RITIRO SPIRITUALE
“Piccolo catechismo sulla Chiesa”
“La dottrina cattolica sul Corpo Mistico di Cristo”
DOMENICA 21 LUGLIO 2013
presso le Suore Discepole del Cenacolo (“sì sì no no”)
a Velletri (Roma)
via Madonna degli Angeli 78 (tel. 06 963 55 68)
*
- Confessioni 7, 30 e durante la giornata
- S. Messa ore 8.
- Caffè ore 8, 45.
- 1a istruzione ore 9, 30 seguita da meditazione in cappella in silenzio (almeno 15 minuti).
- 2a istruzione ore 11, 30 seguita da meditazione.
- Pranzo al sacco ore 13, per chi vuole, chi preferisce può tornare a casa.
- La giornata di preghiera termina con il pranzo delle 13
- Il ritiro sarà predicato da d. Curzio Nitoglia.
- I fedeli che lo desiderano possono confessarsi o consigliarsi col sacerdote.
- Il silenzio va mantenuto solo durante le tre meditazioni.
- Non è necessario prenotarsi.
- Ognuno deve portare, se vuole, solo il proprio pic nic.
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VEDI ANCHE LE ISTRUZIONI ALLLA PAGINA:
Ausculta filii praecepta magistri
Ausculta filii praecepta magistri
San Benedetto da Norcia (480-597)
rifugiatosi nella grotta di Subiaco, dopo esser fuggito dall’ambiente
universitario di Roma nel 497 corrotto intellettualmente e moralmente,
scrisse una Regola che ultimò giunto a Cassino (529) dopo i trent’anni passati a Subiaco, di cui tre nella grotta o sacro speco. La Regola doveva riuscire utile a tutti i cristiani per l’educazione allo spirito di Cristo e necessaria ai futuri monaci Benedettini.
Il Santo di Norcia inizia la sua Regola con un consiglio: “Ascolta o figlio gli insegnamenti del Maestro”.
Egli si presenta come Maestro, ma non è sacerdote, non ha avuto ancora
alcun mandato canonico, ha ricevuto semplicemente l’abito monastico dal
monaco Romano a Subiaco; eppure, grazie alla sua vita di unione con Dio
per tre anni – in piena solitudine, preghiera, lavoro e silenzio – nella
grotta di Subiaco, si sente in dovere di trasmettere agli altri: “Ho
trasmesso ciò che ho ricevuto” (1 Cor., XV, 3) ciò che Dio aveva
dato e insegnato a lui: “Contemplare e trasmettere agli altri i frutti
della propria contemplazione” (S. Tommaso d’Aquino).
Oggi dopo 50 anni di crisi
neomodernistica, che ha invaso l’ambiente ecclesiale, i fedeli hanno
perso, e come dar loro torto, la fiducia nel clero. Tuttavia non
bisogna esagerare e cadere nell’anarchia spirituale ancor più deleteria
di quella politica.
I fedeli sono tentati di darsi da se stessi le soluzioni al grave problema che l’ambiente cattolico sta affrontando.
Alcuni pensano di dover obbedire anche ad ordini contrari all’insegnamento cattolico,
alla morale naturale, alla liturgia di Tradizione apostolica pur di
essere in regola giuridicamente di fronte agli uomini, ma non di fronte a
Dio. Infatti non si può obbedire ad ordini illeciti, non si possono
seguire dottrine erronee, non si può celebrare una liturgia
semi-protestantizzata senza dispiacere oggettivamente al Signore,
soggettivamente solo Lui lo sa.
Altri scelgono la via del fai da te. È comprensibile, ma è assai pericolosa, può portare all’anarchia luterana o al “carismatismo”. Occorre molta prudenza. Normalmente “chi si dirige da sé è diretto da un asino” (San Bernardo di Chiaravalle). Tuttavia in casi eccezionali,
quando non vi sono guide affidabili ci si rimette nelle mani di Dio, ma
con umiltà e pregandolo di far cessare al più presto tale stato
anormale, senza seguire nessuna “strada nuova”, attenendosi a ciò che si
è sempre fatto in tempi normali (v. Vita di S. Giovanna da Chantal).
Il potere non viene mai dal basso,
soprattutto nella Società spirituale che è la Chiesa (ed anche nella
Società temporale che è lo Stato). “Non esiste nessun Potere che non
venga da Dio” (Rom., XIII, 1).
Il Sedevacantismo può sembrare una
soluzione. Ma teologicamente mette un rattoppo (decreta la fine della
Chiesa gerarchica) ad un buco (crisi modernista), che è peggiore del
buco stesso. Infatti la Chiesa durerà sino alla fine del mondo e
sormonterà ogni crisi: “Le porte degli Inferi non prevarranno contro
essa (Mt., XVI, 18). “Io sarò con voi tutti i giorni sino alla fine del mondo” (Mt., XXVIII, 20).
I sedevacantisti totali pretendono di
eleggere loro stessi il Papa e molti antipapi “girano per il mondo a
perdizione delle anime”. Il Sedevacantismo mitigato e più equilibrato
della Tesi teologica di Cassiciacum del padre domenicano Michel-Louis
Guérard des Lauriers (che inizialmente era assai acuto e poteva sembrare
una soluzione valida) è giunto ad una strada senza uscita: Paolo VI è
morto, non è diventato mai Papa formale o in atto e non può diventarlo
più: un cadavere non è un Papa in potenza o materialmente. Benedetto XVI
non sarebbe stato neppure Vescovo (secondo la suddetta Tesi teologica) e
papa Francesco I non sarebbe neanche Sacerdote (sempre secondo la Tesi
di Cassiciacum). Quindi la Chiesa gerarchica come Cristo l’ha voluta e
fondata su Pietro e gli Apostoli (Papi e Vescovi) non sussisterebbe più.
Ma ciò è contro la Fede: “Credo la Chiesa, una , santa, cattolica ed apostolica” (Simbolo niceno/costantinopolitano).
Per cui resta la via insegnataci da un
altro grande monaco, S. Vincenzo da Lerino del V secolo: “se un giorno
l’errore arrivasse ad invadere anche l’intera Chiesa, bisognerebbe continuare a fare e a credere ciò che la Chiesa ha sempre comandato ed insegnato. Quod semper, quod ubique quod ab omnibus” (Commonitorium, III, 15).
Praticamente bisogna 1°) studiare la natura della Chiesa
alla luce dei manuali di Teologia dogmatica per non cadere in errori
ecclesiologici. Infatti “un errore non si corregge con un altro errore”;
2°) agire conformemente alla Teologia cattolica sulla Chiesa e
non alle nostre idee su di Essa per restare integralmente cattolici in
questi tempi apocalittici ed anticristici; 3°) praticare la preghiera e la penitenza, come ci ha raccomandato la Madonna a partire da Lourdes (1858) sino a Fatima (1917-2010).
Per far ciò occorre un minimo di buona volontà, di sforzo e di costanza nell’imparare le nozioni basilari sulla Chiesa
di Cristo come Dio l’ha voluta, come un discepolo che ascolta il
maestro, e non come la vorremmo noi. Solo dopo si potrà affrontare il
problema di come poter reagire alla crisi che tormenta gli uomini di
Chiesa e non la Chiesa, che è il “Corpo Mistico di Cristo” (Pio XII,
Enciclica Mystici Corporis Christi, 1943).
Io (come Sacerdote che ha studiato Teologia) sono disponibile a spiegare ai fedeli laici il Trattato su La Chiesa come si trova nei manuali di Teologia dogmatica e solo dopo i fedeli che avranno seguito le lezioni di ecclesiologia potranno far domande sulla crisi nella Chiesa,
che verrà affrontata in un secondo tempo. Infatti non si può presumere
di riparare un danno se non si conosce la natura della cosa danneggiata e
non si hanno le nozioni basilari di “ingegneristica”. In breve “non
bisogna mettere il carro avanti ai buoi”. “Ausculta filii praecepta magistri”…
Soprattutto non bisogna mai dimenticare
che “questo genere di demoni [errori modernistici, nda] si scacciano con
la preghiera e con il digiuno” (Mt., XVII, 21) e non con le
chiacchiere, i pettegolezzi e le sterili polemiche. Se non si ha voglia
di ascoltare con pazienza e apprendere con lo studio e lo sforzo, non si
perda tempo. Purtroppo l’uomo di oggi ribalta il motto di S. Benedetto:
“Ascolta o maestro gli insegnamenti del discepolo…”. Ma ciò è follia
anarcoide.
La prima lezione inizierà domenica 21
luglio alle condizioni suddette, altrimenti è meglio non perdere tempo
né farlo perdere agli altri.
Pace e Bene a tutti!
d. Curzio Nitoglia
9 luglio 2013
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