Il giorno del grande combattimento
È
il trionfo delle tenebre. Dal falso vicario di mio Figlio è infine arrivata
l’autorizzazione, se non l’ingiunzione di gettare in pasto ai peccatori
pubblici, induriti e ostinati, il Suo preziosissimo Corpo, che io gli ho fornito
dalla mia stessa purissima sostanza, unito in modo indissolubile alla Sua
divinità… quella carne con la quale si è immolato sulla croce in espiazione dei
peccati umani e quel sangue che ha versato in riscatto dell’umanità decaduta a
causa della sua prevaricazione, quella stessa umanità che ora è tornata al suo
vomito calpestando la grazia inestimabile, assolutamente immeritata, che il
Frutto delle mie viscere le ha meritato con me, fusa con Lui, sul Calvario. Non
credono più nel Sacrificio redentore, non sanno più di quale impensabile amore
li abbiamo amati, non si rendono conto del rischio terribile che corrono…
perché non riconoscono più i loro peccati. Ora si sentono pienamente confermati
da quella che ritengono la suprema autorità morale – e che lo sarebbe, se non
occupasse quel posto in modo illegittimo e indegno.
Dalla
sera di quel venerdì al mattino del primo giorno della settimana fu per me
com’è oggi per voi: un’unica, assoluta, interminabile notte dello spirito. Io
scrutai quel buio siderale, sostenni quel vuoto imponderabile, mi piantai nel
nulla dell’assenza totale di Dio, senza il minimo appoggio né umano né divino…
se non quello della fiamma di carità e di fede che lo Spirito Santo alimentava
nel mio Cuore immacolato, a tal punto nascosta in esso che non ne scorgevo
neanch’io la luce. Fu l’amore a mantenere accesa in me la fede: solo per amore
volli continuare a credere, nonostante la radicale e apparentemente
irreversibile smentita dei fatti. Io sapevo, certo sapevo di aver messo al
mondo un figlio che sarebbe risorto; ma conoscere le promesse di Dio risparmia
forse dall’essere dilaniati, non dal dubbio, no, bensì dallo strazio di vedere
il proprio stesso Amore, la Vita della propria vita, giacere esanime nel
sepolcro, reso irriconoscibile dall’odio satanico?
Anche
il Suo Corpo mistico, nato dall’acqua e dal sangue del Suo costato trafitto,
nutrito della mia carne incontaminata, da Lui assunta, si riconosce ormai a
stento, schiaffeggiato, deriso e umiliato nelle sue membra fedeli, macchiato,
disgregato e disperso nelle sue membra fedifraghe. Certo, nella sua essenza la
Chiesa è e sarà sempre, indefettibilmente, una, santa, cattolica e apostolica,
ma nella condizione storica della sua porzione militante è orrendamente lacera
e infangata. Quanti miei figli se ne allontaneranno ancora, scandalizzati e
disillusi? Già quando falsificarono il santo Sacrificio dell’altare, molti di
loro si dissero: «Se i preti possono cambiare la religione dall’oggi al domani,
vuol dire che non era vero niente e che, finora, ci hanno ingannati». Così
smisero di credere e di andare in chiesa, mettendo a repentaglio la propria eterna
salvezza. Quanto ho dovuto faticare per scusarli di fronte a mio Figlio, che,
pur con tutte le attenuanti, vede perfettamente le inaggirabili responsabilità
individuali!
Ora,
a maggior ragione, diranno: «Se la Chiesa ha cambiato parere in materia morale,
significa che finora si era sbagliata e che, quindi, può sbagliarsi ancora, in
questo come in tutto il resto». E poi, se più nulla è peccato, a che serve
pregare, confessarsi e cercare di evitare il male? Quante anime si perderanno a
causa di questo supremo inganno? Sì, se acconsentono all’iniquità sono
responsabili della propria sorte; ma l’amore di una madre può per questo rimanere
indifferente, abbandonandole al loro tragico destino? Perciò svegliatevi, figli
miei fedeli! Smettete di lamentarvi e di gemere inutilmente, per quanto vi
sanguini il cuore. Siate forti nel sopportare il buio con olimpica quiete e nel
lasciarvi purificare dal serafico ardore che vi mando. È doloroso, ma dovete
farvi immacolati per la missione che vi attende, per formare il resto santo
degli ultimi tempi. E voi, ministri del mio Unigenito, miei figli prediletti,
voi che siete Sua bocca, Sue mani, Suo cuore, scuotete il vostro animo
dall’incertezza e dallo smarrimento, alzatevi in piedi con coraggio per
mettervi alla testa del mio esercito di eletti. Se vi obbligheranno ad agire
contro coscienza (cioè contro la santa Legge di Dio, che, quale unica via del
Paradiso, della vostra coscienza è la forma), prendete con sicurezza le vostre
decisioni. Non abbiate paura: mi incarico io stessa del vostro futuro.
Ora
che – secondo la parola profetica – non avete più né principe, né capo, né
profeta, Gesù stesso vi pasce e vi guida, Gesù stesso è il pastore e vescovo
delle vostre anime, Gesù stesso è la vostra norma inviolabile e sicura: Ego
sum pastor bonus, qui pasco oves meas… Ego sum via, veritas et vita.
Volgetevi a Lui e radunate il Suo gregge. Siate semplici come colombe e scaltri
come serpenti. Se mio Figlio vi concederà la grazia del martirio, in qualunque
forma, non fuggitela, purché siate certi che è Lui a volerlo, piuttosto che un
impeto avventato o una fiammata di zelo inopportuno. C’è bisogno di valenti ed
esperti generali che guidino le mie truppe alla vittoria, non di eroi di un
momento di cui si avrà facilmente ragione. Imparate la lezione del 1812 dai
miei cari figli della terra russa: dopo aver lasciato avanzare il nemico fino
all’antica capitale, lo privarono di ogni approvvigionamento per costringerlo
ad andarsene, poi lo attaccarono nella ritirata. Ho invano chiesto la
consacrazione di quel nobile Paese affinché la sua conversione ribalti le sorti
del mondo dominato dai nemici di Dio; perciò pregate, digiunate e offrite per
questa intenzione decisiva.
«La Chiesa tutta subirà una
tremenda prova, per pulire il carname che si è infiltrato tra i ministri,
specie fra gli Ordini della povertà: prova morale, prova spirituale. Per il
tempo indicato nei libri celesti, sacerdoti e fedeli saranno messi in una
svolta pericolosa nel mondo dei perduti, che si scaglierà con qualunque mezzo
all’assalto: false ideologie e teologie! L’appello d’ambo le parti, fedeli e
infedeli, sarà fatto in base a prove. Io fra voi eletti, con Cristo capitano,
combatteremo per voi. […] L’ira di Satana non è più mantenuta; lo Spirito di
Dio si ritira dalla terra, la Chiesa sarà lasciata vedova, ecco il drappo
talare funebre, sarà lasciata in balìa del mondo. Figli, diventate santi e
santificatevi di più, amatevi tanto e sempre. […] Schieratevi tutti sotto il
vessillo di Cristo. Lavorando in tal modo, vedrete i frutti della vittoria nel
risveglio delle coscienze al bene; pur essendo nel male, vedrete, tramite
vostro aiuto cooperativo efficace, peccatori che si convertono e l’Ovile
riempirsi d’anime salvate» (la Vergine della Rivelazione a
Bruno Cornacchiola, il 12 aprile 1947 alle Tre Fontane – Roma).
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