DISCORSI DI SANT'AGOSTINO SULLA PENTECOSTE
DISCORSO 272/B
PENTECOSTE
Nella Pentecoste Cristo mantenne la promessa fatta.
1. Penso che già
sappiate, fratelli carissimi, che oggi la Chiesa celebra la discesa del
Santo Spirito del Signore. Il Signore aveva promesso ai suoi Apostoli
ché avrebbe inviato lo Spirito Santo e con fedeltà somma mantenne la
promessa fatta. Come la risurrezione del Signore confermò nei discepoli
la fede nella divinità di colui che per noi si è degnato farsi uomo,
molto più [la confermarono] la sua ascensione al cielo e ancor più
pienamente e perfettamente il dono dello Spirito Santo che egli mandò.
[Tale dono] riempì i suoi discepoli, diventati già otri nuovi atti a
ricevere il vino nuovo. Per questo, quando essi si misero a parlare in
varie lingue, [i loro ascoltatori] dissero che erano ubriachi e pieni di
vino nuovo. Le parole degli ascoltatori furono testimonianza delle divine Scritture. Nessuno mette il vino nuovo in otri vecchi, aveva
detto il Signore. Preparava quindi il vino nuovo per otri nuovi. Gli
otri erano vecchi fino a che avessero considerato Cristo solo sotto
l'aspetto umano. Era di un otre vecchio quell'intervento dell'apostolo
Pietro, quando a lui, che temeva che Cristo morisse e che facesse la
stessa fine di tutti gli altri uomini, il Signore disse: Allontanati da me, satana, perché mi sei di scandalo . Questo
timore di Pietro era di un otre vecchio. Ma dopo che il Signore
risuscitò e si mostrò loro ed essi poterono toccare colui che avevano
pianto sospeso alla croce, e videro vivo il suo corpo che avevano pianto
morto e sepolto, allora furono confermati nella fede e credettero in
lui. Ascendendo al cielo Cristo comanda ai discepoli di rimanere uniti
in un unico luogo e di aspettare lì fino a che egli non avesse mandato
colui che aveva promesso. I discepoli riunitisi in un unico luogo,
perseverando nella preghiera e nell'attesa della promessa, si
spogliarono dell'uomo vecchio e si rivestirono dell'uomo nuovo. Una
volta resi capaci [di riceverlo], ricevettero nel giorno della
Pentecoste lo Spirito Santo. E non senza motivo noi celebriamo questo
grande mistero e questo importantissimo giorno. Osservate bene,
carissimi, come l'Antico Testamento concorda perfettamente con il Nuovo.
Nell'antico la grazia viene promessa, nel nuovo viene concessa; nel
primo è prefigurata, nel secondo è realmente presente. Un artigiano che
lavora chincaglierie in metallo, in bronzo o argento ad esempio,
anzitutto costruisce con la cera le forme che poi fonderà e il primo
abbozzo [in cera] apre la strada alla futura figura metallica; infatti
costruisce anche le forme che poi riempirà. Allo stesso modo il Signore
all'antico popolo eletto presentò ogni cosa in immagine e ne abbozzò la
forma; al nuovo popolo invece riempì le forme con una colata perfetta.
La vostra Santità cerchi con maggiore attenzione del solito di scoprire
quale sia quella forma e quale sia questo compimento nel giorno della
Pentecoste: l'attenzione è il compenso dell'opera. Le parole che si
dicono producono molto frutto in proporzione all'attenzione con la quale
viene accolto l'insegnamento che si impartisce. Siate anche voi otri
nuovi, perché attraverso il nostro ministero possiate essere riempiti di
vino.
Unità e molteplicità.
2. Spesso ci vien
chiesto: se noi celebriamo la Pentecoste a motivo della venuta dello
Spirito Santo, perché la celebrano anche i Giudei? Anch'essi infatti
hanno la festa della Pentecoste. Coloro tra voi che stavano attenti,
questa mattina hanno udito, quando si leggeva il libro di Tobia presso
la memoria del beato Teogene, che nel giorno di Pentecoste Tobia imbandì
un convito al quale voleva invitare alcuni della sua gente, quelli che
erano degni di condividere con lui il banchetto, quelli cioè che erano
timorati di Dio. Nel giorno di Pentecoste - dice il libro - che è la solennità delle settimane . Infatti
sette per sette fa quarantanove. A questo numero si aggiunge uno a
motivo dell'unità per ritornare all'inizio, perché l'unità conferma ogni
molteplicità. La molteplicità, se non ha la coesione dell'unità, è
origine di divisioni e litigi; invece una molteplicità indivisa fa
un'anima sola; infatti coloro che ricevettero lo Spirito Santo - dice la
Scrittura - avevano un'anima sola e un cuor solo protesi verso Dio . Si
raggiunge così il numero cinquanta, simbolo misterioso della
Pentecoste. Perché anche i Giudei celebrano la festa della Pentecoste,
se non perché prefigurazione della nostra Pentecoste? Fate attenzione:
già voi sapete - e sicuramente non c'è nessun cristiano che non sappia
quanto sto per dire - che i Giudei immolano l'agnello e celebrano la
Pasqua come prefigurazione della futura passione del Signore. Nella
legge infatti viene loro comandato anche di cercare l'agnello tra capri e
pecore.
Come si può trovare un agnello tra capri e pecore? Tuttavia il comando,
che lì era impossibile a realizzarsi, preannunziava che in futuro
avrebbe potuto realizzarsi nel Signore. Fu trovato infatti l'agnello tra
capri e pecore, poiché il Signore nostro Gesù Cristo, nato nella natura
umana dalla discendenza di David, ha origine da peccatori e da giusti.
Tra gli antenati del Signore, secondo la genealogia riportata dagli
Evangelisti, trovi sia dei peccatori - e sono molti - che dei giusti.
Venne a chiamare proprio loro - i peccatori - perché tramite loro venne
nel mondo. Il Signore riunisce la sua Chiesa chiamando giusti e
peccatori: i giusti però li porterà nel regno dei cieli, mentre
allontanerà da sé i peccatori che avranno perseverato nei peccati e
nella malvagità. Tuttavia venne ad addossarsi i nostri peccati e non
disdegnò di trarre origine da peccatori. In quelle genealogie sono
nascosti molti misteri: Dio ci conceda tempo sufficiente per esporli
alla vostra santità. Però ora ritorniamo all'argomento che avevamo
iniziato a trattare.
Pasqua e Pentecoste presso i Giudei e i cristiani.
3. Trattavamo del
giorno della Pentecoste e stavamo dicendo perché lo festeggiano anche i
Giudei. Essi immolano l'agnello e l'immolazione dell'agnello è propria
della Pasqua; così anche noi celebriamo la Pasqua nella quale l'Agnello
immacolato, innocente, è stato ucciso. È Cristo il vero agnello: di lui
diede testimonianza Giovanni dicendo: Ecco l'Agnello di Dio, ecco colui che toglie i peccati del mondo; noi
celebriamo la Pasqua con la sua morte. Ai Giudei è stata data la legge
nel timore, ai cristiani fu dato lo Spirito Santo nella grazia. Quelli
col timore non poterono adempiere la legge e, complice la legge stessa,
divennero rei. Di cinque libri è composta la legge, cinque portici
circondavano la piscina di Salomone; vi portavano gli infermi, ma
nessuno di essi poteva essere guarito. I cinque portici raccoglievano
gli infermi che vi venivano posti e lì rimanevano; così come in quei
cinque libri [della legge] nessuno veniva risanato. Perché nessuno? Per
la superbia. Infatti proprio mentre credono di poter adempiere la legge
con le loro proprie forze, non osservano ciò che fu comandato. E la
legge era contro di essi; [rispecchiandosi] in essa si riconosceranno
peccatori, fino a che non esclameranno - ve lo abbiamo detto anche
questa mattina -: Me infelice! Chi mi libererà da questo corpo di morte? La grazia di Dio, per Gesù Cristo Signore nostro. La
legge dunque fa riconoscere peccatori, la grazia libera dal peccato; la
legge atterrisce, la grazia attrae; la legge porta alla pena, la grazia
offre la misericordia. Tuttavia gli stessi comandamenti li troviamo sia
nella legge che nella grazia. E perciò si dice che la legge è stata
scritta dal dito di Dio. Abbiamo così la sacra Scrittura.
Lo Spirito Santo dito di Dio.
4. Cerchiamo ora
che cosa sia nel Vangelo il dito di Dio: lo troveremo. Che cosa
significa: " dito di Dio "? Non che Dio abbia realmente la forma del
corpo come l'abbiamo noi, così che mentre vede da una parte non veda
dall'altra; oppure che sia limitato dalla sagoma delle varie membra, lui
che è totalmente ovunque e presente a tutto. Che cosa è allora il dito
di Dio? Lo Spirito Santo. Fate attenzione. Donde proviamo questa
affermazione? Dal Vangelo. A volte infatti quanto un Evangelista dice in
modo figurato, un altro lo riporta in maniera più chiara. In un passo
del Vangelo si narra che i Giudei dicevano del Signore che cacciava i
demoni in nome di Beelzebub. Il Signore rispose loro: Se io caccio i demoni col dito di Dio, è segno che il regno di Dio è giunto in mezzo a voi. Un altro evangelista esprime in questa maniera la stessa frase: Se caccio i demoni in virtù dello Spirito Santo, è dunque giunto a voi il regno di Dio.
Mentre dunque un evangelista parla del dito di Dio, l'altro espone la
frase in diversa maniera per farci capire che il dito di Dio è lo
Spirito Santo. Non andiamo a cercare in Dio dita di carne, ma cerchiamo
di comprendere perché lo Spirito Santo sia chiamato dito. È chiamato
così perché attraverso lo Spirito Santo i doni [della grazia] sono scesi
suddividendosi sugli Apostoli. La mano infatti appare divisa nelle
cinque dita e con esse si conta e si divide. Perché allora i Giudei
celebrano la Pentecoste? È un grande mistero, fratelli, e veramente
meraviglioso; notate questo: nel giorno di Pentecoste i Giudei
ricevettero la legge scritta col dito di Dio e nel giorno di Pentecoste
scese lo Spirito Santo.
La legge presso i Giudei e presso i cristiani.
5. Riguardo alla
legge che è stata data da Dio, è necessario spiegare perché i giudei la
ricevettero su tavole di pietra. Essa simboleggiava la durezza del loro
cuore. Tuttavia fu scritta col dito di Dio: poiché le stesse norme che
vi sono state scritte sono state date anche ai cristiani. Però, come
dice l'Apostolo, non su tavole di pietra, ma su tavole di carne che sono i vostri cuori. Questo
è importante notare, che la stessa legge, che era stata scritta nei
loro duri cuori e non è stata adempiuta, è stata data, facile ed eterna,
ai cuori fedeli dei cristiani. Il cuore dei Giudei era di pietra: il
cuore dei cristiani è terra fertile, che può portare frutto. Per questo
il Signore nel Vangelo, quando gli portarono davanti quella donna
sorpresa in adulterio e volevano lapidarla secondo la legge - mentre il
Signore voleva piuttosto che non peccasse più, pronto a perdonarle i
peccati - rispose a quelli che volevano lapidarla - mentre essi stessi
erano di pietra -: Chi di voi è senza peccato scagli la prima pietra contro di lei.
E, appena dette queste parole, chinò la testa e cominciò a scrivere con
il dito per terra. E quelli, facendo ciascuno il proprio esame di
coscienza, uno dopo l'altro si allontanarono cominciando dal più anziano
fino al più giovane! E la donna fu lasciata lì sola. Il Signore alzò la
testa e le disse: O donna, nessuno ti ha condannata? Rispose: Nessuno, Signore. E il Signore: Neanche io ti condanno; va' e d'ora in poi non peccare più.
Questa misericordia che cosa ha voluto significare? La grazia. La
durezza di cuore dei Giudei che cosa significava invece? La legge data
su tavole di pietra. Il Signore scriveva col dito, ma sulla terra,
perché da lì potesse ricavare frutto. Qualunque cosa venga seminata
sulla pietra invece non germoglia perché non può mettere radice. In
ambedue i casi si parla di dito di Dio: col dito di Dio fu scritta la
legge, dito di Dio è lo Spirito Santo.
Perché la legge fu data nel cinquantesimo giorno.
6. La legge fu
data nel giorno di Pentecoste e lo Spirito Santo scese sugli Apostoli
nel giorno di Pentecoste. Avevano detto che avremmo provato
l'affermazione che i Giudei ricevettero la legge nel cinquantesimo
giorno da quando noi celebriamo la Pasqua. Sai che in base ad una
disposizione della legge il quattordicesimo giorno del primo mese essi
debbono immolare un agnello e celebrare la Pasqua. Computato questo
quattordicesimo giorno nel quale inizia la Pasqua, rimangono del mese
diciassette giorni. [Gli ebrei] arrivarono al deserto, dove fu data loro
la legge, e la Scrittura dice: Nel terzo mese dalla uscita del popolo dall'Egitto
il Signore disse a Mosè che coloro i quali stavano per ricevere la
legge si purificassero fino al terzo giorno, nel quale sarebbe stata
data la legge. All'inizio del terzo mese dunque viene comandata la
purificazione fino al terzo giorno; e comincia la Pasqua... - Fate
attenzione che i numeri non vi ingannino e non vi annebbino
l'intelligenza. Per quanto possiamo, con l'aiuto del Signore, vi
spieghiamo il problema. Se saremo aiutati dalla vostra attenzione,
vedrete subito chiaramente quanto vi verrà detto; se invece non starete
attenti, vi rimarrà oscura qualunque cosa dirò, anche se ve la dicessi
nella maniera più chiara possibile... -. Dunque: viene fissata la Pasqua
al quattordicesimo giorno del mese, e vien dato l'ordine di purificarsi
per preparare la consegna, sul monte, della legge scritta col dito di
Dio. Il dito di Dio è lo Spirito Santo. Ricordatevelo: lo abbiamo
dimostrato dal Vangelo. Viene comandata la purificazione nel terzo
giorno del terzo mese. Dal primo mese togli tredici giorni e ne
rimangono diciassette (la Pasqua inizia infatti nel quattordicesimo
giorno). Aggiungi tutto il secondo mese: diventano quarantasette giorni.
Dall'inizio della purificazione altri tre giorni, fanno cinquanta
giorni. Non c'è risposta più chiara e più evidente al perché i Giudei
ricevettero la legge nel giorno della Pentecoste.
Il peso della legge e il soave giogo di Cristo.
7. Ma osservare la legge è duro; fu un peso, un grave peso [per i Giudei]. È venuto invece il Signore con la grazia e grida: Venite
a me, voi tutti che siete affaticati ed oppressi e io vi darò riposo.
Prendete il mio giogo sopra di voi e imparate da me, che sono mite ed
umile di cuore, e troverete riposo per le vostre anime; il mio giogo
infatti è soave e il mio peso è leggero.
In che senso il suo giogo è soave? La legge atterrisce, egli invece
attrae; la legge dice: se non fai questo ti punirò, Cristo dice:
qualunque cosa avrai fatto ti perdono, d'ora in poi cerca di non
peccare. Il suo giogo quindi è soave e il suo peso leggero. Se diventiamo otri nuovi
aspettiamo operosi la sua grazia; saremo riempiti fino all'orlo di
Spirito Santo, e attraverso lo Spirito Santo avremo la carità, già
riscaldati dal vino nuovo e ubriacati al suo calice inebriante e
glorioso.
Così ci dimenticheremo anche di quelle faccende del mondo che ci
tenevano avvinti, come se ne sono dimenticati i martiri quando andavano
alla morte: dimenticarono i figli e le mogli, i genitori che si
cospargevano di polvere i capelli, le madri che mostravano i loro seni
ricordando i giorni dell'allattamento e dello svezzamento; dimenticarono
tutto, neanche riconoscevano i loro familiari. Perché ti meravigli se
il martire non riconosce i suoi familiari? È ubriaco. Di che cosa è
ubriaco? Di carità. Da dove viene ad essi tanta carità? Dal dito di Dio,
dallo Spirito Santo, da colui che scese nel giorno della Pentecoste.
Discorso 272/B augm.
DISCORSO DI SANT'AGOSTINO SULLA PENTECOSTE
1. Ritengo che
voi, carissimi, ben sappiate che oggi la Chiesa celebra la discesa
dello Spirito Santo. Il Signore infatti aveva promesso ai suoi apostoli
che avrebbe mandato loro lo Spirito,
e in conformità con la sua attendibilissima parola, egli adempì la
promessa. E se la resurrezione del Signore rafforzò nei seguaci la fede
nella divinità di colui che si fece uomo per la nostra salvezza, ancor
più questo fece la sua ascensione al cielo, e raggiunse la pienezza e la
perfezione con il dono dello Spirito Santo, che egli mandò [dal cielo] e
riempì i discepoli. Diventati otri nuovi, essi poterono contenere il
vino nuovo; e per questo motivo, siccome parlavano in [diverse] lingue, si disse che erano ubriachi e pieni di vino nuovo. Le parole degli ascoltatori furono testimonianza dell'affermazione del Signore, riferita dalla Scrittura, che aveva detto: Nessuno mette il vino nuovo in otri vecchi. Ora
per questi otri nuovi egli stava preparando il vino nuovo. Essi furono
otri vecchi finche nei riguardi di Cristo ebbero opinioni carnali.
Nell'ambito di " otre vecchio " rientrava quell'espressione che
l'apostolo Pietro in preda al timore per la morte di Cristo ebbe a
pronunciare pensando che egli sarebbe finito come tutti gli altri
uomini. A lui però il Signore replicò: Va' lontano da me, satana! Tu mi sei di scandalo. Questa
riluttanza di Pietro faceva parte della sua condizione di otre vecchio;
ma ecco che il Signore risuscitò e si mostrò ai discepoli. Essi
toccarono ciò che nel pianto avevano visto pendere dalla croce:
erano davanti ai loro occhi vive quelle membra che piangendo avevano
viste morte e sepolte. Furono fortificati nella fede e credettero in
lui. Poi ecco che egli ascende in cielo e comanda loro di riunirsi in un
unico luogo e lì aspettare fino a quando non avesse inviato loro quel
che aveva promesso.
Si radunarono dunque in un luogo e pregando attesero il compimento
della promessa. In tal modo deposero l'antico e si rivestirono del
nuovo.
Divenuti capaci [del dono divino], essi il giorno della Pentecoste
ricevettero lo Spirito Santo. Ecco il motivo per cui noi celebriamo il
grande mistero odierno e facciamo festa in questo giorno celeberrimo.
Vogliate pertanto considerare, santi fratelli, il grande accordo
esistente fra le Scritture del vecchio e del nuovo Testamento. Nel primo
la grazia veniva promessa, nel secondo è data; nel primo era
simboleggiata, nel secondo raggiunge la completa pienezza. Vien da
pensare a un artefice che intende costruire delle figure con un metallo,
ad esempio con il bronzo o l'argento. Prima della fusione compone la
forma in cera, e questa prima composizione provvisoria diventa un
passaggio per la necessaria forma definitiva: l'artista cioè compone
quelle prime forme per poi riempirle. Allo stesso modo il Signore
disegnò tutto in forme figurative e le diede al popolo nel vecchio
Testamento, ma poi svuotò quelle forme e nel darle al nuovo popolo, le
riempì con una perfettissima infusione. Vogliate dunque, santi fratelli,
considerare con un'attenzione un po' più impegnata quali sono state le
antiche forme rappresentative e quale la loro realizzazione nel giorno
della Pentecoste. Vale la pena considerarle con attenzione. Si apprende
con frutto più abbondante quella parola che si ascolta con attenzione
particolare. Siate anche voi, è evidente, degli otri nuovi per poter
contenere il vino nuovo a voi servito dal nostro ministero.
2. Spesso ci si
chiede: " Se noi celebriamo la Pentecoste per la discesa dello Spirito
Santo, per qual motivo la celebrano i giudei? ". Infatti anche i giudei
celebrano la Pentecoste. Lo avete ascoltato voi che questa mattina
eravate presenti alla lettura del libro di Tobia, che vi è stata
proclamata nella memoria del beato Teogene. Ivi è detto che nel giorno
di Pentecoste [Tobia] si preparò un pranzo invitando alcuni suoi
compatrioti che, essendo timorati del Signore, erano degni di
partecipare alla sua mensa. Dice: Nel giorno di Pentecoste, che è il più santo della settimana . Infatti
sette per sette fa quarantanove: al quale numero si aggiunge l'uno per
significare l'unità e così poter tornare al principio. L'unità infatti
dà coesione a tutta la moltitudine; e mentre la moltitudine se non è
cementata dall'unità è un agglomerato di gente rissosa e litigiosa, se
invece è concorde forma un'anima sola. Lo afferma la Scrittura, la
quale, parlando di coloro che avevano ricevuto lo Spirito Santo, dice
che avevano un'anima sola e un cuore solo protesi verso Dio. Così
essi diventano il cinquanta, cioè il mistero della Pentecoste. Ma
allora perché celebrano la Pentecoste i giudei se non perché nella loro
celebrazione era contenuta una qualche figura? Statemi attenti! Voi
sapete che presso i giudei si uccideva un agnello e così si celebrava la
pasqua, come figura della Passione del Signore, che sarebbe avvenuta in
seguito. Non c'è cristiano che ignori quanto vi sto dicendo. Sapete
anche che fu loro comandato di trovarsi un agnello fra le capre e tra le
pecore .
Ma come si può trovare un agnello tra le capre e tra le pecore? Quel
comando però, in se impossibile, stava ad annunziare una possibilità che
si sarebbe realizzata nel nostro Signore Gesù Cristo, il quale secondo
la carne nacque dalla stirpe di Davide, e trae origine da peccatori e da giusti. Nella genealogia del Signore, secondo le generazioni riportate dagli evangelisti,
trovi molti peccatori e molti giusti. Chiamò infatti anche costoro,
cioè i peccatori, essendo venuto servendosi anche di peccatori; e da
giusti e da peccatori raduna oggi la sua Chiesa, riservandosi di mandare
i giusti nel Regno dei cieli, separando [da loro] i peccatori che si
ostinano nel peccato e nella malvagità. Ad ogni modo egli, venuto per
caricarsi dei nostri peccati, non ha esitato a trarre origine da
peccatori. Ma in questo, cioè riguardo alla sua genealogia, ci son molte
cose misteriose, che, se Dio ce ne concederà il tempo, spiegheremo alla
santità vostra; adesso dobbiamo tornare all'argomento che ci
proponevamo di trattare.
3. Riguardo al
giorno della Pentecoste, stavamo esponendo il motivo per cui lo
celebrano anche i giudei. Essi uccidono l'agnello, l'agnello pasquale.
E, come loro, così anche noi celebriamo la pasqua nella quale fu ucciso
l'Agnello immacolato e senza colpa: quell'Agnello al quale Giovanni rese testimonianza dicendo: Ecco, l'Agnello di Dio, ecco colui che toglie i peccati del mondo. In
memoria della sua passione noi celebriamo la pasqua. Ai giudei fu
datala legge [che si basa] sul timore, ai cristiani viene dato lo
Spirito Santo, fonte di grazia. Spinti dal timore essi non furono in
grado di adempiere la legge, anzi proprio a causa della legge divennero
trasgressori. La legge è contenuta nei cinque libri, come cinque erano i
portici che circondavano la piscina di Salomone:
i quali potevano, sì, accogliere i malati ma non ne potevano guarire
neppure uno. I cinque portici accoglievano gli infermi, che però
rimanevano distesi lì dov'erano. Allo stesso modo nessuno veniva
risanato mediante quei libri. Perché nessuno? Per la superbia. Convinti
di poter adempiere il precetto con le loro sole forze, non riuscirono ad
adempirlo, e così la legge divenne loro avversaria: per essa divennero
trasgressori, e tali rimasero finche non proruppero nel grido del quale
anche questa mattina abbiamo parlato alla vostra santità: Uomo
miserabile che altro non sono! Chi mi libererà da questo corpo mortale?
La grazia di Dio per l'opera di Gesù Cristo nostro Signore. Dunque,
la legge smaschera i trasgressori, la grazia li libera dalla colpa; la
legge minaccia, la grazia attira; la legge tende a punire, la grazia
assicura il perdono. Nondimeno le cose prescritte nella legge sono
identiche a quelle prescritte nella grazia; e per questo si dice che la
legge fu scritta con il dito di Dio. Così infatti troviamo scritto.
4. Cerchiamo nel
Vangelo cosa sia il dito di Dio, e lo troveremo. Che significa " dito di
Dio "? Nella verità delle cose infatti Dio non ha questo membro
corporale come lo abbiamo noi. Ma per caso egli avrà la vista da una
parte e non dall'altra?, o di lui si potrà forse delimitare la forma
delle membra, mentre egli è tutto in ogni luogo ed è presente dinanzi a
tutti? Cos'è dunque il dito di Dio? Lo Spirito Santo. Statemi attenti!
Come lo dimostriamo? Dal Vangelo. C'è infatti un passo in cui quello che
un evangelista dice in figura un altro lo dice in forma esplicita. È
quel passo del Vangelo dove i giudei affermano che il Signore cacciava i
demoni in nome di Beelzebub. Rispondendo il Signore disse: Se io scaccio i demoni nel dito di Dio, è certamente giunto a voi il Regno di Dio. Un altro evangelista riferisce lo stesso avvenimento dicendo: Se io [faccio questo] nello Spirito Santo, vuol dire che è giunto a voi il Regno di Dio. Siccome
dunque un evangelista parla di " dito di Dio ", ecco che l'altro
chiarisce l'espressione mostrandoci che " dito di Dio " è lo Spirito
Santo, per cui in Dio non dobbiamo cercare dita carnali ma comprendere
il motivo per cui con il nome " dito " si designa lo Spirito Santo. È
perché ad opera dello Spirito Santo gli apostoli ricevettero la
diversità dei doni,
ed è nelle dita che la mano appare in forma diversificata, tant'è vero
che con le dita si fa il conto e la spartizione. Ma allora perché i
giudei celebrano la Pentecoste? Mistero grande e veramente stupendo,
fratelli! Imprimetevi nella mente che nel giorno della Pentecoste i
giudei ricevettero la legge, scritta con il dito di Dio, e nello stesso
giorno di Pentecoste discese lo Spirito Santo.
5. Occorre
determinare la natura della legge [del Signore]. I giudei la ricevettero
in tavole di pietra, e con ciò si raffigurava la durezza del loro
cuore, ma essa era scritta con il dito di Dio,
e pertanto tutte le prescrizioni contenute nella legge obbligano anche i
cristiani. Ora però, come dice l'Apostolo, non sono scritte in tavole di pietra ma nelle tavole del cuore che sono di carne.
Ecco dunque la differenza: la legge finche rimase scritta nei cuori
induriti dei giudei, non fu osservata; la stessa legge, data ai
cristiani, trova cuori dotati di fede e così diventa facile e dura in
eterno. Essi erano pietra; invece i cuori dei cristiani erano terreno
fertile, quindi furono in grado di produrre frutti.
Ci rifacciamo al Vangelo, quando al Signore fu presentata quella donna
che era stata sorpresa nell'adulterio. Stando alla legge, i giudei la
volevano lapidare ,
il Signore invece voleva solo che non continuasse a peccare, pronto a
perdonarle il peccato commesso. E a coloro che volevano colpirla con le
pietre, mentre erano loro stessi di pietra, disse: Chi tra voi è senza peccato scagli per primo la pietra contro di lei. Detto
questo chinò il capo e con il dito cominciò a scrivere in terra; ma
quei tali, esaminando la propria coscienza, se ne andarono uno dopo
l'altro, dal più anziano al più giovane, e rimase lì soltanto la donna. Il Signore alzò il capo e le disse: Cos'è questo, donna? Nessuno ti ha condannata? Rispose: Nessuno, Signore. E il Signore: Nemmeno io ti condanno. Va' e non peccare più. Cosa
significava questa larghezza nel perdonare? La grazia. E quella durezza
che cosa significava? La legge data su pietre. Per questo il Signore
scriveva con il dito,
ma scriveva in una terra da cui poteva raccogliere frutti! Se al
contrario si semina qualcosa sulla pietra, la pianta non viene fuori
perché non può mettere le radici .
Distingui dunque dito di Dio e dito di Dio: il dito di Dio con cui fu
scritta la legge e il dito di Dio che è lo Spirito Santo.
6. Nel giorno di
Pentecoste fu data la legge, nel giorno di Pentecoste venne lo Spirito
Santo. Ma vi avevamo promesso di dimostrarvi come i giudei ricevettero
la legge cinquanta giorni dopo la Pasqua, che anche noi celebriamo.
Tieni presente al riguardo che ad essi fu ordinato di uccidere l'agnello
per la celebrazione della Pasqua il quattordici del primo mese.
Mettendo nel computo lo stesso giorno quattordici in cui comincia la
Pasqua, di quel mese restano diciassette giorni. Si arrivò quindi al
deserto, al luogo dove fu data la legge; e la Scrittura si esprime così:
Nel terzo mese da quando il popolo era stato condotto fuori dall'Egitto il
Signore parlò a Mosè dicendo che quanti avrebbero ricevuto la legge si
purificassero in vista del terzo giorno, nel quale sarebbe stata data la
legge.
Dunque all'inizio del terzo mese si ingiunge di purificarsi per il
terzo giorno; e comincia la Pasqua... Statemi attenti, perché non
succeda che i numeri vi portino, per così dire, fuori pista e addensino
nubi sul vostro intelletto. Per quanto ci è possibile, con l'aiuto del
Signore vogliamo chiarirvi la cosa. Se mi sosterrete con la vostra
attenzione, scorgerete fraternamente quel che intendo dirvi; se questa
attenzione mancherà, quanto io vi dirò vi rimarrà oscuro anche se ve lo
esponessi nella forma più elementare. Or dunque, ecco che per
[celebrare] la Pasqua si fissa il quattordici del mese e si prescrive la
purificazione per ricevere la legge, data sul monte e scritta con il
dito di Dio,
quel dito di Dio che è lo Spirito Santo. Ricordatevi di questo. Ve lo
abbiamo dimostrato in base al Vangelo. Per la purificazione si fissa il
terzo giorno del terzo mese. Al primo mese dunque togli dodici [giorni]
per cominciare con il quattordicesimo: ne restano diciassette. Se a
questi aggiungi l'intero secondo mese arrivi a quarantasette, e se
prosegui contando dal giorno stesso della purificazione per arrivare al
terzo giorno, ecco che si ha cinquanta. È quanto mai chiaro, lampante : i
giudici ricevettero la legge nel giorno di Pentecoste.
7. Essendo
induriti, [la legge] fu per loro un gravame; essendo induriti, fu per
loro un peso. Viene però il Signore arrecando la grazia, e grida: Venite
a me, voi che siete affaticati e oppressi, e io vi ristorerò. Prendete
su di voi il mio giogo e imparate da me che sono mite ed umile di cuore,
e troverete riposo per le vostre anime. Poiché il mio giogo è soave e
il mio carico leggero. Come
mai il suo giogo è soave? La legge minaccia, egli attira; la legge
dice: " Se non fai questo o quello, io ti punirò "; Cristo dice: "
Qualsiasi peccato abbia tu fatto, io te lo perdono; d'ora in avanti
guàrdati dal peccare ". Pertanto il suo giogo è soave, il suo peso leggero. Occorre però che noi diventiamo otri nuovi
e, rivolti con l'animo verso di lui, ne attendiamo la grazia. Saremo
copiosamente riempiti di Spirito Santo e attraverso lo Spirito santo
verrà in noi la carità. In tal modo saremo riscaldati dal vino nuovo e
ci inebrieremo al suo calice scintillante e colmo di ebbrezza,
al punto che dimenticheremo le cose terrene che prima ci tenevano
schiavi. In questo modo se ne dimenticavano i martiri quando si
avviavano al supplizio. Dimenticavano i figli e le mogli, dimenticavano i
genitori anche quando si cospargevano la testa di polvere e perfino le
madri che dinanzi a loro scoprivano il seno e rinfacciando il latte che
avevano succhiato, tentavano di distoglierli dal cibo [della vita].
Tutto essi dimenticavano, e non badavano nemmeno ai loro cari. Perché ti
stupisci se il martire non si ferma a considerare i propri familiari? È
un ubriaco. Ma ubriaco di che? Di carità. E la carità da dove gli è
venuta? Dal dito di Dio, dallo Spirito Santo, da colui che discese il
giorno di Pentecoste.
8. Come dimostriamo che si adempie la legge mediante la carità, dono dello Spirito Santo? Lo dice l'Apostolo: Pieno adempimento della legge è la carità; e in un altro passo: L'amore del prossimo non opera il male. Infatti i precetti " Non commettere adulterio ", " non rubare ", " non uccidere ", " non desiderare " e tutti gli altri si compendiano in questa parola: " Amerai il prossimo tuo come te stesso". Ecco perché la carità adempie la legge. E come dimostriamo che la carità proviene dallo Spirito Santo? Ascolta l'Apostolo che dice: Noi ci gloriamo della tribolazione. Sottoposti
a tribolazione i giudei venivano costretti ad adempiere la legge, ma
non vi riuscivano; i cristiani dalle tribolazioni non venivano
allontanati dalla legge ma piuttosto sospinti a correre verso la legge.
Badate a ciò che dico, fratelli. Ai giudei era irrogata la pena che
chiunque avesse offerto sacrifici agli idoli doveva essere lapidato o
crocifisso, ed essi si astenevano dal farlo perché erano pressati dal
timore, non trattenuti dall'amore. Non temevano [la trasgressione]
perché erano sopraffatti dal desiderio illecito ed andavano dietro agli
idoli tutte le volte che incombeva su di loro la crocifissione o si
minacciava loro la morte o la lapidazione. Tutte queste pene non
riuscivano a trattenerli [dal male]. Più tardi, ecco venire l'amore
insieme con il timore: sopraggiunse la carità. Il Vangelo fu predicato
ai pagani, e per indurli a sacrificare agli idoli si prese a minacciare
loro il fuoco, le croci, le belve. Tutte queste pene venivano loro
minacciate e gli imperatori le infliggevano, ma i cristiani sopportavano
tutto, e il loro cuore non si piegò ad adorare gli idoli. Dalle pene i
giudei non ottennero d'essere distolti dagli idoli; dalle stesse pene i
cristiani non si lasciarono indurre a venerare gli idoli. Questo perché
era in essi la carità, dono dello Spirito Santo. Dice l'Apostolo: Anzi, noi ci gloriamo delle tribolazioni sapendo che la tribolazione produce la pazienza, la pazienza la virtù provata - e noi vogliamo ora dimostrare che la carità con cui si adempie la legge proviene dallo Spirito Santo -. Orbene, eccolo qua: la tribolazione [produce]
la pazienza, la pazienza la virtù provata, la virtù provata la
speranza; la speranza non resta delusa poiché la carità di Dio è stata
riversata nei nostri cuori ad opera dello Spirito Santo, che ci è stato
dato.
9. Noi dunque
celebriamo oggi l'annuale festa della discesa dello Spirito Santo; ma lo
Spirito Santo dobbiamo averlo nel cuore tutti i giorni. Non dobbiamo
pensare che la solennità odierna debba durare soltanto per oggi e non in
tutti gli altri giorni. Non celebriamola per un giorno solo ma in ogni
tempo, se vogliamo essere non riprovati ma approvati dal Signore nel giorno della sua venuta. Avendoci in antecedenza dato il pegno,
ci voglia condurre al possesso eterno [dei beni]. Cristo infatti ha
sposato la sua Chiesa e ha mandato a lei lo Spirito Santo. Lo Spirito
Santo è come l'anello nuziale; e chi le ha dato l'anello le darà anche
l'immortalità e il riposo. Lui amiamo, in lui speriamo, in lui crediamo.
Nel pomeriggio venite un po' prima per poter cantare
inni a Dio. Gli estranei si ubriacano con il vino della vite di questa
terra per soddisfare la lussuria; noi inebriamoci dei cantici divini.
Lodiamo il Signore con i canti della salvezza
e, una buona volta, dimentichiamo la terra, per meritare di essere
elevati dalla terra al cielo. Ce lo conceda il nostro Signore Gesù
Cristo, che vive e regna con Dio Padre.
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