"La Fraternità San Pio X, basandosi sul magistero perenne, ha manifestato da sempre la sua opposizione a tale nuova dottrina, in contrasto con tutta la Tradizione. La Chiesa infatti ha proprio per mandato divino la predicazione della verità, indispensabile alla salvezza delle anime poiché “chi non crederà sarà condannato”."
Don Pierpaolo Maria Petrucci
A cinquant’anni dall’apertura del
concilio le voci critiche nei suoi confronti sono sempre più numerose,
come lo mostrano le nuove pubblicazioni di Mons. Gherardini[1] e di padre Lanzetta[2]. Vanno nello stesso senso e le recenti affermazioni del card. Brandmuller.
Malgrado ciò il concilio rimane ufficialmente il punto di riferimento
per l’annuncio del messaggio della fede, come ha ribadito lo stesso
Benedetto XVI nella sua predica alla messa crismale: “I testi del Concilio Vaticano II e il Catechismo della Chiesa Cattolica
sono gli strumenti essenziali che ci indicano in modo autentico ciò che
la Chiesa crede a partire dalla Parola di Dio.” Nell’Anno della Fede
che è anche il ricordo dell’apertura del Concilio Vaticano II 50 anni
fa, si deve quindi “annunciare il messaggio della fede con nuovo zelo e
con nuova gioia” partendo da queste basi.
L’invito è molto stimolante, per i sacerdoti che hanno dato la loro vita per la salvezza delle anime. Il
problema è che le basi dottrinali su cui si vuol fondare la predicazione
sono incrinate. La nuova dottrina ecumenica basata appunto sui
documenti del concilio afferma la presenza di valori di salvezza nelle
comunità separate,[3] che farebbero ugualmente parte della Chiesa di Cristo, non più identificata ontologicamente con la Chiesa cattolica[4].
L’assioma “extra ecclesia nulla salus” non è più riproposto nella sua
chiarezza dogmatica, minando lo slancio missionario stesso della Chiesa.
Tali fondamenti hanno portato ad affermare che l’Antica Alleanza è ancora in vigore,[5]
rinunciando ad operare per la conversione dei giudei all’unica verità
che è Gesù Cristo. In questa nuova concezione dell’annuncio del Vangelo
non si tratta più, prima di tutto, di salvare le anime che sono
nell’errore, ma di far partecipare gli altri “a una grande gioia”. La
nuova evangelizzazione diventa così l’annuncio della buona novella,
secondo cui, per l’Incarnazione di Gesù siamo tutti salvi,[6] quindi occorre unirsi con tutte le religioni per realizzare un mondo migliore, più ecologico, dove tutti possano vivere in pace.[7]
La Chiesa il Venerdì Santo, nella
liturgia tradizionale, ci fa chiedere al Signore di strappare gli
eretici e gli scismatici dai loro errori, e di ricondurli alla santa
madre Chiesa cattolica ed apostolica. Faceva pregare per i giudei
“affinché il Signore Dio nostro tolga il velo dai loro cuori ed
anch’essi riconoscano Gesù Cristo, Signore nostro.”
Neppure i pagani sono dimenticati e si
supplica Dio onnipotente di togliere “l’iniquità dal loro cuore in modo
che , abbandonati i lori idoli, si convertano al Dio vivo e vero ed al
suo unico Figliolo Gesù Cristo, Dio e Signore nostro”.
Questo linguaggio è sparito, bandito
dalla predicazione. Non si parla più della necessità di convertirsi
dalle false religioni per abbracciare la fede ed entrare nella Chiesa
Cattolica. Difficile non vederne la causa appunto nelle nuove dottrine
del concilio.
La Fraternità San Pio X, basandosi sul
magistero perenne, ha manifestato da sempre la sua opposizione a tale
nuova dottrina, in contrasto con tutta la Tradizione. La Chiesa infatti
ha proprio per mandato divino la predicazione della verità,
indispensabile alla salvezza delle anime poiché “chi non crederà sarà
condannato”.
La nuova evangelizzazione quindi, per
portare frutti, non potrà fondarsi su basi erronee, ma sulla predicazione
integrale della verità cattolica che ha una forza divina per convertire
le anime e rigenerare la società cristiana.
[1] Brunero Gherardini. Il VaticanoII. Le radici di un equivoco. Ed. Lindau 2012.
[2] Serafino Lanzetta.Juxta modum. Il Vaticano II riletto alla luce della tradizione della Chiesa, ed. Cantagalli 2012.
[3] Unitatis redintegratio n°3
[4] Lumenn gentium n° 8
[5]
Discorso di Benedetto XVI alla sinagoga di Roma, 17-01-2010
http://www.zenit.org/rssitalian-21037"A differenza delle altre religioni
non cristiane, la fede ebraica è già risposta alla rivelazione di Dio nella Antica Alleanza.
E' al popolo ebraico che appartengono ‘l'adozione a figli, la gloria,
le alleanze, la legislazione, il culto, le promesse, i patriarchi; da
essi proviene Cristo secondo la carne' (Rm 9,4-5) perché ‘i doni e la chiamata di Dio sono irrevocabili!' (Rm 11,29)" (cfr Catechismo della Chiesa Cattolica, 839).
[6] Giovanni Paolo II, Messaggio ai popoli d’Asia, Manila, 21 febbraio 1981.
[7] Benedetto XVI, Discorso alla curia, 21dicembre 2007
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