LO STRAPPO RICUCITO!
Si apprende dal sito Vaticaninsider.it, la notizia che la FSSPX abbia accettato di firmare il Preambolo dottrinale!
Il superiore della Fraternità San Pio X ha sottoscritto il preambolo
dottrinale proposto dalla Santa Sede, anche se con qualche lieve
modifica
di Andrea Tornielli
La risposta della Fraternità San Pio X è arrivata in Vaticano ed è
positiva: secondo le indiscrezioni raccolte da Vatican Insider il
superiore dei lefebvriani, il vescovo Bernard
Fellay, avrebbe firmato
il preambolo dottrinale che la Santa Sede aveva proposto lo scorso
settembre, come condizione per arrivare alla piena comunione e
all’inquadramento canonico.
Una conferma ufficiale dell’avvenuta risposta dovrebbe
avvenire nelle prossime ore. Da quanto si apprende, il testo del
preambolo inviato da Fellay propone alcune modifiche non sostanziali
rispetto alla versione consegnata dalle autorità vaticane: come si
ricorderà, la stessa Commissione Ecclesia Dei non aveva voluto rendere
pubblico il documento (due pagine
piuttosto dense), proprio perché
c’era la possibilità di introdurre eventuali piccole modifiche che però
non ne stravolgessero il senso.
In sostanza, il preambolo contiene la «professio fidei», la
professione di fede richiesta da chi assume un ufficio ecclesiastico. E
dunque stabilisce che va dato un «religioso ossequio della volontà e
dell’intelletto» agli insegnamenti che
il Papa e il collegio dei
vescovi «propongono quando esercitano il loro magistero autentico»,
anche se non sono proclamati e definiti in modo dogmatico, come nel caso
della maggior parte dei documenti del magistero. La Santa Sede ha più
volte ripetuto ai suoi interlocutori della Fraternità San Pio X che
sottoscrivere il preambolo dottrinale non avrebbe significato porre fine
«alla legittima discussione, lo studio e la spiegazione teologica di
singole espressioni o formulazioni presenti nei documenti del Concilio
Vaticano II».
Ora il testo del preambolo con le modifiche proposte da Fellay, e
da lui sottoscritto in quanto superiore della Fraternità San Pio X,
sarà sottoposto a Benedetto XVI, che il giorno dopo l’ottantacinquesimo
compleanno e alla vigilia del settimo anniversario dell’elezione, riceve
una risposta positiva dai
lefebvriani. Risposta da lui lungamente
attesa e auspicata, che nelle prossime settimane metterà fine alla
ferita apertasi nel 1988 con le ordinazioni episcopali illegittime
celebrate dall’arcivescovo Marcel Lefebvre.
Non è escluso
che la risposta di Fellay venga esaminata dai cardinali della
Congregazione per la dottrina della fede, nella prossima riunione della
«Feria quarta», che dovrebbe tenersi nella prima metà di maggio. Mentre
qualche settimana in più sarà necessaria perché avvenga la sistemazione
canonica: la proposta più probabile è quella di istituire una «prelatura
personale», figura giuridica introdotta nel Codice di diritto canonico
nel 1983 e finora utilizzata solo per l’Opus Dei. Il prelato dipende
direttamente dalla Santa Sede. La Fraternità San Pio X continuerà a
celebrare la messa secondo il messale antico, e a formare i suoi preti
nei suoi seminari.
fonte: http://vaticaninsider.lastampa.it/homepage/vaticano/dettaglio-articolo/articolo/lefebvriani-lefebvrians-lefebvrianos-14410/
Alea iacta est!
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Si riporta l'estratto dall'omelia di Mons. Fellay del 2 Febbraio 2012 pubblicato sul sito del DICI:
"Non siamo un gruppo indipendente. Anche se stiamo
"lottando" con Roma, siamo ancora, per così dire, con Roma. Stiamo
lottando con Roma, oppure, se volete, contro Roma, e al tempo stesso
siamo con Roma. E noi affermiamo e noi continuiamo a dire che siamo
cattolici. Noi vogliamo rimanere cattolici. Molte volte ho
detto a Roma, tentate di buttarci fuori. E vediamo che forse sarebbe
molto più facile per noi restare fuori... Avremmo tanti altri vantaggi.
Saremmo trattati molto meglio! Guardate i protestanti, come si aprono le
chiese per loro. Per noi, si chiudono. <Per chi non l'avesse capito Mons. Fellay fa solo dell'ironia... ndt>
E noi diciamo, non fa niente. Facciamo le cose di fronte a Dio.
Soffriamo dalla Chiesa, perfetto. Non ci piace, naturalmente. Ma
dobbiamo stare lì nella verità.
E dobbiamo
ribadire che noi apparteniamo alla Chiesa. Siamo cattolici. Noi vogliamo
essere e vogliamo rimanere cattolici, ed è molto importante ribadire
ciò. E' anche importante che alla fine non sogniamo una Chiesa cattolica
che è solo un frutto della nostra immaginazione, ma che non è più
quella di oggi. E' con quella di oggi che abbiamo problemi. Questo è ciò
che crea ancora più difficoltà: proprio il fatto che abbiamo dei
problemi con essa. Questo non ci permette, per così dire, di chiudere la porta.
Al contrario, è nostro dovere andare continuamente lì, bussare alla
porta, e non chiedere se possiamo entrare (perché vi siamo già dentro),
ma pregare perché si convertano, perché possono cambiare atteggiamento
verso di noi e tornare a ciò che ci fa Chiesa. Si tratta di un
grande mistero, non è semplice. Poiché allo stesso tempo dobbiamo dire,
sì, noi riconosciamo questa Chiesa - è quello che diciamo nel Credo,
credo nella Chiesa cattolica - in modo da accettare che ci sia un Papa,
accettare che ci sia una gerarchia, noi accettiamo tutto questo.
Eppure
praticamente, a molti livelli, dobbiamo dire dei "no". Non perché non
ci piaccia, ma perché la Chiesa ha già parlato di queste questioni.
Anche molte di queste cose le ha condannate. E così, nelle nostre
discussioni con Roma siamo stati, per così dire, bloccati lì. Il problema chiave nelle nostre discussioni con Roma è stato davvero il Magistero, l'insegnamento della Chiesa.
Perché dicono, "noi siamo il Papa, noi siamo la Santa Sede" - e diciamo
sì. E così dicono, "abbiamo il potere supremo", e diciamo, sì. Dicono,
"noi siamo l'ultima istanza di insegnamento e siamo necessari" - Roma è
necessaria perché noi abbiamo fede, e diciamo, sì. E poi dicono "quindi,
obbedite." E noi diciamo no. E così ci dicono, siete protestanti! Avete
messo la ragione al di sopra del Magistero di oggi. E noi rispondiamo,
siete modernisti. Pretendete che l'insegnamento di oggi possa essere
diverso dall'insegnamento di ieri. Noi diciamo, quando ci atteniamo a
ciò che la Chiesa ha insegnato ieri, per necessità dobbiamo aderire
all'insegnamento della Chiesa oggi. Poiché la verità non è legata al tempo. La verità è al di sopra di esso. Ciò che è stato detto una volta vincola per sempre.
Questi sono i dogmi. Dio è così, Dio è al di sopra del tempo. E la fede
è l'adesione alla verità di Dio. E' al di sopra del tempo. Ecco perché
la Chiesa di oggi è legata e deve essere come (e non solo come) la
Chiesa di ieri. E così quando si vede l'attuale Papa affermare che ci
deve essere continuità nella Chiesa, noi diciamo: naturalmente! Questo è
ciò che abbiamo detto in ogni momento. Quando si parla di tradizione, è
proprio questo il significato. Si dice, ci deve essere Tradizione, ci
deve essere continuità. Quindi vi è continuità. Ci viene detto quindi,
il Vaticano II è stato fatto dalla Chiesa, la Chiesa deve essere un
continuo, perciò il Vaticano II è Tradizione. E noi diciamo, prego?
Si va ancora oltre, miei cari fratelli. Questo
è accaduto durante i dialoghi dottrinali. Al termine dei dialoghi,
arriva l'invito da Roma. In questo invito c'è una proposta di una
sistemazione canonica, che è quella di regolarizzare la nostra
situazione. E posso dire, ciò che viene presentato oggi, che è già
diverso da quello che è stato presentato il 14 settembre, si può
considerare come un'ottima soluzione. Sono soddisfatte tutte le nostre
esigenze, si può dire, sul piano pratico. Quindi non c'è un gran problema su questo punto. Il problema rimane ad un altro livello - a livello della dottrina. Ma anche lì si va molto lontano - molto lontano, miei cari fratelli. La chiave è un principio. Dicono, "dovete
accettare questo, dovete accettare il fatto che per i punti che fanno
difficoltà in merito al Concilio - punti che sono ambigui, dove c'è un
conflitto - questi punti, come l'ecumenismo, come la libertà religiosa,
questi punti devono essere intesi in coerenza con l'insegnamento perenne
della Chiesa. Quindi, se c'è qualcosa di ambiguo nel Concilio, è
necessario intenderlo come la Chiesa lo ha sempre insegnato, nel corso
dei secoli." Vanno ancora oltre e affermano: "si deve rifiutare tutto ciò che è contrario a questo insegnamento tradizionale della Chiesa."
Beh, questo è ciò che abbiamo sempre detto.
Incredibile, non è vero? Che Roma ci stia imponendo questo principio.
Incredibile. Poi ci si potrebbe chiedere, allora perché non accettare?
Ebbene, miei cari fratelli, vi è ancora un problema. Il problema è
che in questo testo danno due esempi di cosa e come dobbiamo capire
questi principi. Questi due esempi che ci forniscono sono l'ecumenismo e
la libertà religiosa, come sono descritti nel nuovo Catechismo della
Chiesa Cattolica, che sono esattamente i punti per i quali critichiamo
il Concilio. In altre parole, Roma ci dice, lo abbiamo fatto sempre.
Siamo tradizionalisti; il Vaticano II è Tradizione. La libertà
religiosa, l'ecumenismo sono la Tradizione. Sono in piena coerenza con
la Tradizione. Vi potreste chiedere solo, dove andiamo? Che tipo di
parole possiamo pronunciare, siamo d'accordo o no? Se anche i principi
che abbiamo preservato e affermato, ci dicono: "sì, va bene, potete
affermarli, perché questo è ciò che intendiamo" ...che è esattamente il
contrario di ciò che intendiamo. Penso che non potessimo procedere oltre
nella confusione.
In altre parole, miei cari
fratelli, ciò significa che i nostri interlocutori danno un altro
significato alla parola "tradizione", e anche magari alla parola
"coerenza". Ed è per questo che siamo stati costretti a dire di no.<alla prima bozza del "preambolo dottrinale" ndt>
Non firmeremo quel documento. Siamo d'accordo con il principio, ma si
vede che la conclusione è il contrario. Grande mistero! Grande mistero!
Allora, cosa succederà adesso? Bene, abbiamo inviato la nostra risposta a
Roma. Continuano a dire che stanno riflettendo su di essa, il che
significa che probabilmente sono in difficoltà. Allo stesso tempo
penso che solo ora potremmo vedere cosa vogliono veramente. Ci vogliono
veramente nella Chiesa o no? Lo abbiamo detto loro molto chiaramente, se
ci accettate così come siamo, senza cambiamenti, senza obbligarci ad
accettare queste cose, allora siamo pronti. Ma se volete farci
accettare queste cose, non lo siamo. In realtà abbiamo appena citato
l'Arcivescovo Lefebvre che ha detto questo già nel 1987 - diverse volte
prima, ma l'ultima volta che l'ha detto fu nel 1987. In altre parole,
miei cari fratelli, umanamente parlando, è difficile dire
come sarà il futuro, ma sappiamo che quando abbiamo a che fare con la
Chiesa, abbiamo a che fare con Dio, abbiamo a che fare con la divina
provvidenza, e sappiamo che questa Chiesa è la Sua Chiesa. Gli esseri
umani possono causare alcuni disagi, alcune distruzioni. Possono causare
turbolenze, ma Dio è superiore ad esse, ed Egli sa, da tutti questi
avvenimenti - questi avvenimenti umani, queste le linee storte, Dio sa
come dirigere la sua Chiesa attraverso queste prove."
(...)
Si vedrà, miei cari fratelli. Per noi, è chiarissimo. Noi dobbiamo
sempre sostenere la verità, professare la fede. Noi non faremo marcia
indietro, qualunque cosa accada. C'è qualche minaccia adesso da parte di
Roma, certo. Si vedrà. Noi lasciamo tutto questo nelle mani del Buon Dio e della Santissima Vergine.
Oh! Sì, noi dobbiamo continuare la nostra crociata del Rosario. Noi
contiamo su di essa, noi contiamo su Dio. E ciò che deve accadere,
accadrà. Io non posso promettervi una bella primavera. Non so
cosa accadrà in primavera. So solo che la battaglia per la fede
continuerà, qualunque cosa accada. Sia che saremo riconosciuti, sia che
non lo saremo. Potete stare certi che i progressisti non saranno
contenti. Essi continueranno, e noi continueremo a combatterli.