VIVA IL PAPA !
Introduzione
Quando venne eletto Papa Pio IX, i
liberali – pensando che papa Mastai fosse uno di loro – aizzavano la
folla a gridare “viva Pio IX!”, vale a dire “viva un Papa liberale”, ma
don Bosco, che era un santo attaccatissimo al Papato, insegnò alla
gente a gridare: “viva il Papa!”, cioè: ammesso e non concesso che Pio
IX nei primi mesi del suo Pontificato avesse fatto delle riforme, le
quali potevano essere interpretate in favore di una svolta
liberaleggiante, occorreva distinguere gli atti di Mastai come persona
privata da papa Pio IX e difendere la figura del Papa e l’Istituzione
del Papato, odiata dai liberali.
Oggi viviamo sotto il Pontificato di
Francesco I, che realmente è “liberale”. Purtroppo egli si è avviato
verso una forma radicale di ultra-modernismo, ma nonostante ciò, se sino
al gennaio del 2014 tutti (compresi i peggiori nemici della Chiesa) lo
elogiavano, nei primi giorni del febbraio è arrivato improvvisamente e
provvidenzialmente un attacco durissimo contro la S. Sede dagli ambienti
laicisti del Nuovo Ordine Mondiale e dell’Onu.
Alla vigilia del Concilio Vaticano II,
la maggior parte dei teologi e anche dei vescovi si son messi a
“dialogare” col pensiero moderno, adottandone il linguaggio e persino la
filosofia o mentalità, illudendosi di farsi accettare, magari
edulcorando alcune verità evangeliche troppo esigenti. Papa Francesco I
ha detto di voler portare addirittura a compimento quest’operazione di
dialogo con la modernità che si sarebbe interrotta, secondo lui, nel
dopo-concilio. Ma il mondo moderno, nonostante l’aggiornamento e
l’adattamento dei Pastori cattolici, non ha accettato il Vangelo, la
Chiesa e il Papato, anzi li ha odiati ancor di più e rispettati sempre
meno.
La campagna di questi giorni contro la
figura del Papa e l’istituzione del Papato, che vorrebbe trascinarli nel
fango degli abusi sugli innocenti perpetrati da alcuni sacerdoti
infedeli è più che significativa: da parte cattolica si dialoga, si
cede, ci si arrende e da parte della “contro-chiesa” si raddoppia
l’odio, mascherato sotto le apparenze di un “laicismo dal volto umano”.
Tuttavia oggi (7 febbraio 2014)
sembrerebbe che i Vescovi si siano scossi dal torpore e comincino a
prendere atto della realtà, rispondendo per le rime.
Secondo gli ultimi dati delle
statistiche ufficiali solo il 4% del clero cattolico nordamericano
sarebbe stato coinvolto in storie di abusi sessuali su bambini, mentre
la maggior parte delle confessioni religiose statunitensi coinvolte in
storie di abusi sessuali sarebbe protestante. Inoltre, gli abusi di
questo tipo vedono più frequentemente coinvolti membri della stessa
famiglia, collaboratori domestici, amici, parenti o vicini. Allora, ci
si domanda, perché se – secondo le statistiche – solamente il 4% del
clero cattolico è stato coinvolto in questo genere di abusi, tutte le
colpe vengono date unicamente alla Chiesa cattolica, mentre il 96% dei
restanti colpevoli rimane volutamente non accusato ed impunito? Non è
forse l’odio contro Cristo e la sua unica vera Chiesa il motore di
questa campagna contro il solo clero cattolico?
Forse Dio nella sua infinita
misericordia conduce gli avvenimenti in modo tale che di fronte ad
un’aperta persecuzione i “missionari dell’ottimismo” e i nemici
dichiarati dei “profeti di sventura”, debbano prendere atto della
triste, anzi pessima situazione ed affrontare il martirio, cancellando
col sangue i disastri che hanno prodotto con l’inchiostro e la voce da
oltre cinquant’anni di “buona ventura” ed “esagerato ottimismo”.
Questo frangente mi fa tornare alla
mente l’episodio di don Bosco, che ci suggerirebbe di gridare “viva il
Papa!” e non “viva Bergoglio!”. Bisogna vedere la mano di Dio, che
conduce la storia verso la sua definitiva realizzazione nonostante i
vani disegni degli uomini. Da ogni male il Signore sa tirare un bene
maggiore. Forse di fronte ai cedimenti di papa Bergoglio Iddio ha
riservato alla sua Chiesa un’ultima chance di riscatto: o la
persecuzione (benedetta da Dio) o il tradimento (castigato da Lui).
Il cattolico fedele deve evitare due
errori: il 1°) per eccesso: oramai non resta più nulla della Chiesa
gerarchica, ben gli sta, se l’è meritata, occorre rallegrarsi di questo
scempio. No! Questa è anarchia, disfattismo, diserzione; il 2°) per
difetto: occorre obbedire sempre ai Pastori, anche quando fuggono o
tacciono davanti al “lupo travestito da agnello” (Mt., VII, 15), anche
quando ordinano qualcosa che è contrario alla Tradizione apostolica .
Neppure! Questo è servilismo, non obbedienza.
Certamente Francesco I sta accelerando
la spinta teologicamente rivoluzionaria del Vaticano II e del
post-concilio. Ma, in terra la “prima Sede non è giudicata
giuridicamente da nessuno / prima Sede a nemine judicatur”; nessuno può
deporre un Papa eletto canonicamente, anche se devìa personalmente come
dottore privato o nell’insegnamento non-infallibile. Se tolgo il primo
piano (anche molto brutto) di un palazzo, faccio crollare tutto! Bisogna
in quel caso cercare di restaurarlo, non di eliminarlo. “Non si butta
il bambino assieme all’acqua sporca”.
Oggi “le forze dell’inferno” (Mt., XVI,
18) stanno dando l’ultimo assalto alla Chiesa che Gesù ha fondato su
Pietro, ma “esse non prevarranno” (ivi).
Noi dobbiamo far attenzione a non
deviare nella fede, nella morale e nella liturgia, ma nello stesso tempo
non dobbiamo sbagliarci di campo: siamo nell’accampamento e sotto lo
stendardo di Cristo e del suo Vicario in terra, il Papa, e non
nell’accampamento del Nuovo Ordine Mondiale, dell’Onu, del laicismo
liberal-massonico. Non dobbiamo sparare sul Papa anche se gli atti di
Bergoglio sono “liberali”, ma contro il laicismo ed aiutare i Pastori a
ritrovar coraggio nella difesa della Chiesa e dei suoi diritti.
Sarebbe tragico se, per aiutare la
Chiesa a parole, militassimo con i fatti sotto lo stendardo di Lucifero,
che è il caporione della “contro-chiesa” o “sinagoga di satana” come la
chiama l’Apostolo San Giovanni (Apoc., II, 9).
Alcuni commenti che ho ascoltato in
questi giorni purtroppo per un eccesso di zelo vanno proprio in questo
senso: si spara sul Papa. Si può dissentire da Bergoglio, quando si
allontana dalla Tradizione apostolica, ma mai sparare sul Papa. “Ogni
eccesso è un difetto”.
La situazione odierna
Pars construens
Il giovedì 16 gennaio 2014 una
Delegazione della S. Sede si è recata a Ginevra, presso la sede
dell’Onu, per discutere sui diritti dei bambini e particolarmente sugli
abusi sessuali, che hanno subìto anche, ma non solo, da parte del clero
cattolico affinché non si ripetano e siano puniti.
La piaga della pedofilia affligge
soprattutto l’ambiente familiare: dalle statistiche si evince che la
maggior parte degli abusi avvengono nelle mura domestiche ed anche nelle
altre confessioni religiose, sportive, ricreative. Oggi invece si
vorrebbe far credere che solo il clero cattolico pecca di pedofilia.
Il mercoledì 5 febbraio del 2014 a
Ginevra il Comitato di verifica della Convenzione sui diritti dei
bambini dell’Onu ha pubblicato delle Osservazioni conclusive riguardanti
la S. Sede, che sorprendono gli ingenui per la loro aggressività
apparentemente ingiustificata nei confronti della Chiesa cattolica.
Infatti è nella natura del “mondo” di
perseguitare la Chiesa come ha già perseguitato il suo capo Gesù Cristo.
Se negli ultimi mesi il tono delle accuse si era calmato, era solo una
tattica volta a far pressione (“lobbing o pressing”) sugli uomini di
Chiesa affinché rivedessero la dottrina e la morale, che sono avversate
dal “mondo”, dal suo “Principe” e dalle “sette segrete” che sono i suoi
suppositi e lavorano per la distruzione della Chiesa “si fieri potest”.
Nonostante le aperture e i cedimenti da parte di Francesco I, il “mondo”
è tornato all’assalto aggressivamente per distruggere totalmente quel
che è rimasto in piedi nella dottrina cattolica dopo lo tsunami
conciliare.
Il venerdì 7 febbraio il Direttore della Sala Stampa vaticana padre
Federico Lombardi ha risposto, per fortuna, con una Nota ferma nella
sostanza ed anche nello stile, a nome del Segretario di Stato vaticano
card. Parolin, il quale si è dichiarato disposto a studiare le “critiche
giustificate, ma con coraggio e decisione, senza timidezza”. Era ora
che i cattolici e soprattutto i loro Pastori rispondessero fermamente e
senza cedimenti “mea-culpistici” all’aggressione ideologica contro la
Chiesa.
Speriamo che la reazione sia costante,
duratura e fermissima, senza diventare un “fuoco di paglia”, un “partire
in quarta per arrivare in retromarcia”; purtroppo 50 anni di cedimenti e
arrendevolezza da parte soprattutto dei Pastori ci hanno abituato alle
peggiori capitolazioni dogmatiche, morali e liturgiche.
La S. Sede ha fatto notare 1°) che le
raccomandazioni pubblicate dal Comitato dell’Onu soffrono di “gravi
limiti” e “non hanno tenuto conto adeguato delle risposte” date il 16
gennaio per iscritto e a viva voce dalla Delegazione vaticana. Per cui
“sembra che” il rapporto dell’Onu “fosse praticamente già scritto o
perlomeno già impostato prima dell’audizione” dei rappresentanti della
S. Sede.
Finalmente – osserviamo – si prende atto
che il pregiudizio anti-romano della “contro-chiesa” (le sette segrete)
e specialmente della massoneria restano in piedi e mirano alla
distruzione della S. Sede senza voler neppure prendere in considerazione
la realtà dell’imputazione.
Inoltre nella Nota vaticana si lamenta
2°) che l’Onu o la sua Commissione per i diritti dei bambini non è stata
“capace di comprendere la natura specifica della S. Sede. […]. Non si è
capaci di capire o non si vuol capire?”.
Il Liberalismo laicista asserisce
verbalmente che la Chiesa non è una Società soprannaturale fondata da
Gesù Cristo, vero Dio e vero uomo, per continuare sino alla fine del
mondo l’opera della Redenzione che Lui iniziò morendo in Croce sul
Calvario, ma è una semplice associazione umana come un club
polisportivo. Tuttavia esso sa bene cos’è veramente la Chiesa e per
questo la odia, come ha odiato Gesù, il quale ci ha predetto: “se hanno
perseguitato Me perseguiteranno anche voi!” (Gv., XV, 20).
Infatti dalla risposta della Commissione
dell’Onu si evince 3°) che “si è data molta maggiore attenzione ad
organizzazioni ben note, pregiudizialmente ostili alla Chiesa, che non
alle posizioni della S. Sede stessa [su] quanto è stato fatto nel
riconoscere errori, nel rinnovare le normative. Poche o nessun’altra
organizzazione ha fatto altrettanto”.
“Organizzazioni ben note, ostili
pregiudizialmente alla Chiesa” dice la Nota. Sarebbe stato forse
opportuno chiamarle col loro nome: “sette segrete” e la setta per
eccellenza: la massoneria.
Inoltre 4°) “le osservazioni del
Comitato sembrano andare oltre le sue competenze e interferire nelle
stesse posizioni dottrinali e morali della Chiesa, dando indicazioni che
coinvolgono valutazioni morali […] alla luce della propria posizione
ideologica”.
Questo è veramente il punto cruciale del
problema: il tentativo di interferire nell’insegnamento della Chiesa.
Il potere temporale del Mondialismo, della Globalizzazione e del Nuovo
Ordine Mondiale rappresentato dall’Onu, ma guidato dagli Usa e da
Israele, va esplicitamente oltre le sue competenze, che sono solamente
temporali e non spirituali, né dogmatiche e morali. Così facendo esso
interferisce nelle posizioni dottrinali e morali della Chiesa, dandole
delle indicazioni, che coinvolgono valutazioni morali dettate dalla
propria posizione ideologica. Il Nuovo Ordine Mondiale, insomma
comincia ad interferire esplicitamente e pubblicamente nell’insegnamento
della Chiesa in maniera aggressiva e ideologicamente dittatoriale! È
iniziata oramai la “tirannia del relativismo” per il momento solo
“ideologica”, ma in seguito anche cruenta! Si pensi a ciò che è successo
in Messico nel 1917 e in Spagna nel 1933.
Infine 5°) “il tono, lo sviluppo, la
pubblicità data dal Comitato al suo Documento sono assolutamente
anomali. […]. Insomma, la S. Sede è stata oggetto di un’iniziativa
mediatica ingiustamente nociva”.
Iddio prima di dover esercitare la sua
Giustizia offre in questo frangente la sua Misericordia ai Pastori, che
si son comportati da circa mezzo secolo da mercenari, dando loro la
possibilità di redimersi anche col martirio davanti al “lupo travestito
d’agnello” (Mt., VII, 15) e di non fuggire ancora davanti ad esso, non
solo fisicamente, ma anche “tacendo” (S. Giovanni Crisostomo, Commento a
Matteo).
Pars destruens
Il Modernismo classico (Tyrrel, Loisy,
Buonaiuti) è stato condannato da S. Pio X (Enciclica Pascendi, 1907). Il
Neo-modernismo o la Nouvelle théologie (Congar, Chenu, de Lubac,
Daniélou) è stato condannato da Pio XII (Enciclica Humani generis,
1950), ma sùbito dopo (1959) approvato da Giovanni XXIII, Paolo VI,
Giovanni Paolo II e Benedetto XVI. Infine l’Ultra-modernismo (Rahner,
Küng, Schillebeeckx, Martini, Boff, Metz, Gutierrez) oggi con Francesco I
cerca di annichilare, mediante il primato della praxis a-theologica,
senza alcuna preoccupazione teologica neppure solamente pastorale, le
ultime vestigia scampate allo tsunami del pastorale Vaticano II e del
post-concilio di Wojtyla e di Ratzinger. Non si deve parlare più
teologicamente e poi applicare i princìpi ai casi pratici, ma solo agire
in maniera sacramentariamente accogliente verso tutti anche verso chi
non vuol credere, né osservare la Legge naturale e divina. Questo è il
dramma-Bergoglio!
Paolo VI ha teorizzato, Giovanni Paolo
II ha messo in pratica nell’universo orbe e Francesco I ha portato al
parossismo la prassi annichilatrice della teologia dogmatica ed anche
pastorale. Si può fare un’analogia (cioè somiglianza/dissomigliante, in
cui la dissomiglianza supera la somiglianza) con Marx, Lenin e Stalin
riguardo al Socialismo scientifico: teorizzato dal primo, applicato dal
secondo e portato alle conclusioni più estreme ed aberranti dal terzo.
Oltre la filosofia idealista e
soggettivista della modernità vi è il nichilismo e il precipitare
nell’abisso del nulla ove tutto affonda: “ex nihilo nihil fit”; così
dopo il neo-modernismo vi è l’ultra-modernismo che sprofonda nel mare
del nulla e nell’a-teologismo. Ora dopo il nulla vi è solo il nulla.
Quindi, siccome la Chiesa durerà sino alla fine del mondo, possiamo
cominciare a sperar di riveder le stelle.
Questo modo di sragionare
ultra-modernisticamente ha “vinto” la battaglia presente. Il mondo, la
scuola, la famiglia, persino gli uomini di Chiesa (col Concilio Vaticano
II e il Vaticano III pratico-pratico di Francesco I) hanno respirato a
pieni polmoni questa nube tossica chiamata modernità, post-modernità e
strutturalismo. Umanamente parlando la lotta è ìmpari. Infatti
l’individuo è stato corrotto sin nelle profondità dell’anima passando
attraverso i sensi (musica, droga, apatia). Quindi solo Dio potrà
tirarci fuori dal “pozzo dell’abisso” (Apoc., IX, 1) in cui siamo stati
precipitati e che già Gregorio XVI nell’Enciclica Mirari vos (1832)
vedeva in procinto di spalancarsi per l’errore del Liberalismo, dal cui
“abisso” sarebbero usciti ogni sorta di orrori, rivoluzioni e
depravazioni.
«La dialettica che agita il mondo è tra
la Chiesa e la Sinagoga farisaico/talmudica. Cristo vince la Sinagoga.
L’èra dei martiri dei primi secoli del cristianesimo, quando la Sinagoga
aizzava il mondo pagano perché si avventasse contro i cristiani, è
servita ad irrigare la semente cristiana, che vigorosa splende con la
Chiesa dei Padri e dei Dottori, tanto al di sopra della Sinagoga
ristrettasi oramai alla vita dei ghetti. Ma nell’èra moderna la Sinagoga
si vendica di tale emarginazione e la càbala penetra nella cristianità e
la secolarizza. Attualmente ci troviamo di fronte a quest’ultimo
fenomeno. Con la tattica dell’“amicizia” e del “dialogo
giudeo-cristiano”, la Sinagoga sembra prevalere sulla Chiesa. Nel tempo,
gli uomini (e con essi la Storia) sono mossi e da Dio e da Satana, e da
Cristo e dall’Anticristo, e dalla Chiesa e dalla Sinagoga.
Quest’intreccio è presente in ogni individuo, sia santo sia peccatore.
Ogni atto libero di ciascun uomo in
definitiva cerca Cristo o l’Anticristo. Il progressismo vuole che il
mondo cammini verso una città felice, verso una terza età di felicità e
pace! La teologia della Storia di S. Agostino e di S. Tommaso, invece,
ha visto chiaro che, dopo l’Avvento di Cristo, non accadrà altro che
possa modificare il corso ordinario degli eventi. Non c’è bisogno di
molta sagacia per vedere che da cinque secoli il mondo sta progredendo
nel conformarsi alla tradizione cabalistica. Il mondo dell’Anticristo
avanza velocemente. Tutto concorre all’ unificazione totalitaria e
globalizzatrice del “figlio della perdizione”.
Ecco il successo del progressismo: il
cristianesimo si sta secolarizzando o ateizzando. Come si debbano
adempiere, in questa “età cabalistica”, le promesse dell’aiuto dello
Spirito divino alla Chiesa e come si debba verificare il “Portae inferi
non praevalebunt” è troppo superiore alla mente umana.
La Chiesa iniziò la sua storia come un
seme minuscolo che poi diventò albero frondoso; ebbene essa può anche
ridurre la sua espansione e restringersi ad una realtà molto modesta.
Sappiamo che il “mysterium iniquitatis” è già all’opera; ma non
conosciamo i limiti del suo potere. S. Paolo chiama ‘Apostasia
universale’ questa defezione della Fede, che coinciderà con la
manifestazione dell’“uomo dell’iniquità, del figlio della perdizione”.
Apostasia universale appare la secolarizzazione o ateizzazione totale
della vita pubblica e privata che è in corso nel mondo attuale. L’unica
alternativa all’Anticristo sarà Cristo: Cristo lo annullerà “con il
soffio della sua bocca” e così compirà l’atto finale di liberazione
della Storia. Ma non è promessa la salvezza delle masse. Cristo salverà,
invece, la sua Chiesa» (J. Meinvielle, Dalla càbala al progressismo,
Roma, SFA, 1989, pagg. 349-353).
Conclusione
Sembra di essere arrivati al redde
rationem! Il mondo moderno e contemporaneo stanno presentando agli
uomini di Chiesa, che si erano illusi di poter dialogare con loro, il
conto ed è salato, molto salato.
Delle due l’una: o “gettandoti a terra
mi adorerai e ti darò tutti i beni di questo mondo” (Lc., IV, 7) oppure
ti metterò in Croce. Ma per il cristiano la Croce (dal latino cruciari,
essere tormentato) è la via regale per il Paradiso (Imitazione di
Cristo, lib. II, cap. 12).
Speriamo e preghiamo che i nostri
Pastori, smarriti come gli Apostoli il Giovedì Santo, quando fuggirono
tutti “collegialmente” lasciando solo Gesù nelle mani del Sinedrio,
possano riscattarsi come S. Pietro che dopo aver rinnegato tre volte
Gesù “pianse amaramente” e poi morì crocifisso a testa in giù sul monte
Vaticano, ove riposano le sue ossa, il quale è il Gòlgota della Nuova ed
Eterna Alleanza.
d. Curzio Nitoglia
14/2/2014
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