Glosse alla Lettera di Mons. Carlo Maria Viganò
Stiamo assistendo - come ho scritto in un mio articolo (qui)
- ad una significativa alleanza infernale, volta a distruggere la
Cristianità e la Chiesa di Cristo: questa alleanza unisce governanti
della cosa pubblica e membri della Gerarchia ecclesiastica, sostenuti
tutti - altrettanto significativamente - dai media mainstream e dall’élite mondialista.
Le
più grandi istituzioni internazionali - acerrime nemiche di Dio -
plaudono all’impegno della Neochiesa bergogliana nell’accoglienza dei
profughi, nell’apertura all’agenda GLBT e in tutto ciò che rappresenta
una demolizione dell’identità cattolica. I più potenti avversari della
Chiesa finanziano iniziative promosse dalla setta progressista, che
ricambia con zelo e li sostiene, ora tacendo i punti di evidente
inconciliabilità che dovrebbero dividerli, ora propagandando sine glossa le
loro istanze, ora chiamando a collaborare nei posti strategici
personaggi che si prefiggono scopi opposti a quelli che si suppone abbia
la Chiesa.
Credo sia superfluo dimostrare come i movimenti fittiziamente spontanei in ambito politico - come le Sardine o Gretini
- trovino il proprio parallelo in ambito ecclesiastico nelle
conventicole ultraprogressiste che abbiamo visto scatenarsi negli ultimi
Sinodi; in entrambi i casi questi movimenti non possono essere
considerati rappresentativi di una qualsivoglia maggioranza, mentre è
altresì evidente la loro esiguità numerica ed ancor più la loro
insignificanza ideologica, politica, dottrinale e morale. Essi possono
contare solo sulla massiccia diffusione della propria voce da parte
della stampa di regime e sulla censura dell’avversario. La frode
dell’allarmismo ambientalista - che gioca sull’equivoco tra i
cambiamenti climatici in cui l’apporto umano è nullo e l’inquinamento
provocato dalle multinazionali su cui non viene presa nessuna iniziativa
- non è meno infondata scientificamente di quanto non lo sia, sul piano
dottrinale, l’ammissione delle donne agli Ordini o l’introduzione di
elementi pagani nel culto cattolico, inaugurato dalla presenza
dell’idolo immondo della pachamama in Vaticano e in molte chiese
dell’Orbe.
Ma
ai promotori dell’ecologismo malthusiano - che considera l’umanità una
sorta di cancro del Pianeta e punta a ridurre drasticamente la
popolazione tramite la contraccezione, l’aborto, la sterilizzazione,
l’eutanasia, la diffusione di malattie, la promozione
dell’omosessualismo - e ai promotori dell’ecumenismo panteista - che
vuole unificare tutte le religioni in un’unica religione mondiale - non
importa assolutamente che le ragioni addotte siano corroborate da una
base filosofica o teologica: il loro scopo, come ho più volte
evidenziato, parte da una premessa inconfessabile, e proprio per questo
occorre celarlo con un pretesto puramente di facciata, imposto come
dogma indimostrabile al quale occorre prestare assenso assoluto, a meno
che non si voglia esser oggetto della scomunica mediatica, fulminata dai
Sommi Sacerdoti dell’ideologia dominante.
A
costoro non importa nulla che la maggioranza dei cittadini delle
Nazioni e la maggioranza dei fedeli della Chiesa siano non solo
indifferenti, ma anzi assolutamente contrari a questa rivoluzione
infernale: il mito della maggioranza, del suffragio universale, del
popolo come soggetto e detentore del potere è stato sconfessato non
appena quel popolo ha avuto la possibilità di esprimere il proprio
dissenso, così da render necessaria una rimodulazione del
voto, abolendolo o rinviandolo o non tenendone conto. Così alla
maggioranza dei cittadini - contraria all’invasione dell’Europa o
all’imposizione della tirannide finanziaria e ideologica da parte
dell’Unione Europea - non viene data la possibilità di pronunciarsi, ed
anche laddove questa possibilità sia benignamente concessa, essa viene
impunemente disattesa quando non coincide con la volontà delle élites.
La
stessa cosa, come più volte ampiamente dimostrato, è avvenuta ed
avviene ancor oggi con maggiore incisività in ambito ecclesiastico: il
tiranno che siede in Roma, ammantato di populismo pauperista e di
ecologismo, impone ai fedeli dottrine che ripugnano alla Fede cattolica
con la stessa arroganza con cui l’Europa impone la teoria gender ed il multiculturalismo.
Ma
questa truffa colossale non si limita ad essere inficiata nelle sue
premesse ideologiche: essa è gravemente compromessa anche nei risultati
conseguiti.
In
ambito politico, la prospettata fratellanza universale propagandata dai
fautori dell’invasione di orde di maomettani si infrange dinanzi
all’aumento esponenziale della criminalità, alla diffusione di malattie
che si credevano debellate, alla diminuzione della sicurezza nelle
nostre città, alla perdita dell’identità delle Nazioni, alla
insostenibilità di una società che si ritrova senza valori e senza
radici, tenuta insieme solo dalla necessità di sopravvivere, di avere un
cellulare di ultima generazione e di poter comprare e vendere online.
In
ambito religioso la prospettata diffusione del Cattolicesimo,
finalmente aperto al mondo e sfrondato dai rigidismi dottrinali e morali
del passato si infrange miseramente contro il crollo della pratica
religiosa, le defezioni dei fedeli, l’allontanamento degli
intellettuali, la perdita di autorevolezza e credibilità della Chiesa di
Roma dinanzi al mondo; e le magnifiche sorti e progressive della
sbandierata riforma liturgica, secondo i cui autori si sarebbe avuta una
maggiore e più convinta partecipazione dei fedeli all’azione sacra, si
sono infrante sulla assoluta ignoranza dottrinale di popolo e basso
Clero, la perdita del senso del sacro, la diffusione capillare degli
errori fino ad allora condannati.
Premesse,
mezzi di realizzazione e risultati ottenuti sono quindi la prima e
principale sconfessione delle istanze rivoluzionarie di chi, nella cosa
pubblica come nella Chiesa, vorrebbe farci credere che la propria azione
sia mossa da principi nobili, mezzi leciti e risultati positivi, mentre
è vero esattamente il contrario: principi inconfessabilmente ignobili,
mezzi scandalosamente illeciti e risultati vergognosamente pessimi.
E
il fatto che politici e vescovi cerchino di dissimulare il disastro non
rende la realtà meno evidente, nonostante i media si adoperino per
mascherarla o per screditare le voci dissonanti. D’altra parte, se ci
dicessero che le idee che muovono le loro azioni ed i mezzi che usano
per realizzarle hanno come scopo la cancellazione delle ultime tracce di
Cristianità dal tessuto sociale e religioso, essi perderebbero anche
buona parte di quei pochi che ancora pubblicamente li sostengono, ed
aprirebbero gli occhi ai molti che, pur non comprendendo gli eventi
nella loro interezza, ne intravvedono comunque l’incoerenza con quello
che pensano e credono. Non aspettiamoci che Bergoglio confessi
pubblicamente di odiare la Chiesa, di detestarne la dottrina, di non
sopportarne la morale, di aborrirne la liturgia; né che i gerarchi
dell’Europa o della nostra povera Patria affermino di volerci
sottomettere e rendere schiavi di una conventicola di Massoni senza
volto asserviti al Maligno. Ma non fingiamo di credere alla favola bella della democrazia o della solidarietà, dell’accoglienza o dell’ecologia, dell’ecumenismo o della actuosa participatio.
Per
amore di verità occorrerebbe precisare che quanto accade nella società
civile non è un mero parallelo di quel che avviene nella Chiesa, bensì
il risultato dell’atteggiamento della Chiesa per prima nei confronti
della società. E questo turpe amplesso con il secolo inaugurato dal
Vaticano II ha fatto sì che, venuto meno il καθῆκον,
anche la società profana si sentisse ulteriormente incoraggiata e
legittimata nella propria guerra a Dio. La Chiesa, Madre e Maestra delle
genti, è stata eclissata da una matrigna ribelle, trascinando con sé
nell’abisso un mondo già corrotto. Perché l’esempio di chi è costituito
in autorità è molto più efficace dell’opera silenziosa della
moltitudine, e questo vale tanto nel bene quanto nel male; anzi, a causa
del peccato di Adamo, è ancora più facile seguire cattivi maestri e
pessimi esempi, anziché conformarsi a modelli virtuosi che richiedono
una lotta contro il mondo, la carne e il diavolo.
Fa
piacere notare come, tanto nella cosa pubblica quanto nella Chiesa, si
assista oggi ad un risveglio delle coscienze, ad una presa d’atto della
lotta senza quartiere mossa dal Male contro il Bene. Certo, chi oggi
esprime perplessità sulla bontà di molte riforme imposte dall’Unione
Europea lo fa quasi sempre senza trarne le doverose, estreme
conseguenze, e teme che dichiararsi apertamente contro il dogma
europeista possa minarne la credibilità politica ed estrometterlo dal
consesso sociale, soprattutto quando costui è un politico. Parimenti,
chi inizia a rendersi conto della frode conciliare e del disastro
perpetrato da Bergoglio in coerenza con esso, non osa condannare tout-court la mens
criminale di chi il Concilio l’ha voluto appositamente equivoco per
poterne poi trarre la legittimazione alla rivoluzione cui assistiamo.
Ma, anche qui, i motivi di speranza non mancano.
Se
pensiamo alla recente vittoria del Primo Ministro britannico,
nonostante l’opposizione feroce dei media e delle istituzioni
internazionali, e alla ormai imminente Brexit voluta
dagli elettori, possiamo constatare che quel che ci raccontano i
cortigiani europei non corrisponde alla realtà, e che i sudditi di Sua
Maestà si sono resi conto di poter scuotere da sé il gioco odioso della
tirannide: «Dopo tre anni e mezzo di delusione e disonestà noi
finalmente lasceremo questo carcere di nazioni alla fine di gennaio; è
stato detto che diventeremo un Paese terzo: no, diventeremo un paese
indipendente e autonomo. [...] Le persone non vogliono più essere
governate da burocrati senza volto come Michel e von der Leyen, noiosi
come l'acqua stagnante, ed è una grande notizia il fatto che in Polonia
la maggior parte dei polacchi starebbero meglio fuori dall’Ue: la Brexit
è l'inizio della fine di questo progetto, ma sogno un insieme di Paesi
sovrani che lavorano insieme ma senza ricevere ordini dall’alto» (Nigel
Farage, qui).
Proprio
ieri, dai seggi del Parlamento Europeo, la deputata Belinda De Camborne
Lucy si è rivolta al Presidente Sassoli con queste parole: «Mi permetta
di dirlo chiaramente, signor Sassoli: Lei non ha alcun diritto di
rivolgersi allo speaker britannico e avere con lui conversazioni che
interferiscono direttamente con la nostra politica interna. Questo svela
le Sue intenzioni di intervenire a tutti i livelli per fermare la
Brexit. Questo è immorale: si vergogni!» (qui).
Come si vede, gli scenari apocalittici che ci vengono prospettati per
costringerci a rimanere nella prigione europea si dissolvono come nebbia
al sole, non appena qualcuno alza la testa e parla con il cuore.
Nei giorni scorsi abbiamo letto l’ultima lettera di mons. Viganò (qui),
scritta dopo le vergognose esternazioni del Satrapo sulla corredenzione
della Vergine Maria, definita empiamente come una “stupidaggine”
nonostante i numerosi pronunciamenti del Magistero e dei Padri della
Chiesa e il comune sentire dei fedeli. Bergoglio ha anche affermato che
Nostra Signora, discendente della stirpe di Davide, «si meticciò con
l’umanità… e meticciò Dio stesso», contraddicendo la Sacra Scrittura e
scandalizzando i semplici. Come afferma giustamente mons. Viganò, «i
dogmi mariani sono il sigillo apposto sulle verità cattoliche della
nostra fede, definite nei concili di Nicea, Efeso e Calcedonia; sono
l’infrangibile baluardo contro le eresie cristologiche e contro lo
scatenamento furibondo delle Porte degli inferi. Chi li “meticcia” e li
profana mostra di essere dalla parte del Nemico. Attaccare Maria è
avventarsi contro Cristo stesso; attaccare la Madre è insorgere contro
il Figlio e ribellarsi contro il mistero stesso della Santissima
Trinità. L’Immacolata Theotokos, “terribile come schiere e vessilli spiegati” – acies ordinata
– darà battaglia per salvare la Chiesa e distruggerà l’esercito del
Nemico sciolto dalle catene che Le ha dichiarato guerra, e con lui tutte
le pachamama demoniache ritorneranno definitivamente nell’inferno».
Ora,
se analizziamo tutti gli interventi del Presule a partire dal primo,
non possiamo non notare che le parole usate da mons. Viganò rivelino una
progressiva comprensione degli eventi ed ancor più delle cause, sicché
quella che inizialmente voleva essere una doverosa denuncia del
malcostume della Gerarchia e della corruzione del Clero si è via via
sviluppata in un allarme più vasto, più profondo, più circostanziato. E
lo stesso va notato per le argomentazioni degli scritti di mons.
Schneider, prima infarciti di citazioni del Vaticano II ed oggi,
significativamente, molto più incisivi circa il rapporto di causalità
tra la crisi presente e le sue premesse ideologiche conciliari.
É chiaro che chi, senza pregiudizi, analizzi i fatti nella loro concatenazione non può non scorgerne il movente criminoso, la mala intentio di
chi li ha voluti e promossi. Lo afferma chiaramente l’ex Nunzio: «A
poche settimane dall’epilogo dell’evento sinodale che ha segnato
l’investitura di pachamama nel cuore della Cattolicità, abbiamo appreso
che il disastro conciliare del Novus Ordo Missae subisce
ulteriori ammodernamenti, tra i quali l’introduzione della “Rugiada”
nel Canone eucaristico al posto della menzione dello Spirito Santo,
terza Persona della Santissima Trinità. Si tratta di un ulteriore passo
nel senso della regressione verso la naturalizzazione e
l’immanentizzazione del Culto Cattolico, verso un Novissimus Ordo
panteistico ed idolatra». E ancora: «È da ormai più di sei anni che
siamo avvelenati da un falso magistero, sorta di sintesi estrema di
tutte le equivoche formulazioni conciliari e degli errori
post-conciliari che si sono inarrestabilmente propagati, senza che la
maggior parte di noi se ne accorgesse. Sì, perché il Vaticano Secondo ha
aperto, oltre che il Vaso di Pandora, anche la Finestra di Overton, ed
in maniera così graduale che non ci si è resi conto degli stravolgimenti
messi in atto, dell’autentica natura delle riforme, delle loro
drammatiche conseguenze, e neppure ci è venuto il sospetto di chi
realmente si trovasse alla regia di quella gigantesca operazione
sovversiva, che il modernista cardinale Suenens definì “il 1789 della
Chiesa Cattolica”».
Avete letto bene: «il disastro conciliare del Novus Ordo Missae»
e «un falso magistero, sorta di sintesi estrema di tutti le equivoche
formulazioni conciliari e degli errori post-conciliari». Questo processo
di comprensione degli eventi segue necessariamente, in persone animate
da buona intenzione e da spirito retto, l’inganno di cui esse sono state
vittime cinquant’anni fa - «senza che la maggior parte di noi se ne
accorgesse», appunto -, quando le novità introdotte in seno alla Chiesa
non avevano ancora dimostrato la loro valenza eversiva «perché il
Vaticano Secondo ha aperto, oltre che il Vaso di Pandora, anche la
Finestra di Overton, ed in maniera così graduale che non ci si è resi
conto degli stravolgimenti messi in atto, dell’autentica natura delle
riforme, delle loro drammatiche conseguenze». E se questa obnubilatio trovava
la propria causa nell’ossequio per la Chiesa ed i Sacri Pastori, essa
non può che dissolversi, quando le tessere del mosaico sono ormai
composte ed appare l’immagine nel suo complesso, «e neppure ci è venuto
il sospetto di chi realmente si trovasse alla regia di quella gigantesca
operazione sovversiva».
Vorrei
essere molto chiaro: la resipiscenza di mons. Viganò - e di tanti altri
che ancora tacciono, ma che sono ormai persuasi della impossibilità di
coniugare l’appartenenza alla Chiesa di Cristo con il sostegno
all’ideologia della setta conciliare e a questo infaustissimo
Pontificato - non va giudicata con un semplicistico meglio tardi che mai,
ma anzi lodata ed incoraggiata come il risultato necessario di un
percorso travagliato e sofferto, grazie al quale il velo che impediva la
vista soprannaturale è finalmente caduto, rivelando l’inganno di questo
«falso magistero, sorta di sintesi estrema di tutte le equivoche
formulazioni conciliari e degli errori post-conciliari che si sono
inarrestabilmente propagati».
Continua
il Presule: «Con papa Bergoglio – come con tutti i modernisti – è
impossibile cercare chiarezza, dal momento che il marchio distintivo
dell’eresia modernista è proprio la dissimulazione. Maestri dell’errore
ed esperti nell’arte dell’inganno, “si adoperano per fare universalmente
accettare ciò che è ambiguo, presentandolo dal suo lato innocuo, il
quale servirà come passaporto per introdurre il lato tossico, che
all’inizio si teneva nascosto” (P. Matteo Liberatore S.I.). Così la
menzogna, ostinatamente ed ossessivamente ripetuta finisce col diventare
“vera” ed accettata dalla maggioranza. Tipicamente modernista è anche
la tattica di affermare quanto si vuole distruggere, usando termini
vaghi ed imprecisi, promuovendo l’errore senza mai formularlo
chiaramente. È esattamente ciò che fa papa Bergoglio, con il suo
amorfismo dissolutore dei Misteri della Fede, con l’approssimazione
dottrinale che gli è propria, mediante la quale “meticcia” e demolisce i
dogmi più santi, come ha fatto con quelli mariani della Semprevergine
Madre di Dio. Il risultato di questo sopruso è quello che ora abbiamo
sotto gli occhi: una Chiesa cattolica che non è più cattolica; un
contenitore svuotato del suo autentico contenuto e riempito con merci
d’accatto».
Non
dimentichiamoci di ricordare con gratitudine il ruolo fondamentale
della Fraternità San Pio X, cui va senza dubbio riconosciuto il merito
di aver denunciato la deriva dottrinale e morale nella Chiesa sin dagli
albori, e che dal Concilio in poi ha subito la derisione, il
compatimento, l’ostracismo e la scomunica da parte dei gerarchi di
quella stessa setta che oggi lancia anatemi all’intera Cattolicità.
Probabilmente una parte dei Prelati che hanno assistito imbelli a questa
persecuzione non era nemmeno consapevole di quanto mons. Lefebvre
avesse ragione, ed oggi non agirebbe allo stesso modo.
Il
coraggio di mons. Viganò, la franchezza di mons. Schneider, le parole
pacate del Card. Burke, le denunce di migliaia di intellettuali
cattolici e il grido silenzioso di tanta parte del Clero e del popolo
cristiano dovrebbero farci capire che l’infernale battaglia contro la
Chiesa di Cristo non ci troverà tutti imbelli e rassegnati a soccombere,
ma anzi che l’abisso nel quale ci troviamo a causa dell’infedeltà di
pochi non è necessariamente destinato a inghiottire noi e i nostri cari.
Non dimentichiamo che il Maligno ci induce in peccato lasciandoci
credere che ci verrà rimesso dalla Misericordia di Dio, ma appena
l’abbiamo compiuto ci prospetta i tormenti infernali inflitti dalla
divina Giustizia e cerca di allontanarci dal pentimento e dalla
confessione delle nostre colpe.
Prendiamo
esempio dal coraggio di questi eroici Prelati. Preghiamo per loro e per
quanti sono ancora esitanti. Incoraggiamoli e facciamo loro sentire la
nostra vicinanza spirituale. Exempla trahunt.
Riscoprire l’orgoglio dell’appartenenza al nome cristiano darà slancio
all’azione dei buoni e confonderà lo schieramento avversario, che conta
proprio sulla nostra pavidità e sul nostro silenzio per imporsi.
Siamo
chiamati a combattere su due fronti: quello spirituale e quello civile.
Su entrambi dobbiamo dimostrare valore, coraggio, onore e lealtà. Ma il
piano spirituale - esattamente com’è avvenuto con la rivoluzione
conciliare e sociale - deve essere il motore della rinascita civile e
politica della nostra Patria e dell’intero consesso civile, poiché è
impossibile che Cristo regni sulle società se prima non è Re dei nostri
cuori. Ed è altrettanto impossibile che Egli restauri le Nazioni se la
Chiesa per prima, anzitutto nella sua Gerarchia, non piegherà il
ginocchio dinanzi alla divina Maestà, ma continuerà a prosternarsi agli
idoli antichi e moderni.
E
se la durezza del nostro cuore rende difficile umiliarci davanti al Re
dei Re, arrendiamoci almeno alla Madre nostra Maria, Regina e Mediatrice
di tutte le grazie, invocandoLa come nostra Condottiera, Lei che come
Corredentrice si è unita al Sacrificio di Suo Figlio al Padre per
riscattarci dalla schiavitù del Maligno. Possa Ella rendere la nostra
pochezza più gradita a Dio, non per i nostri meriti, ma perché è Lei,
l’onnipotente per grazia, a presentare le nostre preghiere al Trono
dell’Altissimo.