giovedì 22 marzo 2012

Mons. Marcel Lefebvre

 

 Marcel Lefebvre nasce nel 1905. Nel 1923 entra nel seminario francese di Roma. Dottore in filosofia e in Teologia presso l’Università Pontificia Gregoriana, è ordinato sacerdote il 21 settembre 1929. Dopo un anno come cappellano nella periferia della città di Lille, entra nella congregazione missionaria dei Padri dello Spirito Santo. Nel 1932 è inviato missionario in Gabon, poi è nominato superiore dello scolasticato di Mortain (France) nel 1945. Consacrato vescovo il 18 settembre 1947, è nominato vicario apostolico di Dakar e delegato apostolico per l’Africa nera francofona e Madagascar nel 1948. Nel 1955, diventa arcivescovo di Dakar. Nel 1960, è nominato Assistente al trono pontificio e membro della Commissione preparatoria al Concilio.
Nel 1962 dopo essere stato nominato vescovo di Tulle (Francia) e consultore della Congregazione della propagazione della fede, è eletto Superiore generale della sua congregazione che contava allora più di 5000 membri. Nel 1968, lascia le sue funzioni all’occasione del Capitolo straordinario d’aggiornamento. Ha 63 anni.
Sollecitato da alcuni seminaristi, fonda nel 1970 la Fraternità Sacerdotale San Pio X, con l’approvazione del vescovo di Friburgo (Svizzera). Il seminario, trasferito a Econe, riceve una visita canonica nel 1974. Scioccato dalle affermazioni dei visitatori romani in materia di fede, redige una dichiarazione datata il 21 novembre 1974. Questo documento largamente mediatizzato conduce a una soppressione della Fraternità senza il rispetto delle procedure canoniche. Mons. Lefebvre la considererà come illegale e non ne terrà mai conto.
Nel luglio 1976, Mons. Lefebvre è colpito da una sospensione a divinis per aver ordinato dei sacerdoti nonostante il divieto romano. Seguono degli anni di controversie con Roma. Davanti all’atteggiamento della Santa Sede che promette di concedergli un successore senza dargliene la garanzia, Mons. Lefebvre consacra quattro vescovi il 30 giugno 1988. Invocando il grave stato di necessità di cui soffre la Chiesa, procede a ciò che chiamerà “l’operazione sopravvivenza della Tradizione”, per la salvaguardia del sacerdozio, e dei sacramenti cattolici, senza conferire ai vescovi né giurisdizione, né missione canonica. Egli viene, assieme a Mons. de Castro Mayer e ai quattro nuovi vescovi, colpito ufficialmente d’una scomunica che considera ingiusta e invalida, come le precedenti censure.
Mons. Lefevbre passò i suoi ultimi anni, fino alla sua morte avvenuta il 25 marzo 1991, a Econe, dove ora riposa. Sulla sua tomba è stato inciso ciò che egli aveva chiesto: 
 Tradidi quod et accepi, Ho trasmesso quello che ho ricevuto”.