lunedì 28 maggio 2012

"Commenti Eleison" di Mons. Williamson: Dottrina compromessa


Numero CCLIV (254)                                                                 26 maggio 2012


 Dottrina compromessa


 Sono stati scritti interi libri a proposito della libertà religiosa, com’è insegnata dal Vaticano II nella sua Dichiarazione del 1965, Dignitatis Humanae. Eppure l’insegnamento rivoluzionario di questo documento è chiaro: data la dignità naturale di ogni singolo essere umano, nessuno Stato o gruppo sociale né qualsivoglia potere umano può costringere o forzare un uomo o un gruppo di uomini ad agire, in privato o in pubblico, contro la propria convinzione religiosa, fintanto che venga rispettato l’ordine pubblico (DH § 2).

Di contro, la Chiesa cattolica ha sempre insegnato, fino al Vaticano II, che ogni Stato in quanto tale ha il diritto e anche il dovere di impedire ai proprio cittadini di praticare
in pubblico qualsiasi falsa religione, cioè ogni religione non cattolica, purché tale costrizione sia utile e non dannosa per la salvezza delle anime. (Ad esempio, nel 2012 la libertà è così ampiamente venerata che una tale coercizione scandalizzerebbe i cittadini di quasi tutti gli Stati e finirebbe col far disprezzare e non apprezzare la religione cattolica. In questo caso, come ha sempre insegnato la Chiesa, lo Stato può astenersi dall’usare il suo diritto di impedire la pratica delle false religioni).

Ora, il punto esatto su cui queste due dottrine si contraddicono può sembrare piuttosto limitato – se uno Stato possa o meno impedire la pratica pubblica delle false religioni – ma le sue implicazioni sono enormi: Dio è il Signore o il servo degli uomini? Infatti, se per un verso l’uomo è una creatura di Dio ed è sociale per natura (infatti gli uomini si mettono insieme in ogni tipo di associazione e specialmente negli Stati) anche le società e gli Stati sono creature di Dio, tali che devono servire Lui e la Sua unica vera religione, reprimendo in ogni modo le false religioni nel pubblico dominio (che è di competenza dello Stato), fintanto che aiutano così e non ostacolano la salvezza delle anime.


Per altro verso, se la libertà umana è un valore tale che ogni individuo debba essere lasciato libero di corrompere i suoi concittadini con la pratica pubblica e il proselitismo di qualsivoglia falsa religione (salvo che non disturbi l’ordine pubblico), per cui questa falsa religione debba essere libera di fiorire nel dominio pubblico (come accade oggi per esempio per le sette protestanti nell’America Latina), allora la differenza tra le false religioni e l’unica vera religione è meno importante della dignità umana. Cioè la vera religione non è poi così importante; il valore di Dio paragonato al valore dell’uomo non è poi così importante. Tale che il Vaticano II come sottovaluta Dio così sopravvaluta l’uomo, rimpiazzando in definitiva la religione di Dio con la religione dell’uomo. Nessuna meraviglia che Mons. Lefebvre abbia fondato la Fraternità San Pio X per sostenere la dignità e il valore trascendenti di Dio, di Nostro Signore Gesù Cristo, in un mondo e in una Chiesa impazziti, ubriacati dalla dignità dell’uomo.


Ed ecco che ai primi del mese un capo religioso dichiara pubblicamente: “Molta gente ha una comprensione del Concilio che è una comprensione sbagliata”. La libertà religiosa, dice, “è usata in vari modi. A ben guardare, ho davvero l’impressione che non molti conoscano cosa il Concilio dica realmente su di essa. Il Concilio presenta una libertà religiosa che è molto, molto limitata: molto limitata”. Alla domanda se lo stesso Vaticano II, nell’insieme, appartenga alla Tradizione cattolica, risponde: “Vorrei sperarlo”.


Voi stessi potete ascoltare questa intervista, rilasciata in inglese e accessibile su YouTube sotto il titolo “Traditionalist leader talks about his movement, Rome”. C’è da sorprendersi se il “suo movimento” sta attraversando la più grave crisi dei suoi 42 anni di esistenza?



Kyrie eleison.

Londra, Inghilterra




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