«Cosa farà il cristiano cattolico se qualche piccola parte della Chiesa
si staccherà dalla comunione, dalla fede universale? Quale altra
decisione prendere, se non preferire alla parte cancrenosa e corrotta il
corpo nel suo insieme che è sano? E se qualche altro nuovo contagio
cerca di avvelenare non più una piccola parte della Chiesa, ma tutta
quanta, allora sarà sua massima cura attenersi all’antico, che
evidentemente non può essere sedotto da alcuna novità menzognera» (san
V. di Lérins, Commonitorium). Sulla base di tale principio
Monsignor Lefebvre trovò il coraggio di parlare ad alta voce e di
difendere la Tradizione considerando questa resistenza «il più grande
servizio che possiamo rendere alla Chiesa e al successore di Pietro»
«Domine, quo vadis?» («Signore dove vai?») gli chiese Pietro
quando proprio da Roma era tentato, per paura, di fuggire e il Signore,
guardandolo, gli rispose: «Venio Romam iterum crucifigi» («Vengo a Roma a farmi crocifiggere di nuovo»). A Roma dunque, non più a Gerusalemme.
Il ritorno alla Croce è basilare: Cristo ha regnato attraverso la Croce,
perché quella Croce ha vinto il peccato, ha vinto il demonio, ha vinto
la morte, perciò «… la Vergine Maria, ai piedi della croce, ve lo
ripete. Ella, col cuore trafitto, colmo di sofferenze e di dolore, ma
ugualmente pieno di gioia nell’unirsi al sacrificio del suo divin
Figlio, vi ripete: “Siate cristiani, siate cattolici”. Non lasciamoci
allettare da tutte le idee mondane, da tutte le correnti del mondo che
trascinano verso il peccato e l’inferno. Se vogliamo andare in cielo,
dobbiamo seguire Gesù, portare la nostra croce e seguirLo; imitarLo
nella Sua croce, nella Sua sofferenza, nel Suo sacrificio»
Monsignor Lefebvre, nella tempesta delle idee rivoluzionarie e nella
bramosia delle novità, scelse di continuare nel terreno arato in venti
secoli di Cristianesimo e definì tale decisione: «operazione
sopravvivenza della Tradizione»
Tutto per la salvezza delle anime, «salus animarum suprema lex»
Occorre, spiega ancora, custodire il Testamento di Gesù Cristo: la Santa Messa, fondata sul sacrificio, che è «tutto per Dio», perciò, con afflato mistico, grida: «per la gloria della
Santissima Trinità, per l’amore di Nostro Signore Gesù Cristo, per la
devozione alla Santissima Vergine Maria, per l’amore della Chiesa, per
l’amore del Papa, per l’amore dei vescovi, dei sacerdoti, di tutti i
fedeli, per la salvezza del mondo… custodite il testamento di Gesù
Cristo, custodite il Sacrificio di Nostro Signore! Conservate la Messa
di sempre!» .
La concezione e la spiritualità di
monsignor Lefebvre sul Santo Sacrificio sono riconducibili a quelle del
santo Curato d’Ars (1786-1859) e di padre Pio da Pietrelcina
(1887-1968): «Nella Messa e sulla croce la Vittima e il Sacerdote
principale sono identici. La Vittima è il “Cristo stesso”, è presente
sotto le specie del pane e del vino» .
Tutte le sublimi chiese che sono state edificate nel tempo sono state innalzate per questa Santa Messa e per questa Messa
sono stati formati sacerdoti degni di tale compito, con Fede autentica,
in Grazia di Dio, dove vita naturale e vita soprannaturale si
incontrano felicemente e si fondono l’una nell’altra. Non è semplice, ma
possibile, infatti se «veramente noi viviamo con Dio, se veramente
siamo con il Signore e ci abbandoniamo a Lui, stiamo sicuri che Egli,
giorno per giorno, ci indicherà la via da seguire. […] se restiamo tra
le braccia di Dio saremo senz’altro sicuri di essere Suoi figli
obbedienti e intimamente uniti a Lui» .
Materialismo, liberalismo,
indifferentismo, latitudinarismo… hanno infettato la società, dove tutti
i culti delle più svariate religioni sono stati posti sullo stesso
piano della Fede cattolica. Nessuno sembra più credere alla regalità di
Gesù Cristo, ma il giorno in cui Egli tornerà «improvvisamente sulle
nuvole del cielo, costoro saranno costretti a dire: “Ah! Egli è Re
davvero. Noi non pensavamo che fosse possibile”. Sì, Nostro Signore è Re
ed Egli solo sarà Re: non ve ne saranno altri. La gente non ci crede,
come se fosse una favola. Essi vivono in un tale liberalismo, in un così
diffuso laicismo, da esserne profondamente contagiati. Sono impastati
di materialismo. Perciò non si pone più Gesù al posto che Gli spetta». . Come non ricordare in queste affermazioni le parole
dell’Evangelista Matteo, il quale descrive ciò che accadde sul Calvario
quando Gesù spirò sulla Croce? «Ed ecco il velo del tempio si squarciò
in due da cima a fondo, la terra si scosse, le rocce si spezzarono, i
sepolcri si aprirono e molti corpi di santi morti risuscitarono. E
uscendo dai sepolcri, dopo la sua risurrezione, entrarono nella città
santa e apparvero a molti. Il centurione e quelli che con lui facevano
la guardia a Gesù, sentito il terremoto e visto quel che succedeva,
furono presi da grande timore e dicevano: “Davvero costui era Figlio di
Dio!”» (Mt 27, 51-54 ).
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Chiunque voglia salvarsi deve anzitutto possedere la fede cattolica.
Colui che non la conserva integra ed inviolata perirà senza dubbio in
eterno.
La fede cattolica è questa:
che veneriamo un unico Dio nella Trinità e la Trinità nell'unità.
Senza confondere le persone e
senza separare la sostanza.
Una è infatti la persona del
Padre, altra quella del Figlio ed altra quella dello Spirito Santo.
Ma Padre, Figlio e Spirito
Santo hanno una sola divinità, uguale gloria, coeterna maestà.
Quale è il Padre, tale è il
Figlio, tale lo Spirito Santo.
Increato il Padre, increato
il Figlio, increato lo Spirito Santo.
Immenso il Padre, immenso il
Figlio, immenso lo Spirito Santo.
Eterno il Padre, eterno il
Figlio, eterno lo Spirito Santo
E tuttavia non vi sono tre
eterni, ma un solo eterno.
Come pure non vi sono tre
increati né tre immensi, ma un solo increato e un solo immenso.
Similmente è onnipotente il
Padre, onnipotente il Figlio, onnipotente lo Spirito Santo.
Tuttavia non vi sono tre
onnipotenti, ma un solo onnipotente.
Il Padre è Dio, il Figlio è
Dio, lo Spirito Santo è Dio.
E tuttavia non vi sono tre
Dei, ma un solo Dio.
Signore è il Padre, Signore è
il Figlio, Signore è lo Spirito Santo.
E tuttavia non vi sono tre
Signori, ma un solo Signore.
Poiché come la verità
cristiana ci obbliga a confessare che ciascuna persona è singolarmente
Dio e Signore, così pure la religione cattolica ci proibisce di parlare
di tre Dei o Signori.
Il Padre non è stato fatto da
alcuno: né creato, né generato.
Il Figlio è dal solo Padre:
non fatto, né creato, ma generato.
Lo Spirito Santo è dal Padre
e dal Figlio: non fatto, né creato, né generato, ma da essi procedente.
Vi è dunque un solo Padre,
non tre Padri; un solo Figlio, non tre Figli, un solo Spirito Santo, non
tre Spiriti Santi.
E in questa Trinità non v'è
nulla che sia prima o poi, nulla di maggiore o di minore: ma tutte e tre
le persone sono l'una all'altra coeterne e coeguali.
Cosicché in tutto, come già è
stato detto, va venerata l'unità nella Trinità e la Trinità nell'unità.
Chi dunque vuole salvarsi,
pensi in tal modo della Trinità.
Ma per l'eterna salvezza è
necessario credere fedelmente anche all'Incarnazione del Signore nostro
Gesù Cristo.
La retta fede vuole, infatti,
che crediamo e confessiamo che il Signore nostro Gesù Cristo, Figlio di
Dio, è Dio e uomo.
È Dio, perché generato dalla
sostanza del Padre fin dall'eternità; è uomo, perché nato nel tempo
dalla sostanza della madre.
Perfetto Dio, perfetto uomo:
sussistente dall'anima razionale e dalla carne umana.
Uguale al Padre nella
divinità, inferiore al Padre nell'umanità.
E tuttavia, benché sia Dio e
uomo, non è duplice ma è un solo Cristo.
Uno solo, non per conversione
della divinità in carne, ma per assunzione dell'umanità in Dio.
Totalmente uno, non per
confusione di sostanze, ma per l'unità della persona.
Come infatti anima razionale
e carne sono un solo uomo, così Dio e uomo sono un solo Cristo.
Che patì per la nostra
salvezza, discese agli inferi, il terzo giorno è risuscitato dai morti.
E salito al cielo, siede alla
destra di Dio Padre onnipotente, e di nuovo verrà a giudicare i vivi e i
morti.
Alla sua venuta tutti gli
uomini dovranno risorgere nei loro corpi e dovranno rendere conto delle
proprie azioni.
Coloro che avranno fatto il
bene andranno alla vita eterna: coloro, invece, che avranno fatto il
male, nel fuoco eterno.
Questa è la fede cattolica, e
non potrà essere salvo se non colui che l'abbraccerà fedelmente e
fermamente.
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