benefattori, pensate che
questa esposizione sia per noi una buona notizia? L'abbiamo scritta
pieni di dolore, con l'unica preoccupazione del bene della santa Chiesa.
Allo stesso modo, lungi da noi voler giudicare il Papa. – Lasciamo
volentieri questo delicato compito ad un ulteriore giudizio della
Chiesa. Non facciamo parte di quelli che dichiarano affrettatamente
vacante la sede papale, ma ci lasciamo guidare dalla Storia della
Chiesa. Papa Onorio fu anatematizzato dal VI Concilio
ecumenico a causa dei suoi falsi insegnamenti, ma non si è mai preteso
che Onorio non fosse Papa. Tuttavia, ci è impossibile chiudere gli occhi
di fronte ai fatti. E le istruzioni segrete dei Carbonari così come la
loro corrispondenza, verso il 1820, sono anch'esse dei fatti! Vi
leggiamo:
“Il lavoro che
stiamo per intraprendere (…) può durare parecchi anni, forse un secolo
(…). Quello che dobbiamo cercare e aspettare, come gli Ebrei aspettano
il Messia, è un Papa secondo i nostri bisogni (…). Così, per spezzare la
roccia su cui Dio ha costruito la sua Chiesa, (…) abbiamo il successore
di Pietro inserito nell'ingranaggio del complotto (…). Per garantirci
un Papa secondo il nostro cuore, si tratta innanzitutto di formare (…)
una generazione degna del regno che vogliamo noi (…). Fatevi una
reputazione di buon cattolico (…). Questa reputazione aprirà alle nostre
dottrine il cuore del giovane clero (…). Tra qualche anno, questo
giovane clero avrà, per forza di cose, invaso tutte le funzioni (…);
sarà chiamato a scegliere il Pontefice (…) e quel Pontefice, come la
maggior parte dei contemporanei, sarà necessariamente (…) imbevuto dei
principi (...) umanitari che stiamo per mettere in circolazione”.
“Noi dobbiamo
(…) arrivare, con modi molto graduali (…) al trionfo dell'idea
rivoluzionaria tramite un Papa (…). Questo progetto mi è sempre parso di
un calcolo sovrumano”.
Inoltre, leggiamo nel piccolo esorcismo di Leone XIII, nella sua versione originale:
“Ecco che dei
nemici molto astuti hanno riempito di amarezza la Chiesa, sposa
dell'Agnello immacolato, l'hanno abbeverata d'assenzio, hanno allungato
le loro mani empie su tutto ciò che di desiderabile vi è in essa.
Laddove il Trono del beato Pietro e la Cattedra della verità venne
stabilita come una luce per le nazioni, là hanno posto il trono
dell'abominazione della loro empietà; affinché, una volta colpito il
pastore, possano disperdere il gregge”.
Che fare, di fronte a questa situazione, umanamente parlando, disperata? Pregare, lavorare e soffrire con la Chiesa.”
Venticinque anni dopo, queste parole hanno forse perso la loro forzà? Si è potuto sperare, con l'avvento di Benedetto XVI,
in un risanamento della situazione, dato che egli stesso riconosceva
che la Chiesa si trovava in una situazione drammatica. E di fatto ha
posto parecchie basi che possono servire ad una restaurazione, in mezzo a
molta ostilità. Gli atti benevoli che ha compiuto in favore della
nostra Fraternità sono molto presenti alla nostra memoria riconoscente.
Ma la reiterazione di Assisi, anche edulcorata, anche modificata, come
pare essere nelle sue intenzioni, ricorderà inevitabilmente la prima
Assisi che fu scandalosa sotto tanti aspetti, di cui uno dei più
notevoli fu lo spettacolo pietoso e penoso del vedere fianco a fianco il
Vicario di Cristo ed una moltitudine variopinta di pagani che
invocavano i loro falsi dei e idoli, – di cui la posa della statua di
Budda sul tabernacolo della chiesa di san Pietro d'Assisi resta la più
agghiacciante e spaventosa illustrazione. Ora, quando si intende
festeggiare l'anniversario di tale riunione, per ciò stesso ci si vieta
di biasimarne il promotore. Benedetto XVI ha scritto ad un pastore
evangelico che protestava contro questa nuova Assisi, che avrebbe fatto
di tutto per evitare il sincretismo. Ma si dirà ai partecipanti
provenienti da altre religioni che ce n'è solo una vera capace di
salvare? Si dirà loro che non c'è nessun altro nome sotto il cielo da
cui si può essere salvati se non il nome di Gesù, come ha insegnato san
Pietro, il primo Papa? (cf. Atti, 4, 12). Eppure sono dogmi di fede.
Se si tacciono loro delle verità così essenziali, li si inganna! Se si nasconde loro l'unico necessario, unum necessarium,
facendo credere loro che va bene così, perché lo Spirito Santo si serve
anche delle altre religioni come mezzi di salvezza, anche se si parla
di mezzi straordinari, secondo il nuovo magistero del Concilio Vaticano
II, li si induce in errore, privandoli del mezzo per salvarsi.
Quanto alla beatificazione di Giovanni
Paolo II, avrà come effetto immediato di consacrare l'insieme del suo
pontificato, tutte le sue iniziative, anche le più scandalose, quelle
descritte sopra e le altre, come il bacio del Corano e le molteplici
cerimonie di mea culpa che lasciano pensare che la Chiesa sia
colpevole di scismi che hanno visto perdersi tante anime cristiane per
la separazione dalla nostra Santa Madre Chiesa, e per l'adesione
all'errore e all'eresia. In pratica, tutto questo porta
all'indifferentismo nella vita quotidiana, e i pochi sforzi di Roma per
far cambiare un poco una rotta così nociva alla Chiesa non offrono che
magri risultati: la Chiesa stessa è esangue.
Ci diranno che esageriamo, che
drammatizziamo o che usiamo della retorica di circostanza, tuttavia
questa drammatica constatazione la troviamo sulla bocca stessa dei papi Paolo VI,
Giovanni Paolo II e Benedetto XVI. Ma appare come una stella cadente
nel firmamento, dimenticata in fretta e che lascia totalmente
indifferente la moltitudine che non si cura di guardare in alto, verso
il Cielo. Che fare? Che possiamo fare da parte nostra, carissimi amici?
“Preghiera e penitenza” era la parola d'ordine della nostra buona Madre
del Cielo, la santissima Vergine Maria sia a Lourdes che a Fatima;
queste direttive celesti valgono sempre e perfino ancora di più del
momento in cui furono pronunciate. Molti di voi si chiedono che effetto
ha avuto la nostra Crociata del Rosario finita l'anno scorso. Ne
abbiamo comunicato il risultato accompagnato dalla nostra richiesta al
Sommo Pontefice che non si è degnato di rispondere, non fosse altro che
con un avviso di ricevimento. Tuttavia ciò non deve
scoraggiarci. La nostra preghiera si è involata verso il Cielo, verso la
Madonna, la nostra Madre tanto buona e misericordiosa, e verso il Dio
delle Misericordie; non abbiamo quindi il diritto di dubitare di essere
esauditi, secondo le disposizioni infallibili della divina Provvidenza.
Fidiamoci del buon Dio. Tuttavia, la situazione della Chiesa e del mondo
ci suggerisce di chiedervi insistentemente di non fermare questo
movimento di preghiera per il bene della Chiesa e del mondo, per il
trionfo del Cuore Immacolato di Maria. L'intensità della crisi, il
moltiplicarsi di ogni tipo di disgrazie che colpiscono o minacciano
l'umanità, richiede da parte nostra un atteggiamento corrispondente:
“Bisogna sempre pregare e non smettere mai, oportet semper orare et numquam deficere” (Lc 18, 1).
Per questo ci sembra urgente e più che
opportuno, visto il raddoppiare d'intensità dei mali che sommergono la
santa Chiesa, di lanciare ancora una volta una crociata del Rosario, una crociata di preghiera e di penitenza. Vi invitiamo ad unire tutti i vostri sforzi, tutte le vostre forze per formare a partire da Pasqua di quest'anno e fino alla Pentecoste 2012
un nuovo mazzo di fiori spirituale, una nuova catena di quelle rose
così gradite dalla Madonna, per supplicarla d'intercedere in favore dei
suoi figli presso il suo Figlio Divino e il Padre Onnipotente. La
confusione non fa che aumentare tra le anime, abbandonate ai lupi rapaci
fin dentro all'ovile. La prova è così forte che si perderebbero perfino
gli eletti, se essa non fosse abbreviata. I pochi elementi
riconfortanti di questi ultimi anni non sono sufficienti per osare dire
che le cose sono davvero cambiate in profondità. Lasciano grandi
speranze per il futuro, ma come il chiarore che si scorge quando ci si
trova ancora in fondo al tunnel. Così domandiamo con tutto il cuore
l’intervento della nostra Madre celeste affinché questa prova terribile
sia abbreviata; la cappa modernista che circonda la Chiesa – almeno dal
Vaticano II – venga strappata; le Autorità svolgano il loro ruolo
salvifico presso le anime; la Chiesa ritrovi il suo splendore e la sua
bellezza spirituale; le anime del mondo intero possano udire la Buona
Novella che converte, ricevere i Sacramenti che salvano ritrovando
l'unico ovile. Ah! Quanto vorremmo poter usare un linguaggio meno
drammatico, ma sarebbe una menzogna ed una colpevole negligenza da parte
nostra tranquillizzarvi lasciandovi nella speranza che le cose
miglioreranno da sole.
Contiamo sulla vostra generosità per riunire nuovamente un mazzo di almeno dodici milioni di Rosari
perché la Chiesa sia liberata dai mali che la opprimono o che la
minacciano in un prossimo futuro; perché la Russia venga consacrata e
giunga presto il Trionfo dell'Immacolata.
Affinché le nostre preghiere siano
ancora più efficaci e ciascuno possa trarne un beneficio maggiore,
vorremmo terminare ricordando che quando si recita il Rosario, la cosa
più importante non è il numero delle Ave Maria, ma il modo in cui le
recitiamo. Il rischio della monotonia o della distrazione può essere
combattuto efficacemente recitando il Rosario secondo le indicazioni
della Madonna stessa: sgranando la corona, si tratta di meditare sulle
scene della vita e sui misteri di Nostro Signore e della sua santa
Madre. La cosa più importante è quel contatto con la vita del Salvatore
che si stabilisce quando si pensa amorevolmente agli avvenimenti
enunciati ad ogni decina, i “misteri” del Rosario. Le decine di Ave
diventano come una melodia di fondo che accompagna e sostiene questo
potente e dolce contatto con Dio, con Nostro Signore e con la Madonna.
Suor Lucia di Fatima ha potuto dire, dopo i Papi, che Dio ha voluto
conferire a questa preghiera una potenza tutta speciale, in modo tale
che non esiste nessun problema che non possa essere risolto da questa
magnifica orazione. Ci permettiamo d'insistere sulla preghiera in
famiglia, che dà prova ogni giorno della sua efficacia proteggendo i
bambini ed i giovani dalle tentazioni e dai pericoli spaventosi del
mondo moderno e protegge l'unità familiare in mezzo ai tanti pericoli
che la minacciano. Non lasciamoci scoraggiare dal silenzio apparente
della divina Provvidenza dopo la nostra ultima crociata. Non è forse
così che Dio vuole che gli proviamo, nelle cose importanti, che sappiamo
stimare nel suo giusto valore quello che domandiamo e che siamo pronti a
pagarne il prezzo?
Nel momento in cui ci avviciniamo alla
Passione di Nostro Signore, alla Settimana Santa ed alla gloriosa
Resurrezione del Salvatore, domandiamo alla Madonna che degni benedire
la vostra generosità, prendervi sotto la sua benevola protezione ed
esaudire le vostre insistenti preghiere.
Menzingen, 1ª Domenica di Passione
+ Bernard Fellay, Superiore generale
Fonte: DICI
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