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Non si prospetta nulla di buono per la Fraternità così come è successo per L'Istututo del Buon Pastore!
Ecco cosa riserva il futuro per la FSSPX all'indomani di un eventuale accordo con Roma!
Leggete il testo della Pontificia Commissione Ecclesia Dei inviato all'IBP, l'articolo è tratto da: unavox.it
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Riportiamo il testo del documento della
Pontificia Commissione Ecclesia Dei
sulla visita canonica del Superiore Generale
dell'Istituto del Buon Pastore
a Roma
tenutasi in data 21 marzo 2012
Il testo originale di
questo documento è in francese - la traduzione è nostra
I neretti della nota allegata alla lettera sono dell'originale
I neretti della nota allegata alla lettera sono dell'originale
Prot.: 80/2006
Vaticano, 23 marzo 2012
Caro Signor Superiore generale,
Lieto di averla ricevuta mercoledì scorso in occasione della riunione presieduta da Sua Eminenza il Cardinale William Levada, mi compiaccio di trasmetterle le raccomandazioni ufficiali della Pontificia Commissione Ecclesia Dei in seguito alla visita canonica dell’Istituto del Buon Pastore.
Come potrà vedere, è stato tenuto conto dello scambio che abbiamo avuto nel corso di questa riunione. Lei ha espresso il desiderio di conoscere il titolo di un’opera che nutra la sua riflessione sulla dignità pastorale di Cristo: l’esortazione apostolica post-sinodale Pastores dabo vobis corrisponde al suo desiderio. Infatti, esattamente 20 anni fa, essa ha fatto il punto sui temi fondamentali quali la vocazione sacerdotale, la natura e la missione del sacerdozio ministeriale, la formazione dei candidati al sacerdozio, la vita spirituale del prete e la formazione permanente dei preti. Lei potrà dunque lasciarsi condurre da essa come una guida molto sicura.
Mentre formulo i migliori auguri per la prossima tenuta del Capitolo generale dell’Istituto, la prego di ricevere, caro Signor Superiore generale, l’assicurazione dei miei sentimenti cordiali e devoti.
Monsignor Guido Pozzo
Segretario
(con allegato)
Monsieur l’Abbé Philippe Laguérie
Superiore generale dell’Istituto del Buon Pastore
Casa centrale
52, rue de la Longerolle
86440 Mignè-Auxances
Francia
NOTA ALLEGATA
Note sulle conclusioni della visita
canonica
dell’Istituto del Buon Pastore
dell’Istituto del Buon Pastore
In linea generale, è necessario approfondire il carisma fondatore dell’Istituto, pensando più all’avvenire che al passato. Per preparare il prossimo capitolo generale sarà utile riflettere sulla dignità pastorale di Cristo.
Ognuno si preoccuperà di approfondire le caratteristiche di una società di vita apostolica, che evita ogni forma di individualismo. Per questo, sarà bene prendere contatto con altre società di vita apostolica atte ad aiutare questa riflessione sulla vita comunitaria.
La questione della pratica della forma straordinaria, così com’è formulata negli Statuti, va precisata nello spirito del Summorum Pontificum. Converrebbe semplicemente definire questa forma come il «rito proprio» dell’Istituto, senza parlare di «esclusività».
Per quanto riguarda il seminario di Courtalain, la valutazione è positiva, ma converrebbe integrare lo studio del Magistero attuale dei papi e del Vaticano II. La formazione pastorale dovrebbe essere fatta alla luce della Pastores dabo vobis e nella formazione dottrinale inserire un attento studio del Catechismo della Chiesa cattolica.
Per risolvere la questione della installazione del seminario, a meno di un ampliamento sempre a Courtalain, sarà possibile interpellare la Conferenza episcopale di Francia, affinché essa suggerisca dei nomi di diocesi in cui installarlo.
Più che su una critica, sia pure «seria e costruttiva», del Concilio Vaticano II, gli sforzi dei formatori dovranno volgersi alla trasmissione dell’ integralità del patrimonio della Chiesa, insistendo sull’ermeneutica del rinnovamento nella continuità e prendendo come base l’integrità della dottrina cattolica esposta nel Catechismo della Chiesa cattolica.
Per migliorare il funzionamento del Consiglio e preparare il Capitolo generale, converrebbe chiedere il parere di un canonista. Si suggeriscono i nomi dei RR. PP. Pocquet du Haute-Jussé, s. j. m., e Le Bot, o. p. Sembra opportuna una riunione mensile del Consiglio.
Bisogna augurarsi che venga effettuato un buon discernimento per le vocazioni provenienti dal Brasile, al pari di una riflessione sull’accoglienza dei preti dell’Istituto nelle diverse diocesi. È importante che il vescovo accolga e valorizzi il carisma specifico dell’Istituto per il bene di tutta la diocesi e, al tempo stesso, che i preti dell’Istituto si inseriscano realmente con uno spirito di comunione nell’insieme della vita ecclesiale della diocesi.
La costituzione di un Consiglio economico aiuterà la parrocchia Saint-Éloi a divenire giuridicamente più conforme alle altre parrocchie dell’arcidiocesi di Bordeaux.
La scuola de l’Angelus, nell’arcidiocesi di Bourges, dev’essere maggiormente seguita dal Superiore generale. Si incoraggia la ricerca di un riconoscimento diocesano.
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Nostra nota sul documento
della Commissione Ecclesia Dei
a conclusione della visita canonica a Roma del
Superiore Generale dell’Istituto del Buon Pastore,
tenutasi il 21 marzo 2012
Non è nostra intenzione soffermarci troppo su questo documento, perché riteniamo che esso sia talmente chiaro, tenuto conto della specificità del linguaggio curiale, che le considerazioni sorgono univoche e spontanee.
Ci limiteremo dunque a brevi rilievi.
Dalla lettera
si tratta di “raccomandazioni ufficiali” che la Pontificia Commissione Ecclesia Dei rivolge all’Istituto del Buon Pastore nel suo complesso.
nostra deduzione: “raccomandazioni
ufficiali” è un’espressione per trasmettere delle direttive che
devono essere fatte proprie e applicate, senza che, per il momento, ci
si debba sentire obbligati a risponderne.
Dalle note
a) è necessario approfondire il carisma fondatore dell’Istituto, pensando più all’avvenire che al passato
nostra deduzione: l’Istituto deve
dimenticare il motivo per cui è sorto, la sua storia e la sua
motivazione dottrinale.
b) La questione della pratica della forma straordinaria, così com’è formulata negli Statuti, va precisata nello spirito del Summorum Pontificum. Converrebbe semplicemente definire questa forma come il «rito proprio» dell’Istituto, senza parlare di «esclusività».
nostra deduzione: nonostante negli
Statuti si parli di uso esclusivo della S. Messa tradizionale,
l’Istituto deve rendersi conto che non può esserci alcuna
esclusività poiché dovrà considerare la S. Messa
tradizionale come un «rito proprio» alla luce del Summorum Pontificum, e quindi
dovrà usare anche il Novus Ordo.
c) La formazione pastorale dovrebbe essere fatta alla luce della Pastores dabo vobis e nella formazione dottrinale inserire un attento studio del Catechismo della Chiesa cattolica.
nostra deduzione: la formazione
pastorale e dottrinale dei seminaristi deve svolgersi con un’attenzione
particolare ai nuovi insegnamenti della Chiesa.
d) Più che su una critica, sia pure «seria e costruttiva», del Concilio Vaticano II, gli sforzi dei formatori dovranno volgersi alla trasmissione dell’integralità del patrimonio della Chiesa, insistendo sull’ermeneutica del rinnovamento nella continuità e prendendo come base l’integrità della dottrina cattolica esposta nel Catechismo della Chiesa cattolica.
nostra deduzione: la critica, sia
pure «seria e costruttiva», del Concilio deve lasciare il
posto all’accettazione di tutto il nuovo insegnamento della Chiesa,
insistendo sul fatto che non v’è nulla da criticare,
poiché tutto dev’essere inteso alla luce del rinnovamento nella
continuità e avendo come base il nuovo Catechismo.
e) È importante …, al tempo stesso, che i preti dell’Istituto si inseriscano realmente con uno spirito di comunione nell’insieme della vita ecclesiale della diocesi.
nostra deduzione: i preti
dell’Istituto devono vivere in concreto spirito di comunione con i loro
confratelli e con il vescovo della diocesi in cui sono accolti,
condividendone quindi dottrina, liturgia e pastorale.
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Un ringraziamento ad Unavox per la diffusionne di questo interessantissimo articolo.
LUPI VESTITI DA AGNELLI VI ATTENDO A ROMA!
[15] Guardatevi dai falsi profeti che vengono a voi in veste di pecore, ma dentro son lupi rapaci.
[16] Dai loro frutti li riconoscerete. Si raccoglie forse uva dalle spine, o fichi dai rovi?
[17] Così ogni albero buono produce frutti buoni e ogni albero cattivo produce frutti cattivi;
[18] un albero buono non può produrre frutti cattivi, né un albero cattivo produrre frutti buoni.
[19] Ogni albero che non produce frutti buoni viene tagliato e gettato nel fuoco. [20] Dai loro frutti dunque li potrete riconoscere.
(Matteo 7, 15 - 20)
[16] Dai loro frutti li riconoscerete. Si raccoglie forse uva dalle spine, o fichi dai rovi?
[17] Così ogni albero buono produce frutti buoni e ogni albero cattivo produce frutti cattivi;
[18] un albero buono non può produrre frutti cattivi, né un albero cattivo produrre frutti buoni.
[19] Ogni albero che non produce frutti buoni viene tagliato e gettato nel fuoco. [20] Dai loro frutti dunque li potrete riconoscere.
(Matteo 7, 15 - 20)
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